lunedì 13 maggio 2013

Meglio seder sul Trono per compromesso o non sedervi per onor?: Regno di Svezia (Parte 1°)

 
 
In questo nuovo articolo continua la serie di pubblicazioni  intitolate "Meglio seder sul Trono per compromesso o non sedervi per onor?" . Questa volta  analizzeremo un'altra delle monarchie vigenti in Europa , quella del Regno di Svezia.  Come di consuetudine analizzeremo tutto ciò che necessita per capire se ci troviamo di fronte ad una VERA Monarchia (Tradizionale e legittima) oppure ad una, come è di prassi nel mondo dell'apparenza, semplice  Repubblica coronata:

 
 
Attuale Casa Reale di Svezia
 


Bernadotte coa.svg
Stemma dei Bernadotte.
L'attuale casata reale del Regno di Svezia è, dal 1818 , la Casata di Bernadotte che fino al 1905 era anche la casata reale di Norvegia. I membri dell'attuale famiglia reale svedese hanno in concessione i titoli ed  appellativi reali (modo in cui rivolgersi) ed alcuni possono partecipare agli impegni ufficiali e alle cerimonie di stato. L'attuale "sovrano" di Svezia è , dal 1973, Carlo "XVI" Gustavo Bernadotte.
Prima di continuare con la narrazione degli avvenimenti presenti della suddetta Casata è come sempre d'obbligo partire dall'origine , cioè da quando tutto ebbe inizio. Chi sono costoro e come salirono sul Trono? sarà la domanda principale che verrà svelata nel seguente testo diviso in due parti.
 (Capirete anche il motivo delle "virgolette").




 

 
 
Gustavo III di Svezia:
tra Rivoluzione e cospirazioni.


 


 Blason Adolphe Frédéric de Suède.svg
Stemma degli Holstein-Gottorp


 
Gustavo III bambino.
Gustavo III di Svezia (Stoccolma, 24 gennaio 1746Stoccolma, 29 marzo 1792)  , membro del Casato degli Holstein-Gottorp ,figlio primogenito di Adolfo Federico di Svezia, primo Re di Svezia della sua Casata,  e Luisa Ulrica di Prussia, sorella di Federico II di Hohenzollern , noto anche come Federico il Grande, salì al Trono svedese alla morte del padre, nel 1772, e fin dall'inizio , sebbene protestante, ammiratore di Voltaire, e influenzato perciò dalle basi "primordiali" della Rivoluzione, tentò di rafforzare il  peso politico della Monarchia dopo un lungo periodo nel quale il  potere fu nelle mani  di un'oligarchia  (il Consiglio degli Aristocratici), a sua volta dipendente dal dispotismo del Parlamento svedese. Iniziò subito con una riforma governativa volta a ristabilire la regale autorità nel Regno:  questo portò al ristabilirsi della Monarchia Assoluta.
I settari , che avevano governato fino a quel momento attraverso il Parlamento svedese,  presero fin da subito delle contromisure volte alla sovversione delle disposizioni del sovrano.






 Politica:


 
Gustavo III
Ritratto di Gustavo III in abiti regali
Gustavo III  era un volto già noto alla politica nazionale svedese in quanto già a partire dal 1768 si era prodigato personalmente per la proclamazione di una dieta straordinaria che avrebbe dovuto riflettere sulle riforme da farsi sulla costituzione nazionale, optando sempre più in una direzione centrale della monarchia. Scrisse Gustavo a proposito: "Il fatto che alcuni perdano le loro battaglie costituzionali non interessa poi tanto ma ciò che mi infastidisce è vedere la mia povera nazione che giace in una situazione di corruzione così dilagante da porla in totale anarchia.".
Egli era pienamente legittimato a  regnare sulla Svezia in maniera autonoma in quanto  discendente , attraverso sua nonna materna , dalla Casata dei Vasa che comprendeva tra gli altri Re Gustavo I di Svezia e Carlo X Gustavo di Svezia.
Dal 4 febbraio al 25 marzo 1771 Gustavo III si recò a Parigi per motivi di alta politica.  Agenti confidenziali della corte svedese avevano già preparato il terreno per il suo arrivo, e il Duca di Choiseul aveva richiesto un incontro col monarca svedese per discutere una possibile alleanza tra Francia e Svezia in direzione anti-rivoluzionaria. Durante il viaggio di ritorno Gustavo III si recò anche in visita a suo zio, Federico il Grande, che  si trovava nella sua residenza di Potsdam, il quale , amico e collaboratore della setta, lo ripagò informandolo che egli personalmente con Russia e Danimarca si era fatto garante dell'integrità della costituzione svedese e gli consigliò caldamente di astenersi dall'uso della violenza, ma piuttosto di giocare la parte del mediatore nella spinosa questione.





Lotta alla Rivoluzione attraverso un colpo si Stato "rivoluzionario":


Re Gustavo III in armatura.
Al suo ritorno in Svezia, Gustavo III tentò di mediare tra i partiti della madrepatria al fine di cercare un equilibrio che potesse consentirli di attuare le sue riforme.

Il 21 giugno 1771 egli aprì la prima seduta del parlamento sotto il suo governo, con un discorso con toni forti e decisi : era la prima volta da più di un secolo che un Re svedese aveva apostrofato in tal guisa il parlamento di Svezia. Egli aveva richiamato tutti i partiti a sacrificare la loro animosità per il bene comune della nazione ricordando loro che essi erano i "primi cittadini del popolo libero". Venne così formato un comitato di salvaguardia che in un primo tempo sembrò non rendere risultati  vista l'accesa opposizione dei famelici parlamentari che  sentivano in essa  un atto punitivo: in fondo lo era davvero vista l'esperienza del precedente governo parlamentare.

Il successivo tentativo del partito dominante di ridurlo ad un "roi fainéant "(sovrano senza poteri), lo incoraggiò a considerare l'idea che si stava attuando una vera e propria Rivoluzione e che era tempo di reagire.

Sembrava ormai inevitabile che la Svezia, gettata nell'anarchia dal dispotismo parlamentare, dovesse soccombere nel grande "Sistema del Nord" auspicato dal vice-cancelliere russo conte Nikita Ivanovič Panin, il che nell'ottica dell'Impero Russo avrebbe portato alla degna conclusione degli antichi scontri tra le due nazioni, sottomettendo per sempre il Regno svedese all'egemonia russa nei mari del nord. L'unico tentativo per evitare tutto questo sembrò a Gustavo III quello di intentare un colpo di stato per preservare l'indipendenza della nazione.

Gustavo III (a sinistra) ed i suoi due fratelli
, il principe Federico Adolfo ed il principe Carlo.
 Ritratto di Alexander Roslin.
Fu a questo punto che Gustavo III venne avvicinato da  Jacob Magnus Sprengtporten, un nobiluomo finlandese che già si era scontrato coi partiti per l'idea di un colpo di stato .  Egli prese possesso della fortezza di Sveaborg con un colpo di mano su invito segreto di Gustavo III per poi raggiungere il Re ed i suoi amici presso Stoccolma.
Il piano di colpo di stato venne quindi rafforzato da Johan Christopher Toll, anch'egli vittima dei contrasti coi partiti svedesi. Toll propose di sollevare una seconda rivolta nella provincia della Scania e di prendere possesso della fortezza di Kristianstad a sud. Dopo diversi dibattiti, alla fine, anche il suo progetto venne avallato  dal Re.

Carlo, l'ambiguo e maggiore dei fratelli minori del Re, venne quindi formalmente incaricato di mobilitare tutte le guarnigioni delle fortezze della Svezia meridionale per reprimere la rivolta a Kristianstad, ma quando giunse nei pressi delle fortezze stesse, si accomunò con i ribelli e marciò da sud verso la capitale con le nuove truppe del Re. Questa stessa operazione "rivoluzionaria" venne sottoscritta dal finanziere Nicolas Beaujon, e dall'ambasciatore svedese in Francia, il conte Gustaf Philip Creutz.


Gustavo III in un ritratto del 1777.
Il 6 agosto 1772 Toll riuscì ad espugnare la fortezza di Kristianstad. Il 16 agosto Sprengtporten ebbe successo nel prendere Sveaborg e quello stesso giorno il capo del partito conservatore-parlamentare , Ture Rudbeck, giunse a Stoccolma con notizie di nuove insurrezioni a sud e Gustavo III stesso si trovò isolato nel bel mezzo dei suoi nemici. Sprengtporten era impegnato ancora in Finlandia e Toll era a diversi chilometri di distanza e comunque ancora molto tempo sarebbe passato nella presa della capitale e nell'attesa del loro aiuto il Re si risolse a tergiversare le posizioni.
Egli decise quindi di muoversi in maniera diretta e precisa. La sera del 18 agosto tutti gli alti ufficiali di stanza alla corte ebbero il messaggio segreto di riunirsi nella grande piazza davanti all'arsenale per la mattina successiva. Alle 10.00 del 19 agosto Gustavo salì sul proprio cavallo e si recò verso l'arsenale, venendo raggiunto sulla strada da un folto stuolo di aderenti e prese il comando dei 200 ufficiali riuniti al suo comando. Dopo una consueta parata si recò nel palazzo dell'arsenale per esporre il proprio piano: "se mi seguirete" disse Gustavo III "così come i vostri antenati seguirono Gustavo Vasa e Gustavo Adolfo, io metterò con voi a repentaglio la mia stessa vita ed il mio sangue per voi e per la salvezza della nostra madrepatria!" e la risposta fu pronta: "Seguiremo il sacrificio di sangue e vita al fianco di Vostra Maestà".
Nel frattempo il Consiglio Privato ed il suo presidente, Rudbeck, erano stati arrestati e messi al sicuro dalla marina reale svedese. A questo punto Gustavo III compì un tour della città e venne ovunque ricevuto con folle entusiaste delle proprie azioni che lo acclamavano come il liberatore dopo un lungo periodo nel quale le ambizioni dei parlamentari al potere gettarono il Regno nel caos. Venne composta per l'occasione una canzone da Carl Mikael Bellman dal titolo Gustafs skål.


Gustavo III in un ritratto
di Lorens Pasch il Giovane.
La sera del 20 agosto gli araldi regi percorrevano ormai le strade della città proclamando che il mattino seguente gli Stati Generali sarebbero stati convocati a palazzo; ogni deputato assente sarebbe stato dichiarato nemico del paese e del Re. Il 21 agosto gli Stati vennero riuniti ed il Re apparve nelle piene vesti regali prendendo sede sul proprio Trono e pronunciando la sua famosa filippica che viene ancora vista come un pezzo grandioso dell'oratoria svedese con la quale evidenziò la nota poco patriottica e la venialità dei partiti politici: ...si è dato luogo al disagio, il quale ha portato alla vendetta, la quale ha portato alla persecuzione, la quale a portato a nuove rivoluzioni che infine hanno portato il paese in un periodo di malessere. L'ambizione sconsiderata di alcune persone e la loro fame di gloria hanno portato a seri danni in tutto il reame e molto sangue è stato versato da tutti i partiti, e l'unico risultato ottenuto è stata la sofferenza del popolo. Spesso le basi della loro potenza sono state gettate a costo della vita di molti cittadini e spesso ciò è stato raggiunto anche a spese dello stato stesso. Nei tempi in cui la legge era chiara ed inequivocabile, la legge è stata distorta e quando questo non fosse stato possibile essa è stata divelta. Niente è stato sacrificato per la popolazione e la supremazia del singolo è andata addirittura soverchiando il parlamento e la legge stessa. Questa eccessiva libertà, uno dei diritti fondamentali dell'uomo, si è trasformata in un inenarrabile dispotismo aristocratico nelle mani dei partiti di governo che hanno assoggettato tutte le istituzioni al loro volere...
Venne pertanto varato in quell'occasione il processo per una nuova costituzione che venne accettata all'unanimità da tutti i partiti ed il parlamento venne sciolto.


 



Lotta tra gli estremi: Assolutismo e Costituzionalismo:



File:Gustav III of Swede.jpg
Gustavo III di Svezia.
Gustavo lavorò direttamente alle riforme del nuovo stato nella stessa direzione di altri suoi sovrani contemporanei, bevendo da calice avvelenato del suo tempo ,  dall'illuminismo. La giustizia criminale venne maggiormente definita, la pena di morte venne abolita per molti crimini e venne completamente vietata la tortura.Egli prese parte attiva in tutti gli affari di stato, ma decise di convocare un nuovo consigliere da lui scelto da porre in senato. Il rimedio per riparare la corruzione che era fiorita sotto i partiti di governo precedenti fu la fondazione del Göta Hovrätt, la corte suprema di giustizia con sede a Jönköping.
Vennero anche prese delle riforme nell'amministrazione e nelle procedure penali. Nel 1774 un'ordinanza venne proclamata per provvedere alla libertà di stampa pur con certi limiti stabiliti. Venne anche aumentata la capacità di difesa nazionale e la marina svedese venne ampliata divenendo una delle più importanti in Europa. Le dilapidate finanze vennero riportate in auge dall'ordinanza economica (Riksdaler del 1776).
Gustavo inoltre introdusse nuove politiche economiche nazionali. Nel 1775 venne promosso il libero commercio del grano e vennero abolite un gran numero di tasse d'esportazione che nel tempo erano risultate oppressive per il commercio. La libertà religiosa venne garantita a cattolici ed ebrei e fu Gustavo stesso a disegnare ed a rendere popolare il costume nazionale svedese (esso ancora oggi viene indossato nelle occasioni più importanti). Uno dei grandi successi del re fu la vendita dell'alcol riservata al monopolio di stato.
La sua politica estera fu in un primo momento cauta e ristretta a precisi ambiti. Il Re convocò gli stati nell'assemblea di Stoccolma del 3 settembre 1778 ove si dimostrò ancora una volta l'ossequio del parlamento verso la parola del re, il che servì anche ad aprire gli occhi ai deputati, mostrando a loro che il ruolo cui erano stati preposti stava andando via via divenendo sempre più secondario.
Gustavo III fece il gioco della Rivoluzione , la stessa Rivoluzione che operava contro l'istituto Monarchico e quindi contro la sua persona. Dopotutto egli era un eretico , e come tale tutte le sue scelte erano contaminate da una ideologia che corrodeva il Nord d'Europa da quasi 300 anni.


 


Consolidamento del potere regio:



Stemma
Monogramma
Reale di

Gustavo III di Svezia.
Se il Riksdag del 1778 era stato calmo e favorevole al Re, poco meno di dieci anni di questa sua politica avevano portato a profondi cambiamenti nella politica statale. Nel 1786 gli Stati Generali , covo di molti frammassoni , vennero nuovamente convocati e Gustavo mostrò una sempre crescente determinazione a governare senza il "problematico parlamento", un passaggio che sempre più stava portando la Svezia all'adozione di un semi-assolutismo.  

Caterina II
Caterina II di Russia.
Allo stesso tempo la politica estera era divenuta sempre più avventurosa. In un primo momento Gustavo III aveva balenato l'idea di ottenere il supporto della Russia per strappare la Norvegia alla Danimarca. Quando però Caterina II di Russia si rifiutò di abbandonare la sua alleanza con la Danimarca, Gustavo dichiarò guerra alla Russia: era il giugno del 1788. Questa fu un'azione avventata in quanto la Svezia era già impegnata profondamente nella guerra contro l'Impero Ottomano a sud. Con l'imbarcarsi in una guerra di aggressione senza il consenso degli stati generali, Gustavo aveva formalmente violato quelle stesse norme costitutive che egli aveva siglato nel 1772, il che portò a numerose rivolte interne al governo ed ammutinamenti. La Danimarca, di conseguenza, dichiarò guerra alla Svezia in supporto alla Russia, ma venne presto messa a tacere dalla machiavellica  diplomazia inglese e prussiana favorevole alla Svezia.
Ritornato in Svezia, Gustavo III raccolse l'indignazione popolare contro gli ammutinamenti e le ribellioni ed arrestò i capi delle varie rivolte. Egli convocò nuovamente il Riksdag all'inizio del 1789 siglando il 17 febbraio di quello stesso anno un Atto di Unione e Sicurezza con il consenso dei tre stati. Questo rafforzò ulteriormente il potere monarchico anche se gli stati generali continuarono formalmente a detenere il pieno potere in Svezia. Con questo decreto, inoltre, Gustavo pose fine ad alcune tradizioni abolendo alcuni antichi privilegi della nobiltà svedese inimicandosi anche quest'ultima.




L'assassinio del Re ad opera della setta:



Luigi XVI di Francia
Luigi XVI di Francia
In Svezia la massoneria moderna attecchì fin dai suoi esordi data anche la forte presenza di logge "protomassoniche" già esistenti e salde nel territorio dalla fine del XVI secolo. Fu in queste logge massoniche che, in stretta collaborazione con quelle francesi per progettare la sovversione dell'ordine europeo, si decise l'assassinio di Gustavo III divenuto troppo "incontrollabile" e quindi ostile.
La figura politica di Gustavo III era andata negli ultimi anni del suo governo sempre più compromettendosi agli occhi della setta , a tal punto da spingerlo a cadere vittima di una cospirazione aristocratica. Sin dalle prime avvisaglie di rivolta in Francia che preludevano alla nefasta Rivoluzione francese, Gustavo III si schierò col partito monarchico a sostegno del Re Luigi XVI, offrendo alla sua controparte francese l'appoggio solidale di un compagno d'arme e di un alleato politico.
Questo aggravò ulteriormente la sua posizione agli occhi della setta che nell'ombra complottava.
Venne convocata una sera una festa in maschera al teatro reale di Stoccolma per la mezzanotte del 16 marzo 1792. Gustavo III era giunto prima per cenare assieme a degli amici. Durante la cena egli ricevette una lettera anonima che lo avvisava di un possibile attentato alla sua vita, ma il Re era abituato a ricevere questo tipo di intimidazioni e decise di non porre eccessiva attenzione al problema. Dopo il desinare, decise di lasciare gli appartamenti di rappresentanza per prendere parte al ballo in maschera.
Jacob Johan Anckarström.jpg
Jacob Johan Anckarström

Poco dopo il suo ingresso in sala, venne avvicinato da Jacob Johan Anckarström e dai suoi complici cospiratori manutengoli della setta Claes Horn e Adolf Ribbing. Il Re, pur da mascherato, era facilmente riconoscibile poiché indossava le insegne degli ordini cavallereschi del Regno e come tale era un facile bersaglio. I tre indossavano tutti delle maschere di colore nero e si accostarono al Re sussurrandogli in francese queste parole:

« Bonjour, beau masque ("Buongiorno, bella maschera") »
Anckarström si spostò alle spalle del Re e con un colpo di pistola lo ferì. Il Re a questo punto esclamò a gran voce in francese:

« Ah! Je suis blessé, tirez-moi d'ici et arrêtez-le ("Ah! Sono ferito, portatemi via da qui ed arrestatelo!") »


Adolph Ribbing.

Immediatamente Gustavo III venne portato nei suoi appartamenti e tutte le uscite del teatro vennero subito bloccate per impedire ai cospiratori di fuggire. Anckarström venne arrestato e la mattina seguente confessò l'assassinio, pur negando da "buon" settario  la cospirazione sin quando non venne informato dell'arresto anche di Horn e Ribbing, facendo quindi piena confessione.
Il Re, intanto, non era stato colpito a morte ma solo ferito e, non appena si riprese, continuò ad esercitare le sue funzioni di capo dello stato, ma la ferita si infettò ed il 29 marzo Gustavo III morì. Le sue ultime parole furono:

« Jag känner mig sömnig, några ögonblicks vila skulle göra mig gott ("Mi sento stanco, un po' di riposo mi farà bene") »

Del complotto per l'assassinio di Gustavo III era direttamente coinvolto, e a piena conoscenza dei dettagli,  il frammassone e fratello del Re , Carlo, Duca di Södermanland.

 
 
 
 

Gustavo IV Adolfo di Svezia :
tra tentata Controrivoluzione e illegittima deposizione.




File:Per Krafft d.ä., Gustav IV Adolf, 1778-1837, konung av Sverige.jpg
Gustavo IV Adolfo di Svezia nel 1793.
Gustavo IV Adolfo di Svezia (Stoccolma, 1º novembre 1778San Gallo, 7 febbraio 1837) , era figlio di Gustavo III di Svezia e della Regina consorte Sofia Maddalena di Danimarca, figlia maggiore del Re Federico V di Danimarca e della sua prima moglie, Luisa di Hannover.
All'assassinio del padre Gustavo III nel marzo 1792, Gustavo Adolfo gli succedette al Trono all'età di 14 anni, sotto la reggenza dell'ambiguo zio, Carlo, Duca di Södermanland.









Politica:
 
 Il suo matrimonio con Federica di Baden sembrò presagire ad un'imminente guerra con la Russia, dopo il rifiuto dell'anno precedente, ma fortunatamente lo stesso Gustavo Adolfo trovò un accordo con Paolo I, che condizionò anche la futura alleanza tra Svezia e Russia nell'ambito delle guerre napoleoniche. Il Re, forte dell'insegnamento avuto durante gli infausti avvenimenti del Regno di suo padre,  oppose una strenua guerra al diabolico giacobinismo che andava diffondendosi in Europa dalla  infausta Rivoluzione Francese, al punto che divenne un fervido Reazionario.  La situazione  delle finanze dello stato svedese era critica, ereditata in  parte dalla guerra contro la Russia intrapresa da Gustavo III negli anni 1788-92 e in altra parte dal mal governo del reggente Carlo, oltre ad alcune carestie di grano che colpirono la Svezia nel 1798 e nel 1799 e al raggiro che alcuni esponenti della borghesia e della nobiltà attuarono per pura speculazione , lo costrinsero a convocare gli stati generali a Norrköping nel marzo del 1800 ed il 3 aprile dello stesso anno. Quando il Re riscontrò una seria opposizione del sempre più dispotico e settario  parlamento, decise di non convocare più gli Stati Generali.





Il colpo di stato:

 
Gustavo IV Adolfo di Svezia
Gustavo IV Adolfo di Svezia
 Nel 1805, Gustavo Adolfo partecipò alla Terza Coalizione contro Napoleone. La sua personale campagna di opposizione alla Francia non portò a grandi risultati e la Pomerania svedese venne invasa da parte dell'esercito napoleonico. Quando la sua alleata, la Russia, firmò un armistizio e concluse una pace con la Francia a Tilsit nel 1807, la Svezia rimase la sola alleata in Europa della Gran Bretagna assieme al Portogallo. Nell'inverno del 1808, la Russia invase la Finlandia svedese col pretesto di voler comprendere la Svezia nel Sistema Continentale promosso da Napoleone. La Danimarca, a sua volta, dichiarò guerra alla Svezia. Agli inizi del 1809 i russi avevano occupato completamente la Finlandia che Alessandro I di Russia aveva elevato a Granducato ed aveva posto sotto la propria sovranità. Questa perdita rappresentava la perdita di un terzo delle risorse della Svezia ed un quarto della sua popolazione. Il comportamento delle potenze che avrebbero dovuto essere alleate a Gustavo Adolfo  e  complotti interno di matrice settaria e filo-francesi portarono alla sua deposizione, grazie ad un complotto di ufficiali dell'esercito tutti affiliati alla massoneria. Il 13 marzo 1809 sette dei cospiratori fecero irruzione negli appartamenti reali, arrestarono il Re e lo imprigionarono nel castello di Gripsholm; il Duca Carlo, zio del Re, accettò senza troppe remore la leadership di un governo provvisorio, che venne proclamato quel giorno stesso; venne proclamata anche una dieta, solennemente approvata dalla Rivoluzione.



L'Abdicazione:

File:Gustav IV Adolf of Sweden.jpg
Gustavo IV Adolfo di Svezia nel 1809
Il 29 marzo, Gustavo IV Adolfo, al fine di preservare la legittima sua corona per il figlio, abdicò volontariamente; ma il 19 maggio gli ormai totalmente corrotti Stati Generali, pressati e appoggiati dagli alti comandanti  dall'esercito svedese, dichiararono illegittimamente  che non solo Gustavo, ma tutta la sua famiglia dovesse essere esclusa dal Trono di Svezia. Il 5 giugno il Duca Reggente (lo zio di Gustavo) venne senza alcun diritto, essendo in vita i discendenti di Gustavo Adolfo,  proclamato Re con il nome di Carlo "XIII", dopo aver sottoscritto una nuova costituzione liberale (1809), che venne ratificata dall'assemblea parlamentare lo stesso giorno. Nel dicembre dello stesso anno Gustavo e la sua famiglia vennero esiliati in Germania. Una sorte che somiglia molto alle realtà rivoluzionarie Spagnola e Portoghese che si verificheranno più di vent'anni dopo.
  Gustavo si stabilì nel cantone di San Gallo in Svizzera dove visse gli ultimi anni della sua vita in un piccolo ostello ed in grande indigenza dove  morì d'infarto il 7 febbraio 1837.





Carlo "XIII" di Svezia e la "francesizazione".


Carlo XIII di Svezia
Ritratto di Carlo XIII di Svezia.

Carlo "XIII" di Svezia (Stoccolma, 7 ottobre 1748Stoccolma, 5 febbraio 1818), fratello maggiore tra i fratelli minori di Gustavo III e zio di Gustavo IV ,  poco dopo la sua nascita, venne nominato "Grand'ammiraglio" e destinato quindi alla carriera militare nella marina militare svedese.
Carlo era anche profondamente dipendente e influenzabile dagli altri, oltre che libertino per le molte relazioni che ebbe e liberale per pensiero e filosofia.
Egli era inoltre interessato al mondo del soprannaturale, alle società segrete ed al misticismo, divenendo ben presto uno dei migliori clienti della veggente Ulrica Arfvidsson alla quale chiedeva anche consigli di stampo politico, giungendo poi a favorire anche il medium Henrik Gustaf Ulfvenklou, che eserciterà una grande influenza sul Duca. Fervido massone, Carlo fonderà nel 1811 l'Ordine di Carlo XIII, concesso esclusivamente ad altri massoni protestanti.

Collier Ordre de Charles XIII.svg
Collare dell'Ordine massonico di Carlo XIII.
Notare il dettaglio della piramide con la "G" (grande architetto dell'universo) nel centro.
 
 
 



L'indomabile libertino e la scalata al potere:



Carlo Holstein-Gottorp , Duca di Södermanland , in
giovane età.
Nel 1772 cooperò nei piani "filo-rivoluzionari" del fratello, Gustavo III di Svezia ,  per ottenere in  ricompensa la nomina a Duca di Södermanland e i privilegi correlati.
Durante il periodo come Duca, Carlo ottenne un gran numero di incarichi di rappresentanza per conto del fratello che si fidava moltissimo di lui. Nel 1777 prestò servizio come reggente durante la permanenza di Gustavo III in Russia e nel 1780 servì come comandante supremo dell'esercito durante la permanenza del sovrano a Spa, in Belgio. Nel 1785 gli venne offerto il Ducato di Curlandia dalla nobiltà del Ducato che supportava la causa di Gustavo III ma per una serie di eventi poi il piano non si attualizzò.
Allo scoppio della guerra russo-svedese del 1788, si distinse in battaglia come ammiraglio della Marina Reale Svedese, specialmente nella Battaglia di Hogland (7 giugno 1788) e in quella di Öland (26 luglio 1789). Alla morte di Gustavo III, Carlo, funse nuovamente da reggente di Svezia fino al 1796 per conto del nipote anche se il vero governante del Paese era il settario e vendicativo Gustaf Adolf Reuterholm, la cui influenza su Carlo era notevole.
 Quei quattro anni furono forse i più tristi nella storia della Svezia (un'età di piombo, che segue un'età dell'oro, come si diceva allora), e si può descrivere brevemente come alternanza del giacobinismo e dispotismo spietato.




 L'usurpazione del Trono e la successione per volere della setta:



File:Karl XIII porträtterad 1815 av Per Krafft dy.jpg
Carlo "XIII" di Svezia
nel 1815.
Con l'avvento al Trono di Gustavo IV Adolfo di Svezia nel novembre 1796, Carlo vide decadere la propria reggenza e diminuire la sua influenza politica e di conseguenza aumentò in lui l'ambizione e l'astio verso il nipote. Il rapporto tra Carlo e Gustavo IV Adolfo si deteriorò significativamente a partire dal 1803 quando scoppiò il caso Boheman. Il mistico Karl Adolf Boheman (1764–1831) era stato introdotto a corte dal Conte Magnus Stenbock , massone , nel 1793 e riuscì ben presto a guadagnarsi una notevole influenza sul Duca Carlo con la sua ammissione alla massoneria nel 1801. Boheman venne in seguito arrestato per il tentativo di circuire il monarca stesso, che lo accusò di intenti rivoluzionari e lo espulse dalla corte. Carlo fu quindi oggetto d'indagini da parte del sovrano e del consiglio di stato, ma , dato che il consiglio di stato stesso si presentava fortemente infetto da elementi settari , venne infine assolto dalle accuse di cospirazione.
Nel  1808, durante la sua permanenza in Finlandia, Gustavo IV Adolfo nominò suo reggente lo zio  Duca Carlo, mentre il suo potere grazie alla setta cresceva sempre più. Dopo l'illegittima  detronizzazione del nipote, il 13 marzo 1809, coloro che avevano votato contro Gustavo IV Adolfo nominarono Carlo reggente e poi Re. Però in quel periodo lui era già prematuramente anziano e si vide subito imporre dalla setta come Principe ereditario il generale francese,  frammassone e giacobino della prima ora,  Jean-Baptiste Bernadotte.
Con l'Unione di Svezia e Norvegia nel 1814, Carlo diventò Re di Norvegia con il nome di 'Carlo "XIII "di Svezia e di Carlo "II" di Norvegia. Dopo otto anni, il sovrano morì e gli successe come previsto dalla setta il Maresciallo di Francia Bernadotte, proclamato Giovanni Carlo "XIV" di Svezia e Giovanni Carlo "III" di Norvegia. La "francesizazione" era compiuta e la Rivoluzione si vedeva trionfante anche in un periodo , la Restaurazione , dove sembrava, all'apparenza,  sconfitta.


 



Fine 1° Parte...




Fonti:



Wikipedia

"Il Problema dell'Ora presente" di mons. Delasuss (Tomo I).

"Memorie per la storia del giacobinismo" scritte dall'abate Barruel (Tomo I).



Scritto da:

Redazione A.L.T.A.