Dopo aver narrato le vicende di "quello strano 1859" voglio ora narrarvi le vicende di "quel fatal 1866" che segnò oltre all'occupazione della Veneta Nazione, la battuta d'arresto in senso attivo dei moti anti-unitari nei ducati emiliani e nel Granducato di Toscana: la speranza di una Restaurazione in breve tempo. Questa vergognosa guerra di espansione che rincorreva il mito astratto del nazionalismo italiano estromesse la saggia e secolare guida asburgica nella penisola italiana e il suo legittimo governo sulle terre di San Marco.
Come di consuetudine , narrerò i fatti senza retorica e senza censure; perché la verità è preziosa , e chi la conosce è veramente libero.
Gli antefatti e il principio : dall'usurpazione del 1859 all'inizio del 1866.
I tentativi di alleanza dei frammassoni Cavour e La Marmora :
Camillo Benso di Cavour |
Alfonso La Marmora |
La Confederazione germanica a legittima guida Asburgica (confine rosso). |
Giuseppe Pasolini |
Tutto ciò fino agli inizi di ottobre del 1865, quando la diplomazia sabauda compì un ultimo passo per occupare e usurpare il Veneto senza mettersi eccessivamente in gioco. La Marmora autorizzò, infatti, il Conte Alessandro Malaguzzi Valeri, astuto settario, ad aprire trattative segrete con l’Austria, alla quale fu offerta una ingente somma di danaro in cambio delle province venete. Anche questa missione fallì incontrando la fiera opposizione del governo Imperiale.
Le manovre del diabolico Bismarck:
Bismarck nel 1860 |
Alla fine del luglio 1865 fece domandare al Presidente del Consiglio La Marmora , come un astuto burattinaio, da un suo diplomatico, Karl von Usedom, a Firenze (allora capitale dell'illegittimo Regno d'Italia), quale atteggiamento avrebbe avuto l’Italia sabauda in caso di conflitto austro-prussiano. La risposta di La Marmora fu a dir poco furbesca e classicamente "italiota": per non rischiare troppo egli dichiarò che non avrebbe potuto prendere impegni senza conoscere le intenzioni di Napoleone III di Francia.
Costantino Nigra |
Intanto, per niente preoccupato per quella commedia che mostrava un clima che si faceva più disteso fra Prussia e Austria con la Convenzione di Gastein, Bismarck a settembre confermò al rappresentante sabaudo a Berlino Quigini Pulica che lo "scontro finale" era solo rimandato. Tuttavia, per arrivare alla guerra senza rischiare di essere aggredito a sua volta dalle potenze vicine, si assicurò dell’atteggiamento sostanzialmente benevolo della Russia e del disinteresse della settaria per eccellenza Gran Bretagna. Non gli rimaneva, quindi, di consultare anch’egli la Francia.
Da ciò scaturirono gli incontri fra Bismarck e Napoleone III di Biarritz e di Parigi dell’ottobre e del novembre del 1865, durante i quali l’"imperatore" francese confermò che avrebbe mantenuto la neutralità. A Parigi, il 2 novembre 1865 Bismarck confidò a Nigra, complottando nell'ombra da "buoni" massoni, che occorreva fare presto poiché la situazione dell'esercito Confederato composto dagli Stati facenti parte della Confederazione Germanica alleati all’Austria , era in cattive acque, mentre la situazione prussiana era in migliori condizioni.
Alexander von Mensdorff-Pouilly |
Le trattative e le garanzie:
Giuseppe Govone |
Il generale, partito da Firenze con istruzioni “poche e generiche” ricavò dal suo primo colloquio con Bismarck un’impressione non molto incoraggiante per i piani di espansione. Il Primo ministro prussiano gli prospettò, infatti, un trattato generico con l’Italia sabauda che, essendo privo di elementi pratici, sembrava più adatto a determinare, almeno inizialmente e apparentemente, un’intimidazione all’Austria per ottenere vantaggi sulla questione dei Ducati danesi che altro.
Lord Clarendon nel 1864 circa |
Guglielmo I di Prussia. |
La firma e il testo del trattato:
Napoleone III. |
A questo punto non rimaneva che concludere. Il trattato di alleanza "sabaudo-prussiana" fu firmato a Berlino l’8 aprile 1866 da De Barral e Govone per conto del Savoia , e dal machiavellico Bismarck per la Prussia. Eccone il testo:
[…]
- Art. 1. Vi sarà amicizia ed alleanza fra S.M. il Re d’Italia [ Vittorio Emanuele II ] e S.M. il Re di Prussia [ Guglielmo I ].
- Art. 2. Se i negoziati che S.M. il Re di Prussia sta per aprire con altri Governi tedeschi in virtù di una riforma della Costituzione federale conforme ai bisogni della Nazione germanica non riuscissero, e S.M. per conseguenza fosse messa in condizione di prendere le armi per far prevalere le sue proposte, S.M. il Re d’Italia, dopo l’iniziativa presa dalla Prussia, appena ne sarà informato, in virtù della presente convenzione, dichiarerà guerra all’Austria.
- Art. 3. A partire da tale momento, la guerra sarà proseguita dalle LL.MM. , con tutte le forze che la Provvidenza ha messo a loro disposizione, e né l’Italia né la Prussia potrà concludere pace o armistizio senza mutuo consenso.
- Art. 4. Il consenso [alla pace o all’armistizio] non potrà essere rifiutato quando l’Austria avrà acconsentito a cedere il Regno Lombardo-Veneto e alla Prussia territori austriaci equivalenti come popolazione al detto Regno.
- Art. 5. Questo trattato cesserà di avere vigore tre mesi dopo la firma, se in tale intervallo la Prussia non avesse dichiarato guerra all’Austria.
- Art. 6. Se la flotta austriaca lascia l’Adriatico prima della dichiarazione di guerra, S.M. il Re d’Italia manderà un numero sufficiente di vascelli nel Baltico, dove stazioneranno per essere pronti ad unirsi alla flotta prussiana, appena si inizieranno le ostilità.
Francesco Giuseppe I d'Austria, l'"Imperatore nella tempesta". Ritratto nel 1865 eseguito da Franz Xaver Winterhalter. |
L'Impero d'Austria e la tentata proposta di cessione del Veneto:
Diffusasi la notizia di un trattato "italo-prussiano", l’Impero d'Austria compì vari tentativi per rompere l’alleanza e salvare la situazione da una guerra ormai incombente e che minacciava l'Impero nella sua integrità. Emerse la proposta di cedere il Veneto alla Francia (l’Austria ufficialmente non aveva rapporti con l’illegittima Italietta del Savoia) in cambio della neutralità francese e sabauda in caso di conflitto austro-prussiano.
La proposta fu fatta dal governo asburgico a Napoleone III che ne informò il 4 maggio 1866 Nigra. Quest’ultimo, il giorno dopo, telegrafò a La Marmora. L’offerta era vincolata al non intervento di Francia e Italia sabauda a favore della Prussia e consisteva nei seguenti punti:
- Cessione del Veneto alla Francia che a sua volta lo avrebbe ceduto all’Italia sabauda (la cessione avrebbe compreso tutte le fortezze del Quadrilatero);
- Pagamento di una somma di danaro da parte dell’Italia sabauda (altri debiti) che sarebbe stata destinata alla costruzione di fortificazioni austriache sul nuovo confine;
- Il tutto previa occupazione austriaca della regione prussiana della Slesia.
Una vignetta umoristica sull’alleanza "italo-prussiana" del giornale austriaco Humoristické listy (9 maggio 1866). In ceco l’autore si domanda: “Cosa darebbero i due per vedere anche all’indietro?” Vittorio Emanuele II in barca con il peso del Veneto e Bismarck con il peso dei ducati danesi precipitano verso la guerra (“Valka”) e contro la roccia delle forze unite dell’Impero asburgico.
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Inizialmente a La Marmora, talentuoso nel trucidare i civili ma non nel combattere una guerra vera, l'offerta sembrò interessante, tanto più che il trattato appena concluso con la Prussia non obbligava la Prussia a soccorrere l’Italia sabauda in caso di attacco dell'Austria. La proposta non era, però, priva di inconvenienti per lo staterello sabaudo. Innanzitutto sarebbe stato violato un patto con la militarmente potente Prussia che sarebbe diventata da "protettrice" a nemica dell’Italia sabauda . Secondo, l’Italia sabauda sarebbe stata in debito con la Francia per la cessione del Veneto. Terzo, l’offerta di Vienna avrebbe condotto all’occupazione austriaca della Slesia e ad una reazione prussiana , cosa che appariva alquanto problematica se quest'ultima fosse divenuta nemica del Savoia.
La Marmora , terrorizzato e timoroso, volle nuovamente e comunque sondare la Prussia sul suo comportamento nel caso di un attacco preventivo austriaco all’Italia sabauda, onde poter decidere sull’offerta di Vienna con maggiore tranquillità: parandosi le spalle per ogni eventualità. Dall’ambasciatore De Barral, il 7 maggio, ricevette la risposta che sia Bismarck che Guglielmo I, nonostante il trattato non lo prevedesse esplicitamente, avevano dato l’assicurazione che la Prussia avrebbe soccorso l’Italia sabauda in caso di attacco Imperiale. Così tranquillizzato, dopo un proficuo scambio di idee fra Govone e Nigra a Parigi (entrambi contrari ad accettare l’offerta perché sapevano benissimo che avrebbero rischiato di meno), il burattino La Marmora si decise a rifiutare la proposta asburgica «[…] il governo di Firenze essendo risoluto a non transigere riguardo agli impegni assunti colla Prussia, oltre i limiti nei quali la Prussia sarebbe disposta a fare, riguardo agli impegni presi coll’Italia», come comunicò a Govone che, arrivato nella capitale, ripartì la sera del 14 per Parigi.
Le manovre del doppiogiochista d'Europa Napoleone III:
Napoleone III. |
Napoleone III, tuttavia, da "buon" doppiogiochista approfittatore, riuscì a strappare a Vienna l’accordo (12 giugno 1866) di cedergli il Veneto in caso di vittoria sulla Prussia. In cambio la Francia non sarebbe intervenuta contro l’Austria e avrebbe indotto l’Italia sabauda a fare lo stesso.
La guerra alle porte:
Infanteria Imperial-Regia : Regg.to n. 16 Conte Zannini, Vicenza e Treviso. |
Con la promessa di neutralità della Francia, l’Austria , costretta dagli eventi, si predispose definitivamente alla guerra. Già il 1º giugno 1866, forzata per sovversione prussiana a contravvenire agli accordi di Gastein, dichiarò la Dieta di Francoforte competente sulla decisione circa i ducati danesi. La Prussia ebbe la scusante e dichiarò violata la convenzione di Gastein e occupò militarmente il Ducato dell’Holstein, assegnato dalla convenzione all’Austria, le cui truppe si ritirarono senza sparare. Il 12 giugno (giorno dell’accordo con la Francia), Vienna ruppe le relazioni diplomatiche con Berlino e il 14 presentò alla Dieta una mozione per la mobilitazione federale contro la Prussia. Questa cogliendo la palla al balzo dichiarò senza alcun diritto sciolta la Confederazione germanica e il 15 fece avanzare l’esercito verso sud invadendo la Sassonia che si era schierata con l’Impero d'Austria. Il 16 il conflitto era, di fatto, iniziato. L'Italia sabauda sarebbe entrata ridicolmente in guerra subito dopo.
Fine Parte 1°...
Fonte:
- Bortolotti, La guerra del 1866, Milano, 1941, p. 51.
- ^ Bortolotti, La guerra del 1866, Milano, 1941, p. 56.
- ^ Giordano, Cilindri e feluche, Roma, 2008, p. 58.
- ^ Karl Georg Ludwig Guido, conte di Usedom (1805-1884), diplomatico prussiano a Firenze dal 1863 al 1869.
- ^ Bortolotti, La guerra del 1866, Milano, 1941, pp. 60-61.
- ^ Bortolotti, La guerra del 1866, Milano, 1941, pp. 64-65.
- ^ Giordano, Cilindri e feluche, Roma, 2008, p. 56.
- Efisio Quigini Pulica (1827-1876), conte, diplomatico, incaricato d’affari a Berlino dal 1864 al 1867.
- ^ Giordano, Cilindri e feluche, Roma, 2008, p. 57.
- ^ Bortolotti, La guerra del 1866, Milano, 1941, pp. 76, 78.
- ^ Bortolotti, La guerra del 1866, Milano, 1941, p. 87.
- ^ Giordano, Cilindri e feluche, Roma, 2008, p. 60.
- ^ Bortolotti, La guerra del 1866, Milano, 1941, p. 95.
- ^ Bortolotti, La guerra del 1866, Milano, 1941, p. 105.
- ^ Bortolotti, La guerra del 1866, Milano, 1941, p. 108.
- ^ Bortolotti, La guerra del 1866, Milano, 1941, pp. 117-118.
- ^ Giulio Camillo De Barral De Montauvrard (1815-1880), conte, rappresentante italiano a Berlino dal 1864 al 1866.
- ^ Giordano, Cilindri e feluche, Roma, 2008, p. 64.
- ^ Bortolotti, La guerra del 1866, Milano, 1941, p. 122.
- ^ AA.VV., Storia delle relazioni internazionali, Bologna, 2004, pp. 59-60.
- ^ S.M. Sua Maestà.
- ^ LL.MM. Loro Maestà.
- Chiala, Ancora un po’ più di luce sugli eventi politici e militari dell’anno 1866, Firenze, 1902, p. 127.
- ^Giordano, Cilindri e feluche, Roma, 2008, p. 66.
- ^ Bortolotti, La guerra del 1866, Milano, 1941, pp. 148-149.
- ^ Chiala, Ancora un po’ più di luce sugli eventi politici e militari dell’anno 1866, Firenze, 1902, pp. 173-176.
- ^ Taylor, L’Europa delle grandi potenze, Bari, 1961, pp. 244-245.
- ^ Taylor, L’Europa delle grandi potenze, Bari, 1961, p. 247.
- ^ Chiala, Ancora un po’ più di luce sugli eventi politici e militari dell’anno 1866, Firenze, 1902, pp. 369-370.
- ^ Bortolotti, La guerra del 1866, Milano, 1941, pp. 239-241.
- ^ Giordano, Cilindri e feluche, Roma, 2008, p. 71.
- ^ Bortolotti, La guerra del 1866, Milano, 1941, pp. 31, 250.
- ^ Bortolotti, La guerra del 1866, Milano, 1941, pp. 31-32, 257-258.
- ^ Giordano, Cilindri e feluche, Roma, 2008, pp. 72-73.
- Tra Asburgo e Prussia - La Germania dal 1815 al 1866. Di Heinrich Lutz, il Mulino - Le vie della Civiltà.
Scritto a cura di:
Presidente e fondatore A.L.T.A. Amedeo Bellizzi .