Armi Imperiali di Carlo VII del Sacro Romano Impero.
Primi anni
Ritratto di Carlo VII, di Georges Desmarées. |
Fu in quell'anno, infatti, che suo padre si alleò meschinamente con la Francia di Luigi XIV guadagnandosi la nomea di traditore presso i principi tedeschi, nella speranza di poter ottenere dei vantaggi per l'area della Baviera e soprattutto egli contava di poter sconfiggere l'Austria, cogliendo l'occasione per proporsi ai principi tedeschi come nuovo imperatore del Sacro Romano Impero. La Baviera nel contempo venne occupata dall'esercito dell'Imperatore e Massimiliano II Emanuele dovette riparare in esilio in Francia. I suoi figli vennero trattenuti dall'Imperatore Giuseppe I presso la corte viennese e anche Carlo Alberto venne educato con i suoi fratelli a Klagenfurt e a Graz.
Al termine della guerra di successione spagnola nel 1715, Massimiliano II Giuseppe ottenne la grazia di poter rientrare come sovrano in Baviera col preciso intento di fare giuramento di fedeltà all'Imperatore e vennero così rilasciati anche i suoi figli e la moglie.
A partire dal 3 dicembre 1715 il giovane Carlo Alberto, ormai in età formalmente da reggenza, intraprese il suo Grand Tour recandosi in Italia per poi fare ritorno in patria nel 1716 e partì con un contingente bavarese nel 1717 in una spedizione contro i turchi.
Soggiornando alla corte viennese, conobbe e poi sposò nel 1722 Maria Amalia d'Asburgo, figlia minore dell'Imperatore Giuseppe I e perciò cugina dell'arciduchessa d'Austria e Regina d'Ungheria-Boemia, Maria Teresa d'Asburgo . Per questo matrimonio vennero indette feste grandiose a Monaco di Baviera anche perché esso era rappresentativo di una salda riappacificazione tra Austria e Baviera. Il contratto matrimoniale, però, richiedeva anche che Carlo Alberto avrebbe formalmente rinunciato a qualsiasi pretesa sul trono asburgico.
Nel settembre del 1725 si recò in rappresentanza ufficiale per la Baviera alle nozze di Luigi XV di Francia, occasione che gli consentì di riprendere i rapporti col Regno francese secondo le intenzioni della machiavellica politica paterna.
Matrimonio ed eredi
Dal matrimonio con Maria Amalia d'Asburgo nacquero i seguenti figli:
Nome | Ritratto | Nascita | Morte | Note |
---|---|---|---|---|
Massimiliana | 1723 | Morì durante l'infanzia | ||
Maria Antonia di Baviera Elettrice di Sassonia | 18 luglio 1724 | 23 aprile 1780 | Sposò nel 1747 Federico Cristiano di Sassonia, ebbe figli | |
Teresa Benedetta di Baviera | 6 dicembre 1725 | 29 marzo 1743 | Morì nubile | |
Massimiliano III Giuseppe Elettore di Baviera | 28 marzo 1727 | 30 dicembre 1777 | Sposò nel 1747 Maria Anna Sofia di Sassonia, senza figli | |
Giuseppe Luigi Leone | 25 agosto 1728 | 2 dicembre 1733 | Morì durante l'infanzia | |
Maria Anna Giuseppa di Baviera Margravina di Baden-Baden | 7 agosto 1734 | 7 maggio 1776 | Sposò nel 1755 Luigi Giorgio, Margravio di Baden-Baden, senza figli | |
Maria Giuseppa Sacra Romana Imperatrice | 30 marzo 1739 | 28 maggio 1767 | Sposò nel 1765 Giuseppe II, Sacro Romano Imperato, senza figli |
Ebbe inoltre anche un figlio illegittimo da Sophie Caroline von Ingelheim:
- Franz Ludwig von Holstein (1723-1780), sposò Anna Marie zu Löwenfeld, figlia illegittima di Clemente Augusto di Baviera, arcivescovo di Colonia.
Principe-Elettore
Carlo Alberto, Principe-Elettore di Baviera |
Alla morte di suo padre, il 26 gennaio 1726 Carlo Alberto gli succedette come Principe elettore di Baviera. Egli proseguì in questi anni sostanzialmente la politica paterna di ritrovata fedeltà agli Asburgo d'Austria e si occupò attivamente dell'arricchimento e dell'abbellimento del proprio stato. Egli si preoccupò di costruire il parco di Nymphenburg che fece costruire per la moglie Amalienburg.
Per la propria amante, la baronessa Morawitzki Topor, fece costruire il Palais Porcia di Monaco, facendola quindi sposare ad un Principe tedesco. Da un'altra delle sue amanti, Sophie Caroline von Ingelheim, ebbe nel 1723 un figlio illegittimo, Franz Ludwig al quale venne riconosciuto il titolo di Conte di Holstein e l'appannaggio del Palazzo d'Holstein sempre a Monaco di Baviera.
Imperatore
Allegoria dell'incoronazione di Carlo VII a Imperatore del Sacro Romano Impero. |
Subito dopo l'incoronazione l'esercito Asburgico occupò la Baviera ed egli dovette fuggire, arrivando a paragonarsi al biblico Giobbe.[1]
L'anno successivo Carlo Alberto affidò l'esercito bavarese al feldmaresciallo Friedrich Heinrich von Seckendorff. L'intervento di Federico II di Prussia, che aprì la seconda guerra di Slesia nell'agosto del 1744, sembrò dare un po' di respiro alla Baviera, dalla quale le truppe Asburgiche dovettero ritirarsi consentendo il rientro di Carlo Alberto. Tuttavia si trattò solo di una breve pausa, poiché poco dopo l'esercito Asburgico la rioccuparono e Carlo Alberto si sottrasse a mala pena alla cattura da parte del nemico. La Baviera fu però liberata nel 1744 dagli alleati francesi e Carlo VII poté così ritornare alla sua capitale.
Alla sua morte, avvenuta il 20 gennaio 1745 venne sepolto nella Chiesa dei Teatini di Monaco di Baviera, mentre il suo cuore venne sepolto nella chiesa di Altötting.
Fu il figlio Massimiliano Giuseppe, suo successore come Principe elettore di Baviera, a chiudere il conflitto con l'Austria sottoscrivendo, pochi mesi dopo la morte del padre, il trattato di Füssen (22 aprile 1745).
Note
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(DE)
« Meine Krönung ist gestern vor sich gegangen, mit einer Pracht und einem Jubel ohne gleichen, aber ich sah mich zur gleichen Zeit von Stein- und Gichtschmerzen angefallen. Krank, ohne Land, ohne Geld, kann ich mich wahrlich mit Job, dem Mann der Schmerzen vergleichen [...] »(IT)
« La mia incoronazione è avvenuta ieri, con magnificenza e giubilo senza pari, ma io mi vedo nel contempo assalito dalla calcolosi e dalla gotta. Ammalato, senza patria, senza denaro, posso veramente paragonarmi a Giobbe, all'Uomo dei Dolori [...] »(dal diario giornaliero di Carlo Alberto di Baviera)
Fonte:
Wikipedia
Peter Claus Hartmann: Karl Albrecht - Karl VII., Regensburg 1985. ISBN 3-7917-0957-7
Rudolf Reiser: Karl VII., München 2002. ISBN 3-934036-87-2
Scritto da:
Redazione A.L.T.A.