lunedì 20 maggio 2013

LA DIFFICILE TITOLATURA DI DON CARLO DI BORBONE.

 
Re Carlo in un ritratto
di Giuseppe Bonito
Nella bolla d'investitura Carlo di Borbone fu nominato re di Napoli con il nome di Carlo VII, ma questa denominazione non fu mai utilizzata dal sovrano, che preferì non apporre nessun numerale dopo il suo nome, per marcare una netta discontinuità tra il suo regno e quelli dei predecessori, che regnarono da un trono straniero. Sulla questione il contemporaneo Pietro Giannone scrisse: « Egli è vero, che i Napolitani non si avanzarono a determinare il numero non sapendo se dovessero dirlo sesto, o settimo, o pure ottavo. Se non si voleva tener conto dell'Imperadore,[L'imperatore Carlo VI aveva ottenuto le Due Sicilie nel corso della guerra di successione spagnola togliendole a Filippo V, padre di Carlo di Borbone, ed era quindi considerato un usurpatore] era d'uopo chiamarlo Carlo VI; ma se, come francese della famiglia Borbone, si volesse fra la serie de' re di Napoli porre Carlo VIII, re di Francia,[Carlo VIII di Francia, ...rivendicando l'eredità degli Angioini, nel 1495 occupò per breve tempo il Regno di Napoli, proclamandosi re con il nome di Carlo IV in opposizione ai sovrani della dinastia aragonese allora regnante. Il successivo re di Napoli di nome Carlo, il re di Spagna e imperatore Carlo V d'Asburgo, fu chiamato anch'egli Carlo IV di Napoli, escludendo il re francese dalla numerazione] bisognava dirlo Carlo VII. Ma in ciò fortemente ripugnavano gli Spagnoli, che non volevan soffrire che di quel re francese si avesse conto; sicché, saviamente, non vi poser numero alcuno. [...] Ma i Siciliani, poiché essi non aveano l'imbroglio del re Carlo VIII, francamente omesso l'Imperadore, nelle loro monete, che pur mi furon mostrate a Venezia, determinarono il numero e dissero Carolus III, Siciliae rex; poich'essi, che non erano stati sotto i re angioini,[La Sicilia fu sottratta al dominio angioino nel 1282 durante la guerra del Vespro, sicché i siciliani non contavano tra i loro re Carlo I, Carlo II e Carlo III di Napoli] non riconoscevano altri Carli re di Sicilia se non Carlo V imperadore e Carlo II re di Spagna. »
Per tutti questi motivi il nuovo sovrano preferì usare in ogni suo decreto una titolatura priva di numerazioni: « Carlo per la Grazia di Dio Re delle Due Sicilie e di Gerusalemme, etc. Infante di Spagna, Duca di Parma, Piacenza, Castro, etc. Gran Principe Ereditario di Toscana, etc. »