Prima parte: http://associazione-legittimista-italica.blogspot.it/2013/05/meglio-seder-sul-trono-per-compromesso.html
Jean-Baptiste Bernadotte: il giacobino che divenne "Re".
Ritratto di Jean-Baptiste Bernadotte,
generale delle armate rivoluzionarie francesi
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La campagna d'Italia:
Désirée Clary. |
Dopo il 4 settembre 1797, Colpo di stato del 18 fruttidoro, ottenne il comando della piazzaforte di Marsiglia, provando in realtà poca ripugnanza per le misure violente prese a seguito dei disordini in questa parte della Francia, e vi rinunciò preferendo il ritorno nell'armata d'Italia.
Nel febbraio 1798, dopo il Trattato di Campoformio, fu inviato come ambasciatore francese a Vienna dove non brillò certo nella diplomazia. In particolare provocò, da "buon" giacobino, delle manifestazioni ostili per aver inalberato la bandiera tricolore sul palazzo dell'ambasciata: arrivò perfino a pretendere di ricevere delle scuse ufficiali, e non ricevendole lasciò l'Austria ad aprile dello stesso anno. Il 17 agosto 1798 sposò Désirée Clary, ex fiamma di Napoleone Bonaparte, sorella di Marie-Julie Clary, che era la moglie di Giuseppe Bonaparte del quale divenne cognato entrando così a far parte della "parentela" dello stesso Napoleone.
Ministro della Guerra:
Jean-Baptiste Jules Bernadotte. |
Nominato ministro della guerra dal 3 luglio al 14 settembre del 1799 grazie all'influenza del massone Paul Barras, cercò di ripristinare lo zelo delle armate francesi con misure drastiche e in due mesi riorganizzò i servizi che si trovavano in uno stato deplorevole. Egli aveva già richiamato la vittoria sotto le sue bandiere quando fu messo da parte a causa di un intrigo di Emmanuel Joseph Sieyès, membro del Direttorio: a torto o a ragione gli furono attribuiti molti fatti che provocarono il malcontento e lo obbligarono a dare le dimissioni poco prima del colpo di Stato del 18 brumaio, cioè 9 novembre 1799.
Si ritirò quindi in campagna e, sollecitato da Napoleone, non si pronunciò apertamente a favore del colpo di Stato: la freddezza, e la gelosia del Bernadotte, che già era presente fra i due, aumentò. Egli fu tuttavia trattato molto bene da Bonaparte, essendo Bernadotte cognato di Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone. Entrò nel Consiglio di Stato e accettò il comando dell'armata della Vandea nel 1800: con le sue disposizioni riuscì a impedire lo sbarco dei Britannici a Quiberon e a sopprimere con il sangue le sollevazioni realiste nel paese.
Si trovò invischiato nella «cospirazione dei libelli», detta anche «cospirazione del pot de beurre» organizzata dal suo capo di stato maggiore generale Édouard François Simon. Joseph Fouché soffocò lo scandalo, ma Bernadotte fu privato del comando.
L'Impero:
Massimiliano I Giuseppe Wittelsbach. |
Il 5 giugno 1806 fu nominato, senza legittimità , Principe di Pontecorvo. Quello stesso anno, durante la guerra della quinta coalizione, comandò il I corpo d'armata ma nel giorno delle battaglie di Jena e Auerstädt (14 ottobre 1806) fece solo degli avanti-indietro tra i due campi di battaglia senza quasi parteciparvi, giustificando piuttosto debolmente la sua condotta con un presunto e improbabile ritardo nel ricevere gli ordini dell'Imperatore. La sua condotta fu tale che Napoleone stava quasi per farlo tradurre davanti a un tribunale militare, ma poi recedette dal proposito.
Napoleone diede ordine ai suoi comandanti d'incalzare i Prussiani in rotta e Bernadotte si lanciò all'inseguimento delle truppe in ritirata per cancellare la pessima figura di Jena-Auerstädt. Raggiunse le truppe prussiane del principe di Wuerttemberg ad Halle (16 ottobre 1806), diede battaglia e riuscì a sconfiggerle duramente, quindi inseguì i Prussiani di Blücher fino a Lubecca (5 novembre 1806), ove una parte delle truppe di Blücher che lì si erano rifugiate non riuscirono ad impedire la conquista della città da parte dei francesi di Bernadotte, nonostante questi si trovasse in inferiorità numerica. Blücher, riparato nella vicina Ratkau con altri 10.000 prussiani, si arrese successivamente , senza apparente motivazione , a Bernadotte.
Questi catturò anche un'intera divisione svedese inviata a Lubecca da Gustavo IV di Svezia in aiuto alle truppe della coalizione. I soldati francesi, con appoggio di alcuni dei loro generali, si diedero al saccheggio della città anseatica commettendo numerose atrocità contro i nemici arresi. In questo frangente Bernadotte non si adoperò più di tanto per proteggere i vinti a parte gli ufficiali e le truppe svedesi. Il suo comportamento e la sua affiliazione massonica , che ne garantiva la "qualificazione" , risultarono poi importanti per la scelta della sua persona come successore al trono dell'usurpatore Carlo "XIII" di Svezia. Il Bernadotte era da tempo in contatto con la massoneria svedese.
Dopo la guarigione venne nominato governatore delle città anseatiche e fu incaricato di agire contro gli svedesi ma sospese le ostilità quando apprese che ormai la rivoluzione in Svezia aveva usurpato il legittimo Trono di Gustavo IV Adolfo di Svezia, il solo rimasto coerentemente ostile alla Francia (13 marzo 1808). Questa condotta leale gli fece accrescere la stima degli Svedesi settari artefici della Rivoluzione.
Dopo la pace di Tilsit comandò fino al 1809 l'armata d'occupazione della Germania settentrionale. Alla rottura dei rapporti fra Austria e Francia assunse il comando del IX corpo d'armata, composto in gran parte da Sassoni. Nella battaglia di Wagram (5-6 luglio 1809) il primo giorno venne respinto dalle truppe austriache e si attestò nel villaggio di Aderklaa, una posizione strategica che il giorno successivo abbandonò senza avvisare il comando. Napoleone, appreso il fatto, andò su tutte le furie, ordinò di mantenere la posizione a tutti i costi, ma Bernadotte, investito dalle truppe dell'arciduca austriaco, si trovò a dover cercare di ricompattare le sue truppe disperse. In quel frangente incontrò casualmente l'Imperatore che lo destituì sul campo. Era in piena disgrazia sul lato francese ma godeva della fortuna su quello svedese ; così la setta gli offrì il Trono di Svezia.
Principe di Svezia per "grazia della setta":
Jean-Baptiste Jules Bernadotte. |
Perfezionato l'accordo, alla sola condizione di abiurare la religione cattolica a favore dell'eresia riformata/protestante , fu considerato "legalmente" "adottato dal Re" allo scopo d'istituire una continuità nella monarchia in senso liberal-settario.
Il 21 agosto 1810 i sovversivi Stati Generali ad Örebro elessero Bernadotte "Principe Ereditario di Svezia". Assunto il nome di "Principe Giovanni Carlo". Tra le sue prime azioni di governo ci fu l'adesione alla politica di Napoleone del Blocco Continentale, poi dal 1811 assunse di fatto l'effettiva direzione del regno come reggente.
Nel 1812 emanò un decreto che apriva i porti della Svezia al commercio con tutte le nazioni, rompendo il blocco.
Prima che Napoleone attaccasse Mosca, Bernadotte pensò bene di occupare la Finlandia e poi di marciare su San Pietroburgo, ma poiché le truppe francesi entrarono arbitrariamente nei territori facenti parte del Regno di Svezia, e con l'aggravarsi della situazione a sfavore del Bonaparte, Bernadotte furbescamente ruppe i rapporti con Napoleone ritenendosi libero da ogni vincolo con quest'ultimo.
Con un'attenta analisi della situazione politica e allettato dalla promessa inglese della cessione della Guadalupa, Bernadotte favorì l'ingresso della Svezia nella 6° coalizione antifrancese, avvenuto nel luglio 1813, non senza però aver scimmiottato , per salvare le apparenze, un tentativo di convincere Napoleone della pericolosità della situazione in cui si stava cacciando.
Il Congresso di Vienna in un dipinto di Jean-Baptiste Isabey (1767-1855). |
La massoneria francese , alla quale era affiliato dal principio della sua carriera settaria , lo tentò
dall'idea di ottenere il Trono di Francia vista l'ostilità della massoneria verso i legittimi sovrani (Borbone-Francia) che dimostrarono una scarsa "manovrabilità" , ma la Restaurazione, successiva al Congresso di Vienna, infettato dalla setta, su spinta dell'emissario settario per eccellenza Talleyrand , prevedeva il ritorno del legittimo Re , e quindi lui, avendo già assicurato il Trono svedese, evitò accuratamente di interferire col rientro dei Borbone a Parigi.
La Svezia fu ricompensata per il suo intervento militare contro Napoleone con il riconoscimento dell'annessione della Norvegia al Trono svedese e la conferma del Bernadotte sul Trono svedese usurpato dalla Rivoluzione.
Quando Napoleone rientrò in Francia dopo il suo esilio all'isola d'Elba, nel 1815 , Bernadotte, avendo già raggiunto il suo scopo , rifiutò di aderire alla nuova e ultima coalizione contro Bonaparte, sconfitto poi definitivamente presso Waterloo.
Jean-Baptiste Jules Bernadotte. (Carlo "XV") |
Il 5 febbraio 1818 alla morte dell'usurpatore Carlo "XIII" di Svezia Bernadotte divenne "Re" dei regni di Svezia e di Norvegia sotto stretta direzione settaria (la Norvegia si staccherà dalla Svezia nel 1905) prendendo rispettivamente il nome di Giovanni Carlo "XIV" di Svezia e di Giovanni Carlo "III" di Norvegia.Dopo le campagne militari il "sovrano giacobino" decise di dedicarsi solo a misure finalizzate allo sviluppo economico dei ceti altoborghesi dei due regni, ai quali fu concessa un'ampia autonomia. Ne beneficiarono coloro che controllavano la pubblica istruzione, l'agricoltura, l'industria e i commerci, ma non molto il popolo. Fu favorita la costruzione del canale di Göta (aperto il 26 settembre 1832) che univa per la prima volta l'Oceano Atlantico al Mar Baltico.
Bernadotte assunse il motto smielato e lontano dalla realtà: Folkets kärlek min belöning ("L'amore del mio popolo è la mia ricompensa"), fatto che non commosse il popolino Svedese più di tanto (ed ancor meno i Norvegesi, che si ritenevano defraudati della libertà essendo essi passati dal dominio danese, che durava da 400 anni, a quello svedese). All'amministrazione pubblica fu imposto l'uso del francese, mentre lui si rifiutò d'imparare lo svedese (e tanto meno il norvegese).
Di lui si narra l'aneddoto che durante tutto il suo "regno" non abbia mai permesso ad alcun medico di esaminargli il petto. La spiegazione si ebbe dopo la sua morte, quando in occasione della toeletta funebre fu scoperto un tatuaggio sul petto che diceva: «Morte ai Re», tatuaggio che si fece fare all'epoca degli esordi rivoluzionari-settari del Bernadotte.
I Bernadotte saldarono quell'accordo tra "loggia e trono" che permette loro tuttora di essere il Casato regnante in Svezia.
Oscar "I" di Svezia: la dinastia della Rivoluzione.
Oscar "I". |
Il 21 agosto del 1810 il padre venne designato dalla setta "principe ereditario della corona svedese" e, dopo che fu riconosciuta, sempre da organi rivoluzionari, la discendenza maschile dei Bernadotte come ereditaria, Oscar occupò il secondo posto nella sovvertita linea di successione. In questi anni Oscar compì numerosi viaggi in Svezia e ricevette il titolo di Duca di Södermanland dall'usurpatore Carlo "XIII" .
Nel 1812 venne nominato tenente colonnello dell'esercito ed entro nella massoneria, nel 1815 divenne colonnello e, nel 1817, generale. In seguito imparò anche la lingua norvegese e quella tedesca, approfondì la sua istruzione in diversi campi della conoscenza umana, soprattutto Amministrazione, Diritto, Scienza e Arte su base totalmente rivoluzionario. Intraprese anche lo studio dell'eresia luterana, nella quale fu confermato nel 1815.
Erede al trono della Rivoluzione:
Giuseppina di Leuchtenberg. |
Nel febbraio del 1824 il "Principe borghese" occupò brevemente il ruolo di Viceré di Norvegia e, giunto a Kristiania, vi soggiornò con la moglie. L'incarico terminò l'11 ottobre dello stesso anno. Egli fu nuovamente Viceré di Norvegia dal 1833 al 1834, quando partecipò alla fondazione del Parlamento norvegese. Oscar fu direttore della Reale Accademia Svedese delle Arti e della Università di Lund. Si dedicò anche alla litografia e alla composizione musicale.
Nel 1840 pubblicò uno scritto sul sistema penitenziario svedese, nel quale egli espone le sue proposte di riforma del medesimo: riaffermando ciò che era già stato fatto al tempo di Gustavo III di Svezia e cioè abolizione della pena di morte, della tortura e della deportazione, miglioramento generale delle condizioni carcerarie e dei diritti umani dei prigionieri. Questa sua opera fu tradotta in varie lingue e gli valse il prestigio internazionale.
"Re per grazia della setta":
Oscar "I". |
Tra le riforme che egli riuscì ad attuare occupano un posto rilevante quelle destinate a migliorare l'economia del Regno agevolando l'alta borghesia, come la semplificazione fiscale e il libero commercio; per quanto riguarda l'aspetto social-liberale vennero concesse la libertà di stampa e quella religiosa. Egli promosse discretamente la prosperità economica dei due regni minori non meglio dei suoi predecessori. Rimaneva comunque un fantoccio nelle mani del parlamento e come tale doveva comportarsi a seconda delle direttive che da esso riceveva.
Nel 1850 la salute di Oscar cominciò a peggiorare velocemente. Il 25 settembre del 1857 il figlio Carlo venne nominato reggente, con l'accordo di entrambi i Parlamenti, quello svedese e quello norvegese. Oscar morì nella città di Stoccolma l'8 luglio del 1859, dopo una lunga infermità.
Carlo "XV" di Svezia: il "re zerbino".
Carlo "XV". |
Nacque a Stoccolma e fu subito creato duca di Scania dal padre . Il "Principe ereditario", affiliato alla massoneria dal 1846, fu brevemente viceré di Norvegia nel 1856 e nel 1857. Diventò reggente il 25 settembre 1857 e "re per grazia della setta" alla morte del padre, l'8 luglio 1859. Come figlio di Josephine di Leuchtenberg, era lontano discendente di Gustavo I di Svezia e di una sorella di Carlo X di Svezia, la cui discendenza legittima era rappresentata dai discendenti del detronizzato Gustavo IV Adolfo.
Come "principe ereditario", i suoi modi bruschi e non convenzionali indussero molti a preoccuparsi della sua futura ascesa al trono, anche se poi Carlo si dimostrò uno dei più controllabili re scandinavi e uno dei re più fedeli alla settaria costituzione. Il "suo" regno divenne famoso per le sue riforme: la legge comunale (1862), la legge ecclesiastica, ulteriore laicizzazione dello stato (1863) e la legge sul crimine (1864) furono approvate proprio per volere del re condizionato di Parlamenti, il cui motto era: «Land skall med lag byggas» (con la legge si costruirà lo Stato): "Legge" intesa come ordinamento liberal-settario.
Carlo era un convinto difensore della causa scandinava e della politica di "solidarietà" tra i tre regni settentrionali; la sua apparente forte amicizia con Federico VII di Danimarca, lo indusse a promettere alla Danimarca il suo sostegno alla vigilia della guerra del 1864. Comunque, Carlo si ritirò all'ultimo momento dichiarandosi poi neutrale. Il Re morì a Malmö il 18 settembre 1872.
Nessun "re" di Svezia successivo a Carlo è suo diretto discendente. I suoi discendenti, comunque, sono o sono stati sui troni di Danimarca, Lussemburgo, Grecia, Belgio e Norvegia: tutti regni sovvertiti dalla Rivoluzione.
Oscar "II" di Svezia: il frammassone d'Europa.
Oscar "II". |
Nacque a Stoccolma e alla nascita fu creato dal padre Oscar "I" Duca di Östergötland. Entrò nella Marina Svedese all'età di 11 anni dove fu affiliato alla massoneria . Il 6 giugno 1857, sposò la Principessa Sofia Guglielmina, la figlia più giovane del frammassone Guglielmo di Nassau.
Successe al fratello Carlo XV il 18 settembre 1872, e fu incoronato "re per grazia della setta" di Svezia e Norvegia nella Cattedrale di Nidaros, a Trondheim, il 18 luglio 1873. In quell'occasione adottò il suo motto reale Brödrafolkens väl ("Il benessere dei popoli fratelli"): tale moto va letto nell'ottica settaria dove "Il benessere dei popoli fratelli" va inteso come il bene dei fratelli massoni . Mentre il "re" e la corte reale risiedevano perlopiù in Svezia, Oscar cercò di imparare la lingua norvegese, e dall'inizio si rese conto dell'enorme difficoltà nel mantenere uniti i due paesi di interessi diversi.
Politica:
Oscar "II" di Svezia in un dipinto ufficiale. |
Nel 1897 gli fu dato il potere di nominare un quinto arbitro, se necessario, nella disputa venezuelana. Si circondò di amicizie massoniche in Inghilterra per il suo generoso e non disinteressato supporto alla Gran Bretagna al tempo della Seconda Guerra Boera (1899-1902), espresso in una dichiarazione resa al "Times" del 2 maggio 1900, quando invece il resto del continente era ostile al massacro.
Gli eventi politici che portarono alla separazione pacifica, non che decisa in loggia, della Norvegia dalla Svezia nel 1905 avrebbero potuto accadere prima, se non fosse stato per le trattative di Oscar "II" . Egli tuttavia negò a chiunque della sua corte di diventare Re di Norvegia, comunque si instaurarono relazioni più amichevoli , sempre sotto direzione della setta, prima della sua morte, che avvenne a Stoccolma l'8 dicembre 1907. Il principe Carlo di Danimarca, nipote di Carlo "XV", salì al trono di Norvegia, diventando così successore illegittimo del nonno, da parte della madre, nel Paese. Assunse come nome Haakon VII. Il "Re" attuale, Harald "V "di Norvegia, è pro-pro-pronipote di Carlo, anche da parte di madre.
Gustavo "V" di Svezia: il "social-nazionalista".
Gustavo "V" di Svezia. |
Nacque al Palazzo di Drottingholm, e alla nascita fu creato dal padre Duca di Värmland. L'8 dicembre 1907, successe al padre al trono svedese, che, come precedentemente detto, era stato separato dal trono norvegese due anni prima. Si affilio , come di rito , alla massoneria divenendo successivamente Gran Maestro e Cavaliere dell'Ordine di Carlo XIII.
Sposò la Principessa Vittoria di Baden il 20 settembre 1881: anche se essa era la nipote di Sofia Guglielmina di Svezia, e il suo matrimonio con Gustavo V unì lontanamente la casa dei Bernadotte con la casa regnante precedente e legittima , gli Holstein-Gottorp, a volte chiamati Vasa, ciò non legittimò i Bernadotte. Alla morte del fratello, Vittoria non divenne effettivamente erede dei re Adolfo Federico di Svezia, Gustavo III di Svezia e Gustavo IV Adolfo di Svezia.
Gustavo "V" fu l'ultimo "re" di Svezia a intervenire direttamente nella politica della nazione, nel 1914, sulla disputa riguardo ai fondi per la difesa. Era un uomo a suo modo conservatore, che non approvava i movimenti democratici e le richieste per i diritti dei lavoratori. Gustavo "V" fu anche l'ultimo "re" svedese a essere Comandante in Capo delle Forze Armate Svedesi, tra il 1907 e il 1939.
I rapporti con il regime nazista:
Il Principe Gustavo Adolfo, Hermann Göring e Gustavo "V" a Berlino, 1939. |
Quando la Germania nazista invase l'Unione Sovietica nell'ottobre del 1941, Gustavo tentò di scrivere una lettera privata a Hitler ringraziandolo di essersi preso cura della "peste bolscevica" e congratulandosi con lui per le recenti vittorie. Egli però venne bloccato dal fare questo per merito del frammassone e primo ministro Hansson che governava veramente la nazione. Ad ogni modo, egli inviò lo stesso il messaggio a Hitler (attraverso un telegramma fattogli recapitare per mano dell'ambasceria tedesca a Stoccolma).
Il tentativo di abdicazione del 1941 e ultimi anni:
Per Albin Hansson. |
Ad ogni modo, il 25 giugno 1941 il ministro tedesco a Stoccolma inviò un dispaccio segreto a Hitler con il quale lo informava che Gustavo aveva assicurato che il passaggio sarebbe stato garantito. Tale fatto avvenne puntualmente.
Gustavo "V" , dopo la Seconda Guerra Mondiale , venne emarginato dagli affari di stato e il 29 ottobre 1950 morì a Stoccolma.
Gustavo "VI" Adolfo di Svezia: un vecchio "re" nelle mani della setta.
Gustavo "VI" Adolfo di Svezia. |
Il "principe" godette di un istruzione privata fortemente liberale e si guadagnò il diploma di maturità nel 1900, iscrivendosi nella primavera dell'anno successivo all'Universtà di Uppsala. Nel contempo, Gustavo Adolfo ricevette un addestramento militare ed ottenne la qualifica di ufficiale nel 1902. Entrato nell'accademia, nel 1909 ne uscì col grado di Capitano per poi giungere nel 1913 a quello di Maggiore, Tenente Colonnello nel 1916 e Colonnello nel 1918, sino a passare al grado di Tenente Generale nel 1928. In questi anni si affilio , come di rito , alla massoneria divenendo successivamente Gran Maestro e Cavaliere dell'Ordine di Carlo XIII, come i suoi predecessori.
Il 29 ottobre 1950 Gustavo divenne "re per grazia della setta" all'età di 67 anni, alla morte di suo padre Gustavo "V". A quel tempo egli era il più vecchio tra i principi ereditari del mondo.
Durante il regno di Gustavo "VI" Adolfo, stavano avviandosi i lavori per rimpiazzare la costituzione svedese del 1809 con un nuovo documento più rivoluzionario e liberale del precedente . Tra le riforme che la nuova costituzione implicò vi fu la rimozione della frase "Il re da solo governi il reame" che rimandava a tesi troppo tradizionali.
Le qualità personali di Gustavo "VI" Adolfo lo resero popolare tra la classe altoborghese e settaria svedese e questo fu uno dei motivi per cui in epoche di cambiamento la monarchia in Svezia mantenne salde le posizioni. Denaturalizzò maggiormente la figura della monarchia presentandosi al pubblico inborghesito fino all'esasperazione .
Egli morì nel 1973, dieci settimane prima del suo 91º compleanno, all'Ospedale di Helsingborg .
Carlo "XVI" Gustavo di Svezia: l'attualità della Rivoluzione svedese.
Carlo "XVI" Gustavo Bernadotte, in svedese Carl XVI Gustaf, nome completo Carl XVI Gustaf Folke Hubertus Bernadotte (Palazzo d'Haga, 30 aprile 1946) , è figlio del "principe" Gustavo Adolfo di Svezia e di Sibilla di Sassonia-Coburgo-Gotha ed è nipote di Gustavo "VI" Adolfo.
Nel 1966 , dopo superato l'esame di maturità nel liceo Sigtuna Humanistiska Läroverk, fece il servizio militare, e si laureò come ufficiale navale: dove mosse i primi passi in loggia divenendo massone.
Carlo "XVI" Gustavo Bernadotte. |
Divenne "re" e Gran Maestro e Cavaliere dell'Ordine di Carlo XIII alla morte del nonno paterno il 15 settembre 1973. Si sposò con Silvia Renate Sommerlath nella Storkyrkan, la cattedrale di Stoccolma, il 19 giugno 1976: nata a Heidelberg, in Germania da una brasiliana e da un industriale tedesco; ricopriva l'incarico di hostess in occasione dell'Olimpiade di Monaco di Baviera del 1972 dove incontrò Carlo. Il matrimonio fece decadere ancor di più la monarchia svedese perché Silvia era la prima completamente borghese a entrare a far parte della famiglia reale svedese dai tempi dell'ascesa di Jean-Baptiste Bernadotte. Quando, nel luglio 1977, il primo nato della coppia fu una femmina, l'evento fece insorgere un dibattito sulla opportunità di mantenere il diritto successorio al trono solo per via maschile , come era sempre stato fin dal 1818, per cui nel 1980 il parlamento svedese approvò la legge secondo cui poteva essere nominato erede al trono il primogenito anche se questi fosse stato di sesso femminile il ché aggravò la degenerazione monarchica svedese.
Pensiero e politica:
Vittoria di Svezia con il marito(istruttore di ginnastica) Daniel Westling. |
Egli ha permesso che in Svezia fossero legali i matrimoni Gay e l'adozione di bambini da parte di questi ultimi; ha proseguito l'opera di laicizzazione dello Stato.
Nonostante lo stato Svedese dimostri una maggiore capacità di far vivere il popolo in maniera "degna" confronto a ciò che avviene al di qua delle Alpi , ricordate che non si vive di solo pane; e che se messi a confronto con la capacità , o per meglio dire l'incapacità , di governo dei politici "italioti" pochi stati si dimostrerebbero peggiori.
Conclusione:
Con l'ultima generazione dei Bernadotte la monarchia svedese è precipitata maggiormente nel baratro della "borghesia reale". Ridotta ad una insignificante apparenza , la monarchia svedese è talmente corrotta e compromessa da non potere nemmeno essere considerata più una Monarchia.
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Fine...
Fonti:
Wikipedia.
"Il Problema dell'Ora presente" di mons. Delasuss (Tomo I).
Congresso di Vienna e principio di legittimità.
Scritto da:
Redazione A.L.T.A.