giovedì 9 maggio 2013

Istruzioni per le colonne dei volontari superiormente approvate (Cav. P. ULLOA., 1860).

 Pietro Ulloa

 
 

L'impresa criminale garibaldina non si era ancora conclusa nelle Due Sicilie che una reazione legittimista vi era già scoppiata. Pietro Ulloa, ministro della Polizia di Francesco II, dettò
le istruzioni per le bande, definite "Colonne di volontari superiormente approvate", costituite con il compito di operare affiancate alle truppe Regie  assediate in Gaeta.
L'obiettivo delle bande era quello di concorrere alla Restaurazione del legittimo sovrano sul Trono del Regno delle Due Sicilie. I volontari, non ancora denominati "briganti", ebbero il primo scontro
al combattimento del Macerone, il 26 ottobre 1860. Una folta squadra di contadini, chiamati poi "cafoni", agli ordini di Teodoro Salzillo, affiancò le truppe del generale borbonico Luigi Scotti Douglas. Altre, tra settembre e ottobre 1860, ebbero successo conquistando Pontecorvo , Teano, Sora, Venafro, Piedimonte d'Alife e Isernia.
Qualche mese prima, a Bronte, in Sicilia, Nino Bixio e il maggiore Angelo Bassini avevano dovuto soffocare una prima reazione con terribile violenza e con un criminoso processo sommario; a Isernia, una colonna garibaldina, guidata da Francesco Nullo e da Alberto Mario, venne sconfitta da contadini molisani spalleggiati da truppe Regie; Ariano lrpino e Avellino erano insorte, sebbene non troppo pericolosamente. Anche nel corso degli scontri sul Volturno, gli abitanti di Caiazzo dettero manforte alle truppe Napoletane.
Nel novembre del 1860, pochi giorni dopo l'incontro del 26 ottobre tra Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi, avvenuto al quadrivio di Taverna della Catena, nei pressi di Vairano Patenòra, nel territorio di Teano, sui muri fu affisso un proclama del generale piemontese
Ferdinando Pinelli (Criminale di guerra e per questo decorato con la medaglia d'oro per la lotta al brigantaggio), che invitava le bande a rientrare nelle proprie case, a deporre le armi e a cessare ogni ostilità contro l'autorità costituita, pena la fucilazione immediata. Il generale Enrico Della Rocca, che sostituì Garibaldi al comando dell'"Esercito Merdionale" ,reagì alle prime sommosse nei primi mesi del 1861 con provvedimenti spietati, ordinando di non fare prigionieri, ma di fucilare i rivoltosi, causando un deprecabile massacro a Scurgola.

 QUESTO IL BANDO PER I VOLONTARI:
 
1° Ricostituire il Governo di Sua Maestà (D. G.) ed a tale scopo rimuovere le Autorità costituite dal Governo rivoluzionario, sostituendovi o le preesistenti al 20 giugno o altre che dessero (sic) garanzia di devozione pel Real Governo.
2° Procedere al disarmo delle Guardie nazionali, componendo un corpo limitato di guardie di sicurezza provvisorie pel servizio interno, componendole di buona parte degli antichi Urbani, ed armando co' fucili del disarmo del resto degli abitanti i volontari che si aggrégheranno (sic) alla Colonna.
3° Impadronirsi delle casse pubbliche, esigere gli arretrati, ed inviare con sicurezza il danaro o in questa Real Piazza o nel Capoluogo di Distretto più vicino ove sarà consegnato al Ricevitore.
4° Usare con prudenza e cautela, nel caso di urgenza, del diritto d'imporre tasse, facendo giungere in questa Piazza lo stato di quello che si è esatto, e di quello che ha potuto servire ai bisogni de' volontari.
6° Ove non fosse possibile esiger tutto in danaro, esigere l'equivalente in cereali, inviandoli ne' luoghi di quella Provincia ove sono stanziate le Regie milizie. Arrestare tatti coloro che opponessero resistenza alla Colonna, tutti coloro che potessero ordinarla alle spalle, quando la Colonna avesse lasciato i paesi occupati.
7° Arrestare egualmente coloro che potessero agitare lo spirito pubblico in un senso contrario al Governo, ed inviargli (sic) indietro nei luoghi sicuri.
8° Tenersi in strette relazioni e corrispondenze con coloro che propugnano la Regia causa.
9° Sopratutto fare che sia conservato l'ordine, il rispetto alla Religione, a’ Ministri del santuario, ecc.
10° In tutte le proclamazioni, invocare l'antica fedeltà degli abitanti verso S. M., l'avversione contro gl'invasori del Regno, senza far motto d'instituzioni pubbliche, le quali, dipendendo dal Re, non bisogna intorno l'avvenire svegliar apprensioni o timori da un lato né smodate passioni da un altro.
N. B. L'intera libertà di movimento al Comandante; mantenimento delle Colonne a spese delle Casse Comunali e Provinciali. 

 Il Min.° della Polizia Generale
Cav. P. ULLOA.
 
 
Fonte:
 
UN Popolo Distrutto.
 
 
Di:
 
Redazione A.L.T.A.