lunedì 12 novembre 2012

Re Francesco II di Borbone Due Sicilie : Ultimo ordine del giorno all'esercito (Gaeta 1861)




Generali, Uffiziali e Soldati dell'Armata di Gaeta!

La fortuna della guerra ci separa. Dopo cinque mesi nei quali abbiamo combattuto insieme per l'Indipendenza della Patria, dividendo gli stessi pericoli, soffrendo le stesse privazioni, è giunto per me il momento di mettere un termine ai vostri eroici sacrifici.

Era divenuta impossibile la resistenza, e se il mio desiderio di soldato era di difendere con Voi l'ultimo baluardo della Monarchia, fino a cadere sotto le mura crollanti di Gaeta, il mio dovere di Re, il mio amore di Padre, mi comandano oggi di risparmiare un sangue generoso, la cui effusione nelle circostanze attuali non sarebbe che l'ultima manifestazione di un inutile eroismo.

Per Voi, miei fidi compagni d'armi, per pensare al vostro avvenire, per le considerazioni che meritano la vostra lealtà, la vostra costanza, la vostra bravura, per voi rinunzio all'ambizione militare di respingere gli ultimi assalti di un nemico, che non avrebbe preso la Piazza difesa da tal soldati, senza seminare di morte il suo cammino.

Militi dell'Armata di Gaeta, da dieci mesi combattete con impareggiabile coraggio. Il tradimento interno, l'attacco delle bande rivoluzionarie di stranieri, l'aggressione di una potenza che si diceva amica, niente ha potuto domare la vostra bravura, stroncare la vostra costanza. In mezzo alle sofferenze d'ogni genere, traversando i campi di battaglia, affrontando il tradimento, più temibile che il ferro ed il piombo, siete venuti a Capua e a Gaeta, segnando il vostro eroismo sulle rive del Volturno, sulle sponde del Garigliano, sfidando per tre mesi dentro a queste mura gli sforzi d'un nemico, che disponeva di tutte le risorse d'Italia.

Grazie a voi è salvo l'onore dell'Armata delle Due Sicilie; grazie a voi può alzare la testa con orgoglio il vostro Sovrano; e sulla terra d'esilio, in che aspetterà la giustizia del Cielo, la memoria dell'eroica lotta dei suoi Soldati, sarà la più dolce consolazione delle sue sventure.

Una medaglia speciale vi sarà distribuita per ricordare l'assedio; e quando ritorneranno i miei cari soldati nel seno delle loro famiglie, tutti gli uomini d'onore chineranno la testa al loro passo, e le madri mostreranno come esempio ai figli i bravi difensori di Gaeta.

Generali, Uffiziali e Soldati, vi ringrazio tutti, a tutti stringo la mano con effusione d'affetto e riconoscenza. Non vi dico addio, ma a rivederci. Conservatemi intatta la vostra lealtà, come vi conserverà e-ternamente la sua gratitudine e la sua affezione il vostro


Re Francesco
 
 
Fonte: