venerdì 8 marzo 2013

In morte di Hugo Chavez

Chavez-morte
 
 
E cosi è morto Hugo Chavez. Una morte prevista e annunciata, che porta con sé l’ombra complottista dell’avvelenamento. Un guerriero, un ex-paracadutista dell’esercito con nel passato anche un tentato golpe nel 1992. Padre padrone del Venezuela dal Dicembre 1998 ad oggi. Amato da parte del suo popolo e odiato in egual modo da quella parte di popolazione che sogna un Venezuela liberista , più vicino ai valori dell’occidente democratico rispetto ai sogni socialisti del movimento quinta repubblica. Un santo ? Sicuramente no. Certo il Venezuela di Chavez non è Miami durante lo spring break ma è anche un Venezuela che resiste alle derive di una certa marea mondialista che monta ormai da quasi un secolo. Un dittatore secondo tutte le nazioni democratiche ma un dittatore che vince per quattro volte le elezioni. Chavez cambia la costituzione per avere la possibilità di essere rieletto. Una costituzione però votata dai cittadini stessi, che prevede la possibilità di destituzione del presidente in carica tramite referendum. Uno strumento usato contro Chavez stesso nel 2004 , ma che porta alla riconferma dello stesso . Se a qualcuno venisse in mente il fantasma di elezioni teleguidate, è bene ricordare le milioni di persone che scesero in piazza e parteciparono a durissimi scontri con la polizia durante il tentativo di Golpe contro Chavez, scontri che portarono a più di 200 morti. Un movimento di popolo per la liberazione del presidente prigioniero dei Golpisti , autoconsegnatosi per evitare il peggio. Il ritorno di Chavez dopo il colpo di stato sottolineò la vicinanza del popolo al suo leader, soprattutto in virtù fatto che i golpisti erano essenzialmente composti da quadri militari, mentre il grosso dell’esercito, composto dal popolo era rimasto fedele al suo presidente. Ebbene il mostro Chavez ha guidato un paese dove non esiste il reato d’opinione. Un paese dove la guerra contro l’analfabetismo è stata vinta. Dove la redistribuzione della ricchezza ( vero spauracchio per gli oppositori liberisti ) è una realtà. Dove la nazionalizzazione del petrolio ha portato una linfa di centinaia di milioni di euro alla ricerca scientifica, un aumento degli stipendi e un sistema di borse di studio per famiglie poco agiate. Chavez ha imposto alle banche un 5% dei profitti ai progetti dei consigli comunali , un fondo del 10% del capitale bancario ad emergenza pensioni e stipendi in caso di bancarotta. Il Venezuela di Chavez ha un pessimo piazzamento nella classifica dei paesi con una sana libertà di stampa ma si piazza davanti a paesi come Israele o Turchia. Chavez amico di Ghedaffi e Ahmadinejad, quindi amico di un terrorista e di un negazionista, ma nemico giurato degli USA , bombardatori di popoli con la maschera dei salvatori della democrazia e della libertà. Una figura demonizzata soprattutto da chi vede nell’idea stessa di Nazione un nemico . E il Venezuela di Chavez è stata questo. Una nazione, indipendente e sovrana di se stessa, libera nella sua posizione in politica estera e proprietaria assoluta della sua terra e delle sue risorse. Per citare Alfio Kranic , rivolgendosi a quella povera destra borghese lampadata e festaiola , se indipendenza , autonomia e amore per la propria patria significa esser e comunisti allora non ci resta che salutare con un Hasta la vittoria siempre comandante Chavez.
 
Federico Franzin
 
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