Analizzando dalla giusta distanza ( la mia ) l’habemus papam dello scorso 13 Marzo non posso far altro che provare a cercare nelle pieghe degli eventi quello che ci si aspetterebbe oggi da un Papa, trovandosi ovviamente aldilà delle posizioni , delle correnti interne della chiesa e cercando di dimenticare l’impegno che aspetta il nuovo Vescovo di Roma . Nel marasma generale , nel clima di festa , nell’emozione generale ma anche nella vacuità di cori da stadio, video con cellulari ed entusiasmo da ricreatorio , non si può non setacciare la sabbia in ricerca di quella che io chiamerei presenza. Quella cosa che fa sentire da subito lo spessore di una figura differente, atemporale. Qualcuno che porti dentro di se una goccia di sacro. L’obbiettivo non è semplice ovviamente. E infatti è ancora decisamente presto per capire la dimensione spirituale della persona e della capacità di saper pesare realmente sulle anime e nelle coscienze. Tuttavia un momento c’è stato . Nel pieno dell’entusiasmo, dell’esplosione di urla , di cori , di partecipazione emotiva , c’è un silenzio lungo una preghiera. Un silenzio richiesto esplicitamente da Papa Francesco. Una preghiera in silenzio per benedire il momento. Non è cosa da poco recuperare la dimensione intima della preghiera collettivizzata nella massa di piazza San Pietro che anche se per una manciata di secondi, ritrova il senso vivo di quelle pietre sulla quale si regge l’idea più intensa di uomo ma anche dove si apre terrificante il bisogno estremo di recupero di un significato decisamente perso proprio nel rumore e nel frastuono dell’immediato. E’ proprio quell’immediato che si manifesta nella visione della chiesa come un prontuario di rimedio per piccoli malanni di stagione dell’anima, sterile nella sua superficie di banalità. Nell’immediatezza della modellazione del senso religioso a uso e consumo di carenze caratteriali più che di sana necessità di infinito. Ed ecco quindi che papa Francesco questa bolla di sacro la impone, trascinando la preghiera nel pieno del caos del festeggiamento di piazza San Pietro. Raccogliamolo cosi. Un evento piccolo ,che probabilmente potrebbe risultare insignificante ma che nella sua forse involontaria importanza andrebbe comunque ricordato.
Federico Franzin
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