Verso il 1509 la flotta napoletana, comandata
dal vicerè conte di Ripacorsa e posta sotto la direzione dell’ammiraglio
Bernardo Villamarina, era formata da 4 unità, due dello stesso ammiraglio e due
“asientate” dal genovese Lorenzo Centurione, detto il gobbo (le altre due, una
del Saragozza ed una di “Boscaino”, cioè del golfo di Biscaglia, erano da poco
affondate presso l’isola di Ponza); verso il 1515 la flotta arrivava a 7 unità
(una della figlia di Bernardo, Isabella, due del Giustiniano e quattro regie). –
L’asinteista aveva il compito di provvedere alle paghe degli ufficiali,
all’alimentazione della ciurma, alla riparazione al mantenimento degli scafi.
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Nel 1528, in seguito all’attacco di Lautrec, la
flotta di Filippino Doria, venuta in aiuto ai francesi, sbaragliò la flotta
napoletana nella battaglia di Capo d’Orso, presso Salerno, dove perse la vita
anche il vicerè Moncada. Fu allora che Carlo V si decise a stipulare con Andrea
Doria, fino ad allora alleato dei francesi, un “asiento” di 72.000 ducati per 12
galere, il doppio di quanto erogato dalla Francia, con nomina per il Doria di
capitano generale dell’armata marittima del Mediterraneo e dell’Adriatico e la
concessione del feudo di Melfi. Nel 1533 anche il cugino di Andrea, Antonio
Doria, stipulò un “asiento” del tutto simile per tre anni per quattro galere.
Dal 1535 al 1553, comandante delle galere napoletane (circa sei unità) fu
Garcia, figlio del vicerè Pedro di Toledo. Questa flotta fu determinante nella
presa di Tunisi del 20 luglio 1535. Alla morte di Andrea Doria, nel 1560, suo
nipote Giovan Andrea Doria ereditò i beni aviti, tra cui la squadra composta da
14 galere e gli fu confermato un “asiento” per sole 12 galere, mentre il
generalato dell’Armata Spagnola fu assunto da Garcia di Toledo, ormai esperto
con il suo ventennale comando delle galere napoletane. Tra il 1569 e il 1571 le
costruzioni nell’arsenale napoletano continuarono alacremente, si preparava
l'impresa di Lepanto.
Tratto da Rapporti diplomatici e scambi commerciali nel Mediterraneo moderno a cura di Mirella Mafrici
Tratto da Rapporti diplomatici e scambi commerciali nel Mediterraneo moderno a cura di Mirella Mafrici
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