LA FOSSA COMUNE DI CENTINAIA
DI MERIDIONALI
NO ALLA SUA
CHIUSURA
NON SI CONDANNA UN
CRIMINE
DISTRUGGENDONE LE
PROVE
IL MUSEO DEL LOMBROSO È LA
TREMENDA PROVA DI UN EFFERATO CRIMINE COMMESSO SULLA POPOLAZIONE DEL SUD E COME
TALE VA CONSIDERATO, RISPETTATO E PROTETTO.
CHE IL MUSEO DEL LOMBROSO
DIVENTI META DI PELLEGRINAGGI, DI CELEBRAZIONI RELIGIOSE, DI INCONTRI DI
PREGHIERA, DI MOMENTI DI RIFLESSIONE, DI RADUNI CON DEPOSIZIONI DI FIORI E DI
CORONE.
CHE IL MUSEO DEL LOMBROSO
SIA ELEVATO AL RANGO DI SACRARIO.
Qualche anno fa hanno
riaperto il Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso” di Torino che,
senza mezzi termini, è stato definito “IL MUSEO DEGLI ORRORI”.
Nel suo interno sono
esposte alla pubblica macabra curiosità, membra umane per la maggior parte di
soggetti non identificati, sicuramente contadini e pastori meridionali che,
sommariamente definiti malviventi, furono uccisi e sezionati solo perché
somiglianti a dei criminali precedentemente catalogati.
L’antico Regno delle Due
Sicilie, cuore pulsante di quella cultura mediterranea proveniente dalla Magna
Grecia, vera terra italiana, fu assoggettato dai conquistatori di quella piccola
regione elevata a stato, qual era il Piemonte, e ridotto a poco più di una
colonia.
Il Popolo Meridionale si
ribellò a quella sanguinosa e devastante operazione militare comandata dai
Savoia per annettere l’Italia al Piemonte e, pertanto, fu marchiato quale
portatore di una “delinquenza atavica” dovuta ad una “inferiorità della specie
propria della razza meridionale”. Per questa ragione la dilagante reazione
popolare fu identificata come un’azione criminale e non come una sacrosanta
legittima difesa.
Il Lombroso fu inviato
nelle province meridionali a seguito delle truppe di invasione per individuare,
“studiare” ed eliminare i soggetti dediti al ribellismo
antipiemontese.
La sua teoria, tanto
razzista e criminale quanto bislacca e approssimata, sosteneva che i malviventi
avessero tratti del viso e della testa in comune, nonché precise e similari
caratteristiche nel modo di vestire, di parlare, di agire e di
scrivere.
Il Lombroso, con quella
incredibile catalogazione, non fece altro che registrare i caratteri fisici
propri degli abitanti del Regno del Sud. Caratteristiche che furono, poi,
strumentalmente utilizzate come elementi probatori della delinquenza e
dell’essere inclini al delitto. Fu una vera e propria follia criminale e
razzista che fece molte vittime tra la popolazione inerme: fu un nazismo ante
litteram.
Infatti, in virtù di queste
tesi, i soldati piemontesi operarono “condanne ed esecuzioni per deduzione”,
procedendo a raccapriccianti tagli e mutilazioni di teste e di arti, ingrossando
giorno per giorno quel “deposito” di Torino destinato, poi, a diventare un
museo.
Chiuso qualche decennio fa,
quel Museo è stato riaperto in occasione del centocinquatenario suscitando
proteste ed invettive soprattutto negli ambienti neomeridionalisti che ne hanno
chiesto la chiusura.
Considerato che quanto
viene “conservato” nel Museo del Lombroso SONO GLI UNICI RESTI MORTALI DEI
BRIGANTI e, cioè, di coloro che furono gli ultimi strenui difensori di una
cultura e di una nazione condannata a morte dal crudele invasore; visto che
CERTI CRIMINI VANNO RESI PUBBLICI e mostrati alle nuove generazioni AFFINCHÉ MAI
PIÙ ACCADANO SIMILI ATROCITÀ; convinti che è uno stesso crimine nasconderli
favorendo l’oblio, RITENIAMO che quel cosiddetto museo è UNA FOSSA COMUNE DI
VITTIME DI CRIMINI DI GUERRA E COME TALE SIA CONSIDERATO, RISPETTATO E
PROTETTO.
Il Museo del Lombroso è
l’ALTARE della Patria Meridionale dove sono conservati i resti ignoti dei Figli
disgraziati di quella antica Terra conquistata, saccheggiata, vilipesa e
cancellata dalla memoria dei libri e della gente.
Che quel luogo diventi la
coscienza sporca di chi ancor oggi nega quella tragedia e non ancora si decide a
chiedere perdono ad un intero Popolo condannato alla mortificazione sociale,
culturale, politica ed economica.
Che quelle teche, stracolme
di poveri resti umani, siano monito della efferatezza umana così come lo sono i
campi di sterminio nazisti.
PERTANTO DICIAMO NO
ALLA PAVENTATA CREMAZIONE DI QUEI RESTI UMANI E, NELLO STESSO TEMPO, CHIEDIAMO
CHE IL MUSEO DEL LOMBROSO SIA ELEVATO A SACRARIO DI UN OLOCAUSTO ANCORA
NEGATO.
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