martedì 11 dicembre 2012

Mons. De Ségur: Il Papa è infallibile

 

Monsignor Louis-Gaston de Ségur (1820-1881), protonotario apostolico, canonico del capitolo di Saint-Denis.

Il Papa è infallibile

(Tratto da Oeuvres de Mgr. de Ségur, tomo VI, Parigi s.d.)*

I

Come il Concilio Vaticano ha definito l'infallibilità del Papa in nome e per l'autorità di Dio stesso.

Tutti sanno quel che è appena successo a Roma; per rimediare ai mali della Chiesa e della società, Papa Pio IX ha riunito in Concilio ecumenico a Roma, nella grande Basilica del Vaticano, tutti i Vescovi del mondo, ed il Concilio, allo scopo di fortificare l'autorità della Chiesa e del suo Capo, ha definito, cioè proclamato solennemente, l'infallibilità del Papa.
L'infallibilità è il privilegio di non poter insegnare l'errore. Quando il Concilio dichiara che il Papa è infallibile, dichiara che tutte le volte che insegna alla Chiesa universale, il Vicario di Gesù Cristo insegna sempre e necessariamente la verità. È Dio, è Gesù Cristo che ha fondato sulla terra e costituito la Chiesa, ed è Lui che ha diviso la Chiesa in due parti, unite ma distinte: la Chiesa docente e la Chiesa discente. La Chiesa discente è formata dai laici e dai semplici sacerdoti, i quali non sono in alcun caso giudici della fede. La Chiesa docente, per mezzo della quale Dio insegna e governa i fedeli sparsi su tutta la terra, è composta dal Papa e dai Vescovi; e siccome è Dio stesso che parla per mezzo di essa, che per mezzo di essa insegna, comanda, condanna, perdona, tutto ciò che la Chiesa docente lega o slega sulla terra è nello stesso tempo infallibilmente legato e slegato nei cieli. In altri termini la Chiesa docente è infallibile; essa non può ingannarsi nè ingannarci, è immediatamente assistita da Dio.
Ora il Concilio non è altro che la Chiesa docente riunta, ed è perciò che il Concilio è infallibile e che tutti i suoi decreti e le sue decisioni hanno un carattere d'autorità sovrana e divina; tutti devono sottomettervisi, tutti senza eccezione, perchè chi ha il diritto di non sottomettersi a Dio?
Dunque il Concilio, nel definire, come ha fatto, che il Capo della Chiesa è infallibile nel  suo insegnamento, ha parlato in nome di Dio Stesso: lo Spirito Santo per il bene delle nostre anime e per la salvezza del mondo ha parlato per mezzo della grande voce del Concilio e ci ha detto, tra le altre verità salutari: «il Papa, Capo della Chiesa infallibile, è infallibile lui stesso, e giammai i Vescovi, i sacerdoti ed i fedeli possono ingannarsi quando ascoltano la sua parola.»

II

Chi è il Papa, e in che modo egli è Capo supremo della Chiesa.

Un giorno il venerabile Arcivescovo di Rennes, in una delle sue visite pastorali, incontrò un pio contadino che, inginocchiandosi ai suoi piedi, gli chiese la benedizione. L'eccellente Prelato gli fece qualche domanda sul catechismo: era il 1860, quando stavano cominciando le disgrazie di Pio IX e tutti parlavano di Roma e del Papa: «Figlio mio, gli disse l'Arcivescovo, sai chi è il Papa?» Il buon uomo si grattò la testa; lo sapeva più o meno, ma non sapeva esprimere il proprio pensiero. «Il Papa, Monsignore..., il Papa, disse..., in fede mia, è uno che se fosse qua, subito voi non sareste un gran che!» Il buon Arcivescovo sorrise di buon cuore a questa risposta così originale. «Hai ragione davvero, figlio mio, gli disse: Io sono un figlio spirituale del Santo Padre proprio come te;», e lo lasciò dopo avergli dato la benedizione.
Certo un Vescovo è una grande personalità, un Vescovo è più di un re, ma tuttavia cos'è un Vescovo di fronte al Papa? Non forse una pecorella al seguito del pastore? una stella vicino al sole?
Il Papa è il Capo supremo della religione cristiana, è il successore di san Pietro, primo Vescovo di Roma e primo Sovrano Pontefice della Chiesa di Gesù Cristo; proprio in quanto Vescovo di Roma e successore di san Pietro, il Papa è il Capo spirituale dell'intera Chiesa, e a questo titolo egli eredita le promesse divine fatte a san Pietro da Gesù Cristo quando dichiarò che avrebbe fondato su di lui e su lui solo tutto l'edificio della Sua Chiesa, che gli avrebbe dato le chiavi del regno dei cieli, che la sua fede non sarebbe mai venuta meno affinchè a sua volta egli potesse confermare i suoi fratelli, ed infine che lo stabiliva al proprio posto Pastore delle sue pecorelle e dei Suoi agnelli.
Il Papa è dunque l'erede di queste divine e magnifiche promesse, è il Capo, la testa, il centro di tutta la Chiesa, è il massimo intendente della casa di Dio, cioè della Chiesa di Dio, è il Vicario, il rappresentante visibile, il luogotenente generale di Gesù Cristo Nostro Signore; e poichè Gesù Cristo lo conferma nell'infallibilità della fede, egli è a sua volta colui che conferma i suoi fratelli, cioè il Dottore infallibile di tutti i Vescovi, di tutti i sacerdoti, di tutti i battezzati.
Egli è il Pastore, il Duce, il Vescovo della Chiesa universale, il Vescovo dei Vescovi, il Pastore dei Pastori, il Dottore dei Dottori, il Padre dei Padri, il Capo dei Capi.
Tutti devono riverire il Papa in quanto rappresentante visibile del Figlio di Dio quaggiù; obbedirgli o disobbedirgli non significa obbedire o disobbedire ad un uomo, ma significa obbedire a Dio o disobbedire a Dio.
Il papa, o piuttosto Gesù Cristo nel Papa, è dunque il Capo unico della vera religione, è il Padre delle nostre anime, il Padre dell'intero popolo cristiano, e giorno verrà in cui tutti i popoli del mondo riuniti nella stessa fede formeranno un solo gregge sotto il pastorale del Papa, il Vicario di Gesù Cristo.
Quali grandezze accumulate su di un solo uomo! Perchè è lui il degno rappresentante del Dio-Uomo! E di qual divina maestà Nostro Signore fa risplendere il proprio Vicario!

III

Come è normale che il Papa sia infallibile quando ci parla come Capo della Chiesa.

Quando il Papa insegna, quando dichiara alla Chiesa che una tale dottrina è vera o falsa, che una tale linea di condotta è buona o cattiva, è Gesù Cristo stesso che parla per bocca del Suo Vicario; e siccome Gesù Cristo è la verità infallibile, non può tollerare che il suo Vicario possa insegnare l'errore: Egli l'assiste così potentemente da mantenerlo nella verità secondo la promessa che gli ha fatto: «Ho pregato per te affinchè la tua fede non possa venir meno.»
Non è del tutto normale che il Papa, per quanto uomo, essendo così assistito da Nostro Signore, non possa ingannarsi?
Inoltre la fede ci insegna che ogni Vescovo, ogni sacerdote, ogni fedele è obbligato in coscienza, pena la rivolta e lo scisma, a credere con tutto il cuore tutto ciò che egli dice; il silenzio rispettoso non è sufficiente, ma occorre la fede, la fede propriamente detta, la sottomissione piena ed intera della mente, del giudizio e del cuore. D'altronde non è forse evidente che se il Papa potesse ingannarsi, tutta la Chiesa s'ingannerebbe necessariamente con lui? Ma è parimenti di fede che la Chiesa cattolica non può deviare dalla via della verità, che possiede e possederà sempre la vera fede, in breve, che è infallibile.
Il Papa è dunque infallibile perchè è il Capo supremo della Chiesa infallibile che deve sempre obbedirgli; egli ne è il Capo, vale a dire la testa, che essa segue necessariamente ovunque, proprio come il corpo e le membra seguono ovunque la testa. Perchè il corpo non si smarrisca, è assolutamente necessario che la testa non possa smarrirsi. Il Papa guida la Chiesa: questa è la sua funzione necessaria, la Chiesa deve seguirlo e sempre lo segue: ma se egli si sbagliasse, essa si sbaglierebbe forzosamente insieme a lui. Dunque egli non può sbagliarsi, dunque non può insegnare l'errore, dunque è infallibile: ciò non è forse chiaro come il giorno?

IV

Idee ridicole che talora ci si fa dell'infallibilità del Papa.

Vi sono persone le quali credono in buona fede che, poichè il Papa è infallibile, non può dire una parola che non sia un oracolo.
Così, un bel giorno, il Papa dirà svegliandosi che ha dormito male, che va a piovere:  parola infallibile, dogma di fede!
Dirà: «Portatemi la tabacchiera che sta sul mio tavolo;» – dogma di fede che occorrerà credere per essere salvati.
Domanderà al suo cameriere una talare più larga dicendo che quella che gli porge è troppo stretta: oracolo ispirato, parola infallibile!
Un furbacchione si presenta in udienza; il buon Papa crede alle attestazioni di fedeltà che costui gli fa e dice dell'ipocrita: «È un buon uomo;» – bisognerà crederselo, perchè il Papa è infallibile.
Ma no, mille volte no! È proprio con queste scemenze che si ridicolizza la fede e si allontanano da essa una gran quantità di persone oneste!
Occorre allora fare una distinzione: nel Capo della Chiesa vi è il Papa e l'uomo; l'uomo è fallibile come tutti gli altri uomini, dunque quando il Papa parla come persona privata può tranquillamente ingannarsi anche se parla di cose sante. In quanto uomo il Papa non è più infallibile di quanto lo siamo voi e me.
Ma quando parla come Papa, come Capo della Chiesa e come Vicario di Gesù Cristo allora è un'altra faccenda, allora è infallibile: non è più l'uomo che parla, ma Gesù Cristo che insegna, che giudica per bocca del suo Vicario.
Ed il Papa, in quanto Capo della Chiesa e Vicario di Gesù Cristo, ha la missione di conservare puro ed intatto il deposito della fede, di mantenere ovunque la purezza della dottrina cristiana e della pratica della religione, di far regnare Gesù Cristo sul mondo, di salvare e santificare gli uomini, di proclamare in ogni situazione la verità e la giustizia, di condannare l'errore, l'ingiustizia ed il peccato; ecco la sua missione, la sua sacra missione, non ve ne è un'altra, ed è la medesima missione della Chiesa, la missione di Gesù Cristo, celeste Capo della Chiesa.
In tutto ciò il Papa è infallibile, ma al di fuori di ciò non è per nulla infallibile; in altri termini è infallibile quando parla come Papa, ma non quando parla come uomo; ed egli parla come Papa quando insegna pubblicamente ed ufficialmente le verità che interessano tutta la Chiesa per mezzo di ciò che vien detto Bolla, oppure Enciclica oppure qualche altro atto di quel genere.
In pratica i semplici fedeli sanno che il Papa ha parlato come Papa quando l'apprendono dal loro Vescovo e dal loro parroco, a condizione tuttavia (e ciò non è difficile a sapersi) che il Vescovo od il parroco non sia eretico o scismatico, cioè in evidente opposizione con gli insegnamenti del Capo della Chiesa. 

V

Come il Papa sia infallibile non per lui stesso ma per noi.

L'infallibilità del Papa deve esserci cara quanto il dono della fede e la speranza della salvezza: perchè infatti il buon Dio ha voluto che il suo Vicario fosse infallibile se non per assicurare a tutti noi una fede esente da errori ed una luce del tutto certa che guida i nostri passi nella via dell'eterna salvezza?
Perchè il Papa è infallibile? Lo è forse per la sua soddisfazione personale? Si tratta di un intento d'orgoglio e di dominazione? Evidentemente no. L'autorità è sempre conferita ad un uomo solo per il bene degli altri, e questa regola è, se possibile, ancora più vera nel campo dell'autorità religiosa.
Il sacerdote è tale per sè o per gli altri? Non è forse per gli altri, unicamente per gli altri che egli riceve il potere di predicare la Religione, di perdonare i peccati, di celebrare la Messa, di amministrare i sacramenti e di dirigere le coscienze?
Il Vescovo è tale non per proprio vantaggio, ma per i propri diocesani; è rivestito di questa grande e bella autorità episcopale solo per santificare il proprio clero e, per mezzo di questo clero così santificato, per salvare le anime, far regnare il buon Dio in tutta la sua diocesi e, col buon Dio, la pace, la giustizia, la vera felicità: ecco perchè il Vescovo è Vescovo.
Lo stesso è per il Sovrano Pontefice; la suprema ed infallibile autorità non gli è conferita per se stesso, ma per la Chiesa, per ciascuno di noi. In effetti è proprio grazie alla sua sovrana autorità in materia di religione che la fede è mantenuta pura in tutta la Chiesa, che gli errori sono condannati, che i sacramenti ci sono amministrati, che il culto divino è celebrato come conviene; in una parola, che le vie della salvezza rimangono sempre aperte ed accessibili per ciascuno di noi.
Il Papa è Papa per noi, e la sua autorità, la sua infallibilità sono il vero tesoro dei Vescovi, dei sacerdoti e dei cristiani; ecco perchè il Papa, pur essendo il Capo ed il Superiore di tutti, è veramente il Servo dio tutti, «il Servo dei servi di Dio».
A sentire alcuni, si direbbe veramente che il Papa non fosse per loro, ma contro di loro, che la sua autorità diminuisse la loro, che la sua infallibilità servisse solo ad umiliare i cristiani e ad aumentare il suo orgoglio; costoro sono assai poco cattolici, e dimenticano che nella Chiesa tutto è istituito per il bene e la felicità dei figli di Dio. L'autorità è l'infallibilità del Papa sono tra le più grandi prove d'amore, di misericordia e di bontà che la Provvidenza abbia mai potuto dare a ciascuno di noi.
Dunque il Papa è infallibile per noi e per voi ingrati che l'attaccate.

VI

Come il Papa possa essere infallibile pur essendo solamente un uomo.

Intanto, dal momento che sappiamo che il Papa è infallibile, importa assai poco il saper come lo sia: se lo è, significa che può esserlo, ed è di fede che lo è.
In secondo luogo come può essere impossibile che il buon Dio illumini ed assista in modo così completo la mente di un uomo in tale e tal'altra data circostanza in modo tale da far sì che quest'uomo non possa insegnare l'errore? Ciò non è evidentemente per nulla impossibile, e dirò di più: non vi è nulla di sorprendente in ciò, dal momento che la Chiesa è il regno di Dio sulla terra e che l'uomo scelto per esserne il Capo è il Vicario, il rappresentante di Dio; non è forse del tutto normale che il Vicario di Dio, il Capo supremo della Chiesa, sia il Dottore infallibile della verità?
L'abbiamo già detto: il Sovrano Pontefice è infallibile non in quanto uomo ma in quanto Papa, egli è assistito dallo Spirito di verità come Papa e quando parla come Papa; la fragilità naturale della mente umana non cambia nulla e non costituisce un ostacolo all'azione di Dio sul proprio Vicario.
Aggiungiamo che questa assistenza soprannaturale del buon Dio cade sempre su un terreno meravigliosamente preparato a riceverla, perchè ogni volta che i Sovrani Pontefici hanno dovuto definire, cioè decidere sovranamente un punto di dottrina, hanno sempre fatto uso di infinite precauzioni: preghiere, studi approfonditi, consigli e consultazioni di ogni genere, pareri previi di dotti teologi, di Cardinali, di Vescovi, nulla è stato risparmiato, di modo che, perfino dal punto di vista puramente umano, vi erano già tali elementi di verità, un tale insieme di lumi e di scienza che sarebbe assai difficile sbagliarsi: essendo scesa su tutto ciò l'assistenza divina, l'infallibilità dottrinale del Sommo Pontefice non è forse cosa del tutto banale a comprendersi?

VII

Se il Papa sia impeccabile perchè è infallibile

Assolutamente no. Pur essendo infallibile in quanto vicario di Gesù Cristo, il Papa non cessa di essere peccabile, perchè non cessa di essere uomo.
Se fosse stato necessario al bene della Chiesa ed alla salvezza del mondo che il Capo della Chiesa fosse impeccabile, non vi è dubbio che Dio l'avrebbe reso impeccabile come lo ha reso infallibile: ma non l'ha fatto.
Infatti che cosa occorre alla Chiesa? che abbia una regola certa ed infallibile in materia di fede, e questa ce l'ha per mezzo dell'infallibilità del suo Capo; e poi che abbia un'autorità sovrana, indiscutibile, certamente santa in materia di direzione e di conduzione; e quest'autorità la Chiesa la trova nella suprema autorità alla quale non è mai permesso di disobbedire: ecco ciò che è necessario alla Chiesa. Tuttavia non si comprende a che le servirebbe l'impeccabilità del suo Capo; se il Papa fosse impeccabile, questa grazia gli sarebbe certamente assai preziosa, ma servirebbe esclusivamente a lui. Per condurre la Chiesa gli sono completamente sufficienti la sua infallibilità e la sua autorità sovrana.

VIII
Come un Papa cattivo possa essere e sia infallibile proprio come un Papa buono.             

Mi sembra che ciò che è già stato detto lo spieghi perfettamente: il Capo della Chiesa non è infallibile perchè è buono e santo, ma lo è perchè è Papa, perchè è  Vicario di Dio e Capo supremo della Chiesa.
Così come un prete cattivo non cessa per questo di essere prete, per cui la sua Messa, le sue assoluzioni ecc. sono valide, allo stesso modo un Papa che avesse la disgrazia di non essere virtuoso e santo non cesserebbe per questo di essere Papa ed in quanto tale di godere di tutti i privilegi accordati dal buon Dio al Pontificato. Per quanto lo si possa supporre cattivo, egli rimarrebbe Papa, il rappresentante visibile di Gesù Cristo, il Pastore e Dottore infallibile di tutta la Chiesa; sebbene spregevole in quanto uomo, egli sarebbe pur sempre venerabile in quanto Papa, e Nostro Signore, le cui promesse sono immutabili, lo renderebbe infallibile con la stessa facilità con cui lo farebbe se avesse a che fare con un uomo santo e puro.
Nella lunga serie di duecentocinquantotto Papi che, da san Pietro fino ad oggi, hanno governato la Chiesa di Dio vi sono stati due Papi i quali sono stati notoriamente indegni della loro santa missione; e Dio ha permesso che questi due indegni non avessero a definire alcuna verità durante il loro pontificato [1].
Mai un Papa si è ingannato nell'insegnare la fede, perchè il buon Dio ha provveduto a mantenere il suo Vicario, chiunque fosse, buono o cattivo, al di sopra della naturale infermità dell'intelligenza umana, la quale può sempre ingannarsi, può sempre venir meno.
Così, dal punto di vista dell'autorità e dell'infallibilità, importa assai poco che il Papa sia buono o cattivo, giusto o peccatore.

IX

Se si possa essere cattolici senza credere all'infallibilità del Papa.

No, perchè per essere cattolici bisogna credere tutte le verità che la Chiesa cattolica insegna al mondo da parte di Dio; ora la Chiesa cattolica, riunita in Concilio in Vaticano, ha appena proclamato infallibilmente, come dogma di fede, l'infallibilità del Papa; chi si rifiutasse di credervi sarebbe eretico.
L'infallibilità del Capo della Chiesa è una verità rivelata originariamente da Nostro Signore ai Suoi Apostoli, una verità che è stata creduta praticamente lungo tutti i secoli, una verità di cui la Chiesa ha vissuto e che il Concilio Vaticano ha appena definito perchè alcune menti perverse avevano stravolto le coscienze attaccandola violentemente. Non si tratta di un «dogma nuovo», come qualcuno ha preteso che fosse: non vi è alcun dogma nuovo nella Chiesa: di nuovo vi è solo il decreto col quale la Chiesa dichiara solennemente che tale o tal'altra credenza fa parte del deposito delle verità rivelate.
Poichè il Concilio, cioè la Chiesa docente, ha definito come dogma di fede l'infallibilità del Sovrano Pontefice, non crederla significherebbe negare l'infallibilità del Concilio, l'infallibilità della Chiesa docente, ma questa infallibilità è stata già dalle origini un dogma indiscutibile, indiscusso ed assolutamente certo. In fondo il decreto del Concilio Vaticano che ha definito l'infallibilità del Papa non ha fatto altro che meglio precisare, meglio determinare il grande dogma dell'infallibilità della Chiesa.
Di conseguenza tutti sono obbligati, sotto pena di peccato mortale, d'eresia e d'apostasia, a credere dal profondo del cuore, senza alcuna restrizione, che il Sovrano Pontefice non può errare quando insegna alla Chiesa. Si deve credere ciò perchè si tratta di una verità divina e rivelata, una verità definita dalla Chiesa. Si deve crederla con tutto il cuore e professarla con le labbra, come si credono tutte le altre verità di fede: la Trinità, l'Incarnazione, la Presenza reale ecc.
Chi rifiutasse quest'atto di fede non potrebbe più ricevere i sacramenti: non sarebbe più figlio di Dio e ella Chiesa.
Attenzione a tutti coloro che hanno avuto l'imprudenza di leggere quegli opuscoli, quei libelli e quei giornali in cui l'autorità del Sovrano Pontefice era indegnamente attaccata e ridicolizzata in mille modi, in cui la libertà del Concilio Vaticano era giornalmente messa in dubbio con tanta leggerezza quanta audacia, in cui la storia era sfigurata e la scienza falsificata, in cui il veleno dell'eresia era abilmente distillato al fine di avvelenare le anime.
Oh, quanto sono colpevoli coloro che hanno condotto questa cospirazione, o almeno ciechi! Quante migliaia di anime hanno sviato! Di quante bestemmie contro la fede costoro sono e saranno responsabili, forse ancora per lungo tempo, davanti a Dio!
Lasciamoli dire, essi si ingannano, non prestiamo orecchio ai loro discorsi più o meno capziosi; forse che non vi è sempre stata una caterva di argomenti al servizio delle cause più malvagie?
Chiunque siano, laici o ecclesiastici, sacerdoti, Religiosi, perfino Vescovi (Dio non voglia!), separiamoci da loro senza discutere e rimaniamo fedeli a Dio ad ogni costo col rimanere fedeli al suo infallibile Vicario.

X

Se sia vero, come si è osato affermare, che il Concilio vaticano non sia stato nè veramente ecumenico nè veramente libero.

Quando gli avversari dell'infallibilità del Papa si sono resi conto che la discussione non era favorevole alle loro pretese, qualcuno fra loro, per sfuggire al decreto che stava per condannarli, cominciarono a dire: «Il Concilio non è veramente ecumenico; il Concilio non è veramente libero
Questa doppia pretesa è veramente priva di buon senso.
Mai Concilio fu più ecumenico nè più libero del Concilio Vaticano. Cosa rende infatti un Concilio veramente ecumenico? quattro condizioni: 1° che sia convocato dal Papa; 2° che tutti i Vescovi vi siano convocati; 3° che sia presieduto dal Papa in persona o dai suoi Legati; 4° che i suoi decreti siano confermati dal Papa.
Ma allora non è chiaro come il sole che il Concilio vaticano ha soddisfatto pienamente a queste quatto condizioni? Esso è dunque perfettamente ecumenico.
E d'altra parte questo Concilio è stato anche perfettamente libero; la libertà può essere impedita solamente dalla violenza o dalle minacce di qualche nemico del Papa o dei Vescovi; ma al Concilio Vaticano non si è verificato nulla di simile. I governi non vi si sono immischiati (grazie a Dio) ed i rivoluzionari non hanno osato muoversi: non vi è stata quindi nemmeno l'ombra di una qualche pressione esterna.
Ma nemmeno si sono avute pressioni all'interno: il regolamento del Concilio, vero e proprio capolavoro di prudenza, di saggezza e di previdenza, lasciava a tutte le opinioni la piena libertà di espressione, sia per iscritto sia a viva voce; solo gli abusi erano prevenuti e scartati. Una pazienza veramente mirabile ha presieduto a tutte le discussioni, e si è osato affermare il contrario solo per partito preso dovuto alla passione.
Per quel che riguarda la sola discussione sull'infallibilità, già maturata per mezzo di una quantità di scritti pro e contro, più di cento Vescovi hanno parlato per un'ora, un'ora e mezza, due ore; la questione è stata presentata sotto tutti i suoi aspetti, e la chiusura dei dibattiti, sempre richiesta e votata secondo tutte le regole, non ha mai impedito ad alcun contributo di esprimersi.
Il Papa, Capo del Concilio, ha rispettato fino in fondo la libertà dei Vescovi, ed i Vescovi hanno rispettato con giusto amore l'autorità del Papa. Che dunque di più libero di questo grande Concilio! L'autorità vi ha represso solamente la licenza.
Coloro che pretendono che il Concilio vaticano non sia stato nè libero nè ecumenico o sono persone che non sanno ciò che dicono o sono dei ribelli che cercano di eludere le decisioni della santa Chiesa: o ignoranti o traditori.
Non è consentito ad alcun cattolico di avanzare questo genere di obiezioni: in questo modo sarebbe veramente troppo comodo sfuggire  all'ubbidienza, e mai nessun eretico potrebbe essere accusato e condannato. 

XI

Come la causa del Papa sia la nostra causa, quella di tutti.

Non ci si rifletta abbastanza: la causa del Papa è, per ciascuno di noi, una causa personale, una causa dalla quale dipende direttamente la nostra felicità o la nostra disgrazia, prima quaggiù e poi nell'eternità. Piuttosto considerate:
Senza il Papa non vi è la Chiesa, come non vi è corpo vivente senza testa ed esercito senza capo. Senza Chiesa non vi è cristianesimo: la Chiesa è la divina guardiana del cristianesimo, della fede, del Vangelo, della morale cristiana, dei sacramenti, di tutti i canali della grazia.Infine, senza la religione cristiana il mondo intero ricadrebbe nella barbarie pagana, cioè nell'odiosa dominazione dell'uomo sull'uomo, nel culto e nella pratica di tutti i vizi ed in tutti quegli orrendi abusi chiamati cesarismo, schiavitù, poligamia, culto del demonio.
In pratica la pace e la felicità dell'umanità si fondano sulla religione cristiana, che è la sola vera religione, sulla Chiesa cattolica, che è la sola vera Chiesa, ed in cima alla Chiesa sul Papa, unico Capo supremo della Chiesa.
Ciò che riguarda il Papa interessa tutti, fino all'ultimo dei fedeli. Le società segrete, che estendono le loro ramificazioni nel mondo intero, al giorno d'oggi stanno facendo una guerra mortale al Papato; se riuscissero nel loro intento, anche se per un certo periodo di tempo, tutti i Vescovi, tutti i cristiani sarebbero immediatamente colpiti, così come tutte le membra, tutti gli organi di un uomo sono colpiti a morte dal colpo che ha appena abbattuto o spezzato la testa. In pratica il Papa è per noi la pace nel servizio di Dio, la sicurezza nella fede, la luce sulla via del dovere e della salvezza; è il tranquillo possesso ed il godimento delle cose sante, delle consolazioni divine della Religione, sia durante la vita sia nell'ora suprema della morte; è il Battesimo dei nostri piccini; è la gioia ineffabile della prima comunione, è la predicazione regolare della parola di Dio, la celebrazione del Santo Sacrificio e delle nostre belle feste religiose: è Gesù Cristo che dimora con noi nei suoi tabernacoli, è il consolante perdono del confessionale, è la conservazione della famiglia cristiana, è l'educazione religiosa della gioventù, è la conservazione dei veri principî e dei buoni costumi, in breve è la felicità pubblica, è la pace, la salvezza delle società cristiane, delle famiglie e degli individui. Ecco ciò che per noi è il Papa, ecco quel che il Papa rappresenta per noi, ciò che ci apporta, ciò che ci conserva. Ecco ciò che è la sua causa.
Per negare tutto ciò bisognerebbe negare la fede, negare la missione divina della Chiesa, negare Gesù Cristo, negare Dio; cioè perdere la testa.
Noi cattolici, siamo noi i grandi benefattori del mondo, per ciò solo che manteniamo con forza i diritti e la sacra causa del Papa verso e contro tutti.
Questa causa è la causa di Dio, la grande causa della salvezza pubblica; non potremmo esagerare nel dedicarci a ciò. Costi quello che costi, bisogna farla trionfare, altrimenti il mondo è perduto.

XII

Perchè la questione del potere temporale del Papa è una questione religiosa alla quale ogni cristiano si deve vivamente interessare.

Ebbene, è assai semplice: il potere temporale del Papa è la garanzia dell'indipendenza del suo potere spirituale; il Papa è Re solo per poter esercitare liberamente il proprio ministero di Papa: ecco perchè la questione del potere temporale è in fondo, checchè se ne dica, una questione meramente religiosa, una questione assai più spirituale che temporale.
Ecco perchè i nemici della Chiesa attaccano ad oltranza questo potere temporale, cercando di farlo passare per un affare puramente politico. Essi sanno bene che non è così, sanno quello che vogliono: rovesciare il Capo della Chiesa e pertanto la Chiesa stessa; ma, per non spaventare i popoli, secondo loro ancora troppo cristiani, avviluppano il loro complotto nel mantello della politica credendo che così sia loro tutto permesso contro il Santo Padre.
È doloroso vedere milioni e milioni di brave perone che ci cadono credendo ingenuamente a ciò che i loro seduttori hanno sussurrato ai loro orecchi e che fanno causa comune con gli empi, e quando il crimine sarà consumato (se mai Dio permetta che lo sia) sarà troppo tardi per un utile pentimento.
Uniamoci allora come soldati di uno stesso esercito, e non permettiamo che il nemico spogli il Re delle nostre anime: uniamoci come membri di una stessa famiglia e non permettiamo che i ladri rubino i beni del nostro padre. Il Papa ha bisogno di essere protetto e circondato dalla maestà del potere regale perchè egli è il padre spirituale della grande famiglia umana, che ha il dovere di mantenere il proprio Capo in uno stato di libertà e di grandezza proporzionata alla sua dignità suprema. Il Papa ha diritto all'assistenza efficace di tutti i cristiani in quanto Re, e non solamente in quanto uomo o in quanto Vescovo, assistenza che deve essere grande, deve essere regale come conviene ad un Pontefice Re; e non si esalteranno mai abbastanza l'importanza, l'eccellenza e la necessità della somma Opera cattolica dell'Obolo di san Pietro.
L'Obolo di san Pietro è bensì un'elemosina, ma un'elemosina cattolica e regale, l'elemosina gloriosa che i figli di Dio hanno l'onore ed il piacere di offrire ogni anno al Vicario di Gesù Cristo per aiutarlo a vivere in maniera degna della santa Chiesa cattolica, cioè da Re.
Rifiutiamo le assurde calunnie della cattiva stampa relative al potere temporale ed agli abusi dell'Obolo di san Pietro, non smettiamo di dare al Santo Padre, che avrà bisogno di noi fintanto che i suoi nemici avranno in pugno i quattro quinti dei suoi Stati, i quali in precedenza erano largamente sufficienti a soddisfare tutti i bisogni del Re Pontefice; soprattutto non lasciamoci mai sedurre dalle belle parole di quei signori, e non scordiamo che a più riprese, ed in particolare nelle grandi solennità del Centenario, nel 1867, il Papa, e con lui tutto l'episcopato, ha proclamato solennemente la necessità del potere temporale dichiarando che, nello stato attuale in cui versa il mondo, il potere temporale è la sola vera garanzia d'indipendenza del suo ministero spirituale e fulminando con la scomunica tutti coloro che in un modo o nell'altro, con le parole, con gli scritti o con le azioni, direttamente o indirettamente, osassero attaccare il potere temporale della Santa Sede.
Da ciò potete comprendere quanto questa causa debba essere cara ad un cuore cristiano!

XIII
Perchè la Rivoluzione è il nemico mortale del Papa e della Chiesa.

La cosiddetta Rivoluzione è una somma ed universale rivolta della società contro Nostro Signore Gesù Cristo e contro la Sua Chiesa, un insieme di sedicenti principî, d'idee e sistemi prospettati nel secolo scorso da Voltaire, Rousseau ed alcuni altri empi al fine di scristianizzare la società: ecco cos'è, nè più nè meno, la Rivoluzione. È la guerra alla Chiesa eretta a principio, è la guerra a tutte le istituzioni sociali della Chiesa e di conseguenza alla monarchia cristiana quale era stata data dalla Chiesa al mondo sulle rovine del cesarismo pagano e della schiavitù.
Un rivoluzionario è perciò un uomo che adotta tali principî ed idee detestabili, che si lascia accalappiare da questi sistemi illusori come dai denti di un ingranaggio; può non essere una persona cattiva, un rosso, come si dice, ma, lo sappia o no, lo voglia o no, è un rivoluzionario, una persona dai falsi principî, dai principî anticattolici, un soldato della Rivoluzione che milita nel campo dei nemici mortali di Gesù Cristo, della Chiesa e della fede. Certo, non vi è da scherzare, e bisogna farvi attenzione.
Vi sono rivoluzionari in tutti i ranghi della società, ve ne sono molti fra gli uomini di Stato, nelle Camere, nei palazzi e perfino sui troni; più sono altolocati, più sono pericolosi.
Nessuno pensa di negare che la Rivoluzione sia il nemico accanito del Papa, ciò non solo è evidente e clamorosamente professato, ma è anche necessario: la Rivoluzione infatti respinge il Papa e la Chiesa come la notte respinge il sole e la luce, e reciprocamente il Papa respinge la Rivoluzione come il giorno respinge e combatte la notte.
Da quale parte ci schiereremo? Sotto quale capo, in quale esercito vogliamo combattere? E non c'è dubbio che bisogna combattere, nessuno può rimanere neutrale. «Colui che non  è con me è contro di me» ha detto Gesù Cristo. Il Papa, suo Vicario, ripete questo medesimo grido di guerra e di salvezza: «Chi non è con me, è contro di me.» Tale è anche, del resto, la parola d'ordine della Rivoluzione e di Satana, suo degno padre.
Se non vogliamo apostatare dal nostro battesimo, dalla nostra fede e dal nostro Dio, se vogliamo salvare la nostra anima e contribuire a salvare la Francia ed il mondo, comportiamoci da veri cattolici e detestiamo con tutte le nostre forze, respingiamo tutte queste idee malsane e mortali che la Rivoluzione va seminando a piene mani in tutti gli strati della società in nome della politica per mezzo della maggior parte dei governi moderni, che hanno perduto la fede; la Rivoluzione dissemina le sue idee nel nome sacro «della Legge» che mette così al servizio del male e dell'ingiustizia, le dissemina per mezzo della stampa, di migliaia di giornali, di milioni di romanzi, di libelli e di cattivi libri che infiltrano i principî rivoluzionari nelle campagne come nelle città, tra i poveri come tra i ricchi, nelle officine, nelle capanne come nei palazzi e nelle accademie; la Rivoluzione va infettando la nostra gioventù per mezzo di sistemi d'insegnamento e di educazione privi di religione, e penetra dappertutto, vuol tutto invadere.
Talvolta si dà la maschera della religione, dicendo di essere cristiana, che ama e venera la morale evangelica e che attacca la Chiesa ed il sacerdozio solo per sopprimere gli abusi ed offrire ai popoli una religione più pura; questo è anche il gergo delle Logge della massoneria, istituzione essenzialmente anticattolica che nasconde il suo vero spirito sotto apparenze di beneficenza e di fraternità.
Resistiamo a tutti questi perfidi maneggi, comportiamoci da buoni cristiani, manteniamo la purezza dei nostri principî, che vengono da Dio, sono veri, e che soli portano alla felicità; facciamo attenzione alle nostre letture, soprattutto ai giornali, ascoltiamo docilmente la voce dei nostri sacerdoti.
La Rivoluzione è la principale nemica di Dio e dei figli di Dio: combattiamola ovunque facendo del nostro meglio sotto la guida del Vicario di Dio e dei ministri di Dio.

XIV

Come amare e rispettare il Papa.

Prima di tutto bisogna ubbidirgli e rimanere fedele alla santa Chiesa; il Papa può dire, come Nostro Signore: «Colui che mi ama osserva le mie leggi
Amare e rispettare il Papa è credere con fermissima e purissima fede tutto ciò che la Chiesa insegna, e particolarmente ciò che il Papa, Capo della Chiesa, insegna relativamente agli errori del secolo in cui vive; la purezza della fede cattolica è la base del religioso amore che tutti noi dobbiamo avere per il Papa.
Amare e rispettare il Papa significa prendersi a cuore gli interessi della Religione, della Chiesa, della Santa Sede; la devozione è inseparabile dal vero e proprio amore, si ha devozione perchè si ama. L'indifferenza religiosa è segno certo che non si ama è il Papa ne Colui del quale il Papa è Vicario.
Quando si ama, quando si rispetta il Papa, si parla di lui solo con riverenza, non ci si permette di giudicare la sua sacra persona nè i suoi atti, si accoglie con cuore filiale tutte le sue decisioni e non si permette a nessuno di contraddirlo, ed ancor meno di sbeffeggiarlo. Quale buon figlio permetterebbe tranquillamente che suo padre fosse insultato? Se non sempre si può imporre il silenzio alle persone, si può almeno, e sempre si deve, dissociarsi da loro; vergognarsi del Papa davanti a chiunque sarebbe una debolezza indegna di un vero cattolico.
Infine, colui che ama e rispetta il Papa non risparmia nulla per la sua causa e cerca di guadagnargli le simpatie di tutti quelli tra cui vive. Se tutti i cattolici adempissero a questo grave dovere, la Chiesa non avrebbe per così dire nulla da temere dai complotti degli empi. Uniti ai nostri sacerdoti, ai nostri Vescovi ed al Vicario di Gesù Cristo formeremmo un'armata veramente invincibile.


Che la Vergine Maria si degni di spargere in tutti i nostri cuori questo spirito d'unione, di fede e d'obbedienza! Che ella si degni di ottenerci da suo Figlio un sincero e vero amore per l'infallibile Vicario di suo Figlio! Soprattutto di questi tempi, questa è la grazia delle grazie; ed è quello che desidero per voi, amico lettore.


NOTE:

[*] Il breve scritto "Il Papa è infallibile" [«Le Pape est infaillible»] fu composto e pubblicato immediatamente dopo la definizione dell'infallibilità pontificia (18 luglio 1870).
[1] Recenti scoperte storiche dovute al dotto abbé Darras hanno stabilito che questi due indegni, Giovanni XII e Benedetto IX, sono stati degli intrusi, dei falsi Papi imposti con la violenza e la cui elezione non ha avuto nulla di canonico, e che quindi costoro di Papa hanno avuto solo il nome.