“Dopo l’Incarnazione, secondo la teologia della storia, la storia stessa ruota attorno a questo dilemma: o con Cristo o contro Cristo […] tertium non datur. Le epoche della storia sono due: quella anteriore a Cristo e quella da Cristo in poi. […] Il Verbo Incarnato non può essere sconfitto dai suoi nemici e il regno di Dio giungerà al suo compimento ultraterreno nonostante i tradimenti e le sconfitte. In una prospettiva del genere, l’epoca moderna e contemporanea può essere compresa solo come un periodo nel quale il principio ostile a Cristo ha pro tempore prevalso (Dio lo ha permesso) ma non ha affatto riportato una vittoria decisiva, nonostante le apparenze, ed anzi, un giorno, quando Dio vorrà, scomparirà […]. Dal punto di vista della teologia della storia, il tramonto dell’epoca presente è quindi un fatto certo quanto la legge di gravità, se così possiamo esprimerci. […]. La costellazione che sempre si ripete è la seguente: ribellione, castigo, purificazione, pentimento, vita nuova. Il castigo di Dio è categoria essenziale della teologia della storia. Egli punisce e salva, nella misura in cui induce gli individui e i popoli al pentimento. Sempre che Dio conceda loro il tempo. […]. E’ sicuro, quindi, che su questo mondo così corrotto, si abbatterà un giorno il castigo di Dio. […]. La decadenza di tutto un mondo comporta un castigo che può essere stornato solo col pentimento e la conversione.”
Citato da “Lettera agli Italiani” di Papa Leone XIII
a cura di Federico