lunedì 24 settembre 2012

La Civiltà Cattolica anno XXXV, serie XII, vol. VII (fasc. 818, 10 luglio 1884) Firenze 1884 pag. 159-171. R. P. Giuseppe Oreglia di S. Stefano S.J. SE LA MASSONERIA INGLESE SIA DIVERSA CIOÈ MIGLIORE O PEGGIOREDELLE ALTRE MASSONERIE



Siccome già era accaduto nelle altre precedenti simili circostanze, quando da Clemente VIII a Pio IX tutti i Papi, chi con maggiore chi con minore solennità, condannarono e scomunicarono la Massoneria; così parimente ora, quando Leone XIII colla sua recente Enciclica Humanum genus sì pienamente la smascherò o sfolgorò, tutto il brulicame massonico dei due mondi si risentì e trasalì come vipera frustata. Ciascun grande oriente però a modo suo, secondo la propria civiltà ed educazione; chi con ira impotente, chi con triviali contumelie, chi con assurde calunnie, chi con affettato disprezzo; tutti però villanamente e goffamente, tranne l'inglese. Il quale, secondo che ognuno già potè conoscere dai giornali cotidiani, anch'esso al modo suo più civile, prudente e dignitoso, secondo la condizione dei suoi membri più appariscenti, se non mancò di aggiungere alle altrui anche la propria protesta contro le accuse e le condanne papali, non usò però in sostanza altro argomento che il suo solito dell'Etsi omnes, Ego non, e dell'Innocens Ego sume dell'Ego non sum sicut ceteri hominum. La Massonoria inglese pubblica ed ufficiale abbandona dunque, per così dire, al Papa tutte le altre massonerie del mondo; delle quali essa si lava le mani coram populo. Ma di sè stessa non vuole che si pensi male. Ego, dice, non sum sicut ceteri. Io non sono che un'Opera pia, un Istituto di beneficenza, ed un'eletta di gente lealissima e fedelissima a Dio ed ai Re.
Il che tutto, quanto alle particolari persone che lo scrivono, lo sottoscrivono e lo pubblicano a propria difesa o scusa, non solamente può essere verissimo, ma considerata specialmente la nota vita pubblica e condizione sociale di non pochi o dei già membri od anche dei presenti membri pubblici ed ufficiali della Massoneria inglese, nulla osta ed anzi tutto consiglia e conduce a credere che sia di fatto almeno in alcuni casi verissimo. E ciò anche ci insegna Leone XIII nella sua stessa Enciclica Humanum genus. Dove non soltanto della Massoneria inglese ma di tutta la Massoneria in generale dice espressamente che: «questo che abbiamo detto o diremo va inteso in generale della setta massonica considerata in sè stessa; non già dei singoli suoi seguaci. Nel numero dei quali può ben essere ve ne abbia non pochi che (notisi bene) sebbene colpevoli per essersi impigliati in congreghe di questa sorta, tuttavia non piglino parte direttamente alle male opere di essa o ne ignorino altresì lo scopo finale. Così ancora tra le società medesime (massoniche) non tutte forse traggono quelle conseguenze estreme a cui pure, come a necessarie illazioni dei comuni principii «dovrebbero logicamente venire, se l'enormità di certe dottrine non le trattenesse. La condizione altresì dei luoghi e dei tempi fa che taluna di esse non osi quanto vorrebbe ed osano le altre. Il che però (notisi bene) non le salva dalla complicità con la setta massonica, la quale più che dalle azioni e dai fatti vuol essere giudicata dal complesso dei suoi principii.»
Inoltre, a qualche scusa di quei Massoni inglesi, che sempre oppongono alle condanne generali della Massoneria quella loro eccezione dell'Ego non sum sícut ceteri, si può anche dire che, quantunque la Massoneria sia in sè stessa sempre quella, cioè sempre malvagia (giacchè la Massoneria chiesa del diavolo scimmia di Cristo è al modo suo una come la chiesa di Cristo): ciò nonostante essa nei paesi non cattolici non suole in generale vestire nei singoli individui quella più fina malizia che veste nei paesi cattolici. E ciò per due cagioni principali. La prima delle quali consiste nell'atto di formale apostasia dalla fede che per sè fa ogni cattolico col semplice suo aggregarsi alla setta. E la cosa è chiara. Giacchè il minimo che la Massoneria possa e debba esigere dall'adepto o novizio che vuol farne parte, si è la esplicita ricognizione o professione della tolleranza, come la chiamano, di tutte le religioni. E se non si trattasse che di tolleranza civile, pratica, amministrativa e politica, consistente nel non perseguitare nè molestare i professanti altra religione dalla cattolica ed anzi nell'amarli e beneficarli, si potrebbe scusare questa tolleranza massonica usata anche dalla Chiesa perfino cogli ebrei. Ma si tratta invece della tolleranza dommatica e teologica consistente nel credere fermamente che tutte le religioni sono buone. Ora questa credenza è, come è chiaro, ereticale perchè opposta al domma cattolico del non esservi altra vera religione che la cattolica. Dunque il cattolico che si fa massone apostata issofatto dalla fede, secondo che altrove anche già dichiarammo. E benchè la Massoneria permetta o tolleriteoricamente nei suoi statuti che ogni massone può, se vuole, essere cattolico e vivere da cattolico servendosi liberamente della libertà di coscienza, in pratica però nega di fatto questa libertà al solo cattolico, obbligandolo per prima cosa, come vedemmo, ad apostatare negando formalmente un domma della sua fede. Il solo cattolico, infatti, è obbligato in coscienza a credere per fede che la sola vera religione è la cattolica. Che se egli può tollerare, cioè non perseguitare i non cattolici, non può però tollerare ossia pensare o credere che i non cattolici, seguono una religione buona secondo il domma massonico che tutte le religioni sono ugualmente buone. Apostata dunque dalla vera fede, in forza della sua stessa prima entrata in massoneria, ogni cattolico che si fa massone. Ben inteso se sa quello che fa e se conosce la massoneria in cui entra o vi resta quando l'ha conosciuta. Ma ciò non si verifica dei protestanti ed altri non cattolici che entrano in massoneria. I quali anzi talvolta, per questo lato vi possono guadagnare. Un maomettano, per esempio, od un ebreo che ha per suo domma non esservi altra vera religione che la maomettana o l'ebraica e per sua regola di coscienza e di morale dee odiare, perseguitare ed anche ammazzare i credenti nelle altre religioni e specialmente i cattolici, se si fa massone od accetta sul serio l'errore massonico della tolleranza e della libertà di coscienza, comincerà almeno a credere (parlando sempre in teoria) che anche la religione cattolica può essere buona e che non bisogna perseguitare i cattolici. Ed anche un protestante, arso di odio come spesso accade contro i cattolici, può essere che in parte deponga anch'egli quell'odio spegnendolo nella tolleranza o filantropia universale. Inoltre anche di un ateo o di un mascalzone qualsiasi di anticlericale, che non abbia fatto mai in vita sua che atti di livore o di dispetto contro tutti quelli che non sono pari suoi, se si fa massone per quella vaga idea che hanno gl'ignoranti che la massoneria non è che una società di beneficenza universale, anche di lui diciamo che può quasi dirsi (in teoria s'intende) che in un certo senso si converte e proporzionalmente parlando si fa galantuomo. Ed in tal senso è chiaro che grande divario corre, od almeno può correre, non già tra massoneria e massoneria, ma tra massone e massone. Donde si ricava che nulla per sè vieta che, nel senso spiegato ed in teoria per avventura molto più che non in pratica, i massoni inglesi e protestanti possono veramente dirsi meno rei che non i cattolici.
Vi è poi una seconda ragione di divario tra la malizia della massoneria tra i cattolici e quella tra i protestanti. Ed è, come già parimente altrove notammo, la scomunica. Si sa che i battezzati non cattolici sono già tutti scomunicati: così che costoro facendosi massoni si può dire che non peggiorano in questo la loro sorte. Non così i cattolici. I quali tutti sapendo o dovendo sapere che la massoneria è scomunicata dal Papa, incorrono di fatto la scomunica col solo dare il loro nome all'empia setta. E non li scusa il dire che la massoneria ne' loro paesi, puta in Brasile, in Portogallo, in Inghilterra o altrove è innocua od almeno diversa da quella degli altri paesi. Questo lo dicono loro; ma non dice così la Chiesa ed il Papa che ne sa più di loro anche se (Dio liberi) teologi ed ecclesiastici. Ed il solo loro pretendere di saperne più che non la Chiesa ed il Papa in cose che sì strettamente appartengono alla Chiesa ed al Papa, è già per sè solo un tale atto di presunzione temeraria che già per sè solo costituisce grave peccato degno di ogni castigo e censura.
Ammesso dunque per queste ed altre possibili ragioni che anche moltissimi, se così si vuole, massoni protestanti inglesi (dei quali soltanto ora si discorre) non vestono colla loro massoneria individuale quella malizia che vestono i massoni cattolici, ciò nonostante, trattandosi in generale della Massoneria inglese, a chi chiede se essa sia diversa dalle altre massonerie, secondo che paiono pretendere i membri ufficiali della Massoneria inglese, è necessario rispondere che non soltanto essa non è diversa dalle altre (secondo che anche molto ben dimostrò testè monsignor Vescovo di Birmingham in una sua Lettera Pastorale riferita nel n° dei 2 luglio 1884 del Moniteur de Rome) ma che, in un certo senso, essa è anzi la peggiore di tutte.
E ciò in primo luogo perchè non vi è, a vero dire, al mondo altra Massoneria che l'inglese: la quale è perciò la vera e sola Massoneria che di prima intenzione o direttamente fu sempre e fin dal principio condannata o scomunicata. Tutti gli storici infatti degni in qualche modo di questo nome sono ora d'accordo nello stabilire che innanzi ai primi anni del secolo decimottavo, quando essa fu fondata in Inghilterra ed a Londra, non esisteva punto la Massoneria secondo quello che ora s'intende con tal nome. Nel che concordano gli stessi storici massoni. Tra i quali il vivente I. G. Findel, uno dei capi più noti e più accreditati della Massoneria tedesca, a pagina 149 e seguente del vol. 1° della sua Storia della Frammassoneria volta in francese a Parigi nel 1866, ci narra che «le antiche Logge di costruzione (dei Fratelli Muratori veramente muratori uniti da secoliin fratellanza per fabbricare case ed altri edifizi, che si chiamavano in Inghilterra Free-masons, cioè franchi muratori) composte, come già narrammo, di operai fabbricatori, ma principalmente di amatori o dilettanti di architettura, si trovavano in sul principio del secolo decimottavo in molto misero stato. Gli operai si erano dispersi qua e colà provvedendo ciascuno da sè alla propria sussistenza. La loggia di York (sempre intendendo di loggia o confraternita di veri fabbricatori di case) non esisteva più che apparentemente, e le altre del Sud dell'Inghilterra erano sì poco numerose che si ridussero al numero di quattro solo. Ma vi erano allora uomini d'ingegno di diverse opinioni politiche e religiose che aspiravano a trovare un porto di salute da riposarsi delle loro dissensioni. Questo desiderio fu compito per mezzo di molti fratelli eminenti. Si riunirono ed eressero una gran Loggia nel febbraio del 1717. Allora (notisi bene) allora soltanto si vide nascere quello che ora si chiama Massoneria. Rimanendo quei fratelli fedeli allo spirito di fratellanza che animava l'antica confraternita, si risolsero di abbandonare esclusivamente alle persone del mestiere l'arte di fabbricare propriamente detta Massoneria (o muratoria). I termini tecnici in uso ed i simboli, che si accordavano molto bene colla costruzione dei templi simbolici, furono conservati; ma si diede loro un senso figurato più sublime. Da quel giorno la Società dei Frammassoni diventò un istituzione essenzialmente distinta da quella degli operai muratori ed unicamente destinata a cercare uno scopo più alto e più morale e perciò più adatto ad essere propagato in tutte le parti del mondo.» Confessando dunque e riconoscendo apertamente lo storico massone che in Inghilterra nel 1717 nacque la Massoneria, sotto l'ombra e l'apparenza ed i simboli dell'antica e buona fratellanza dei costruttori di case e di chiese; e che dall'Inghilterra poi essa si sparse per tutto il mondo, confessa e riconosce insieme che la Massoneria inglese è la vera e fondamentale Massoneria madre e maestra di tutte le altre; e perciò non solo non eccettuabile dalle condanne pontificie ma colpitane anzi più espressamente e più direttamente che non tutte le altre sue figliuole. Il che appare anche più evidentemente da quanto scrive lo stesso Findel allo pagine 146-47 del volume citato: «LaMuratoria (propriamente detta) non fece che decadere sotto la Regina Anna. E diminuendo sempre il numero dei fratelli, bisognò decidere (per conservare la corporazione) che i privilegi della fratellanza dei costruttori si potessero estendere a tutti quelli di qualsiasi condizione sociale che volessero farne parte. Ed eccoci così (segue il Findel) arrivati alla fine della storia preliminare della franco muratoria. I veri costruttori che già erano da un pezzo in decadenza, capirono che essi da sè soli non potevano più conservare in istato florido la fratellanza. Ciò doveva oramai farsi dalla Gran Loggia d' Inghilterra (cioè dalla nuova società formatasi ipocritamente all'ombra e sotto i simboli della vecchia). Allora si compì rapidamente ciò che si andava preparando da un pezzo. I franco-muratori si distaccarono del tutto dal mestiere propriamente detto dei muratori e l'istituzione si avviò alla sua compiuta trasformazione. Dai materiali abbandonati dalle antiche corporazioni (case, rendite, privilegi, usi, simboli ecc.)raccolti ed appropriati a nuovi bisogni, sorse un'opera novella, cioè la Massoneria presente, tale quale ci è ora insegnata, come un'arte di virtù spiritualizzatrice. La fratellanza di veri artisti ed operai, diventò una fratellanza di artisti ed operai simbolici. Il lavoro della mente pigliò il luogo del lavoro tecnico delle mani. Ed invece di innalzare chiese visibili o soggette alla distruzione, si tratta ora di lavorare all'edificazione del Tempio unico ed invisibile dello spirito.» Or tutto questo dove nacque e da chi ? Nacque in Inghilterra e da inglesi. Dunque la Massoneria inglese, tale quale(come dice il Findel tedesco) ci è ora insegnata come un'arte di virtù spiritualizzatrice e perciò tale e quale fu sempre condannata e scomunicata dai Papi e testè anche e più da Leone XIII, non solo non è diversa dalle altre massonerie e meno rea di loro, ma è quella per l'appunto che più formalmente e più direttamente è condannata e scomunicata, siccome quella che è di tutte le altre la madre e la maestra. Concorda poi col Findel storico massone tedesco il Tory, storico massone francese, autore dell'Acta Latomorum ossia Storia cronologica e documentata della Massoneria francese e forastiera, edita a Parigi nel 1815 in due volumi. Scrive infatti all'anno 1717. «Qui finiscono i sistemi e le congetture: qui comincia la storia appoggiata a fatti meno brillanti (cioè meno inventati) ma più dimostrati ed autentici.» E segue narrando come in Inghilterra ed a Londra cominciasse la vera Massoneria presente; donde poi essa si diramò e sparse nelle altre parti dell'Europa e del mondo.
Che poi la Massoneria inglese (cioè quella che nacque in Inghilterra nel 1817 per opera dei Fratelli King, Calwert, Lumley, Madden e specialmente del Desaguliers, e dell'Anderson, l'uno riformato francese naturalizzato inglese e l'altro anglicano) sia nata propriamente coll'intenzione e collo scopo massonico quale ora si conosce benchè allora fosse segreto, cosicchè non si possa dire nè che essa fosse innocente o men rea, né che essa sia stata corrotta e guasta nel progresso dei tempi dalle massonerie degli altri paesi, ciò si dimostra ad evidenza dal famoso libretto latino di Giovanni Toland inglese, edito in poche copie, mai non istate nel commercio librario, nel 1720 a Cosmopoli cioè Londra. S'intitola quell'opuscolo: Pantheisticon; sive formula societatis Socraticae in tres particulas divisa, quae Pantheistarum sive Sodalium continet mores et axiomata, numen et philosophiam, libertatem et non fallentem legem neque fallendam. Praemittitur de antiquis et novis eruditorum sodalitatibus et de universo infinito et aeterno diatriba. Subiicitur de duplici Pantheistarum philosophia sequenda et de viri optimi et ornatissimi idea dissertatiuncula. Cosmopoli MDCCXX. Il qual titolo copiammo dal libro che abbiamo sotto gli occhi nella sua originale ed unica edizione. E ciò perchè lo vedemmo spesso storpiato da parecchi anche moderni che mai non l'ebbero in mano. Si sa che Giovanni Toland fu degli atei e libertini peggiori inglesi di quel tempo, secondo che lo dimostrano abbastanza le sue varie opere empie ed anche infami. Ma questo suo opuscoletto segreto, di cui ben poche copie crediamo che ora si conservino, dimostra ad evidenza che egli era se non massone almeno ben conscio di tutti i veri segreti ed intenti della Massoneria appunto allora fondata in Inghilterra. Ècurioso poi e molto notevole che il Toland riduca di fatto tutto il sistema massonico al Panteismo: ed al Panteismo appunto dello Spinosa che, come è noto, era ebreo, e come tale prese tutto il suo sistema filosofico e panteistico non già, come dicono ora alcuni, dal Socino e dal Socinianismo (che mai non ebbe nulla che fare colla Massoneria) ma dalla Cabala rabbinica vendendo ai cristiani, secondo l'uso ebreo, la roba vecchia e stracciata del ghetto come nuova e intatta. E considerando che dallo Spinosa e dal Toland fino a noi sempre s'insegnò o si insegna il Panteismo in tutte quelle Scuole od Università dove hanno mano e lingua i frammassoni e gli ebrei, (variano in fatti le formole; ma sotto quelle varietà sempre regnano le stesse idee del Panteismo); e che appunto in sul principio della Massoneria inglese la Provvidenza volle che per mezzo del Toland ci si scoprisse apertamente il vero scopo massonico del Naturalismo e Panteismo teorico e pratico, non si può non trovare in ciò una nuova ragione di congetturare la medesimezza che sempre corse fin dal principio tra la cabala rabbinica panteista e le dottrine e lo scopo massonico.
Ma venendo più in particolare a questo libretto del Toland ci pare che esso ci basti a dimostrare il presente nostro assunto, cioè che la Massoneria inglese nacque appunto con quella stessa malizia e perfidia che essa ha presentemente nei Grandi Orienti più perversi: sì che non può dirsi che la Massoneria inglese sia diversa dalle altre più pessime massonerie. Scrive infatti il Toland a pagina 42 che: «i Fratelli (Sodales) assolutamente sostengono la libertà non soltanto di pensare ma anche di fare, ributtando però ogni licenza. Essi sono nemicissimi di tutti i tiranni. Per lo più sono in Parigi, a Venezia, in Olanda ed alcuni (il che è mirabile) nella stessa Curia Romana. Ma (notisi questo)principalmente, ed a preferenza di ogni altro luogo abbondano a Londra: dove hanno collocata la sede e la rocca della loro setta. Praecipue et prae aliis locis omnibus Londini abundant: ibique sedem et quasi arcem suae sectae collocant.»
E perchè si capisca meglio che egli vuol parlare della setta massonica allora più segreta che non ora: «È chiaro, (dice) che io non intendo qui parlare della Società regia inglese, nè dell'Accademia francese, nè di altra società pubblica.»Dunque della Massonica segreta. E sapendo noi che gran parte dei riti massonici sta nei banchetti in Loggia, non manca il Toland di farci sapere che: «Questi Panteisti hanno istituito conviti moderati ed onesti; non già lussuriosi e turpi.» E sapendo ora noi ancora che a questi banchetti massonici non sono ammessi i profani neanche per servitori; i quali, per quanto è possibile, hanno da essere anche loro fratelli servienti, anche di ciò c'informa il Toland dicendo (pag. 43) che: «Da questi conviti si allontanano i servi, siccome quelli che sono ignoranti o profani; e chiuso ben bene le porte, all'uso antico, si fanno molti discorsi. Ibi ministris et famulis (ut profanis et indoctis) procul amotis, portisque more veterum probe occlusis, varia seruntur de variis rebus colloquia.» Siccome dunque sotto il nome diSetta dei Panteisti evidentemente il Toland intende parlare della Setta dei Massoni e delle dottrine dei Massoni, così coi testi citati si dimostra che la setta massonica nata allora in Inghilterra aveva già fin d'allora per l'appunto tutta la malizia e perversità della massoneria presente.
Il che meglio si dimostra da quanto scrive il Toland a pag. 78 e seguenti sopra la necessità del mentire ai profani le vere dottrine della setta; altra cosa dicendo ed altra cosa pensando e facendo secondo che anche professavano gli antichi Gnostici ossia Illuminati. «Si accuseranno forse (scrive infatti) i Panteisti di avere una dottrina doppia, l'esterna, ossia popolare accomodata ai pregiudizii del volgo, e l'internaossia filosofica, e di proporre questa segreta filosofia soltanto agli amici di nota bontà e prudenza. Ma chi dubiterà che essi non operino saviamente? Niuna religione, niuna setta ama di essere contradetta. Crede il volgo che tutto sia venuto a lui dal cielo (cioè rivelato da Dio).»E segue a lungo insegnando che bisogna dire una cosa e pensarne un'altra per prudenza, conchiudendo che: «Hinc necessario evenit ut aliud sit in pectore et privato consessu, aliud in foro et publica concione: idque non raro nec solis antiquis usitatum. Ac, si verum dicere libeat, magis hoc in usu est apud recentiores; quamvis minus id licere profiteantur.» E vuol dire: «Quinci segue necessariamente che altro debba tenersi in petto e dirsi in privata assemblea ed altro nella piazza ed in pubblico discorso. Il che non di rado fu usato; nè dai soli antichi. Ma, se piace dire il vero, ciò è più in uso ora presso i moderni: benchè dicano che ciò non è lecito.» Ed a pag. 81, acciocchè si capisca bene che tutto ciò egli lo dice della moderna setta massonica, che egli chiama Panteistica, «si vede da ciò, dice, come con questa loro doppia filosofia i Panteisti se la passino sicuramente in mezzo a tanti pericoli.» Sarebbe non meno dilettevole che utile l'andar seguendo a ripescare qua o colà in questo libretto ciò che serve a dimostrare sempre più come la massoneria sia nata per così dire gigante e perfetta a Londra nel 1717: giacchè nel 1720 già il Toland potè descriverla sì per l'appunto. Ma ci basti per ora il conchiudere con ciò che scrive a pagina 40 sopra la massonica e creduta moderna idea del progresso o dei suoi ricorsi. «Nulla perisce, dice, nell'Universo. Soltanto le cose mutano di luogo. Perciò benchè la creazione dal nulla non sia riconosciuta nè da'Cabalisti ebrei nè dagli altri filosofi, pure si può dire che tutte le cose sono create in questo senso: giacchè tutte le cose si muovono sì che vi è processo e recesso in infinito. E benchè la serie dei moti sia eterna come la serie delle cose che si muovono, non vi ha tuttavia niun moto nè veruna cosa che sia eterna: ogni cosa essendo fatta di nuovo e perciò creata.» E così abbiamo anche in questo la doppia filosofia: l'una della creazionepel volgo superstizioso: l'altra della non creazione pei massoni illuminati. Apparisce dunque quello che dicevamo: cioè che la massoneria inglese non soltanto non è diversa dalle altre massonerie, ma ne è anzi la peggiore e quella fra tutte che è per prima intenzione e direttamente condannata dalla Chiesa siccome quella che fu fin dal principio la madre, la maestra e la propagatrice per tutto il mondo della vera dottrina massonica in tutto ciò che essa ha di peggiore e di più contrario, non soltanto alla rivelazione, alla fede ed alla buona filosofia, ma perfino all'onestà e lealtà naturale. Avendo però la massoneria per suo domma quella doppia filosofia e la norma del dire una cosa e farne un'altra, niuna maraviglia vi è che anche in Inghilterra, dove questa setta è nata, si trovino ancora presentemente parecchi ingenui protestanti che, ignari della Retrobottega, vendono al pubblico, nella Bottega che dà sulla via, filantropia, beneficenza e lealtà universale o si stupiscono che il Papa ne sappia più di loro.
Ma il migliore e più forte argomento per dimostrare come la malizia e la malvagità della massoneria inglese non sia certamente inferiore a quella di qualsiasi altra, si è il fatto stesso pubblico e notorio, e come tale riconosciuto dalla pubblica e comune opinione, dell'influenza che sopra tutte le rivoluzioni di tutti i paesi specialmente di Europa ebbe sempre l'Inghilterra, cominciando dalla francese del secolo scorso sino alle italiane del presente. Tanto che si diceva testè da tutti come cosa notoria che il Palmerston dovesse essere il vero capo della massoneria europea. Ma sopra ciò, appunto perchè di cosa anche troppo già saputa e creduta volgarmente da tutti e presente alla memoria e quasi agli occhi di tutti i contemporanei, non è qui il caso di dilungarci. Piuttosto è da ricordare ciò che è meno noto: cioè, che quando alla fine del secolo scorso e dopo i fatti del Terrore in Francia uscirono alla luce le due celebri opere del Barruele del Robison sopra la parte che in tutta quella rivoluzione sociale avea avuta la massoneria, il parlamento inglese commosso da quelle rivelazioni statuì con un suo Bill dei 12 luglio del 1799 che fossero abolite le sette segrete. Si eccettuò è vero la massoneria; ma in primo luogo col patto che non si dovessero aprire nuove Loggie oltre le esistenti. In secondo luogo poi, quanto alle già esistenti il Bill contiene un gran numero di precauzioni e provvedimenti di polizia al tutto come se il parlamento ne diffidasse assai. «Due membri di ogni Loggia conservata (dice l'atto del Parlamento) affermeranno, con giuramento che quella tale Loggia già esisteva prima di questo Bill... Non si potranno riunire se i nomi e i connotati di tutti i membri non saranno stati deposti in tribunale. I tribunali dovranno giudicare sopra le denunzie che una o più persone potessero fare contro i pericoli che da quelle Logge potesse venire alla pace pubblica ed al buon ordine. Nei quali casi dovranno chiuderle. E se continueranno a raunarsi saranno considerate come associazioni contrarie alla legge.» In altri termini tutta la massoneria fu allora posta in Inghilterra sotto la sorveglianza della polizia, come noi diremmo. E crediamo che questo Bill è ancora presentemente, almeno in teoria, in tutto il suo vigore.
Inoltre sia in quello stesso anno 1799 sia nei seguenti, essendovi sempre stata in Inghilterra (come altrove) una doppia massoneria, l'una ufficiale e pubblica e l'altra più segreta, che si chiamava in Inghilterra degli antichi massoni, si fecero tutti gli sforzi immaginabili per ridurre il tutto ad una sola massoneria ufficiale e per quanto fosso possibile innocua. Ma non si riuscì a nulla. Che anzi nel 1813 la pubblica ed ufficiale Grande Loggia d'Inghilterrasi riconciliò cogli Antichi Massonicon un concordato. «In forza di quella convenzione, dice il Tory all'anno 1817, non esiste ora più che una «sola Grande Loggia nazionale per tutta l'Inghilterra.» Ma il Tory non aggiunge che nell'articolo secondo quel concordato dice espressamente che: «Si è conchiuso e formalmente determinato che i membri della massoneria primitiva e legalmente costituita sono divisi in tre sole classi: Apprendisti, Compagni e Maestri. Nella terza classe dei Maestri sarà (notisi bene) compreso l'ordine supremo della Reale Arca, ossia dell'Arco Reale
In forza del quale articolo si rivela ufficialmente al mondo che la massoneria anche inglese si divide in due non ostante che appaia o si dica una. Cioè nella massoneria ufficiale e comune che è la Bottega di beneficenze, e si chiama la Gran Loggia d'Inghilterra e l'altra più sublime e segreta dei gradi simbolici che è la Retrobottegadei settarii e si chiama del Reale Arcoo Reale Arca. Le quali due Massonerie una pubblica pei gonzi (se è così lecito dire) e l'altra più segreta pei veri settarii, in forza del Concordatoavvenuto nel 1813, sono unite strettamente in una sola Massoneria.
Se dunque, come vedemmo, dall'un lato della massoneria inglese diffida, almeno in casa sua, lo stesso parlamento e governo inglese, interessato certamente più di tutti al credito ed all'onore della propria massoneria, lasciata bensì liberamente operare contro i non inglesi, ma frenata in Inghilterra sì che non possa nuocere alla pace pubblica ed al buon ordine; o se dall'altro lato la stessa massoneria inglese in pubblico concordato ammette le due massonerie; non si vede perchè la Chiesa, il Papa e noi tutti dobbiamo avere della massoneria inglese diversa o migliore opinione che non ne abbia lo stesso governo inglese e la stessa massoneria inglese. In particolare però, come dicemmo, e trattandosi di speciali e private persone nulla osta che come nelle altre massonerie, così anche e forse specialmente nell'inglese, vi siano le solite più o meno onorevoli eccezioni.
[*] Cfr. Indice generale della Civiltà Cattolica(aprile 1850-decembre 1903) compilato da Giuseppe del Chiaro Segretario della Direzione, Roma 1904 pag. 163.