Luigi XVI di Borbone-Francia (Versailles, 23 agosto 1754 – Parigi, 21 gennaio 1793), Re di Francia dal 1774 al 1793
Il tocco guaritore dei sovrani, tuttavia, consente ulteriori considerazioni. Dicevamo trattarsi di un miracolo, per dir così, ‘politico’, tendente a confermare l’origine divina dell’autorità temporale.
Esso pure comprova un altro punto della dottrina sociale cattolica: la monarchia è la miglior forma di governo. Sono infatti dei Re, dei Monarchi, che compiono il rito taumaturgico.
La dottrina classica insegna che vi sono tre legittime forme di governo: la monarchia, governo di uno solo; l’aristocrazia, governo dei migliori; e la democrazia, governo di molti (purché non presupponga l’erronea dottrina della cd. sovranità popolare).
Tali regimi politici, se rispettano la legge di natura e la religione rivelata, sono egualmente legittimi. Presentano, tuttavia, una gradazione di perfezione, dal meno al più perfetto, in ordine al fine che lo stato legittimo persegue, che è il bene comune. La monarchia è il più perfetto, seguito dall’aristocrazia, per finire con la democrazia.
San Tommaso d’Aquino nel De Regimine Principum dedica alcuni fondamentali capitoli a dimostrare l’eccellenza della monarchia da un punto di vista filosofico.
Tale supremazia della forma monarchica è inoltre attestata, oltre che dalla retta ragione, anche dalla storia della civiltà cristiana e dall’esempio della Sacra Scrittura. La monarchia fu il regime politico quasi esclusivo della civiltà cristiana medioevale.
Erano pure presenti le altre forme di governo. Si pensi alla democrazia dei Cantoni Svizzeri, o alla costituzione aristocratica di Stati prestigiosi e potenti come le Repubbliche di Genova e Venezia. Tuttavia il Cristianesimo non ha mai nascosto la sua predilezione per la monarchia.
L’esempio dell’Antico Testamento, ove si narrano particolareggiatamente le vicende dei Regni d’Israele e Giuda, quello del Nuovo, ove lo stesso Cristo si proclama pubblicamente discendente del Re Davide, Re egli stesso, ove continuamente s’accenna al nuovo Regno che il Messia, l’Unto per eccellenza, è venuto a fondare, furono modelli troppo evidenti e importanti per non essere tenuti in considerazione in quelle epoche di fede.
Cristo istituì poi la Chiesa secondo il modello della monarchia, ponendone al vertice, quale sovrano supremo, il Vescovo di Roma.
Papa Pio VI (1775-1799) nell’Allocuzione al Sacro Collegio del 17 giugno 1793, commentando la drammatica, ma religiosa dipartita del Re Cristianissimo Luigi XVI (1775-1793), vittima della ferocia rivoluzionaria, rovescia completamente la tesi giacobina, che considera la monarchia il governo peggiore, incompatibile per essenza con gli ‘immortali princìpi’, sottolineando invece con forza, quale aggravante dell’empietà rivoluzionaria, l’abolizione della monarchia francese:
«La Convenzione … dopo aver abolito la monarchia, la miglior forma di governo, aveva trasferito tutto il pubblico potere al popolo, che non si comporta né secondo ragione, né secondo consiglio, e che non si forma su nessun punto delle idee giuste, apprezza poche cose in base a verità e moltissime ne valuta secondo l’opinione; che è sempre incostante, facile da ingannare, attirato da tutti gli eccessi, ingrato, arrogante, crudele; che gioisce nella carneficina e nell’effusione di sangue umano… ».
La Chiesa, in sintonia con la sua predilezione per tale più perfetto regime politico, istituì appositamente per la monarchia il rito della consacrazione. Solo Re ed Imperatori, durante i felici secoli della civiltà cristiana, erano consacrati col rito dell’Unzione.
Insomma: (1) ragioni filosofiche; (2) esempi storici; (3) il modello della Sacra Scrittura; (4) l’esempio di N. S. Gesù Cristo; (5) la costituzione monarchica della Chiesa Cattolica; (5) il rito della Consacrazione dei Re, tutto predica a favore di tale forma di governo a preferenza delle altre.
Non si può infatti dirsi cattolici, se non si è anche monarchici. Il miracolo dei Re conferma in pieno tali conclusioni.