Louis Auguste Victor de Ghaisne de Bourmont
Louis Auguste Victor de Ghaisne, conte di Bourmont (Freigné, 2 settembre 1773 – Freigné, 27 ottobre 1846), fu un generale legittimista francese, che divenne Pari di Francia e Maresciallo di Francia nei primi mesi del 1830.
Discendeva da un'antica famiglia originaria delle Fiandre che nel corso dei secoli aveva donato alla Francia molti brillanti ufficiali ed era figlio di Louis Marie Eugène de Ghaisne de Bourmont e di Joséphine Sophie Marie de Coutances.
Presa della Bastiglia
Il 21 gennaio 1791, morto suo padre a Torino, tornò in Francia per qualche mese con la madre, per poi raggiungere il conte d’ Artois (futuro Carlo X) a Coblenza, dove il reggimento delle Gardes-Françaises era stato da poco riformato col nome di hommes d'armes à pied e fu nominato sottotenente.
Nel 1792 Bourmont partecipò alla campagna del feldmaresciallo Brunswick; raggiunse quindi sua madre, a Bar-le-Duc, per poi lasciare
Nel 1795 ottenne dal principe di Condé il permesso di passare all'ovest dov'ebbe un ruolo importante nelle Guerre di Vandea; l'aiutante generale, il visconte de Scépeaux, gli diede il comando in seconda delle sue truppe e il titolo di maggior generale.
Incaricato da Scépeaux di sollecitare la presenza all'ovest di un principe della famiglia dei Borbone, si rimise in marcia per tornare in Vandea ed apprese della battaglia di Quiberon poco prima di arrivare.
Nel mese di gennaio 1796 il visconte de Scépeaux incaricò Bourmont di recarsi in Inghilterra per esporre a Luigi XVIII la situazione delle province realiste. Bourmont trovò il conte d'Artois a Edimburgo e ricevette dalle sue mani
L'anno seguente Bourmont tornò segretamente a Parigi, nell'ambito della cospirazione di cui era fulcro Pichegru. L'arresto dei capi militari sgominò il movimento, Bourmont fuggì a Londra dove rimase sino al 1799, quando ricominciò la guerra civile.
Lo chouan Georges Cadoudal era fra i nuovi capi vandeani. Sbarcato in Francia nel settembre 1799, Bourmont radunò un'armata di quindici legioni nelle contee di Maine, di Perche e nella zona di Chartres. Un mese dopo lo sbarco rientrò in campagna, e, il 14 ottobre, le truppe realiste occuparono Le Mans.
Per la seconda volta dopo
Con la nuova pace, firmata il 2 febbraio 1800 con il Primo Console, Bourmont tornò a Parigi, dove sposò Juliette de Becdelièvre de
Compromesso nel movimento Contro-Rivoluzionario di Cadoudal, fu arrestato dal Regicida Fouché il 17 gennaio 1801 e rinchiuso alla Tour du Temple e successivamente trasferito alla cittadella di Besançon.
Il 21 dicembre 1800, dopo l'attentato, non fu sul momento né accusato pubblicamente di complicità né tantomeno arrestato ma, poco dopo, fu inserito fra i realisti che rifiutavano lealtà al governo illegittimo, e che furono internati.
Napoleone Bonaparte primo console, dettaglio di un ritratto di Antoine-Jean Gros.
La Torre del Tempio
Dopo tre anni e mezzo di prigionia evase il 5 agosto 1804 e fuggì in Portogallo. Quando gli inglesi invasero il paese nel 1807, si recò da Junot e gli offrì i propri servigi. Junot gli diede l'incarico di capo di Stato Maggiore della divisione comandata da Loison. Dopo la convenzione di Sintra (1808), Bourmont seguì l'esercito francese e rientrò in patria con la propria famiglia, ma una tempesta disperse le navi, cosicché mentre Junot arrivò a La Rochelle, Bourmont arrivò alla fine d'ottobre nella baia di Quiberon; il malefico Fouché non dimenticò la sua precedente evasione, lo fece arrestare e condurre alla prigione di Nantes. Graziato in virtù dell'intervento di Junot, fu liberato il 12 dicembre, pur tenuto sotto sorveglianza.
Jean-Andoche Junot duca di Abrantès, detto La tempesta (Bussy-le-Grand, 23 ottobre 1771 – Montbard, 29 luglio 1813)
Nel maggio 1810 tentò di “accomodarsi”, e quando ricevette una lettera di servizio da Clarke, ministro della guerra, con l'ordine di raggiungere l'Armata d'Italia a Napoli, lo fece.
Durante l'Impero Bourmont servì con distinzione nell'Armata d'Italia, Murat lo nominò capo di Stato Maggiore della 2ª Divisione di fanteria (generale Boussier), fu poi a Innsbruck e partecipò a tutte le operazioni del IV Corpo d'armata sino alla Campagna di Russia, quando Napoleone gli conferì la funzione di adjudant-commandant.
Gioacchino Murat, nato Joachim Murat-Jordy (Labastide-Fortunière, 25 marzo 1767 – Pizzo, 13 ottobre 1815)
Impiegato durante le campagne del 1813 e 1814, ricevette dallo stesso Napoleone
L'11 e 12 febbraio 1814, avendolo l'Imperatore lasciato a difendere Nogent-sur-Seine con un migliaio di uomini, resistette per due giorni a ventimila austriaci[4]. La difesa gli valse il grado di generale di divisione.
Croce della Legion d'onore del tardo impero: sul fronte il profilo di Napoleone e sul retro l'aquila imperiale. Una corona imperiale unisce la croce ed il nastro.
Napoleone e le sue truppe a Lützen,
incisione di Andrea Johann Fleischmann
incisione di Andrea Johann Fleischmann
Realista e legittimista, con l'avvento della Restaurazione Bourmont, ritornato su i suoi passi, fu uno dei primi a riconoscere la casa dei Borbone-Francia, per i quali aveva già combattuto in Vandea. Fu nominato comandante della 6ª Divisione con l'ordine di unirsi al maresciallo Ney e fu testimone della defezione delle truppe del generale ex bonapartista.
Quando Napoleone Bonaparte tornò in Francia, nel 1815, e durante i Cento Giorni, Bourmont tornò a Parigi e gli si riavvicinò, solamente perché temeva per l'indipendenza della Francia.
Ottenne il comando della 6ª Divisione del corpo d'armata comandato dal generale Gérard. Ma, realista e legittimista, si oppose all'atto addizionale alla carta del 1814, votato da 1.500.000 francesi; nell'esercito ci furono solo 320 voti contrari (contro 220.000) e quello di Bourmont fu tra questi. Capì allora che il suo dovere era quello di lasciare l'esercito imperiale, mentre Luigi XVIII aveva insediato a Gand il governo reale.
Si unì al Re il quale, dopo Waterloo, gli diede il comando della frontiera del nord.
Al momento di raggiungere Luigi XVIII scrisse al suo superiore, generale Gérard, per spiegare le ragioni della propria condotta: «Non voglio più contribuire a stabilire in Francia un sanguinoso dispotismo che sarà la rovina del mio Paese, e mi è dimostrato che tale dispotismo sarebbe il risultato certo dei successi che noi dovessimo ottenere»
La battaglia di Waterloo (denominata inizialmente dai francesi "battaglia di Mont Saint-Jean" e dai prussiani "battaglia di Belle-Alliance") 18 giugno 1815
Louis Auguste Victor de Ghaisne de Bourmont
All'entrata degli eserciti alleati in Francia, nominato comandante "straordinario" della 16ª Divisione, Bourmont sollevò a favore della causa realista le popolazioni delle Fiandre, prese possesso di 17 città, fra cui Lilla, Dunkerque, Arras, Bapaume, ne chiuse l'accesso agli stranieri, preservando così dall'occupazione due province e conservando alla Francia 4.000 cannoni, 40.000 fucili e 6 milioni di franchi.
Comparve nel processo al maresciallo Ney e al generale Bonnaire e contribuì alla giusta condanna del primo con la propria deposizione.
Con la seconda Restaurazione Luigi XVIII non dimenticò il vecchio chouan e lo mise alla testa della 2ª Divisione di fanteria della garde royale a Besançon (1816), con la quale accompagnò il duca d'Angoulème nella spedizione di Spagna e tenne il comando in capo dell'armata quando il principe tornò in Francia.
Al ritorno Bourmont fu nominato pari di Francia (9 ottobre 1823) ed inoltre "gentiluomo della camera del re".
Chiamato come ministro della guerra il 9 agosto 1829 nel governo Polignac, fu nominato dal sovrano Carlo X generale in capo dell'armata destinata alla spedizione d'Algeria, di cui aveva concepito e preparato il piano.
Il 14 giugno 1830 sbarcò in Algeria avendo con sé i quattro figli. Algeri capitolò il 5 luglio. Carlo X gli inviò in Algeria il bastone da Maresciallo.
Prima che si decidesse l'avvenire della reggenza, Bourmont andò avanti, si spinse fino a Blida, occupò Annaba e Orano nella prima metà d'agosto. L'11 agosto il nuovo ministro della guerra, il generale Gérard, gli diede ufficialmente la notizia della farsa Rivoluzione di Luglio. Fu grazie al suo incarico all'estero che non fu implicato nell’ingiusto processo ai ministri seguito alla Rivoluzione.
Ma il Maresciallo, legittimista, avendo rifiutato di prestare giuramento all’usurpatore Luigi Filippo, fu considerato dimissionario e rimpiazzato il 3 settembre dal generale Clauzel. Ancora una volta la fedeltà a Carlo X e ai Borbone lo obbligò si all'esilio ma soprattutto lo coprì di onore.
Carlo X di Borbone-Francia (Versailles, 9 ottobre 1757 – Gorizia, 6 novembre 1836), fu re di Francia dal 1824 al 1830.
Il bastone da maresciallo di Francia
Immagine raffigurante un'eppisodio del golpe della fine del Luglio 1830 in Francia. Nel quadro è visibile il traditore e usurpatore Luigi Filippo di Borbone-Orleans (al centro con la fascia rossa)
L'usurpatore Luigi Filippo di Borbone-Orléans, Duca d'Orléans (Parigi, 6 ottobre 1773 – Claremont House, 26 agosto 1850),
Il 3 settembre, avendogli il comandante della flotta, il venduto ammiraglio Duperré, rifiutato l'uso di una nave francese, Bourmont noleggiò a proprie spese il brigantino austriaco Amatissimo e si imbarcò coi figli ed il suo «solo tesoro»: il cuore del figlio Amédée morto in battaglia; raggiunse in Inghilterra Carlo X, che lo accolse con calore.
Tentò quindi di rianimare la rivolta in Vandea, dove accompagnò la duchessa di Berry, cercando poi, dall'estero, di insediare sul trono di Francia il legittimo Re , Enrico V, duca di Bordeaux, figlio della duchessa e nipote di Carlo X.
Maria Carolina Ferdinanda Luisa di Borbone, Duchessa di Berry (Caserta, 5 novembre 1798 – Castello di Brunnsee, 16 aprile 1870)
Il legittimo Re di Francia Enrico V di Borbone-Francia ritratto nel 1832 .
Si ritirò nella Penisola Italiana, per poi passare in Portogallo e in Spagna dove sostenne attivamente la causa di Michele I del Portogallo, del quale comandò l'esercito, e di Carlo V di Borbone-Spagna; condannato a morte in contumacia nel 1833, quando l’illegittimo governo Rivoluzionario francese applicò al suo caso le disposizioni contro chi serviva Paesi stranieri senza autorizzazione, Bourmont fissò la propria residenza in Germania.
Michele I di Braganza re del Portogallo e dell'Algarve, in portoghese Miguel I (nome completo: Miguel Maria do Patrocínio João Carlos Francisco de Assis Xavier de Paula Pedro de Alcântara António Rafael Gabriel Joaquim José Gonzaga Evaristo de Bragança) (Queluz, 26 ottobre 1802 – Karlsruhe, 14 novembre 1866)
Amnistiato nel 1840, morì pochi anni dopo, isolato dalle vicende della liberale e Rivoluzionaria Francia di Luigi Filippo, nel castello avito di Bourmont nel 1846.
Louis Auguste Victor de Ghaisne
Fonti:
- Charles Mullié, Louis Auguste Victor de Ghaisne de Bourmont in Biographie des célébrités militaires des armées de terre et de mer de 1789 à 1850, 1852
- Gustave Gautherot, Un Gentilhomme de Grand Chemin, Presses Universitaires de France, 1926.
- Vive le Roy
- Wikipedia
Scritto da:
Il Principe dei Reazionari