Napoli.
Il Real Albergo dei Poveri,
il
grande cuore della Città.
di
Tonia Ferraro
Il Real Albergo dei
Poveri, chiamato tradizionalmente dai napoletani ‘o serraglio, è la costruzione
monumentale più grande di Napoli ed una delle maggiori del ‘700 in tutta
l'Europa. Carlo III di Borbone, nel 1751, diede incarico a Ferdinando Fuga di
progettare un edificio che ospitasse tutti i poveri del Regno.
L’ingegnere Fuga, nativo
di Firenze, ideò una fabbrica mastodontica, articolata in pianta rettangolare,
con cinque cortili lineari e la chiesa al centro, con pianta radiale a sei
bracci; l'opera rimase incompiuta, per cui l’attuale estensione, che si sviluppa
su una superficie di 103mila m², con più di 9 km di corridoi, oltre 430 stanze,
una facciata lunga 354 metri (all’incirca cento metri in più del prospetto della
Reggia di Caserta), con 20.000 m² di spazi all'aperto, è solo una parte del
progetto originale di Fuga che, invece, prevedeva dimensioni ben maggiori: il
prospetto doveva estendersi per 600 metri, con una larghezza di 135
metri.
La facciata si presenta
lineare, con una scalea all’ingresso principale; sul timpano centrale è posto un
orologio e sul fronte è posta l’iscrizione: «Regium Totius Regni Pauperum
Hospicium».
La fabbrica non venne mai
completata, vuoi per i costi altissimi, vuoi perché Ferdinando IV aveva una
visione più lungimirante rispetto al padre: era convinto che quest’immensa opera
caritatevole rimanesse fine a se stessa, e preferì dare un taglio più pratico al
progetto: come per San Leucio, decise di impiantare un produzione
manifatturiera. C’era bisogno di locali grandi dove collocare le macchine
tessili; quindi, incaricò della realizzazione l'architetto Francesco Maresca,
che eliminò i due grandi cortili laterali, previsti nell’idea originaria,
riducendo il numero delle stanze per creare ambienti più ampi; le più grandi
misurano 40 metri di lunghezza, e sono larghe ed alte 8 metri.
Nel 1819, comunque, i
lavori vennero nuovamente sospesi, questa volta definitivamente.
Nel corso degli anni la
fabbrica del Real Albergo dei Poveri ha avuto molteplici destinazioni: nata come
Istituzione di Carità, voleva assicurare la sopravvivenza a circa ottomila tra
giovani e mendicanti del Regno che non avevano lavoro né fissa dimora: offrire,
dunque, un’alternativa alla strada. A partire dal 1802, si volle dare ai
diseredati non solo i mezzi di sussistenza ma anche l'insegnamento di un
mestiere che li avrebbe potuti rendere autosufficienti.
Nella Napoli “città
rinascimentale”, Il Real Albergo dei Poveri divenne, dunque, centro rieducativo
per giovani che, recuperati alla vita sociale, ricevevano l’avviamento pratico
ai mestieri.
L’Albergo dei Poveri ebbe
anche altre funzioni, come scuola per sordomuti; nel 1830 fu scuola di musica
con insegnanti di valore come Caravaglios, Tribunale dei Minori, vero e proprio
carcere ed archivio. Non perse mai del tutto, comunque, la sua originaria
funzione assistenziale.
Come centro di
osservazione minorile, comprendeva due giardini, due palestre, l'infermeria, un
refettorio con cucina, un'officina, un laboratorio artigianale, una scuola
elementare e di psicotecnica, la direzione didattica e vaste camerate dove
dormivano gli ospiti.
Gli ospiti venivano
selezionati in questo modo: uomini, donne, ragazzi e ragazze, sistemati in
settori rigorosamente separati. Le sale interne erano divise in“Pro Feminis et
Puellis” e “Pro Viris et Pueris”, separando le ali in cui si svolgevano le
attività: i maschi studiavano grammatica, matematica, musica, disegno o si
dedicavano all’apprendimento di mestieri manuali come stampatore, sarto,
meccanico, calzolaio o tessitore; le donne, invece, oltre che allo studio, erano
rese pratiche nella tessitura e nella sartoria.
I cortili laterali,
adibiti a giardini, avevano campetti di calcio, palla a volo, un cinema, delle
officine meccaniche, una palestra, un distaccamento dei Vigili del fuoco e
l'Archivio di Stato civile. Nel 1938 la struttura ospitò alcuni rappresentanti
del Congresso internazionale di criminologia. Nel 1929 furono registrati i primi
crolli; poi, un terremoto del '43 provocò il distacco di alcuni solai. Nuovo
crollo col sisma del 1980, in cui persero la vita quattro persone.
Nel 1981, la proprietà
dell'edificio, quindi, passò al Comune di Napoli; dopo anni di degrado e di usi
impropri, finalmente poteva ripartire il recupero, ed i lavori iniziarono nel
1999.
Attualmente,
l’Amministrazione Comunale sta procedendo con i lavori restauro critico e
recupero filologico; in alcuni ambienti già terminati vengono ospitate
manifestazioni e spettacoli, ed è in programma di farne sede della “Città dei
Giovani”, una struttura a disposizione della popolazione minorile del
quartiere.
Inoltre, il programma
comunale prevede che "... Intorno alle grandi corti del Real Albergo dei Poveri
sarà possibile frequentare corsi di studio universitari o di specializzazione,
fare teatro, musica, andare al cinema, accedere ad alloggi e atelier a prezzo
contenuto, imparare un lavoro, fare sport, avere informazioni e accedere a
servizi di assistenza per lo studio e il lavoro, trovare chi ha voglia di
ascoltare, incontrare altri giovani provenienti da altri paesi".
L'opera, dunque, si
inserisce in un contesto non lontano dalle finalità per le quali fu
creata
Sebbene sulla struttura
attualmente gravino ancora vincoli giuridici, come quelli di destinazione
socio-assistenziale e storico-artistica, l’opera di riqualificazione procede,
nonostante i tagli al Bilancio comunale e la difficoltà oggettiva della
ristrutturazione di un sito enorme come quello del Real Albergo, nato dal cuore
caritatevole di Carlo III, valorizzato dalla mente pragmatica di Ferdinando IV
e, purtroppo, mai terminata.
Fonte:
ilmediano.it / Rete del Regno delle Due Sicilie