Nato a Cuneo il 21 novembre 1792 da una famiglia nobile ma estranea alla corte torinese, visse sulla sua pelle di bambino l’invasione franco-giacobina del 1796 con la conseguente cacciata del Re e i duri anni dell’asservimento all’impero napoleonico. Già pervaso di sentimenti antirivoluzionari, con alcuni coetanei, si impegnò perché venisse divulgata il più possibile la Bolla di scomunica di Papa Pio VII nei confronti di Napoleone. Iscrittosi all’Università, ritardò la Laurea per non dover riconoscere, negli atti, l’usurpatore corso e conseguì quindi il dottorato in Giurisprudenza nel 1814, a restaurazione avvenuta. Iniziava quindi per il giovane Solaro della Margarita una folgorante carriera diplomatica. Segretario di Legazione a Napoli nel 1816, si trovò a dover vivere da vicino i moti rivoluzionari del ’21, ricevendone le peggiori impressioni. Incaricato d’affari a Madrid dal 1826 al 1834, si mantenne coerente con le proprie posizioni dottrinali, parteggiando per i legittimisti carlisti contro i fautori liberali di Isabella ed in Portogallo per i reazionari sostenitori di Don Miguel. Mentre era in predicato per divenire ambasciatore a Vienna, fu chiamato da Carlo Alberto all’incarico di ministro degli Esteri del regno sardo, un incarico che tenne per dodici anni.
Nella suo impegno ministeriale fu uno strenuo difensore dell’indipendenza del Piemonte, in una politica di equidistanza tra le grandi potenze, appoggiò tutte le cause antiliberali in Europa, a cominciare dalla rivolta dei cantoni cattolici in Svizzera e fu invece sostanzialmente ostile alla monarchia borghese di Luigi Filippo in Francia. Convinto legittimista, rifiutò sempre l’idea che il Piemonte potesse iniziare una politica espansionistica nei confronti degli altri stati italiani, lavorando semmai per una sempre maggiore collaborazione concordia tra gli stati della Penisola, in primis per combattere con maggiore vigore i moti rivoluzionari e mazziniani, in secundis per non dover delegare agli interventi delle potenze estere della Santa Alleanza il mantenimento dell’ordine politico nella Penisola. Era quindi, come potrete ben immaginare, impossibile che Solaro potesse seguire Carlo Alberto nella sua inesorabile marcia di avvicinamento alle posizioni più liberali in politica interna e più “italiane” (nel senso risorgimentalistico del termine) in politica estera. Alla ormai inarrestabile ascesa della stella del conte di Cavour, doveva necessariamente accompagnarsi l’eclissi dell’astro solariano. Clemente Solaro della Margarita perse definitivamente il ministero degli Esteri nel 1847 ma non per questo cessò l’attività politica, entrando nel parlamento subalpino come uno dei leader più temuti e combattuti dell’estrema destra anti-cavouriana. Alle battaglie parlamentari contro la laicizzazione dello stato, accompagnò un’intensa attività pubblicistica prima e di formazione politica poi, che lo videro al centro di violentissime polemiche con vari esponenti dell’establishment politico-culturale di quegli anni. Ostile allo Statuto che considerava revocabile in qualsiasi momento e al Parlamento elettivo che riteneva uno strumento inadeguato per consigliare il sovrano nell’esercizio responsabile ed efficace della propria autorità, Solaro non è un esaltatore di un assolutismo regio, autoritario e avulso dal rispetto delle leggi, bensì di un vasto e articolato sistema teocratico in cui tutti, Re e popolo, sono sottoposti nell’esercizio dei propri diritti e doveri al giudizio divino. Se unica fonte del diritto è Dio stesso, lo è anche degli ordinamenti politico-giuridici (certo adattabili alle variabili temporali ma inalterabili nella loro sostanza). L’intera umanità (anche con le sue legittime e naturali disuguaglianze) è quindi inserita in un quadro di principi e leggi immutabili, ragionevoli e positive che, se affermate continuativamente, favoriscono ogni singolo uomo nel proprio percorso escatologico. Escatologia e azione politica quindi non possono essere mai distinte, pena la riduzione della politica a mero esercizio di potere immanente e quindi in ultima analisi antiumano (per cui lo pratica e per chi lo subisce).
Leggendo le sue opere, purtroppo non ancora ristampate (l’ultima ristampa del Memorandum è del 1930), si avverte uno stile frutto di articolati studi e pregno di quell’umanesimo a tutto tondo che caratterizzava la formazione culturale dei dotti dell’Ottocento, accanto ad una visione chiara e adamantina e non aporetica dei problemi politici e delle loro risoluzioni.
Solaro, dopo aver compiuto largamente il suo dovere di politico e studioso in decenni di ubriacatura e abbrutimento rivoluzionario, depose per sempre la spada il 12 novembre 1869, fortunatamente prima di dover assistere al coronamento dell’unificazione italiana col gran Sabba ventisettembrista di Porta Pia.
Nella suo impegno ministeriale fu uno strenuo difensore dell’indipendenza del Piemonte, in una politica di equidistanza tra le grandi potenze, appoggiò tutte le cause antiliberali in Europa, a cominciare dalla rivolta dei cantoni cattolici in Svizzera e fu invece sostanzialmente ostile alla monarchia borghese di Luigi Filippo in Francia. Convinto legittimista, rifiutò sempre l’idea che il Piemonte potesse iniziare una politica espansionistica nei confronti degli altri stati italiani, lavorando semmai per una sempre maggiore collaborazione concordia tra gli stati della Penisola, in primis per combattere con maggiore vigore i moti rivoluzionari e mazziniani, in secundis per non dover delegare agli interventi delle potenze estere della Santa Alleanza il mantenimento dell’ordine politico nella Penisola. Era quindi, come potrete ben immaginare, impossibile che Solaro potesse seguire Carlo Alberto nella sua inesorabile marcia di avvicinamento alle posizioni più liberali in politica interna e più “italiane” (nel senso risorgimentalistico del termine) in politica estera. Alla ormai inarrestabile ascesa della stella del conte di Cavour, doveva necessariamente accompagnarsi l’eclissi dell’astro solariano. Clemente Solaro della Margarita perse definitivamente il ministero degli Esteri nel 1847 ma non per questo cessò l’attività politica, entrando nel parlamento subalpino come uno dei leader più temuti e combattuti dell’estrema destra anti-cavouriana. Alle battaglie parlamentari contro la laicizzazione dello stato, accompagnò un’intensa attività pubblicistica prima e di formazione politica poi, che lo videro al centro di violentissime polemiche con vari esponenti dell’establishment politico-culturale di quegli anni. Ostile allo Statuto che considerava revocabile in qualsiasi momento e al Parlamento elettivo che riteneva uno strumento inadeguato per consigliare il sovrano nell’esercizio responsabile ed efficace della propria autorità, Solaro non è un esaltatore di un assolutismo regio, autoritario e avulso dal rispetto delle leggi, bensì di un vasto e articolato sistema teocratico in cui tutti, Re e popolo, sono sottoposti nell’esercizio dei propri diritti e doveri al giudizio divino. Se unica fonte del diritto è Dio stesso, lo è anche degli ordinamenti politico-giuridici (certo adattabili alle variabili temporali ma inalterabili nella loro sostanza). L’intera umanità (anche con le sue legittime e naturali disuguaglianze) è quindi inserita in un quadro di principi e leggi immutabili, ragionevoli e positive che, se affermate continuativamente, favoriscono ogni singolo uomo nel proprio percorso escatologico. Escatologia e azione politica quindi non possono essere mai distinte, pena la riduzione della politica a mero esercizio di potere immanente e quindi in ultima analisi antiumano (per cui lo pratica e per chi lo subisce).
Leggendo le sue opere, purtroppo non ancora ristampate (l’ultima ristampa del Memorandum è del 1930), si avverte uno stile frutto di articolati studi e pregno di quell’umanesimo a tutto tondo che caratterizzava la formazione culturale dei dotti dell’Ottocento, accanto ad una visione chiara e adamantina e non aporetica dei problemi politici e delle loro risoluzioni.
Solaro, dopo aver compiuto largamente il suo dovere di politico e studioso in decenni di ubriacatura e abbrutimento rivoluzionario, depose per sempre la spada il 12 novembre 1869, fortunatamente prima di dover assistere al coronamento dell’unificazione italiana col gran Sabba ventisettembrista di Porta Pia.
Piergiorgio Seveso
Cenni bibliografici
[Clemente Solaro della Margarita] “Il giorno della liberazione del Piemonte. Ragionamento scritto ed ai suoi concittadini indirizzato”, Torino, 1814 (pubblicato anonimo)
Clemente Solaro della Margarita “Memorandum storico politico”, Torino, Speirani, 1851
Clemente Solaro della Margarita “Appendice al Memorandum storico politico in risposta all’opuscolo del marchese Gualterio sulle negative dategli dal conte Solaro della Margarita”, Torino, Speirani e Tortone, 1853
Clemente Solaro della Margarita “Avvedimenti politici”, Torino, Speirani e Tortone, 1853
Clemente Solaro della Margarita “Questioni di stato”, Torino, Speirani e Tortone, 1854
Clemente Solaro della Margarita “Discorso alla nazione”, Torino, Speirani e Tortone, 1856
Clemente Solaro della Margarita “Discorso secondo alla nazione”, Torino, 1857
Clemente Solaro della Margarita “Allocuzione agli elettori conservatori di tutto lo stato”, Torino, 1857
Clemente Solaro della Margarita “Indirizzo agli elettori dei collegi di San Quirico, di Borgomanero, di Carrù e di Varazze che nel 15 novembre lo eleggevano loro deputato nel nazional Parlamento” Torino, 1857
Clemente Solaro della Margarita “Risposta all’opuscolo Il Papa e il Congresso”, Torino, Speirani e Tortone, 1860
Clemente Solaro della Margarita “Opinione sull’annessione di alcuni stati alla Monarchia e sulla cessione della Savoia e di Nizza alla Francia”, Torino, Speirani e Tortone, 1860
Clemente Solaro della Margarita “L’uomo di Stato, indirizzato al governo della cosa pubblica”, Torino, Speirani, 1863
Clemente Solaro della Margarita “Sguardo politico del conte Solaro della Margarita, ministro di Stato, sulla convenzione italo franca del 15 settembre 1864”, Torino, Speirani, 1864
Carlo Lovera di Castiglione – Padre Ilario Rinieri S.J. “Clemente Solaro della Margarita”, Torino, Bocca, 1931, (in tre volumi)
Cenni bibliografici
[Clemente Solaro della Margarita] “Il giorno della liberazione del Piemonte. Ragionamento scritto ed ai suoi concittadini indirizzato”, Torino, 1814 (pubblicato anonimo)
Clemente Solaro della Margarita “Memorandum storico politico”, Torino, Speirani, 1851
Clemente Solaro della Margarita “Appendice al Memorandum storico politico in risposta all’opuscolo del marchese Gualterio sulle negative dategli dal conte Solaro della Margarita”, Torino, Speirani e Tortone, 1853
Clemente Solaro della Margarita “Avvedimenti politici”, Torino, Speirani e Tortone, 1853
Clemente Solaro della Margarita “Questioni di stato”, Torino, Speirani e Tortone, 1854
Clemente Solaro della Margarita “Discorso alla nazione”, Torino, Speirani e Tortone, 1856
Clemente Solaro della Margarita “Discorso secondo alla nazione”, Torino, 1857
Clemente Solaro della Margarita “Allocuzione agli elettori conservatori di tutto lo stato”, Torino, 1857
Clemente Solaro della Margarita “Indirizzo agli elettori dei collegi di San Quirico, di Borgomanero, di Carrù e di Varazze che nel 15 novembre lo eleggevano loro deputato nel nazional Parlamento” Torino, 1857
Clemente Solaro della Margarita “Risposta all’opuscolo Il Papa e il Congresso”, Torino, Speirani e Tortone, 1860
Clemente Solaro della Margarita “Opinione sull’annessione di alcuni stati alla Monarchia e sulla cessione della Savoia e di Nizza alla Francia”, Torino, Speirani e Tortone, 1860
Clemente Solaro della Margarita “L’uomo di Stato, indirizzato al governo della cosa pubblica”, Torino, Speirani, 1863
Clemente Solaro della Margarita “Sguardo politico del conte Solaro della Margarita, ministro di Stato, sulla convenzione italo franca del 15 settembre 1864”, Torino, Speirani, 1864
Carlo Lovera di Castiglione – Padre Ilario Rinieri S.J. “Clemente Solaro della Margarita”, Torino, Bocca, 1931, (in tre volumi)
“Il moderantismo è un atto di solenne vigliaccheria; son moderati i pusillanimi che tutto temono, e tentano salvarsi colle teorie d’una falsa saviezza; gregge servile che non dà aiuto agli amici, non combatte gli avversarii, non ha il coraggio di forti opinioni, non osa reprimere i partiti; ne forma un terzo pallido ed impossente al bene; adula i vincitori, accarezza i vinti, pronto a servire sempre chi prevalga”
Clemente Solaro della Margarita