

Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli in breve:

Lo Hobbit e gli altri due libri costituiscono un unico racconto che si dipana fra le quattro Ere in cui Tolkien divideva la sua subcreazione. Nella Prima Era, raccontata nel Silmarillion, hanno luogo la creazione del mondo assieme alla genesi delle varie razze (a parte quella degli Hobbit) e le vicende relative al primo Signore Oscuro, Melkor; durante la Seconda Era, su cui si possono trarre informazioni attraverso le appendici a Il Signore degli Anelli e l'Akallabêth, una sezione del Silmarillion, assistiamo alla salita e alla caduta del grande regno degli Uomini di Númenor e alla creazione degli Anelli di Potere a opera degli Elfi, aiutati in questa impresa da Sauron, nuovo Signore Oscuro, poi sconfitto dall'Ultima Alleanza di Uomini ed Elfi. La Terza Era è quella in cui hanno luogo gli eventi di Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit; durante essa si svolgono le vicende dei regni fondati dai Númenoreani superstiti, la missione ai danni del drago Smaug e gli episodi della Guerra dell'Anello contro il redivivo Sauron. Durante gli ultimi anni della Terza Era, a eroi Elfi, Umani e Nani di altissimo lignaggio si accostano i piccoli Hobbit della Contea, sbalzati al centro degli eventi dai fatti narrati in Lo Hobbit. Infine, nella Quarta Età, alla quale non è stata dedicata alcuna opera, ma i cui primi anni si possono trovare riassunti nelle appendici a Il Signore degli Anelli, gli Uomini prendono definitivamente le redini della Terra di Mezzo, mentre le altre razze si avviano a scomparire. Tolkien non scriverà storie ambientate nella Quarta Era del mondo, perché per lui la Terra di Mezzo perde assieme agli Elfi tutto il suo fascino e la sua bellezza.
Una forte impronta Cristiana nell'opera di Tolkien
Tolkien ha dunque scelto alcuni dei temi con cui ogni cristiano si rapporta, riuscendo tuttavia a trattarli con un elegante linguaggio alternativo:
|
|
La differenza fra speranza e disperazione è molto sottile, ma, nel libro, si coglie in maniera precisa: ciò che le divide è la Provvidenza, a cui la prima fa affidamento, a differenza ovviamente della disperazione. La provvidenza agisce continuamente, ma in maniera nascosta: Gandalf il Grigio ritorna come Gandalf il Bianco per portare a termine la sua missione; il Palantír lanciato come fosse un comune sasso e usato da Pipino diventa un vantaggio per Frodo e Sam; Gollum compie ciò che Frodo non può più con l'Unico Anello, nonostante non avesse intenzione di distruggerlo: Gollum con il suo intervento ha liberato Frodo dal potere dell'Unico Anello, mentre se non fosse stato così Frodo non sarebbe mai riuscito a gettarlo. Non è il caso che guida questi eventi, così come non lo è il fatto che ci siano degli Stregoni che, almeno inizialmente, sono giunti per aiutare i popoli liberi a combattere contro il male. Continuando questo percorso si scopre come gli umili siano i veri vincitori: non solo il piccolo e umile popolo Hobbit, ma anche i più umili di esso, come Sam.



Nel romanzo sono trattate, infine, la Morte, a cui può essere legato anche il tema del Sacrificio, la Salvezza e, attraverso riferimenti non velati, anche la tematica della risurrezione dalla morte: la prima legata all'uomo come un dono di cui nessuno conosce la natura, ma che conduce alla seconda, la salvezza, alla quale sono chiamati tutti gli esseri della Terra di Mezzo e per cui vale la pena lottare per raggiungere un mondo di pace e giustizia, privo del male. La resurrezione dalla morte avviene in Gandalf il quale, dopo lo scontro con una creatura demoniaca terribile Balrog, che riesce ad annientare e ricacciare nelle profondità della terra, ritorna alla vita per compiere la sua missione di sconfiggere il male che rischia di distruggere il mondo degli uomini.
.jpg)
Per finire, alcuni (anche se non vi è uniformità di interpretazioni sull'argomento) hanno visto nell'opera di Tolkien alcuni rimandi ad una simbologia numerica cristiana. Ad esempio, l'età alla quale gli Hobbit raggiungono la maturità è 33, come l'età di Cristo alla sua morte sulla croce; inoltre il novero degli Anelli richiamerebbe quattro tra i numeri più importanti per la cristianità, quali 1, l'unità di Dio, 3, la trinità, 7, il numero di Dio nella tradizione ebraica (il 7 è comunque un numero che ricorre spesso, nei Testi Sacri; un esempio su tutti la creazione del mondo, avvenuta in 7 giorni), e 9, considerato il numero perfetto in quanto tre volte la trinità.
Vi è anche il concetto e la simbologia del re cristiano che combatte per difendere la giustizia la verità e i deboli ! In poche parole la Monarchia Sacra e legittima come strumento della più ampia sovranità di G.Cristo .
La vittoria del Bene sul Male

Questo va molto in contrasto con la vita di Tolkien, in quanto lo scrittore partecipò alla Prima guerra mondiale come soldato ed assistette agli sviluppi della Seconda; all'interno di La realtà in trasparenza si trovano dei suoi pensieri riguardanti la Prima guerra mondiale, come «Le guerre sono sempre perdute e la guerra continua sempre».
L'esempio da seguire
Molte persone, per lo più giovani, sembrano non cogliere il vero senso del racconto di Tolkien prendendolo o come una sciocca storiella buona per bambini o per una realtà "neo pagana" alternativa. Come è chiaro leggendo ciò che ho scritto pocanzi , non è così! . Le opere di Tolkien vanno capite, ascoltate, osservate attentamente nei loro minimi particolari, comprendendone il profondo significato che non si limita ed esaurisce in un mero racconto ma si sviluppa in un complesso messaggio di redenzione.Tolkien ci ha voluto illuminare con una storia stupenda in grado di "pizzicare le corde" di molte persone. Il suo messaggio è sempre chiaro , sia leggendo Lo Hobbit che Il Signore degli Anelli. In ognuna delle due opere l'autore ci manda un messaggio volto a spronarci e a far capire al lettore che è giusto combattere per il Bene contro il Male che avvolge il Mondo. A tal proposito voglio riportare il discorso dell'umile Hobbit Sam estrapolato dal secondo capitolo della Trilogia , "Le Due Torri": "È come nelle grandi storie, padron Frodo, quelle che contano davvero, erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi sapere il finale, perchè come poteva esserci un finale allegro, come poteva il mondo tornare com'era dopo che erano successe tante cose brutte, ma alla fine è solo una cosa passeggera, quest'ombra, anche l'oscurità deve passare, arriverà un nuovo giorno, e quando il sole splenderà sarà ancora più luminoso, quelle erano le storie che ti restavano dentro, anche se eri troppo piccolo per capire il perchè, ma credo, padron Frodo, di capire ora, adesso so, la persone di quelle storie avevano molte occasioni di tornare indietro e non l'hanno fatto... andavano avanti, perchè loro erano aggrappati a qualcosa." Frodo: "Noi a cosa siamo agrappati Sam?" Sam: "C'è del buono in questo mondo, padron Frodo... è giusto combattere per questo!" Con la speranza che la maggior parte di voi colga il magnifico e reale messaggio di questa stupenda opera di Tolkien vi pongo una semplice domanda: cosa vogliamo fare del tempo concessoci su questa terra da Dio? Vogliamo rimanere immobili guardando il mondo che sprofonda nelle tenebre o vogliamo renderci degni strumenti di Dio sulla Terra combattendo e , se necessario, sacrificandoci per estirpare il Male che ci affligge? Pensateci profondamente e datevi una risposta . Ogni buona storia ha la sua morale , l'opera di Tolkien supera ogni precedente per importanza e saggezza . Scritto da: Il Presidente e fondatore dell'A.L.T.A. Amedeo Bellizzi. |