domenica 6 gennaio 2013

Il grido che nella seconda metà del 1848 da tante parti del Lombardo Veneto si levava: "un Monito All' Italia"

L'Imperial Regio Reggimento di fanteria Nr 45 in linea (Soldati arruolati nel veronese).
 
 
 
Dalla riconquistata Milano all'Impero d'Austria il Colonello Marsano scrive una poesia nel 1848 chiamata "un Monito All' Italia" :

Il soldato segue la sua bandiera, essa e' la sua Stella luminosa, Ad essa guarda con occhio morente se cade lontano dalla patria. Noi la seguimmo nella citta' dove ci ottornio' il tradimento.... Noi gettammo un ultimo sguardo ai nostri averi, ci separammo da tutto cio' Che avevamo di caro, lasciammo le donne e i bambini nelle case désolate e avvolte dal l'incendio. SEGUIMMO LA BANDIERA ! Un baluardo di ferro formato dai nostri petti fu il bastioné Che dappertutto il nemico cerco' invano di espugnare. Le armi dell'inganno, dell'astuzia, della fellonia furono invano brandite: se ci ritirammo fu per ordine del nostro Duce non perche' sconfitti. Il Vecchio capitan...o ci trasse seco e Noi fiduciosi lo seguimmo, guardando à lui Côme Stella polare ,riposando nella sua esperienza sicuri. Cinque stati esteri incuranti del diritto delle genti fecero contrô di Noi una alzata di scudi, avendo alla testa un Ré spergiuro. Ma Noi un pugno di uomini ci ponemmo di fronte à quelle schiere, assottigliandole con colpi poderosi! L'AQUILA INVITTA D'AUSTRIA svolazzava sui loro cadaveri. Noi abbiamo sofferto privazioni.... Abbiamo passato piu' di una notte agitata dallo scatenarsi delle tempeste tra il fango dei campi. Noi vedemmo molto nobile sangue arrossare le messi d'oro, ci vedemmo uccidere piu di un cavaliere da vile nascondiglio. Perche' questA non e una guerra leale dove l'occhio si figge nel l'occhio del nemico , dove uomo contro uomo si contenda, in assalto ardimentoso , la vittoria, e si possa vedere chi vale di piu'. QuestA e' invece una lotte contro assi e contro piètre che la vilta' accumula per farsene baluardo: il piombo omicida piove su di Noi senza Che si Végga donde viene. EPPURE NOI ANDAVAMO GIOIOSI ALLA CARICA PER L'IMPERATORE E PER L'ONOR DI PATRIA , fracassando imponenti barricate e trincee. In corsa vittoriasa di montagna in montagna Sotto l'ardente sferza del sole, MARCIA L'ESERCITO AUSTRIACO con il decimo Battaglione dei cacciatori alla testa.Ed ecco Sulla torre della ribelle citta' impallidire i colori sanguigni, la bandiera Tricolore si dibatte fiancamente Sotto gli artigli potenti dell'AQUILA, poi si abbassa fiaccamente mentre sale la bandiera bianca salutata da mille voci, tace il solenne corale dei cannoni. La citta' giace ai nostri piedi. Come mai potrebbe tollerare l'Esercito d'Italia Che tante fatiche siano state spese invano? E Che aVienna non comandi l'Imperatore ma una geldra di giornalisti, avvocati e studenti? A guerra finita in Italia verremo Noi Costa' a far tabula rasa!!!


Di Redazione A.L.T.A.