domenica 7 aprile 2013

Campagna militare del 1859: L'artiglieria austriaca nella campagna del 1859*


* Articolo apparso nella rivista Panoplia
 
Il Primo tenente Kleinert a MagentaIL prestigio di cui godeva l'artiglieria austriaca nel 19° secolo si fondava su tradizioni storiche solidissime.
Dopo la battaglia di Luzzara contro il maresciallo Vendôme (15 agosto 1702), il principe Eugenio di Savoia si era premurato di comunicare all'imperatore austriaco Leopoldo I: "Vostra Maestà può ben credere che non vi è al mondo una migliore artiglieria di quella di cui noi disponiamo". Questa dichiarazione, che non appare sospetta dato che non si appoggia all'entusiasmo di una vittoria certa, troverà conferma qualche decennio dopo attraverso le autorevoli parole che il grande Federico II di Prussia pronuncerà dopo la battaglia di Kolin (18 giugno 1757): "L'artiglieria austriaca, quantunque non sostenuta dal resto dell'armata, basta da sola per distruggere qualsiasi attaccante".

L'uniforme

Con la sostituzione del bianco, comune a tutto l'esercito, il colore bruno ('wolfsgrau = grigio lupo' nei testi), divenne una carattariistica del militare dell'artiglieria imperiale per volontà dell'imperatrice Maria Teresa. Di tonalità fulvo (Rehbraun) con paramani scarlatti, giubbe e tuniche saranno confezionati in panno bruno scuro (tabacco) dopo il 1837; tale colore resterà immutato fino alla fine della Prima Guerra mondiale.
A partire dal 1849 l'intera armata imperiale è sottoposta a un processo di trasformazione che, in fatto di uniformi, tende a conseguire una più ampia omogeneità tra le diverse armi, in modo da realizzare delle economie ad un bilancio militare cronicamente deficitario.
L'artigliere del 1859 indossa un'uniforme che è un ibrido tra fanteria e cavalleria. Lo sciaccò di modello generale nel 1850 sostituisce il cappello cosiddetto 'alla Corsa', tipico copricapodi tale corp per tutta la prima metà del 19° secolo. L'aquila bicipite in ottone reca tra gli artigli il numero di reggimento di metallo bianco di 11 mm di altezza (la lettera 'R' invece per il reggimento 'Racchettieri' o razzieri).
L'ordine alla 2ª Armata che opera in Italia prescrive il 'Kittel' di lino al posto della tunica in panno. Quest'ultima è riposta nello zaino in tela di traliccio grezzo annerito di modello tipico dell'artiglieria, che viene trasportato, secondo regolamento, sui carri bagagli delle batterie. Sollievo questo di cui il soldato di fanteria beneficerà solo verso la metà di giugno.
Tale tunica a doppio petto è provvista di due file di 8 bottoni in ottone (diam. 22 mm) su cui sono impressi i simboli dell'artiglieria (3 palle di cannone sovrapposte da una bocca da fuoco che s'incrocia con un proiettile da razzo). Colletto, paramani, i rigonfiamenti alle spalle e le filettature sono di colore rosso scarlatto. Fodera in calicot delo stesso colore della tunica. Il Il Kittel de lino, che ha due file di 6 bottoni d'osso bianchi, è di modello dei cacciatori, vale a dire con le rigonfiature alle spalle, ed ha sul colletto mostre (dette Paroli) di colore rosso scarlatto.
I pantaloni blu chiaro, a differenza dai pantaloni della fanteria, sono guarniti con filettature scarlatte lungo le cuciture laterali e, analogamente ai pantaloni della cavalleria, dispongono di sottopiedi. Dei pantaloni con bazzana, altezza davanti 20 cm e dietro 23, è riservato agli artiglieri conduttori.
Il cappotto grigio mischio di modello generale per truppe a piedi, per l'artiglieria dispone di una fessura posteriore (bottoni con emblema).
A tutti i militari dell'artiglieria sono distribuiti dei mezzi-stivali da cavalleria (privi di speroni per quelli che non sono montati).
In Italia l'artigliere in tenuta da campagne si distingue a fatica dal suo commilitone di fanteria: come lui porta lo sciaccò coperto da foderina e il cappotto ad armacollo dalla spalla sinistra al fianco destro, mentre il tascapane posa sul fianco opposto. Solo la mancanza delle ghette permette di riconoscere l'artigliere non montato da un fante con i colori reggimentali rossi.
Al 'Vormeister' che riveste il grado di sotto-caporale (cordoncino nero sullo sciaccò e stella in panno bianco sui due angoli del colletto di tunica e Kittel) e non è montato, spetta puntare il pezzo. A lui è affidato l'alzo del pezzo che porta, quando non è montato, sospeso ad un cordoncino di lana rossa.
Per preservare l'uniforme, il personale montato porta su tunica e pantaloni a bazzana una seconda tenuta composta da spencer senza falde, in panno del colore della tunica, chiuso sul davanti da una fila di 8 bottoni e da un copricalzoni grigio da cavalleria, privo di bazzana, che si abbottona lateralmente tramite 15 bottoni d'osso anneriti.
Tutti gli artiglieri non montati portano al fianco sinistro la sciabola da sottufficiali da fanteria appesa ad una tracolla di modello da tamburino in cuoio bianco. Davanti alla tracolla il 'Vormeister' porta l'attributo del suo grado, cioè una bocca da fuoco in ottone rappresentante il pezzo da 12 libbre, lunghezza 10 cm, per i 12 reggimenti di artiglieria da campagna e granata per il reggimento dei 'Racchettieri'; la granata è presente anche sulla tracolla dei serventi del pezzo lanciarazzi.
I sottufficiali montati ed i cannonieri conduttori portano la sciabola della cavalleria leggera appesa al cinturone affibbiato sotto la tunica.
Ai sottufficiali armati di pistola da cavalleria modello 1850 è distribuito l'equipaggiamento previsto per tale armamento (modello dei dragoni): giberna en cuoio annerito et porta-giberna in cuoio bianco a cui è appesa la bacchetta della pistola.
Nel reggimento 'Racchettieri' i 'Vormeister' ed i serventi lanciarazzi sono equipaggiati cona la giberna della fanteria di linea.
Inoltre, all'artiglieria sono distribuiti il berretto da fatica (berretto d'accampamento) blu chiaro filettato di rosso scarlatto, un gilet del colore della tunica et, per i non montati, pantaloni di lino bianco per il servizio nei quartieri (quest'ultimo non previsto per le truppe a piedi).

Il materiale

A metà 800 le bocche da fuoco ad anima liscia sono praticamente le stesse del 18° secolo. E' vero che il vecchio materiale stava per essere sostituito dal sistema cosiddetto 'da progetto' che, tra l'altro, introduceva assali di ferro al posto di quelli di legno ed una careggiata più larga che assicurava una maggiore stabilità, ma le bocche da fuoco di bronzo rimanevano pur sempre ad anima liscia.
Nel 1859, tuttavia, il vecchio materiale di artiglieria non ebbe molto a soffrire della maggiore portata dei cannoni rigati francesi sistema La Hitte. Il terreno rotto, con limitata visibilità, dove per lo più avvennero gli scontri a fuoco, favorì più l'impiego delle batterie di 'brigata' (sei cannoni e due obici) frazionate spesso in mezze batterie o più frequentemente in sezioni da due pezzi. In tal modo, il semplice artigliere ebbe modo di distinguersi nel corso della guerra.
Ad ogni scontro sistematicamente travolta dagli alleati franco-piemontesi, la fanteria austriaca venne salvata dal disastro più di qualche volta dalla propria artiglieria. A Montebello, Magenta, Solferino, le tradizioni che imponevano di combattere in prima linea 'guardando il nemico negli occhi' furono rispettate a tal punto che a tre ufficiali di artiglieria venne concesso l'ambitissimo Ordine di Maria Teresa. A Magenta, contro i granatieri della Guardia, i serventi dell'obice del primo tenente Kleinert si impegnano freddamente a dirigere un fuoco micidiale su un nemico giunto ormai a pochi metri di distanza. "Guardate un po' come volano in aria i berrettoni" esclama il puntatore osservando l'effetto dei colpi andati a segno...
A Solferino la batteria Neubauer si trova talmente minacciata che i pezzi collocati alle ali sono costretti a girarsi sui fianchi per contenere gli assalitori ormai giunti a ridosso. In merito all'annientamento della brigata Szabo a Palestro, la 7ª batteria del 7° reggimento ebbe la cattiva sorte di trovarsi dinanzi a sé il 3° reggimento zuavi francese... Il suo comandante, capitano Hausenblas, preso il cammino della prigionia, riferì i commenti del generale Canrobert in merito all'incompetenza dei generali austriaci a Palestro: "Ma signori, cosa vi è saltato in mente di attaccarci proprio oggi? Non sapevate che l'armata francese si è riunita qui con quella piemontese? Decisamente siete stati guidati malissimo".

COMPOSIZIONE DI UN REGGIMENTO DI ARTIGLIERIA DA CAMPAGNA SUL PIEDE DI GUERRA
 
4 batterie a piedi da 6 libbre (da N° 1 a N° 4):
6 cannoni e 2 obici corti da 7 libbre
4 ufficiali, 174 soldati, 118 cavalli, 23 carri
3 batterie a piedi da 12 libbre (da N° 5 a N° 7):
6 cannoni e 2 obici lunghi da 7 libbre
4 ufficiali, 207 soldati, 139 cavalli, 24 carri
5 batterie a cavallo da 6 libbre (da N° 8 a N° 12):
6 cannoni e 2 obici corti da 7 libbre
4 ufficiali, 196 soldati, 164 cavalli, 33 carri
In guerra: batteria a cavallo N° 13, batteria obici lunghi da 7 libbre N° 14
REGGIMENTO RACCHETTIERI (RAZZIERI)
18 batterie da 6 libbre (da N° 1 a N° 18)
8 apparecchi lanciarazzi su cavalletto
4 ufficiali, 151 soldati, 122 cavalli, 24 carri
In guerra: 2 nuove batterie N° 19 e 20


Di Redazione A.L.T.A.

Fonte:

http://ilterzonano.altervista.org/