venerdì 12 aprile 2013

Organizzazione delle cavalleria nell'Imperial-Regio Esercito Asburgico dopo la campagna militare del 1859: Formazioni volontarie ungheresi


I volontari Jazigi e Kumani ("Jazygier und Kumanier")




Tav XI - Ussari Jazygi e KumaniIl reggimento volontari di cavalleria ungherese "Jazyzier und Kumanier" era stato costituito a Jaszbereny il 10 maggio 1859 su 4 squadroni (cioè 2 divisioni) con l'uniforme tipica dei volontari ungheresi (cappello tondo con penne bianche, alamari bianchi per la truppa, dorati per gli ufficiali, paroli blu sul colletto).

 

Finita la guerra e sciolti i reggimenti di volontari, il 10 settembre 1859 il reggimento entrò nell'armata regolare ricevendo col N° 13 la numerazione progressiva dei reggimenti ussari e mantenendo la denominazione dei volontari "Jazyzier und Kumanier".

In esso vennero incorporate le divisioni di volontari di Kecskemet e di Arad, formatesi anch'esse in occasione della guerra del 1859, che stavano per smobilitare.

               divisione "Jazyzier und Kumanier"

                   divisione di Kecskemet

               divisione "Jazyzier und Kumanier"

                   divisione di Arad

 

Allo scopo di contribuire a risolvere la grave crisi che la guerra del 1859 aveva causato alle finanze statali, l'imperatore, nei primi giorni del 1860, introdusse una serie di drastici provvedimenti che coinvolsero massicciamente l'esercito in tutte le sue istituzioni. Unici ad incrementare la loro forza, i reggimenti della cavalleria volontaria accolsero nei loro ranghi i migliori elementi delle formazioni di cavalleria che erano state sciolte.

Il reggimento assunse il nome di: "Reggimento ussari volontari Jazyzier und Kumanier N° 1" (Jazyzier und Kumanier Freiwilligen Uszaren Regiment Nr. 1) e incrementò la sua forza a 4 divisioni, con un afflusso di personale proveniente dalle quarte divisioni, ridotte a squadroni, dei reggimenti ussari N° 5, 8, 9 e 12.

               divisione, squadroni 1° e 2° "Jazyzier und Kumanier"

               divisione, squadroni 3° e 4° "Jazyzier und Kumanier"

               divisione, squadroni 5° e 6° (ex rgt. N° 5 e 8)

               divisione, squadroni 7° e 8° (ex rgt. N° 9 e 12)

A questi si aggiunsero 8 caporali e 40 ussari provenienti per metà dal reggimento N° 1 e per metà dal N° 2.

In questo periodo venne introdotto come copricapo la "Kutsma" in pelle di agnello nera.

 

Nel 1861 il generale di cavalleria principe Friedrich Liechtenstein venne nominato proprietario del reggimento (1861-1885), che tuttavia continuò ad essere chiamato anche reggimento "Jazyzier und Kumanier"

 

Nel 1862 il reggimento fu inquadrato di nuovo nell'armata regolare ricevendo lo stesso N° 13 di qualche anno prima e riducendo a tre il numero di divisioni.

 

Nel 1863 la "Kutsma" venne data in dotazione a tutti gli altri reggimenti ussari. Il N° 13 ebbe la saccoccia di colore distintivo bianco.

 

I volontari di Zala-Egerszeg, di Debreczin e gli Hajducki

Analoga evoluzione ebbe il reggimento ussari N° 14 (reggimento ussari volontari N° 2), formatosi dall'unione delle divisioni volontarie regionali. A ingrossare le sue file andò il personale delle quarte divisioni sciolte dei reggimenti ussari N° 3, 4, 6 e 10, con un apporto di 8 caporali e 40 ussari dai due reggimenti N° 7 e 11.

Come colonnello proprietario venne nominato nel 1861 il luogotenente feldmaresciallo di campo conte Moriz Pálffy ab Erdöd.

 

Uniforme

Nel 1859 i volontari di Debreczin e gli Hajducki indossavano Attila e pelliccia verde foderata di rosso, di taglio come agli ussari, con alamari bianchi per la truppa, dorati per gli ufficiali e passamanerie per quest'ultimi; olive bianche, sul colletto un paroli blu; cappello rotondo come la fanteria però con penna bianca; calzoni rossi. Il resto come gli ussari regolari.

Quelli di Zala-Egerszeg vestivano in maniera analoga ai volontari di Debreczin.

 

Nel 1860 il reggimento era abbigliato con la "Kutsma" (con saccoccia garanza nel 1863), l'Attila blu chiaro, i calzoni aderenti rosso garanza e le olive gialle.


Fonte:

http://ilterzonano.altervista.org/


Scritto da:

Redazione A.L.T.A.