Da sinistra: Bandiera del Ducato di Parma , Piacenza e Stati annessi; Bandiera del Ducato di Modena e Reggio; Bandiera del Granducato di Toscana.
Introduzione
Il Trattato di Firenze del 28 novembre 1844 fu un accordo "segreto" stipulato tra i governi del Granducato di Toscana, del Ducato di Modena e Reggio e del Ducato di Parma e Piacenza. Scopo del trattato era quello di attuare alcune disposizioni e compensazioni territoriali previste dal Congresso di Vienna del 1815 e definire i confini tra i tre stati nell'area della Lunigiana e della Garfagnana, dove erano ancora presenti confini frazionati e varie enclaves.
Confini territoriali tra il Ducato di Parma, Ducato di Modena e Granducato di Toscana al momento del Trattato di Firenze.
Premesse
Il Congresso di Vienna e quello parigino del 1817 stabilirono l'assegnazione in vitalizio del Ducato di Parma a Maria Luigia d'Austria, seconda moglie di Napoleone e zia di Francesco V, Duca di Modena dal 1846. Con la morte della duchessa, gli Stati parmensi sarebbero tornati ai legittimi sovrani: i Borbone-Parma, che nel frattempo erano stati nominati duchi di Lucca ed avevano preso possesso del territorio della ex Repubblica Aristocratica, sciolta da Napoleone nel giugno 1805. Con la morte di Maria Luigia ed il ritorno dei Borbone a Parma, il Ducato di Lucca sarebbe stato tripartito tra il Ducato di Parma, Ducato di Modena e il Granducato di Toscana.
Maria Luigia d'Asburgo-Lorena in una foto scattata nel 1847.
Francesco V d'Asburgo-Este , Duca di Modena dal 1846 al 1875.
La firma del Trattato e i cambiamenti rispetto a Vienna e Parigi
Dopo lunghe trattative a Firenze, il 28 novembre 1844, i rappresentanti dei governi toscano, modenese e parmense alla presenza dell'ambasciatore sabaudo e di quello asburgico decisero di apportare dei cambiamenti rispetto a quanto deciso a Vienna e Parigi quasi 30 anni prima. Se da un lato si ribadivano le cessioni che il Granducato di Toscana avrebbe dovuto fare a vantaggio del Ducato di Modena e Reggio al momento dell'annessione del Ducato di Lucca, ossia il Vicariato di Fivizzano e le quattro enclaves lucchesi di Gallicano, Minucciano, Montignoso del Lago di Porta; con la firma del Trattato i modenesi rinunciarono all'annessione dei Vicariati di Pietrasanta (comprendente anche Forte dei Marmi e la Versilia) e di Barga, anch'essa prevista dal Congresso di Vienna . Sempre in Firenze, in cambio della rinuncia modenese a Pietrasanta e Barga, si decise che il Granducato di Toscana avrebbe dovuto cedere Pontremoli e l'alta Lunigiana agli Stati parmensi, che a loro volta avrebbero ceduto i territori del Ducato di Guastalla (Guastalla, Luzzara e Reggiolo) a Modena .
Inoltre le clausole del trattato prevedevano che i due ducati emiliani, per delineare le loro frontiere, si sarebbero scambiati vicendevolmente alcune fasce di territorio lungo il fiume Enza, futuro confine: parti del brescellese (Coenzo a Mane, Lentigione, Sorbolo a Mane), Poviglio, Gattatico, parte dell' attuale comune di Canossa (Ciano, i castelli di Canossa e di Rossena, Borzano d'Enza, Compiano, Gombio, Roncaglio) e parte della Valle dei Cavalieri (Succiso, Miscoso, Cecciola, Lugolo, Castagneto, Poviglio, Storlo, Pieve S. Vincenzo, Temporia e Cereggio) andavano a Modena, mentre Scurano e Bazzano venivano annessi agli Stati parmensi.
Confini territoriali tra il Ducato di Parma, Ducato di Modena e Granducato di Toscana dal 1847.
La minaccia liberale a Lucca e la presunta "guerra sfiorata" tra Modena e Toscana
Nel settembre 1847 avvennero a Lucca alcuni tumulti liberal-settari per chiedere al Duca Carlo Lodovico riforme liberali che nella confinante Toscana erano già state concesse dal fin troppo mite Granduca Leopoldo II ; dopo un iniziale rifiuto il Duca concesse alcune richieste ma poi, non poté reggere alla pressione dispotiche dei liberali e partì per Modena, da dove trasformò il Consiglio di Stato in un Consiglio di Reggenza. Il 9 ottobre 1847 abdicò in favore del Granduca di Toscana, il quale lo ricompensò con un'onerosa rendita annuale fino a che non avesse preso possesso del suo legittimo Stato, il Ducato di Parma .
Carlo Lodovico (Carlo II di Parma)
L'attuazione del Trattato non fu facile come i tre sovrani si aspettavano, data la reazione delle sette nei territori interessati. A Lucca, gli sgherri della setta si misero a gridare di essere stati oggetto di mercato ma le proteste si calmarono presto, grazie alla non curanza da parte del popolo delle farneticazioni che i soliti facinorosi volevano usare come motivo scatenante di disordini: è vero anche che in piccola parte la situazione si calmò per la classica politica conciliante del Granduca Leopoldo II. Andarono diversamente le cose a Pontremoli e Fivizzano, dove la setta non accettò di buon grado il passaggio dal mite e bonario governo lorenese a quelli molto più severi nei loro confronti dei Borbone di Parma e degli Asburgo-Este. Il comune di Pontremoli , dove il partito liberale aveva preso il sopravvento, protestò contro la cessione a Parma e mandò una delegazione al Granduca; gruppi di sgherri prezzolati dalle logge minacciò persino di dare fuoco all'abitato seguendo l'esempio dei moscoviti nel 1812.
Granduca Leopoldo II di Toscana.
Nello stesso tempo, le truppe modenesi entrate a Fivizzano dovettero subito sedare una piccola insurrezione settaria, facendo un morto e alcuni feriti tra i rivoluzionari. Di fronte a questi eventi, in Toscana, dove i liberali avevano preso piede facilmente , si arrivò persino a chiedere che il Granduca dichiarasse guerra ai due stati vicini: Leopoldo II, per evitare un conflitto inutile e che non voleva assolutamente, e cercare allo stesso di mantenere i territori secondo i legittimi trattati, fu spinto a proporre un forte compenso in denaro ai due sovrani affinché rinunciassero alle annessioni, proposta inizialmente accettata dal Duca di Parma ma non da quello di Modena. Alla fine, l'esecuzione delle clausole del trattato fu effettuata grazie all'azione diplomatica asburgica , e le truppe parmensi e modenesi poterono finalmente riportare l'ordine nei territori legittimamente ceduti dalla Toscana.
Territori del Ducato di Parma dal 1847
Territorio del Ducato di Modena dal 1847
Territori del Granducato di Toscana dal 1847
Riassunto:
Trattato di Firenze | |
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Il confine sull' Enza e nella Bassa Reggiana tra i due ducati conseguente l'attuazione del trattato (1848)
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Data | 28 novembre 1844, effettivo dal 11 dicembre 1847 |
Luogo | Firenze, Granducato di Toscana |
Esito | Alla morte di Maria Luigia d'Austria, le clausole del Trattato prevedevano:
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Parti contraenti | |
Fonte:
Modena
Vita di Francesco V di Modena (Conte Bayard de Volo)
Claudio Maria Goldoni. Atlante Estense. Mille anni nella storia d' Europa. Edizioni Artestampa, 2010.
Scritto da:
Redazione A.L.T.A.