venerdì 26 aprile 2013

Il fondamentalismo ebraico nelle tenebre del Medioevo. La sconcertante rivelazione di Ariel Toaff: il mito dei sacrifici umani non è solo una menzogna antisemita

L’omicidio rituale del piccolo Simonino da Trento
 
 
Trento, 23 marzo 1475. Vigilia di Pesach, la Pasqua ebraica. Nell’ abitazione-sinagoga di un israelita di origine tedesca, il prestatore di denaro Samuele da Norimberga, viene rinvenuto il corpo martoriato di un bimbo cristiano: Simonino, due anni, figlio di un modesto conciapelli. La città è sotto choc. Unica consolazione, l’indagine procede spedita. Secondo gli inquirenti, hanno partecipato al rapimento e all’uccisione del putto gli uomini più in vista della comunità ebraica locale, coinvolgendo poi anche le donne in un macabro rituale di crocifissione e di oltraggio del cadavere.
(Il Corriere della Sera,06/02/2007)
Il professor Ariel Toaff non ha esitazioni: «Il caso del Simonino va riaperto, perché c’è ragione di ritenere verosimile l’infanticidio rituale. Dopo otto anni di ricerche, ritengo di aver dimostrato che quella di Trento è una delle rare vicende che non si possono liquidare semplicemente come frutto delle diffuse calunnie antisemite». La tesi è frutto di una ricerca storica sfociata nel volume «Pasque di sangue. Ebrei d’Europa e omicidi rituali» atteso oggi in libreria, che prima ancora di uscire ha suscitato reazioni di segno contrastante, compresa una protesta della comunità ebraica italiana cui appartiene lo stesso autore (è figlio del rabbino capo emerito di Roma Elio Toaff ndr), che è anche docente universitario di storia in Israele.
(L’Adige, 08/02/2007)
Questo libro affronta uno dei temi più controversi nella storia degli ebrei d’Europa, da sempre cavallo di battaglia dell’antisemitismo: l’accusa, rivolta per secoli agli ebrei, di rapire e uccidere bambini cristiani per utilizzarne il sangue nei riti della Pasqua (il famoso “omicidio rituale”).<…> Il caso più famoso accadde nel 1475 a Trento, dove numerosi ebrei della comunità locale furono accusati e condannati per la morte del piccolo Simonino, che la Chiesa ha poi venerato come beato fino a pochi decenni fa.
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<…> Non è la prima volta che su di lui vengono esercitate pressioni. Ad esempio quando ha espresso le sue perplessità, che condivido, circa la legge sul carcere per i negazionisti, è stato poi indotto a ritrattare». Poi denuncia di avere ricevuto già qualche telefonata minatoria e rivela: «Sto cercando di mettermi in contatto con mio padre (Elio Toaff ndr), ma invano. Non mi ci fanno parlare. Né posso andare a casa sua: il quartiere ebraico in questo momento non sarebbe sicuro per me. Preferisco non parlare delle minacce che ho ricevuto.
(EFFEDIEFFE.com Giornale Online | Direttore Maurizio Blondet – Home, 10/02/2007)
Ariel Toaff ha chiesto alla casa editrice «Il Mulino» di bloccare la pubblicazione del libro «Pasqua di sangue». In un comunicato diffuso dall’università Bar Ilan di Tel Aviv, lo storico si è scusato con «tutti coloro che sono stati offesi dagli articoli e dai fatti distorti attribuiti a me e al mio libro». Nel comunicato – riprodotto dall’edizione elettronica Ynet del quotidiano Yediot Ahronot – Toaff, docente di storia della Bar Ilan, ha spiegato di volere «rielaborare quei passaggi che hanno dato spunto ad alcune distorsioni».
(Il Corriere della Sera, 15/02/2007)
Commento:
Questo fatto dimostra chiaramente la parzialità e la forte pregiudizialità di molta ricerca storica contemporanea. Per la prima volta un ebreo ha il coraggio di scrivere su di una verità che i non ebrei non sono più liberi di indagare: chiunque avesse scritto un libro del genere sarebbe stato immediatamente accusato dagli storici “seri” di nazismo e antisemitismo, per non parlare delle conseguenze penali dovute alla famigerata legge Mastella. Ipocrisia e pregiudizi generalizzati non permettono di affrontare con serenità tematiche certamente scomode al potere che costantemente dipinge il popolo ebraico come vittima privilegiata di questo mondo. Nessun popolo è tutelato dalle leggi italiane ed internazionali come loro, per non parlare del politically correct diffuso che permette di insultare islamici e cristiani ma produce sguardi torvi ed imbarazzo generale quando si tocca l’argomento popolo “eletto”. Ben venga dunque Ariel Toaff che, al di là delle differenze che ci separano, dimostra al mondo che la verità storica (soprattutto quella dell’ultimo secolo) è ancora molto lontana dall’essere afferrata. La ricerca della verità necessita l’abbandono di ogni preconcetto e l’adesione totale ai risultati della ricerca stessa anche se scomodi ed imprevisti. Già troppi storici, tra cui il famoso David Irving, hanno pagato in termini di libertà e di carriera per i loro documentati studi. Temo però che queste considerazioni rimarranno chimere. Figuratevi che mettere in discussione l’olocausto con serie ricerche storiche potrebbe portare un uomo in prigione per molti anni! Ma lo sapevate che il genocidio dei cristiani armeni del 1915 non è riconosciuto come realmente avvenuto da alcuni stati tra cui Israele, Turchia e USA? Improvvisamente però Ariel Toaff ha deciso di sospendere la pubblicazione del suo libro e di “rielaborarne alcuni passaggi”. Forse 8 anni di ricerche non sono bastati per raggiungere una solida certezza dell’evento storico, forse ha scoperto di avere infastidito il potere da cui dipende o più semplicemente le minacce a cui è stato soggetto si sono concretizzate in qualcosa di ulteriore…


Fonte:

http://www.cinghialecorazzato.info/