Durante la Rivoluzione francese, ì'arcidiocesi di Cambrai (i cui confini erano diversi da quelli attuali) ha vissuto giorni drammatici. La regione, fortemente impregnata di cattolicesimo, era considerata «una delle più belle diocesi della cristianità». Il nord della Francia fu esposto ad una persecuzione particolarmente violenta. La sua posizione di frontiera ne fece un campo di battaglia tra le truppe rivoluzionarie e quelle della coalizione che si era costituita contro la Francia. Dal 1792 al 1800 la persecuzione non cessò. Lo scontro tra i sacerdoti costituzionali e i sacerdoti che si erano rifiutati di giurare o refrattari, fedeli a Roma, cominciò il 30 mar. 1791, con l'erezione della chiesa costituzionale nel dipartimento. La dichiarazione di guerra della Francia all'Austria nell'apr. 1792 accentuò il malessere, che crebbe con i primi scacchi delle truppe rivoluzionarie. Il primo assassinio di un sacerdote ebbe luogo il 29 apr. 1792 nella persona di Filippo Saladin, curato della parrocchia della Maddalena a Lilla, che era considerato uno dei rappresentanti più qualificati del clero refrattario. Era gran decano di Lilla. Un anno dopo, nel mar. 1793, il Terrore cominciò a organizzarsi, e nel corso dell'estate divenne violento: l'8 lug. un canonico regolare di S. Agostino, Alessandro Baldovino Nisse è giustiziato a Lilla e l'8 sett. il sac. Martino Giuseppe Dezitter è fucilato a Bergues. Nei primi mesi del 1794, Giuseppe Lebon, un ex oratoriano, impone un terrore sanguinoso nella regione di Cambrai. Le sue vittime sono di tutte le età e di tutte le condizioni: molte sono ghigliottinate per motivi religiosi. La sua azione è così capillare che alla fine del 1794 ogni pratica religiosa sembra estinta. Lebon resta il prototipo dei persecutori. Tra le vittime, cinque sacerdoti giustiziati a Cambrai sono considerati martiri: il 14 magg. 1794, Francesco Domenico Tranchant, prete; 2 giu., Natale Fiorenzo Maillet, cistercense; 5 giu. Pietro Giuseppe Peugniez, minore conventuale; 21 giu., Luigi Giuseppe Willerez e Giovanni Francesco Jessus, recolletti. Prosegui la sua attività di terrore fino a quando fu lui stesso giustiziato il 16 ott. 1795. Nel mezzo di tanti crimini, il 9 termidoro dell'anno II (27 lug. 1794) è generalmente considerato come la fine del Terrore. In realtà esso si perpetuò in numerose regioni fino al colpo di Stato del 18 brumaio (9 nov. 1799). Vi furono anche delle vittime all'inizio del Consolato. A Valenciennes vi fu una vera ecatombe dopo la ripresa della città da parte dei francesi. La repressione fu affidata a un convenzionale, Giovanni Battista Lacoste, uno dei terroristi più feroci che si incontrano nel corso della rivoluzione. Fu anzi l'agente di un nuovo terrore: dal 21 ago., lo organizzò metodicamente. I massacri che ordinò furono scaglionati senza interruzione dal 14 ott. al 19 nov. Tra le vittime di Lacoste figura il rev. Gosseau, che è in testa alla lista dei preti e religiosi il cui nome è stato preso in esame per il processo di beatificazione.
Il Gosseau nacque a Valenciennes (diocesi di Cambrai) e vi fu ordinato sacerdote nel sett. 1767; fu viceparroco a Saint-Nicolas di Valenciennes (dal 17 magg. 1769); canonico di Saint-Géry (dal 30 magg. 1776); aurato della parrocchia (dal 16 magg. 1781) ed esaminatore del distretto di Valenciennes (dal 1782). L'arcivescovo di Cambrai lo aveva in grande stima per la sua capacità, il suo zelo e la sua purezza di vita. H 6 mar. 1791 fu denunciato per aver esposto pubblicamente la sua recriminazione contro la Costituzione civile del clero. Il 3 ago. dovette abbandonare la chiesa, che fu demolita. Fu costretto ad emigrare in Belgio. Tornò poi a Valenciennes quando la città fu occupata dagli austriaci, ma vi fu arrestato quando le truppe rivoluzionarie la ripresero (sett. 1794). Fu quindi portato dinanzi alla Commissione militare che lo condannò a morte il 15 ott. 1794.
Nello stesso periodo, alcune religiose erano braccate da Lebon e Lacoste con feroce vigore. Quattro Figlie della Carità di S. Vincenzo de Paoli, di Arras, furono giustiziate a Cambrai il 26 giu. 1794; 11 orsoline di Valenciennes, furono giustiziate in due gruppi, il 17 e il 23 ott. dello stesso anno. Le une e le altre sono state beatificate da Benedetto XV il 13 giu. 1920.
Ecco la lista dei preti e religiosi che furono martirizzati: a Valenciennes il 14 ott. 1794: Giovanni Francesco Godez, cappuccino; Giacomo Michele Larivière, benedettino e Umberto Giuseppe Pavot, agostiniano recolletto; il 16 ott., Noemi Francesco Bettremieux, agostiniano recolletto, Pietro Crisogono Honoré, certosino, Pier Francesco Guiot, agostiniano recolletto, Gian Francesco Lecoutre, certosino, Antonio Francesco Le-doux, certosino, Tommaso Giuseppe Libert, prete e Luigi Giuseppe Selosse, benedettino; il 17 ott., Filippo Luigi Caniot, prete, Carlo M. Vienne, prete e Luca Antonio Pannier, prete; il 19 ott., Bernardo Francesco Dubois, certosino, Giacomo Giuseppe Mabille, prete, Giovanni Giuseppe Malaquin, prete, Pietro Giuseppe Ochin, premonstratense, Pietro Giuseppe Pontois, prete e Andrea Ignazio Gosseau, prete; il 23 ott., Pietro Brulé, prete, Pietro Giuseppe Druet, prete, Antonio Giuseppe Saudeur, cappuccino e G.B. Laisney, prete; il 27 ott., G.B. Giuseppe Breuvart, prete, Carlo Giuseppe Brisson, prete, Pietro Antonino Hanequand, prete, Teodoro Lecerf, prete, Giacomo Francesco Preux, prete e Luigi Alessandro Richez, prete; il 6 nov., Alberto Ansart, cappuccino, G.B. Giuseppe Danjou, prete, Carlo Léveque, agostiniano recolletto, Pasquale Lanciaux, prete e Francesco Emanuele Huvelle, prete; il 14 nov., Clemente Casimiro Delahaye, recolletto, Pietro Elia Duconseil, prete e Augusto Giuseppe Largillière, prete. Questa ecatombe, prottrattasi per così lungo tempo, non riuscì tuttavia a portare a termine l'opera di distruzione del cattolicesimo nella regione. Essa avrà ancora qualche seguito di martiri: a Douai cadranno, il 25 ott. 1797, Nicola Giuseppe Lempereur, benedettino e il 27 genn. 1799, Luigi Giuseppe Hauwel.
Il ricordo di questi martiri non è mai venuto meno nella diocesi. Nel 1842, il card. Pietro Giraud, arcivescovo di Cambrai, ordinò di riunire una documentazione sui preti assassinati sul territorio della sua arcidiocesi durante la rivoluzione. Il processo ordinario per 47 di loro fu aperto a Cambrai il 6 apr. 1909. Fu chiuso il 30 mar. 1920. Il processo fu portato a Roma e qui avviato regolarmente l'8 lug. 1922. Il 27 giu. 1929 fu nominato un ponente nella persona del card. Lépicier. Quando fu creata la sezione storica della S. Congregazione dei Riti (6 febb. 1930), il fascicolo vi fu trasferito alla fine del 1931. Il 19 magg. 1939 fu emesso il decreto sugli scritti. La Seconda Guerra mondiale interruppe le ricerche storiche che erano state iniziate secondo il desiderio della S. Congregazione. Il 10 genn. 1947 fu dato nuovo impulso alla causa con la nomina a postula-tore di mons. Renato Fontenelle, canonico di S. Pietro. Quando i documenti indispensabili furono tutti raccolti, l'esame fu affidato a mons. Frutaz della sezione storica della Congregazione. Nel 1956 fu stampata la Positio. Da questa data, l'arcivescovo di Cambrai non ha proseguito l'istruzione della causa, la quale attende ancora la sua introduzione e la decisione romana sui 47 martiri e servi di Dio.
Autore:
Raymond Darricau
Fonte:
(http://www.santiebeati.it/)