
di      Autori Vari      1
      
 
      
      
 
 
 
      
      
 
 
      
      
      
II
L'AZIONE GIUDAICO-MASSONICA
AL CONCILIO
 
 
 
 
 
 
 
      
      
 
 
      
 
 
      
      
 
 
      
 
 
 
 

| 
Durante il     Concilio Vaticano II, soprattutto in previsione della ratifica     del Decreto Nostra Ætate, un documento dedicato ai     rapporti con l'ebraismo e con le altre religioni non-cristiane,     un'équipe di sacerdoti messicani, guidata dal gesuita     Padre Joaquín Sáenz y Arriaga, iniziò a distribuire ai Padri     conciliari alcuni documenti, uno dei quali è lo scritto raccolto     in questo opuscolo. Lo scopo era di mettere al corrente la     Gerarchia riunita in Concilio degli incontri segreti intercorsi     tra il Cardinale Augustin Bea, presidente del Segretariato     dell'Unità dei Cristiani, e i suoi collaboratori, e alcune     potentissime lobby ebraiche come il B'nai B'rith o     il Congresso Mondiale Ebraico. Obiettivo di questi accordi     segreti era la rimozione di ogni responsabilità ebraica nella     Passione e morte di Nostro Signore Gesù Cristo... | 
I
PREFAZIONE
Mentre a Roma si apriva il      Concilio Ecumenico Vaticano I (1869-1870), lo stesso giorno      (8 dicembre 1869), Giuseppe Ricciardi (1808-1882)      apriva a Napoli un «anticoncilio» massonico, cui      aderirono illustri uomini di mondo e di cultura d'Europa; vi      era anche Giuseppe Garibaldi (1807-1882),      anticlericale per eccellenza! A. S. Morin      inviò una lettera nella quale auspicava che «l'infame      papato cesserà d'insudiciare la nobile terra d'Italia»,       indicando come méte dell’Assemblea anticonciliare «la      libertà di discussione, di riunione, di stampa e di culto»,       in contrapposizione all'idea cattolica che «la libertà      non appartiene che alla verità e che l'errore non      ha alcun diritto». Giuseppe Garibaldi, Gran Maestro      Onorario del Grand'Oriente di Firenze 2,      inviò due lettere nelle quali malediceva «le turpi menzogne» del Vaticano. Il 16 dicembre      1869, si giunse ad una dichiarazione di principî riguardante      soprattutto quattro punti fondamentali: l'autonomia dello      Stato dalla religione, la conseguente abolizione di ogni      Chiesa di Stato, il distacco dell'istruzione da ogni      intervento religioso, e infine l'indipendenza della morale      dalla religione. Se osserviamo attentamente tali propositi,      scopriamo con sommo rammarico e orrore che il programma      massonico è stato compiuto e completato attraverso il Nuovo      Concordato tra Stato e Chiesa (ratificato il 18 febbraio      1984), tramite i due autorevoli firmatari Craxi-Casaroli.      Ciò dimostra in modo incontrovertibile, che essi, o erano      affiliati alla Massoneria (ed è quanto sembra), oppure      condividono idee e principî sostenuti da centinaia di anni      dagli alti esponenti mondiali della Massoneria e      dell'ebraismo. Il canonico apostata Paul Roca      3 disse: «Un'immolazione si      prepara che espierà solennemente [...]. Il papato      soccomberà: esso morirà sotto il coltello sacro che      forgeranno i Padri dell'ultimo Concilio. Il Cesare      Papale è un'Ostia coronata per il sacrificio»      4. Su Roca scrive Padre Vittorio      De Bernardi s.j.: «A mettere in moto      l'orientamento sinarchico in seno alla Chiesa si è      affaticato, in Francia, Padre Roca. Ordinato prete nel 1858      e canonico nel 1869, in Spagna era venuto a contatto con le      correnti del messianismo gnostico proveniente dagli Stati      Uniti, dalla Svizzera e dall'Italia. Frequentò le alte sfere      della Massoneria e strinse rapporti con i maghi Stanislas      de Guaita 5 e Papus 6, fondatore      dell'Ordine Martinista (legato alla Kabbalah), ma      soprattutto col Saint-Yves d'Alveydre      7, di cui sviluppò la visione      religiosa in riferimento alla Chiesa cattolica. Versatissimo      in occultismo, sedusse giovani e alcuni ecclesiastici alle      sue dottrine.
|  |  |  | 
| Giuseppe Ricciardi | Stanislas de Guaita | Saint-Yves d'Alveydre | 
Per l'avvento della Chiesa Sinarchica -       secondo Paul Roca - bisognava condurre un certo numero di      sacerdoti ad una concezione diversa dei dogmi,      indottrinandoli sui seguenti concetti: superiorità della      Gnosi (dal greco gnôsis, ossia "conoscenza") sulla fede,      connubio tra Chiesa e occultismo, ritorno ad un Vangelo più      puro al di là delle contaminazioni indotte dal Papato. La      sua dottrina contiene in germe tutti i motivi che sarebbero      stati sviluppati dal modernismo e dalla contestazione      postconciliare, che del modernismo coglie tutti i frutti      maturi. Eccoli: revisione dei dogmi in funzione del      progresso universale; essi sono "cosa vivente come il mondo,      come l'uomo e come ogni essere organico" e "seguono la      marcia della Storia". Abdicazione del Papato e del      sacerdozio tradizionale di fronte ai preti dell'avvenire;      anche la Curia romana, colpevole di avere messo a morte il      cristianesimo, "per quanto ben sigillata sia la pietra      tombale (del cristianesimo) e per quanto sia ben custodita      dai Centurioni Rossi (i Cardinali), sarà rimossa dall'Angelo      della Resurrezione, cioè dalla forza vivente dell'Evoluzione      e della Redenzione" 8.
- Tra gli ecclesiastici si      formeranno due correnti: quelli progressisti e quelli      tradizionalisti, fedeli al Papa 9;
- Sconvolgimento della      liturgia e dei sacramenti: essi non sono che simboli;
- Soppressione della      veste talare;
- Matrimonio dei preti,      dal momento che Cristo e il mondo si identificano.
I veri preti dell'avvenire      batteranno le fatiche del ministero pastorale con la      competizione economica e sociale, che porterà le masse verso      la Sinarchia universale, il socialismo e il comunismo degli      anarchici. I preti diventeranno i direttori delle unioni      sindacali, delle società mutue e delle agenzie cooperative      di produzione e di consumo, di pensione e assistenza      ufficiale. "L'umanità si spretizza affinché il prete si      umanizzi e i due, insieme, si cristianizzino nel vero senso      del Vangelo"; con tutto questo, "il Papa dichiarerà      canonicamente urbi et orbi che la civiltà presente è figlia      legittima del santo Vangelo e della redenzione sociale",      perché "il cristianesimo puro è il socialismo"».       Una parte di questo programma è stata compiuta, anche grazie      al Vaticano II. Anche il fondatore dell'Antroposofia,      Rudolf Steiner (1861-1925) 10,      non era da meno: «Abbiamo bisogno di un Concilio e di      un Papa che lo convochi»! (1910). Fu trovato in      Giovanni XXIII (1881-1963), ma le cose non andarono      totalmente come qualcuno aveva progettato. Questi morì      strumentalizzato dai comunisti e al suo posto fu eletto      Paolo VI (1897-1978), che evitò il peggio su certi punti      dottrinali, ma che venne ugualmente bollato dalla Massoneria      come un «Papa complice». Di questa congiura, partita lontana      nel tempo, ne accennava il 15 luglio 1923       Mons.      Ernest Jouin (1844-1932) sulla Revue Internationale      des Sociétés Secrètes (pag. 434): «Sembra che fin      d'ora lo sforzo di tutti questi congiurati (sturziani)      sia volto a preparare dal di fuori il futuro Concilio,      la cui apertura sembra decisa per la fine del 1925      11.
|  |  |  | 
| Rudolf Steiner | Giovanni XXIII | Paolo VI | 
In luogo delle abituali      definizioni dogmatiche e dei canoni disciplinari, grazie ai      quali i Padri testimoniano la tradizione delle loro chiese,      si tratterà d'imporre loro l’ordine del giorno più      eteroclito ed estraneo al deposito della fede: Società delle      Nazioni, condizione della pace mondiale, leggi sociali,      ecc... Per fortuna, lo Spirito Santo se ne ride dei      complotti delle sètte.
| Piero Mantero | 
II
L'AZIONE GIUDAICO-MASSONICA
AL CONCILIO
(Questo testo era riservato      esclusivamente ai Rev.mi PP. Conciliari)
l      Presentazione
Siamo un gruppo di sacerdoti,      appartenenti alcuni ad Ordini religiosi e altri al clero      secolare. Abbiamo seguito con particolare attenzione le      deliberazioni del Concilio Ecumenico Vaticano II per      studiare la sostanza dei suoi insegnamenti e per applicarli      poi nel nostro apostolato o nelle nostre cattedre. Non      abbiamo mai preteso di far uscire delle pubblicazioni perché      i nostri studi hanno un carattere assolutamente privato;      naturalmente, facciamo tutto questo con il consenso del      nostro Vescovo e dei nostri superiori ecclesiastici. Due      sacerdoti del nostro gruppo, per la personalità che      rivestono, partecipano alle riunioni conciliari. Ora, Per      quanto in esse si è detto, sia pure attraverso le varie      discussioni, abbiamo l'assoluta certezza che si vuole      portare la nostra santa madre Chiesa per strade che si      allontanano dagli insegnamenti del Divin Redentore e della      Sua missione divina. Il nostro cuore è stato amareggiato a      causa di qualche incauta affermazione che attribuiamo ad un      indebolimento di fede in alcuni Padri Conciliari. Tutto      questo ci ha dato molti pensieri; ma adesso, con profonda      soddisfazione e ringraziando l'Altissimo, possiamo rendere      di pubblico dominio la convinzione alla quale siamo giunti:      non sono Tuoi figli, o Signore, quelli che vogliono tradirTi;      rimangono dei fedeli, anche se qualcuno di loro è stato      tratto in inganno. Sono i Tuoi nemici di sempre, quelli che      entrarono di nascosto nella Tua Chiesa e che diffondono      queste false dottrine che Tu hai scacciato. O Signore, sono      gli ebrei falsamente convertiti, quelli che tentano      ancora una volta di distruggere la Tua opera divina.
| Roma, settembre 1964. | 
III
IL COMPLOTTO DEGLI EBREI,
DEI MASSONI E DEGLI ECCLESIASTICI
IL COMPLOTTO DEGLI EBREI,
DEI MASSONI E DEGLI ECCLESIASTICI
Il punto essenziale di questo       «nuovo volto» che si vorrebbe imporre alla Chiesa cattolica,      in chiara contraddizione con tutta la dottrina e con la      Tradizione di diciannove secoli, è dato senza dubbio      dall'amichevole apertura verso l'ebraismo massonico e      comunista, nemico mortale del cristianesimo, dalla sua      nascita fino ai nostri giorni. Durante tutta la sua Storia,      la Chiesa dovette difendersi contro tutte le insidie, e      dietro ad ogni eresia, sovversione o delitto anticristiano,      incontrò sempre degli ebrei. Ugualmente, nel mondo moderno      sono degli ebrei che hanno messo in campo le armi tremende      del bolscevismo e del capitalismo internazionale,      il cui vero scopo è l'oppressione dei popoli cristiani e la      schiavizzazione dell'umanità. Oltre alle Sacre Scritture,      numerose opere di scrittori cattolici, i cui autori sono      spesso alti dignitari della Chiesa, ci illustrano      l'importanza che il popolo ebraico ha avuto nella storia      della civiltà cristiana. In questa breve esposizione, faremo      riferimento solo a quanto è avvenuto negli ultimi tempi;      quanto esporremo rispetta però tutta la continua tradizione      della perfidia ebraica e della conseguente difesa cristiana.      È nostra intenzione dimostrare che gli agenti dell'ebraismo      sono penetrati nel Tempio del Signore e si sono messi a      predicare le eresie apprese nelle leggi talmudiche. Sono      giunti al punto di servirsi dello scudo della Sacra Porpora      per lanciare le loro false dottrine e per fare pressioni      affinché la santa Chiesa - attraverso il Concilio Vaticano      II - dichiari delle eresie come proprie. Si tratta di una      verità che si può documentare e verificare nel modo      seguente:
- L'ebraismo internazionale,      imbaldanzito dai successi ottenuti nell'ambito temporale,      sferra ora un nuovo attacco contro la Chiesa cattolica,      esigendo che Essa si contraddica nei suoi insegnamenti      scagionando il popolo da ogni colpa di fronte all'intera      umanità;
- Gli ebrei, che sono giunti      ad occupare elevati posti gerarchici nella Chiesa cattolica,      hanno persuaso Giovanni XXIII, avvalendosi di un progetto      subdolamente presentato, ad acconsentire alla creazione di      un Segretariato per l'Unità dei Cristiani che è servito loro      da trampolino per diffondere ogni tipo di propaganda in      favore degli ebrei, eterni anticristiani. Al contrario, non      è stata fatta nessuna propaganda in favore dell'unità dei      cristiani; anzi, essi hanno agito contro di essa col creare      dissensi in seno stesso alla Chiesa. Questi ebrei, a cui      abbiamo accennato, sono il Cardinale Augustin Bea s.j.      (1881-1968), Mons. Johannes M. Oesterreicher      (1904-1993) e Padre Gregory Baum, ai quali si      unirono i Vescovi Mons. Walter Kempe della      Germania dell'Ovest - fin qui tutti della terra di Lutero -      e Mons. Sergio Mendez Arceo (1907-1992; Mendez      è un cognome ispano-ebraico), del Messico. Fatta eccezione      soltanto per alcuni Padri Conciliari, che potrebbero      obbedire a degli ordini estranei alla Chiesa, la totalità di      coloro che hanno appoggiato le tesi in favore degli ebrei è      stata ingannata da costoro perché essi hanno saputo      nascondere fino ad ora la loro origine.
|  |  |  | 
| Mons. Oesterreicher | Gregory Baum | Mons. Mendez Arceo | 
- Negli ambienti più segreti      del Sinedrio è stata elaborata la teoria secondo cui il      popolo ebraico non sarebbe responsabile della morte di      Cristo e che la responsabilità di essa ricadrebbe su tutta      l’umanità 12. Gli ebrei      affermano inoltre che, durante tutta l'era cristiana, essi      sono stati perseguitati ingiustamente da parte dei      cattolici, i quali dovrebbero ora comprendere il loro      errore, riparare i danni causati e non offenderli più in      alcuna circostanza. Questa tesi, elaborata sicuramente da      qualche Gran Rabbino, è stata presentata in modo ufficiale      al Concilio dal Cardinale Bea che l'ha ricevuta direttamente      dall'organo massonico esclusivamente composto da ebrei, il      B'nai B'rith (in ebraico «Figli      dell'Alleanza»), nel giugno del 1962. Ciò è stato rilevato      anche dal quotidiano parigino Le Monde, del 19      novembre 1963, molto vicino a circoli israeliti.
 esclusivamente composto da ebrei, il      B'nai B'rith (in ebraico «Figli      dell'Alleanza»), nel giugno del 1962. Ciò è stato rilevato      anche dal quotidiano parigino Le Monde, del 19      novembre 1963, molto vicino a circoli israeliti.
 esclusivamente composto da ebrei, il      B'nai B'rith (in ebraico «Figli      dell'Alleanza»), nel giugno del 1962. Ciò è stato rilevato      anche dal quotidiano parigino Le Monde, del 19      novembre 1963, molto vicino a circoli israeliti.
 esclusivamente composto da ebrei, il      B'nai B'rith (in ebraico «Figli      dell'Alleanza»), nel giugno del 1962. Ciò è stato rilevato      anche dal quotidiano parigino Le Monde, del 19      novembre 1963, molto vicino a circoli israeliti.
- Il contatto diretto tra le      Logge ebraiche e il Cardinale Bea avvenne prima attraverso      gli ebrei «convertiti» e attualmente «sacerdoti cattolici»       Oesterreicher e Baum. Quando poi si manifestò nel Concilio      una corrente che denunciò la manovra ebraico-massonica      attraverso gli scritti e i discorsi di illustri Cardinali e      Vescovi, intervennero personalmente il Presidente      dell'Ordine del B'nai B'rith e Nahum Goldmann      (1895-1982), Presidente del Congresso Mondiale Ebraico. A      questo punto, la manovra divenne chiara ed evidente.
- Nonostante il fatto che      numerosi Padri Conciliari abbiano rifiutato di discutere il      tema presentato dal Cardinale Bea relativo agli ebrei, e che      è stato incluso come § 4 dello schema sull'Ecumenismo, nella      3ª Sessione conciliare, si tenterà senza dubbio di ottenere      nuovamente l'approvazione di quella tesi, con la richiesta      ai Padri Conciliari di un voto favorevole, prima che possa      essere loro possibile un approfondimento sulle catastrofiche      conseguenze che deriverebbero da un'approvazione di uno      scritto che proviene direttamente dalle Logge ebraiche. In      questo scritto, l'eresia si infiltra subdolamente e i santi      Vangeli sono interpretati in maniera equivoca e tendenziosa.      Al fine di provare queste affermazioni, presentiamo      un'abbondante documentazione che prova l'esistenza di un      piano ebraico per penetrare dentro la santa Chiesa cattolica      attraverso i «convertiti» e i religiosi affiliati a Logge      massoniche, con lo scopo di farla divenire uno dei tanti      strumenti per la loro dominazione mondiale. 
IV
UN GIORNALE CATTOLICO SMASCHERA
IL COMPLOTTO EBRAICO CONTRO LA CHIESA
UN GIORNALE CATTOLICO SMASCHERA
IL COMPLOTTO EBRAICO CONTRO LA CHIESA
Il complotto ebraico contro la      Chiesa cattolica, ripreso attualmente in modo violento      grazie all'infiltrazione di elementi ebraici in seno      all'alto clero cattolico e nello stesso Vaticano, era già      stato smascherato pubblicamente nel 1936 dalla Catholic      Gazette di Londra, la rivista mensile e ufficiale della      Società Missionaria Cattolica d'Inghilterra. Nel numero di      febbraio di quell'anno, apparve un articolo intitolato      The Jewish Peril and The Catholic Church («Il pericolo      ebraico e la Chiesa cattolica»), nel quale si riproducevano      brani di alcune conversazioni tenute in riunioni segrete tra      ebrei di Parigi. Poco tempo dopo, il settimanale parigino      Le Reveil du Peuple pubblicò un articolo analogo, nel      quale si precisava che tali dichiarazioni erano state fatte      durante una riunione segreta dell'Ordine Massonico del B'nai      B'rith, Ordine nel quale i non-ebrei non hanno alcuna      possibilità di entrare, e che costituisce uno degli elementi      fondamentali della cospirazione mondiale ebraica. Fu appunto      l'attuale suo Presidente, Label A. Katz, che      si mise in contatto con il Cardinale Bea che poi lo      introdusse alla presenza di Giovanni XXIII. Riportiamo ora      il testo integrale del citato articolo.
|  | |
| Nahum Goldmann | Label A. Katz | 
V«IL PERICOLO EBRAICO E
LA CHIESA CATTOLICA»
LA CHIESA CATTOLICA»
Nessuno può negare il fatto      che è esistito e che ancora oggi esiste un problema ebraico.      Dal ripudio d'Israele, millenovecento anni fa, gli ebrei si      sono dispersi in tutte le direzioni, e malgrado le      difficoltà e le persecuzioni, essi si sono stabiliti in      quasi ogni Stato d'Europa, formando una potenza effettiva.       Joseph Jacobs      (1854-1916),        nel suo libro      Jewish Contributions To      Civilization, esalta il fatto che gli ebrei, senza      intaccare la loro unità razziale e il loro carattere      cosmopolita, sono stati capaci di diffondere le proprie      dottrine e aumentare la propria influenza politica, sociale      ed economica tra le nazioni. Visto che il problema ebraico      interessa in modo particolare la Chiesa cattolica,      pubblichiamo i seguenti sconcertanti brani di un certo      numero di conversazioni che sono state recentemente tenute      sotto gli auspici di una sètta segreta ebraica di Parigi. Il      nome del nostro informatore deve rimanere sconosciuto. Si      tratta di un nostro conoscente personale, ma per le sue      particolari relazioni con gli ebrei, attualmente, siamo      rimasti d'accordo di non rendere nota la sua identità, come      pure di non dare ulteriori dettagli sulla riunione di      Parigi, ad eccezione dei seguenti estratti che, malgrado      siano stati tradotti liberamente, riproducono in modo esatto      la sostanza delle dichiarazioni originali: «Fino a che      tra i cristiani non sarà eliminata ogni concezione morale      dell'ordine sociale e fino a che non sarà distrutta ogni      religione, ogni patriottismo e ogni dignità, il nostro regno      sul mondo non potrà essere realizzato. Abbiamo già compiuto      gran parte del nostro lavoro, ma non possiamo dire di avere      realizzato lo scopo della nostra opera. Abbiamo ancora un      lungo cammino da percorrere prima di poter abbattere il      nostro principale nemico: la Chiesa cattolica. Dobbiamo      metterci bene in mente che la Chiesa cattolica è l'unica      istituzione che si è posta e che rimarrà ad intralciare il      nostro cammino per quanto durerà la sua esistenza. La Chiesa      cattolica, con il suo lavoro metodico e i suoi insegnamenti      educativi e morali, forma nei proprî figli una tale      mentalità che li manterrà troppo fieri di sé stessi per      sottomettersi alla nostra dominazione e per inginocchiarsi      ai piedi del futuro Re d'Israele 13      [...]. Per questa ragione, abbiamo cercato di trovare      il cammino migliore per attaccare la Chiesa nelle sue stesse      fondamenta. Abbiamo diffuso lo spirito della Rivoluzione      e del falso liberalismo tra le nazioni dei cristiani per      indurli ad allontanarsi dalla loro fede e addirittura a      vergognarsi di professare i precetti della loro religione e      di obbedire ai comandamenti della Chiesa. Abbiamo indotto      molti di costoro (i cristiani) al punto di      trasformarli in atei e, più ancora, a vantarsi di discendere      dalle scimmie (il darwinismo). Abbiamo loro      offerto nuove teorie impossibili a realizzarsi, come il      comunismo, il socialismo e l'anarchia, che      servono attualmente ai nostri progetti [...]. I      cristiani le hanno stupidamente accettate con grande      entusiasmo, senza rendersi conto che queste sono nostre      teorie e che esse costituiscono la nostra arma più      pericolosa contro di loro [...]. Abbiamo coperto la      Chiesa cattolica con le più abominevoli calunnie, abbiamo      falsificato la sua storia e abbiamo sporcato le sue più      nobili attività; abbiamo imputato ad essa la malvagità dei      suoi nemici e abbiamo attratto questi ultimi vicino a noi,      al nostro fianco [...]. E tutto questo lo abbiamo      fatto in tal misura che stiamo ora assistendo, con la più      grande soddisfazione, a ribellioni contro la Chiesa in      diversi Paesi [...]. Abbiamo trasformato il suo clero      in oggetto di odio e di ridicolo e lo abbiamo
nel suo libro      Jewish Contributions To      Civilization, esalta il fatto che gli ebrei, senza      intaccare la loro unità razziale e il loro carattere      cosmopolita, sono stati capaci di diffondere le proprie      dottrine e aumentare la propria influenza politica, sociale      ed economica tra le nazioni. Visto che il problema ebraico      interessa in modo particolare la Chiesa cattolica,      pubblichiamo i seguenti sconcertanti brani di un certo      numero di conversazioni che sono state recentemente tenute      sotto gli auspici di una sètta segreta ebraica di Parigi. Il      nome del nostro informatore deve rimanere sconosciuto. Si      tratta di un nostro conoscente personale, ma per le sue      particolari relazioni con gli ebrei, attualmente, siamo      rimasti d'accordo di non rendere nota la sua identità, come      pure di non dare ulteriori dettagli sulla riunione di      Parigi, ad eccezione dei seguenti estratti che, malgrado      siano stati tradotti liberamente, riproducono in modo esatto      la sostanza delle dichiarazioni originali: «Fino a che      tra i cristiani non sarà eliminata ogni concezione morale      dell'ordine sociale e fino a che non sarà distrutta ogni      religione, ogni patriottismo e ogni dignità, il nostro regno      sul mondo non potrà essere realizzato. Abbiamo già compiuto      gran parte del nostro lavoro, ma non possiamo dire di avere      realizzato lo scopo della nostra opera. Abbiamo ancora un      lungo cammino da percorrere prima di poter abbattere il      nostro principale nemico: la Chiesa cattolica. Dobbiamo      metterci bene in mente che la Chiesa cattolica è l'unica      istituzione che si è posta e che rimarrà ad intralciare il      nostro cammino per quanto durerà la sua esistenza. La Chiesa      cattolica, con il suo lavoro metodico e i suoi insegnamenti      educativi e morali, forma nei proprî figli una tale      mentalità che li manterrà troppo fieri di sé stessi per      sottomettersi alla nostra dominazione e per inginocchiarsi      ai piedi del futuro Re d'Israele 13      [...]. Per questa ragione, abbiamo cercato di trovare      il cammino migliore per attaccare la Chiesa nelle sue stesse      fondamenta. Abbiamo diffuso lo spirito della Rivoluzione      e del falso liberalismo tra le nazioni dei cristiani per      indurli ad allontanarsi dalla loro fede e addirittura a      vergognarsi di professare i precetti della loro religione e      di obbedire ai comandamenti della Chiesa. Abbiamo indotto      molti di costoro (i cristiani) al punto di      trasformarli in atei e, più ancora, a vantarsi di discendere      dalle scimmie (il darwinismo). Abbiamo loro      offerto nuove teorie impossibili a realizzarsi, come il      comunismo, il socialismo e l'anarchia, che      servono attualmente ai nostri progetti [...]. I      cristiani le hanno stupidamente accettate con grande      entusiasmo, senza rendersi conto che queste sono nostre      teorie e che esse costituiscono la nostra arma più      pericolosa contro di loro [...]. Abbiamo coperto la      Chiesa cattolica con le più abominevoli calunnie, abbiamo      falsificato la sua storia e abbiamo sporcato le sue più      nobili attività; abbiamo imputato ad essa la malvagità dei      suoi nemici e abbiamo attratto questi ultimi vicino a noi,      al nostro fianco [...]. E tutto questo lo abbiamo      fatto in tal misura che stiamo ora assistendo, con la più      grande soddisfazione, a ribellioni contro la Chiesa in      diversi Paesi [...]. Abbiamo trasformato il suo clero      in oggetto di odio e di ridicolo e lo abbiamo sottomesso al      disprezzo delle masse. Siamo riusciti a fare in modo che      l'osservanza della religione venga considerata come      anacronistica o semplicemente una perdita di tempo. E i      cristiani, nella loro stupidità, hanno dato prova di essere      più sciocchi di quanto credevamo. Ci si attendeva maggiore      intelligenza, ma si sono dimostrati non migliori di un      branco di pecore. Lasciamoli brucare nel nostro campo fino a      che non diventino abbastanza grassi per essere sacrificati      al nostro futuro Re del Mondo [...]. Abbiamo fondato      molte associazioni segrete che lavorano per i nostri fini,      sotto i nostri ordini e sotto la nostra direzione. Abbiamo      reso un onore ai cristiani permettendo loro di unirsi a noi      nelle nostre associazioni che, grazie al nostro danaro,      hanno raggiunto un alto grado di forza e potenza. Deve      rimanere un segreto che quei cristiani che tradiscono i loro      stessi interessi unendosi a noi, non devono sapere mai che      tali associazioni sono di nostra creazione e che esse      servono ai nostri fini. Una delle cose migliori della      Massoneria è che i cristiani divenuti membri delle nostre      Logge non riescono mai a sospettare che noi li utilizziamo      per costruire le mura del proprio carcere su cui erigeremo      il trono del Re Universale di Israele, e mai dovranno      sospettare che facciamo forgiare ad essi le catene della      loro stessa schiavitù per la gloria del nostro futuro Re del      Mondo. Fino ad oggi, abbiamo studiato la strategia degli      attacchi contro la Chiesa cattolica dal di fuori, ma questa      è solo una parte dei nostri attacchi. Ci accingiamo ora ad      esporre il modo con cui abbiamo progredito nel nostro lavoro      per affrettare la rovina della Chiesa cattolica e come      siamo penetrati nei suoi ambienti più intimi, avendo      indotto perfino parte del suo clero a trasformarsi in      avanguardia della nostra causa. Prescindendo dall'influenza      della nostra filosofia, abbiamo preso altre misure per      provocare una scissione entro la Chiesa cattolica.      Permettetemi che vi spieghi come siamo giunti a questo:      abbiamo convinto alcuni dei nostri figli ad entrare negli      ordini cattolici con l'esplicito compito di lavorare in      modo più efficiente per la distruzione della Chiesa      cattolica creando situazioni di scandalo al suo interno. In      questo abbiamo seguito il consiglio del Principe degli ebrei      che così saggiamente diceva: "Fate divenire Cardinali e      Vescovi qualcuno dei nostri figli, in modo che essi      distruggano la Chiesa" 14.      Disgraziatamente, non tutti gli ebrei convertiti sono      rimasti fedeli alla loro missione. Molti di essi ci hanno      traditi, ma ce ne sono stati degli altri che hanno mantenuto      le loro promesse facendo così onore alla loro nazione. In      questa maniera, il consiglio dei nostri anziani ha avuto      pieno successo. Noi siamo stati i padri di tutte le      rivoluzioni, anche di quelle che qualche volta si      rivoltarono contro noi stessi. Noi
 sottomesso al      disprezzo delle masse. Siamo riusciti a fare in modo che      l'osservanza della religione venga considerata come      anacronistica o semplicemente una perdita di tempo. E i      cristiani, nella loro stupidità, hanno dato prova di essere      più sciocchi di quanto credevamo. Ci si attendeva maggiore      intelligenza, ma si sono dimostrati non migliori di un      branco di pecore. Lasciamoli brucare nel nostro campo fino a      che non diventino abbastanza grassi per essere sacrificati      al nostro futuro Re del Mondo [...]. Abbiamo fondato      molte associazioni segrete che lavorano per i nostri fini,      sotto i nostri ordini e sotto la nostra direzione. Abbiamo      reso un onore ai cristiani permettendo loro di unirsi a noi      nelle nostre associazioni che, grazie al nostro danaro,      hanno raggiunto un alto grado di forza e potenza. Deve      rimanere un segreto che quei cristiani che tradiscono i loro      stessi interessi unendosi a noi, non devono sapere mai che      tali associazioni sono di nostra creazione e che esse      servono ai nostri fini. Una delle cose migliori della      Massoneria è che i cristiani divenuti membri delle nostre      Logge non riescono mai a sospettare che noi li utilizziamo      per costruire le mura del proprio carcere su cui erigeremo      il trono del Re Universale di Israele, e mai dovranno      sospettare che facciamo forgiare ad essi le catene della      loro stessa schiavitù per la gloria del nostro futuro Re del      Mondo. Fino ad oggi, abbiamo studiato la strategia degli      attacchi contro la Chiesa cattolica dal di fuori, ma questa      è solo una parte dei nostri attacchi. Ci accingiamo ora ad      esporre il modo con cui abbiamo progredito nel nostro lavoro      per affrettare la rovina della Chiesa cattolica e come      siamo penetrati nei suoi ambienti più intimi, avendo      indotto perfino parte del suo clero a trasformarsi in      avanguardia della nostra causa. Prescindendo dall'influenza      della nostra filosofia, abbiamo preso altre misure per      provocare una scissione entro la Chiesa cattolica.      Permettetemi che vi spieghi come siamo giunti a questo:      abbiamo convinto alcuni dei nostri figli ad entrare negli      ordini cattolici con l'esplicito compito di lavorare in      modo più efficiente per la distruzione della Chiesa      cattolica creando situazioni di scandalo al suo interno. In      questo abbiamo seguito il consiglio del Principe degli ebrei      che così saggiamente diceva: "Fate divenire Cardinali e      Vescovi qualcuno dei nostri figli, in modo che essi      distruggano la Chiesa" 14.      Disgraziatamente, non tutti gli ebrei convertiti sono      rimasti fedeli alla loro missione. Molti di essi ci hanno      traditi, ma ce ne sono stati degli altri che hanno mantenuto      le loro promesse facendo così onore alla loro nazione. In      questa maniera, il consiglio dei nostri anziani ha avuto      pieno successo. Noi siamo stati i padri di tutte le      rivoluzioni, anche di quelle che qualche volta si      rivoltarono contro noi stessi. Noi  siamo coloro che hanno in      mano la pace e la guerra. Noi possiamo andare orgogliosi di      essere i creatori delle riforme. Calvino è stato uno dei      nostri figli; egli era di origine ebraica ed è stato      consigliato da autorità ebraiche, nonché appoggiato dalla      finanza ebraica per svolgere il suo ruolo di riformatore.      Martin Lutero era sotto l'influenza dei suoi amici ebrei      solo per i consigli e per il danaro ebraico; la sua congiura      contro la Chiesa è stata coronata da successo [...].      Grazie alla nostra propaganda, alle nostre teorie sul      liberalismo e alle nostre false interpretazioni della      libertà, le menti di molti cristiani sono state preparate      per abbracciare la Riforma protestante. Essi si sono      separati dalla Chiesa per cadere nelle nostre mani. E      attraverso tutto questo, la Chiesa cattolica rimase      sensibilmente indebolita e la sua autorità sui re dei      cristiani è stata ridotta quasi a nulla. Siamo riconoscenti      ai protestanti per la loro lealtà verso i nostri desideri,      anche se la maggioranza di essi, nella sincerità della loro      fede, non siano coscienti della lealtà verso di noi. Siamo      loro grati per l'ammirevole appoggio che danno alla nostra      lotta contro la civiltà cattolica e ai preparativi per      l'avvento della nostra supremazia su tutto il mondo e sulle      nazioni dei cristiani. Siamo riusciti ad abbattere la      maggioranza dei troni europei. Il resto verrà in un prossimo      futuro. La Russia ha già accettato il nostro regno; la      Francia, con il suo Governo massonico, si trova nelle nostre      mani. L'Inghilterra, dipendendo dalla nostra finanza, sta      sotto i nostri piedi, e nel protestantesimo sta la nostra      speranza di distruggere la Chiesa cattolica. La Spagna e il      Messico sono delle ottime armi nelle nostre mani. E molti      altri Paesi, compresi gli Stati Uniti d'America, sono già      sottomessi ai nostri piani. Ma la Chiesa cattolica è ancora      viva [...]. Dobbiamo distruggerla senza il minimo      ritardo e senza pietà. La maggior parte della stampa      mondiale si trova sotto il nostro controllo; facciamo in      modo che essa fomenti nella forma più violenta l'odio del      mondo contro la Chiesa cattolica. Intensifichiamo le nostre      attività di avvelenamento della moralità dei cristiani; essi      debbono essere indotti a detestare il patriottismo e l'amore      verso la famiglia, e considerare la loro fede come un'onta e      la loro obbedienza verso la Chiesa come una servitù      degradante, in modo che divengano sordi agli appelli della      Chiesa e ciechi di fronte agli avvertimenti contro di noi.      Facciamo innanzitutto in modo che i cristiani escano dalla      Chiesa cattolica e che i non-cristiani si avvicinino a tale      Chiesa; in caso contrario, si rafforzerà sempre più      l’opposizione contro la nostra dominazione e tutto il nostro      lavoro andrà perduto, la nostra congiura sarà scoperta, i      cristiani si rivolgeranno contro di noi con spirito di      vendetta e non si avvererà mai la nostra dominazione su di      essi. Ricordiamoci che fino al momento in cui i nostri      nemici della Chiesa cattolica saranno attivi, noi non      potremo arrivare ad essere i padroni del mondo [...].      E ricordiamoci pure che il futuro Re d'Israele non regnerà      mai sul mondo fino a che il Papa di Roma non verrà      detronizzato, così come tutti gli altri monarchi regnanti      sui cristiani» 15. Il      contenuto di questo articolo, apparso sulla Catholic      Gazette, sembrerà incredibile a coloro che non sono a      conoscenza delle attività sovversive dell'ebraismo di oggi e      di sempre. Ma si tratta di cosa assolutamente reale che può      essere provata in questo momento guardando l'attuale      complotto degli ebrei,
siamo coloro che hanno in      mano la pace e la guerra. Noi possiamo andare orgogliosi di      essere i creatori delle riforme. Calvino è stato uno dei      nostri figli; egli era di origine ebraica ed è stato      consigliato da autorità ebraiche, nonché appoggiato dalla      finanza ebraica per svolgere il suo ruolo di riformatore.      Martin Lutero era sotto l'influenza dei suoi amici ebrei      solo per i consigli e per il danaro ebraico; la sua congiura      contro la Chiesa è stata coronata da successo [...].      Grazie alla nostra propaganda, alle nostre teorie sul      liberalismo e alle nostre false interpretazioni della      libertà, le menti di molti cristiani sono state preparate      per abbracciare la Riforma protestante. Essi si sono      separati dalla Chiesa per cadere nelle nostre mani. E      attraverso tutto questo, la Chiesa cattolica rimase      sensibilmente indebolita e la sua autorità sui re dei      cristiani è stata ridotta quasi a nulla. Siamo riconoscenti      ai protestanti per la loro lealtà verso i nostri desideri,      anche se la maggioranza di essi, nella sincerità della loro      fede, non siano coscienti della lealtà verso di noi. Siamo      loro grati per l'ammirevole appoggio che danno alla nostra      lotta contro la civiltà cattolica e ai preparativi per      l'avvento della nostra supremazia su tutto il mondo e sulle      nazioni dei cristiani. Siamo riusciti ad abbattere la      maggioranza dei troni europei. Il resto verrà in un prossimo      futuro. La Russia ha già accettato il nostro regno; la      Francia, con il suo Governo massonico, si trova nelle nostre      mani. L'Inghilterra, dipendendo dalla nostra finanza, sta      sotto i nostri piedi, e nel protestantesimo sta la nostra      speranza di distruggere la Chiesa cattolica. La Spagna e il      Messico sono delle ottime armi nelle nostre mani. E molti      altri Paesi, compresi gli Stati Uniti d'America, sono già      sottomessi ai nostri piani. Ma la Chiesa cattolica è ancora      viva [...]. Dobbiamo distruggerla senza il minimo      ritardo e senza pietà. La maggior parte della stampa      mondiale si trova sotto il nostro controllo; facciamo in      modo che essa fomenti nella forma più violenta l'odio del      mondo contro la Chiesa cattolica. Intensifichiamo le nostre      attività di avvelenamento della moralità dei cristiani; essi      debbono essere indotti a detestare il patriottismo e l'amore      verso la famiglia, e considerare la loro fede come un'onta e      la loro obbedienza verso la Chiesa come una servitù      degradante, in modo che divengano sordi agli appelli della      Chiesa e ciechi di fronte agli avvertimenti contro di noi.      Facciamo innanzitutto in modo che i cristiani escano dalla      Chiesa cattolica e che i non-cristiani si avvicinino a tale      Chiesa; in caso contrario, si rafforzerà sempre più      l’opposizione contro la nostra dominazione e tutto il nostro      lavoro andrà perduto, la nostra congiura sarà scoperta, i      cristiani si rivolgeranno contro di noi con spirito di      vendetta e non si avvererà mai la nostra dominazione su di      essi. Ricordiamoci che fino al momento in cui i nostri      nemici della Chiesa cattolica saranno attivi, noi non      potremo arrivare ad essere i padroni del mondo [...].      E ricordiamoci pure che il futuro Re d'Israele non regnerà      mai sul mondo fino a che il Papa di Roma non verrà      detronizzato, così come tutti gli altri monarchi regnanti      sui cristiani» 15. Il      contenuto di questo articolo, apparso sulla Catholic      Gazette, sembrerà incredibile a coloro che non sono a      conoscenza delle attività sovversive dell'ebraismo di oggi e      di sempre. Ma si tratta di cosa assolutamente reale che può      essere provata in questo momento guardando l'attuale      complotto degli ebrei, molto più chiaro che non nel 1936      quando venne pubblicato il testo delle conversazioni tra i      cospiratori ebrei, durante la menzionata riunione segreta      del B'nai B'rith a Parigi, cioè della stessa      organizzazione il cui Presidente è in perfetto accordo con      il Cardinale Bea. Nonostante il fatto che il B'nai B'rith      appaia ufficialmente come un'istituzione di beneficenza e di       «consultazione politica», la sua appartenenza all'alta      gerarchia massonica è stata ampiamente dimostrata già da      diversi anni. Il defunto Cardinale José Maria Caro      Rodriguez (1866-1958), Primate del Cile, citando Mons.      Jouin nella sua opera Le Mystere de la Maçonnerie      («Il mistero della Massoneria»), scriveva: «L'Ordine      ebraico-massonico del B'nai B'rith che, contravvenendo agli      statuti delle Logge massoniche, accetta solamente degli      ebrei e conta nel mondo più di 426 Logge esclusivamente      ebraiche, serve da legame tra tutte le internazionali citate      più sopra». Dicendo questo, Sua Eminenza si riferiva      16 alle internazionali del'Alta      Finanza, del comunismo e del socialismo, dai sionisti alla      Massoneria universale. Il Cardinale José Maria Caro      Rodriguez prosegue: «I dirigenti del B'nai B'rith sono      gli ebrei Morgenthau, ex ambasciatore degli Stati Uniti a      Costantinopoli; Brandeis, Giudice Supremo degli Stati Uniti;      Mack, sionista; Warbourg (Felix) banchiere; Eckus; Kraus      (Alfred), suo primo Presidente; Schiff (Jacob), defunto, che      ha sovvenzionato il movimento di emancipazione degli ebrei      in Russia; Marshall (Louis), sionista». Tra i numerosi      altri documenti che dimostrano e confermano questa verità,      riportiamo qui le dichiarazioni dello storico cattolico      Vicente Risco (1884-1963) che, nella sua opera      intitolata Histoire des Juifs («Storia degli ebrei»)       si esprime in questi termini: «Per qualcuno,      l'organizzazione direttiva dell’ebraismo mondiale sarebbe      l'Ordine massonico universale del B'nai B'rith, che è      esclusivamente ebraico e che non ammette tra i suoi membri      quelli che non sono ebrei. Il B'nai B'rith forma un Ordine      massonico che ufficialmente si proclama indipendente,      possiede una struttura internazionale nettamente dichiarata      e ammette solo quelli che sono ebrei. Per questa ragione è      la più segreta delle sètte massoniche. Un fatto      indiscutibile è che mentre i membri del B'nai B'rith possono      far parte delle Logge di qualsiasi altro rito massonico,      nelle proprie Logge esso ammette solamente degli ebrei e      nessun massone può farvi parte se non è ebreo [...].      Numerosi membri dell'Ordine occupano posti importanti nel      Governo e nella diplomazia nordamericana»      17.
 molto più chiaro che non nel 1936      quando venne pubblicato il testo delle conversazioni tra i      cospiratori ebrei, durante la menzionata riunione segreta      del B'nai B'rith a Parigi, cioè della stessa      organizzazione il cui Presidente è in perfetto accordo con      il Cardinale Bea. Nonostante il fatto che il B'nai B'rith      appaia ufficialmente come un'istituzione di beneficenza e di       «consultazione politica», la sua appartenenza all'alta      gerarchia massonica è stata ampiamente dimostrata già da      diversi anni. Il defunto Cardinale José Maria Caro      Rodriguez (1866-1958), Primate del Cile, citando Mons.      Jouin nella sua opera Le Mystere de la Maçonnerie      («Il mistero della Massoneria»), scriveva: «L'Ordine      ebraico-massonico del B'nai B'rith che, contravvenendo agli      statuti delle Logge massoniche, accetta solamente degli      ebrei e conta nel mondo più di 426 Logge esclusivamente      ebraiche, serve da legame tra tutte le internazionali citate      più sopra». Dicendo questo, Sua Eminenza si riferiva      16 alle internazionali del'Alta      Finanza, del comunismo e del socialismo, dai sionisti alla      Massoneria universale. Il Cardinale José Maria Caro      Rodriguez prosegue: «I dirigenti del B'nai B'rith sono      gli ebrei Morgenthau, ex ambasciatore degli Stati Uniti a      Costantinopoli; Brandeis, Giudice Supremo degli Stati Uniti;      Mack, sionista; Warbourg (Felix) banchiere; Eckus; Kraus      (Alfred), suo primo Presidente; Schiff (Jacob), defunto, che      ha sovvenzionato il movimento di emancipazione degli ebrei      in Russia; Marshall (Louis), sionista». Tra i numerosi      altri documenti che dimostrano e confermano questa verità,      riportiamo qui le dichiarazioni dello storico cattolico      Vicente Risco (1884-1963) che, nella sua opera      intitolata Histoire des Juifs («Storia degli ebrei»)       si esprime in questi termini: «Per qualcuno,      l'organizzazione direttiva dell’ebraismo mondiale sarebbe      l'Ordine massonico universale del B'nai B'rith, che è      esclusivamente ebraico e che non ammette tra i suoi membri      quelli che non sono ebrei. Il B'nai B'rith forma un Ordine      massonico che ufficialmente si proclama indipendente,      possiede una struttura internazionale nettamente dichiarata      e ammette solo quelli che sono ebrei. Per questa ragione è      la più segreta delle sètte massoniche. Un fatto      indiscutibile è che mentre i membri del B'nai B'rith possono      far parte delle Logge di qualsiasi altro rito massonico,      nelle proprie Logge esso ammette solamente degli ebrei e      nessun massone può farvi parte se non è ebreo [...].      Numerosi membri dell'Ordine occupano posti importanti nel      Governo e nella diplomazia nordamericana»      17.
 nel suo libro      Jewish Contributions To      Civilization, esalta il fatto che gli ebrei, senza      intaccare la loro unità razziale e il loro carattere      cosmopolita, sono stati capaci di diffondere le proprie      dottrine e aumentare la propria influenza politica, sociale      ed economica tra le nazioni. Visto che il problema ebraico      interessa in modo particolare la Chiesa cattolica,      pubblichiamo i seguenti sconcertanti brani di un certo      numero di conversazioni che sono state recentemente tenute      sotto gli auspici di una sètta segreta ebraica di Parigi. Il      nome del nostro informatore deve rimanere sconosciuto. Si      tratta di un nostro conoscente personale, ma per le sue      particolari relazioni con gli ebrei, attualmente, siamo      rimasti d'accordo di non rendere nota la sua identità, come      pure di non dare ulteriori dettagli sulla riunione di      Parigi, ad eccezione dei seguenti estratti che, malgrado      siano stati tradotti liberamente, riproducono in modo esatto      la sostanza delle dichiarazioni originali: «Fino a che      tra i cristiani non sarà eliminata ogni concezione morale      dell'ordine sociale e fino a che non sarà distrutta ogni      religione, ogni patriottismo e ogni dignità, il nostro regno      sul mondo non potrà essere realizzato. Abbiamo già compiuto      gran parte del nostro lavoro, ma non possiamo dire di avere      realizzato lo scopo della nostra opera. Abbiamo ancora un      lungo cammino da percorrere prima di poter abbattere il      nostro principale nemico: la Chiesa cattolica. Dobbiamo      metterci bene in mente che la Chiesa cattolica è l'unica      istituzione che si è posta e che rimarrà ad intralciare il      nostro cammino per quanto durerà la sua esistenza. La Chiesa      cattolica, con il suo lavoro metodico e i suoi insegnamenti      educativi e morali, forma nei proprî figli una tale      mentalità che li manterrà troppo fieri di sé stessi per      sottomettersi alla nostra dominazione e per inginocchiarsi      ai piedi del futuro Re d'Israele 13      [...]. Per questa ragione, abbiamo cercato di trovare      il cammino migliore per attaccare la Chiesa nelle sue stesse      fondamenta. Abbiamo diffuso lo spirito della Rivoluzione      e del falso liberalismo tra le nazioni dei cristiani per      indurli ad allontanarsi dalla loro fede e addirittura a      vergognarsi di professare i precetti della loro religione e      di obbedire ai comandamenti della Chiesa. Abbiamo indotto      molti di costoro (i cristiani) al punto di      trasformarli in atei e, più ancora, a vantarsi di discendere      dalle scimmie (il darwinismo). Abbiamo loro      offerto nuove teorie impossibili a realizzarsi, come il      comunismo, il socialismo e l'anarchia, che      servono attualmente ai nostri progetti [...]. I      cristiani le hanno stupidamente accettate con grande      entusiasmo, senza rendersi conto che queste sono nostre      teorie e che esse costituiscono la nostra arma più      pericolosa contro di loro [...]. Abbiamo coperto la      Chiesa cattolica con le più abominevoli calunnie, abbiamo      falsificato la sua storia e abbiamo sporcato le sue più      nobili attività; abbiamo imputato ad essa la malvagità dei      suoi nemici e abbiamo attratto questi ultimi vicino a noi,      al nostro fianco [...]. E tutto questo lo abbiamo      fatto in tal misura che stiamo ora assistendo, con la più      grande soddisfazione, a ribellioni contro la Chiesa in      diversi Paesi [...]. Abbiamo trasformato il suo clero      in oggetto di odio e di ridicolo e lo abbiamo
nel suo libro      Jewish Contributions To      Civilization, esalta il fatto che gli ebrei, senza      intaccare la loro unità razziale e il loro carattere      cosmopolita, sono stati capaci di diffondere le proprie      dottrine e aumentare la propria influenza politica, sociale      ed economica tra le nazioni. Visto che il problema ebraico      interessa in modo particolare la Chiesa cattolica,      pubblichiamo i seguenti sconcertanti brani di un certo      numero di conversazioni che sono state recentemente tenute      sotto gli auspici di una sètta segreta ebraica di Parigi. Il      nome del nostro informatore deve rimanere sconosciuto. Si      tratta di un nostro conoscente personale, ma per le sue      particolari relazioni con gli ebrei, attualmente, siamo      rimasti d'accordo di non rendere nota la sua identità, come      pure di non dare ulteriori dettagli sulla riunione di      Parigi, ad eccezione dei seguenti estratti che, malgrado      siano stati tradotti liberamente, riproducono in modo esatto      la sostanza delle dichiarazioni originali: «Fino a che      tra i cristiani non sarà eliminata ogni concezione morale      dell'ordine sociale e fino a che non sarà distrutta ogni      religione, ogni patriottismo e ogni dignità, il nostro regno      sul mondo non potrà essere realizzato. Abbiamo già compiuto      gran parte del nostro lavoro, ma non possiamo dire di avere      realizzato lo scopo della nostra opera. Abbiamo ancora un      lungo cammino da percorrere prima di poter abbattere il      nostro principale nemico: la Chiesa cattolica. Dobbiamo      metterci bene in mente che la Chiesa cattolica è l'unica      istituzione che si è posta e che rimarrà ad intralciare il      nostro cammino per quanto durerà la sua esistenza. La Chiesa      cattolica, con il suo lavoro metodico e i suoi insegnamenti      educativi e morali, forma nei proprî figli una tale      mentalità che li manterrà troppo fieri di sé stessi per      sottomettersi alla nostra dominazione e per inginocchiarsi      ai piedi del futuro Re d'Israele 13      [...]. Per questa ragione, abbiamo cercato di trovare      il cammino migliore per attaccare la Chiesa nelle sue stesse      fondamenta. Abbiamo diffuso lo spirito della Rivoluzione      e del falso liberalismo tra le nazioni dei cristiani per      indurli ad allontanarsi dalla loro fede e addirittura a      vergognarsi di professare i precetti della loro religione e      di obbedire ai comandamenti della Chiesa. Abbiamo indotto      molti di costoro (i cristiani) al punto di      trasformarli in atei e, più ancora, a vantarsi di discendere      dalle scimmie (il darwinismo). Abbiamo loro      offerto nuove teorie impossibili a realizzarsi, come il      comunismo, il socialismo e l'anarchia, che      servono attualmente ai nostri progetti [...]. I      cristiani le hanno stupidamente accettate con grande      entusiasmo, senza rendersi conto che queste sono nostre      teorie e che esse costituiscono la nostra arma più      pericolosa contro di loro [...]. Abbiamo coperto la      Chiesa cattolica con le più abominevoli calunnie, abbiamo      falsificato la sua storia e abbiamo sporcato le sue più      nobili attività; abbiamo imputato ad essa la malvagità dei      suoi nemici e abbiamo attratto questi ultimi vicino a noi,      al nostro fianco [...]. E tutto questo lo abbiamo      fatto in tal misura che stiamo ora assistendo, con la più      grande soddisfazione, a ribellioni contro la Chiesa in      diversi Paesi [...]. Abbiamo trasformato il suo clero      in oggetto di odio e di ridicolo e lo abbiamo sottomesso al      disprezzo delle masse. Siamo riusciti a fare in modo che      l'osservanza della religione venga considerata come      anacronistica o semplicemente una perdita di tempo. E i      cristiani, nella loro stupidità, hanno dato prova di essere      più sciocchi di quanto credevamo. Ci si attendeva maggiore      intelligenza, ma si sono dimostrati non migliori di un      branco di pecore. Lasciamoli brucare nel nostro campo fino a      che non diventino abbastanza grassi per essere sacrificati      al nostro futuro Re del Mondo [...]. Abbiamo fondato      molte associazioni segrete che lavorano per i nostri fini,      sotto i nostri ordini e sotto la nostra direzione. Abbiamo      reso un onore ai cristiani permettendo loro di unirsi a noi      nelle nostre associazioni che, grazie al nostro danaro,      hanno raggiunto un alto grado di forza e potenza. Deve      rimanere un segreto che quei cristiani che tradiscono i loro      stessi interessi unendosi a noi, non devono sapere mai che      tali associazioni sono di nostra creazione e che esse      servono ai nostri fini. Una delle cose migliori della      Massoneria è che i cristiani divenuti membri delle nostre      Logge non riescono mai a sospettare che noi li utilizziamo      per costruire le mura del proprio carcere su cui erigeremo      il trono del Re Universale di Israele, e mai dovranno      sospettare che facciamo forgiare ad essi le catene della      loro stessa schiavitù per la gloria del nostro futuro Re del      Mondo. Fino ad oggi, abbiamo studiato la strategia degli      attacchi contro la Chiesa cattolica dal di fuori, ma questa      è solo una parte dei nostri attacchi. Ci accingiamo ora ad      esporre il modo con cui abbiamo progredito nel nostro lavoro      per affrettare la rovina della Chiesa cattolica e come      siamo penetrati nei suoi ambienti più intimi, avendo      indotto perfino parte del suo clero a trasformarsi in      avanguardia della nostra causa. Prescindendo dall'influenza      della nostra filosofia, abbiamo preso altre misure per      provocare una scissione entro la Chiesa cattolica.      Permettetemi che vi spieghi come siamo giunti a questo:      abbiamo convinto alcuni dei nostri figli ad entrare negli      ordini cattolici con l'esplicito compito di lavorare in      modo più efficiente per la distruzione della Chiesa      cattolica creando situazioni di scandalo al suo interno. In      questo abbiamo seguito il consiglio del Principe degli ebrei      che così saggiamente diceva: "Fate divenire Cardinali e      Vescovi qualcuno dei nostri figli, in modo che essi      distruggano la Chiesa" 14.      Disgraziatamente, non tutti gli ebrei convertiti sono      rimasti fedeli alla loro missione. Molti di essi ci hanno      traditi, ma ce ne sono stati degli altri che hanno mantenuto      le loro promesse facendo così onore alla loro nazione. In      questa maniera, il consiglio dei nostri anziani ha avuto      pieno successo. Noi siamo stati i padri di tutte le      rivoluzioni, anche di quelle che qualche volta si      rivoltarono contro noi stessi. Noi
 sottomesso al      disprezzo delle masse. Siamo riusciti a fare in modo che      l'osservanza della religione venga considerata come      anacronistica o semplicemente una perdita di tempo. E i      cristiani, nella loro stupidità, hanno dato prova di essere      più sciocchi di quanto credevamo. Ci si attendeva maggiore      intelligenza, ma si sono dimostrati non migliori di un      branco di pecore. Lasciamoli brucare nel nostro campo fino a      che non diventino abbastanza grassi per essere sacrificati      al nostro futuro Re del Mondo [...]. Abbiamo fondato      molte associazioni segrete che lavorano per i nostri fini,      sotto i nostri ordini e sotto la nostra direzione. Abbiamo      reso un onore ai cristiani permettendo loro di unirsi a noi      nelle nostre associazioni che, grazie al nostro danaro,      hanno raggiunto un alto grado di forza e potenza. Deve      rimanere un segreto che quei cristiani che tradiscono i loro      stessi interessi unendosi a noi, non devono sapere mai che      tali associazioni sono di nostra creazione e che esse      servono ai nostri fini. Una delle cose migliori della      Massoneria è che i cristiani divenuti membri delle nostre      Logge non riescono mai a sospettare che noi li utilizziamo      per costruire le mura del proprio carcere su cui erigeremo      il trono del Re Universale di Israele, e mai dovranno      sospettare che facciamo forgiare ad essi le catene della      loro stessa schiavitù per la gloria del nostro futuro Re del      Mondo. Fino ad oggi, abbiamo studiato la strategia degli      attacchi contro la Chiesa cattolica dal di fuori, ma questa      è solo una parte dei nostri attacchi. Ci accingiamo ora ad      esporre il modo con cui abbiamo progredito nel nostro lavoro      per affrettare la rovina della Chiesa cattolica e come      siamo penetrati nei suoi ambienti più intimi, avendo      indotto perfino parte del suo clero a trasformarsi in      avanguardia della nostra causa. Prescindendo dall'influenza      della nostra filosofia, abbiamo preso altre misure per      provocare una scissione entro la Chiesa cattolica.      Permettetemi che vi spieghi come siamo giunti a questo:      abbiamo convinto alcuni dei nostri figli ad entrare negli      ordini cattolici con l'esplicito compito di lavorare in      modo più efficiente per la distruzione della Chiesa      cattolica creando situazioni di scandalo al suo interno. In      questo abbiamo seguito il consiglio del Principe degli ebrei      che così saggiamente diceva: "Fate divenire Cardinali e      Vescovi qualcuno dei nostri figli, in modo che essi      distruggano la Chiesa" 14.      Disgraziatamente, non tutti gli ebrei convertiti sono      rimasti fedeli alla loro missione. Molti di essi ci hanno      traditi, ma ce ne sono stati degli altri che hanno mantenuto      le loro promesse facendo così onore alla loro nazione. In      questa maniera, il consiglio dei nostri anziani ha avuto      pieno successo. Noi siamo stati i padri di tutte le      rivoluzioni, anche di quelle che qualche volta si      rivoltarono contro noi stessi. Noi  siamo coloro che hanno in      mano la pace e la guerra. Noi possiamo andare orgogliosi di      essere i creatori delle riforme. Calvino è stato uno dei      nostri figli; egli era di origine ebraica ed è stato      consigliato da autorità ebraiche, nonché appoggiato dalla      finanza ebraica per svolgere il suo ruolo di riformatore.      Martin Lutero era sotto l'influenza dei suoi amici ebrei      solo per i consigli e per il danaro ebraico; la sua congiura      contro la Chiesa è stata coronata da successo [...].      Grazie alla nostra propaganda, alle nostre teorie sul      liberalismo e alle nostre false interpretazioni della      libertà, le menti di molti cristiani sono state preparate      per abbracciare la Riforma protestante. Essi si sono      separati dalla Chiesa per cadere nelle nostre mani. E      attraverso tutto questo, la Chiesa cattolica rimase      sensibilmente indebolita e la sua autorità sui re dei      cristiani è stata ridotta quasi a nulla. Siamo riconoscenti      ai protestanti per la loro lealtà verso i nostri desideri,      anche se la maggioranza di essi, nella sincerità della loro      fede, non siano coscienti della lealtà verso di noi. Siamo      loro grati per l'ammirevole appoggio che danno alla nostra      lotta contro la civiltà cattolica e ai preparativi per      l'avvento della nostra supremazia su tutto il mondo e sulle      nazioni dei cristiani. Siamo riusciti ad abbattere la      maggioranza dei troni europei. Il resto verrà in un prossimo      futuro. La Russia ha già accettato il nostro regno; la      Francia, con il suo Governo massonico, si trova nelle nostre      mani. L'Inghilterra, dipendendo dalla nostra finanza, sta      sotto i nostri piedi, e nel protestantesimo sta la nostra      speranza di distruggere la Chiesa cattolica. La Spagna e il      Messico sono delle ottime armi nelle nostre mani. E molti      altri Paesi, compresi gli Stati Uniti d'America, sono già      sottomessi ai nostri piani. Ma la Chiesa cattolica è ancora      viva [...]. Dobbiamo distruggerla senza il minimo      ritardo e senza pietà. La maggior parte della stampa      mondiale si trova sotto il nostro controllo; facciamo in      modo che essa fomenti nella forma più violenta l'odio del      mondo contro la Chiesa cattolica. Intensifichiamo le nostre      attività di avvelenamento della moralità dei cristiani; essi      debbono essere indotti a detestare il patriottismo e l'amore      verso la famiglia, e considerare la loro fede come un'onta e      la loro obbedienza verso la Chiesa come una servitù      degradante, in modo che divengano sordi agli appelli della      Chiesa e ciechi di fronte agli avvertimenti contro di noi.      Facciamo innanzitutto in modo che i cristiani escano dalla      Chiesa cattolica e che i non-cristiani si avvicinino a tale      Chiesa; in caso contrario, si rafforzerà sempre più      l’opposizione contro la nostra dominazione e tutto il nostro      lavoro andrà perduto, la nostra congiura sarà scoperta, i      cristiani si rivolgeranno contro di noi con spirito di      vendetta e non si avvererà mai la nostra dominazione su di      essi. Ricordiamoci che fino al momento in cui i nostri      nemici della Chiesa cattolica saranno attivi, noi non      potremo arrivare ad essere i padroni del mondo [...].      E ricordiamoci pure che il futuro Re d'Israele non regnerà      mai sul mondo fino a che il Papa di Roma non verrà      detronizzato, così come tutti gli altri monarchi regnanti      sui cristiani» 15. Il      contenuto di questo articolo, apparso sulla Catholic      Gazette, sembrerà incredibile a coloro che non sono a      conoscenza delle attività sovversive dell'ebraismo di oggi e      di sempre. Ma si tratta di cosa assolutamente reale che può      essere provata in questo momento guardando l'attuale      complotto degli ebrei,
siamo coloro che hanno in      mano la pace e la guerra. Noi possiamo andare orgogliosi di      essere i creatori delle riforme. Calvino è stato uno dei      nostri figli; egli era di origine ebraica ed è stato      consigliato da autorità ebraiche, nonché appoggiato dalla      finanza ebraica per svolgere il suo ruolo di riformatore.      Martin Lutero era sotto l'influenza dei suoi amici ebrei      solo per i consigli e per il danaro ebraico; la sua congiura      contro la Chiesa è stata coronata da successo [...].      Grazie alla nostra propaganda, alle nostre teorie sul      liberalismo e alle nostre false interpretazioni della      libertà, le menti di molti cristiani sono state preparate      per abbracciare la Riforma protestante. Essi si sono      separati dalla Chiesa per cadere nelle nostre mani. E      attraverso tutto questo, la Chiesa cattolica rimase      sensibilmente indebolita e la sua autorità sui re dei      cristiani è stata ridotta quasi a nulla. Siamo riconoscenti      ai protestanti per la loro lealtà verso i nostri desideri,      anche se la maggioranza di essi, nella sincerità della loro      fede, non siano coscienti della lealtà verso di noi. Siamo      loro grati per l'ammirevole appoggio che danno alla nostra      lotta contro la civiltà cattolica e ai preparativi per      l'avvento della nostra supremazia su tutto il mondo e sulle      nazioni dei cristiani. Siamo riusciti ad abbattere la      maggioranza dei troni europei. Il resto verrà in un prossimo      futuro. La Russia ha già accettato il nostro regno; la      Francia, con il suo Governo massonico, si trova nelle nostre      mani. L'Inghilterra, dipendendo dalla nostra finanza, sta      sotto i nostri piedi, e nel protestantesimo sta la nostra      speranza di distruggere la Chiesa cattolica. La Spagna e il      Messico sono delle ottime armi nelle nostre mani. E molti      altri Paesi, compresi gli Stati Uniti d'America, sono già      sottomessi ai nostri piani. Ma la Chiesa cattolica è ancora      viva [...]. Dobbiamo distruggerla senza il minimo      ritardo e senza pietà. La maggior parte della stampa      mondiale si trova sotto il nostro controllo; facciamo in      modo che essa fomenti nella forma più violenta l'odio del      mondo contro la Chiesa cattolica. Intensifichiamo le nostre      attività di avvelenamento della moralità dei cristiani; essi      debbono essere indotti a detestare il patriottismo e l'amore      verso la famiglia, e considerare la loro fede come un'onta e      la loro obbedienza verso la Chiesa come una servitù      degradante, in modo che divengano sordi agli appelli della      Chiesa e ciechi di fronte agli avvertimenti contro di noi.      Facciamo innanzitutto in modo che i cristiani escano dalla      Chiesa cattolica e che i non-cristiani si avvicinino a tale      Chiesa; in caso contrario, si rafforzerà sempre più      l’opposizione contro la nostra dominazione e tutto il nostro      lavoro andrà perduto, la nostra congiura sarà scoperta, i      cristiani si rivolgeranno contro di noi con spirito di      vendetta e non si avvererà mai la nostra dominazione su di      essi. Ricordiamoci che fino al momento in cui i nostri      nemici della Chiesa cattolica saranno attivi, noi non      potremo arrivare ad essere i padroni del mondo [...].      E ricordiamoci pure che il futuro Re d'Israele non regnerà      mai sul mondo fino a che il Papa di Roma non verrà      detronizzato, così come tutti gli altri monarchi regnanti      sui cristiani» 15. Il      contenuto di questo articolo, apparso sulla Catholic      Gazette, sembrerà incredibile a coloro che non sono a      conoscenza delle attività sovversive dell'ebraismo di oggi e      di sempre. Ma si tratta di cosa assolutamente reale che può      essere provata in questo momento guardando l'attuale      complotto degli ebrei, molto più chiaro che non nel 1936      quando venne pubblicato il testo delle conversazioni tra i      cospiratori ebrei, durante la menzionata riunione segreta      del B'nai B'rith a Parigi, cioè della stessa      organizzazione il cui Presidente è in perfetto accordo con      il Cardinale Bea. Nonostante il fatto che il B'nai B'rith      appaia ufficialmente come un'istituzione di beneficenza e di       «consultazione politica», la sua appartenenza all'alta      gerarchia massonica è stata ampiamente dimostrata già da      diversi anni. Il defunto Cardinale José Maria Caro      Rodriguez (1866-1958), Primate del Cile, citando Mons.      Jouin nella sua opera Le Mystere de la Maçonnerie      («Il mistero della Massoneria»), scriveva: «L'Ordine      ebraico-massonico del B'nai B'rith che, contravvenendo agli      statuti delle Logge massoniche, accetta solamente degli      ebrei e conta nel mondo più di 426 Logge esclusivamente      ebraiche, serve da legame tra tutte le internazionali citate      più sopra». Dicendo questo, Sua Eminenza si riferiva      16 alle internazionali del'Alta      Finanza, del comunismo e del socialismo, dai sionisti alla      Massoneria universale. Il Cardinale José Maria Caro      Rodriguez prosegue: «I dirigenti del B'nai B'rith sono      gli ebrei Morgenthau, ex ambasciatore degli Stati Uniti a      Costantinopoli; Brandeis, Giudice Supremo degli Stati Uniti;      Mack, sionista; Warbourg (Felix) banchiere; Eckus; Kraus      (Alfred), suo primo Presidente; Schiff (Jacob), defunto, che      ha sovvenzionato il movimento di emancipazione degli ebrei      in Russia; Marshall (Louis), sionista». Tra i numerosi      altri documenti che dimostrano e confermano questa verità,      riportiamo qui le dichiarazioni dello storico cattolico      Vicente Risco (1884-1963) che, nella sua opera      intitolata Histoire des Juifs («Storia degli ebrei»)       si esprime in questi termini: «Per qualcuno,      l'organizzazione direttiva dell’ebraismo mondiale sarebbe      l'Ordine massonico universale del B'nai B'rith, che è      esclusivamente ebraico e che non ammette tra i suoi membri      quelli che non sono ebrei. Il B'nai B'rith forma un Ordine      massonico che ufficialmente si proclama indipendente,      possiede una struttura internazionale nettamente dichiarata      e ammette solo quelli che sono ebrei. Per questa ragione è      la più segreta delle sètte massoniche. Un fatto      indiscutibile è che mentre i membri del B'nai B'rith possono      far parte delle Logge di qualsiasi altro rito massonico,      nelle proprie Logge esso ammette solamente degli ebrei e      nessun massone può farvi parte se non è ebreo [...].      Numerosi membri dell'Ordine occupano posti importanti nel      Governo e nella diplomazia nordamericana»      17.
 molto più chiaro che non nel 1936      quando venne pubblicato il testo delle conversazioni tra i      cospiratori ebrei, durante la menzionata riunione segreta      del B'nai B'rith a Parigi, cioè della stessa      organizzazione il cui Presidente è in perfetto accordo con      il Cardinale Bea. Nonostante il fatto che il B'nai B'rith      appaia ufficialmente come un'istituzione di beneficenza e di       «consultazione politica», la sua appartenenza all'alta      gerarchia massonica è stata ampiamente dimostrata già da      diversi anni. Il defunto Cardinale José Maria Caro      Rodriguez (1866-1958), Primate del Cile, citando Mons.      Jouin nella sua opera Le Mystere de la Maçonnerie      («Il mistero della Massoneria»), scriveva: «L'Ordine      ebraico-massonico del B'nai B'rith che, contravvenendo agli      statuti delle Logge massoniche, accetta solamente degli      ebrei e conta nel mondo più di 426 Logge esclusivamente      ebraiche, serve da legame tra tutte le internazionali citate      più sopra». Dicendo questo, Sua Eminenza si riferiva      16 alle internazionali del'Alta      Finanza, del comunismo e del socialismo, dai sionisti alla      Massoneria universale. Il Cardinale José Maria Caro      Rodriguez prosegue: «I dirigenti del B'nai B'rith sono      gli ebrei Morgenthau, ex ambasciatore degli Stati Uniti a      Costantinopoli; Brandeis, Giudice Supremo degli Stati Uniti;      Mack, sionista; Warbourg (Felix) banchiere; Eckus; Kraus      (Alfred), suo primo Presidente; Schiff (Jacob), defunto, che      ha sovvenzionato il movimento di emancipazione degli ebrei      in Russia; Marshall (Louis), sionista». Tra i numerosi      altri documenti che dimostrano e confermano questa verità,      riportiamo qui le dichiarazioni dello storico cattolico      Vicente Risco (1884-1963) che, nella sua opera      intitolata Histoire des Juifs («Storia degli ebrei»)       si esprime in questi termini: «Per qualcuno,      l'organizzazione direttiva dell’ebraismo mondiale sarebbe      l'Ordine massonico universale del B'nai B'rith, che è      esclusivamente ebraico e che non ammette tra i suoi membri      quelli che non sono ebrei. Il B'nai B'rith forma un Ordine      massonico che ufficialmente si proclama indipendente,      possiede una struttura internazionale nettamente dichiarata      e ammette solo quelli che sono ebrei. Per questa ragione è      la più segreta delle sètte massoniche. Un fatto      indiscutibile è che mentre i membri del B'nai B'rith possono      far parte delle Logge di qualsiasi altro rito massonico,      nelle proprie Logge esso ammette solamente degli ebrei e      nessun massone può farvi parte se non è ebreo [...].      Numerosi membri dell'Ordine occupano posti importanti nel      Governo e nella diplomazia nordamericana»      17.|  |  | 
| Cardinal Caro Rodriguez | Vicente Risco | 
VI
IL CARDINALE BEA SEGUE
LE ISTRUZIONI DEL B'NAI B'RITH
IL CARDINALE BEA SEGUE
LE ISTRUZIONI DEL B'NAI B'RITH
Fino a dicembre del 1962,      apparivano solo degli ecclesiastici come promotori della      riabilitazione del popolo ebraico da parte della Chiesa      cattolica. Il primo a parlare dell'avvicinamento della      Chiesa all'ebraismo, è stato il Vescovo di Cuernavaca (in      Messico) Mons. Sergio Mendez Arceo, discendente dei      sefarditi 18, che tentarono di      giudaizzare la popolazione di Ctija. Egli estese la      riabilitazione anche ai massoni e, sebbene le sue parole      cadessero nel vuoto, riuscì utile anche agli ebrei per      mettere in moto la campagna internazionale di stampa alla      quale assistiamo e che ne parla come se il Concilio si fosse      già pronunciato in loro favore. Il piano degli ebrei, messo      in azione dai loro rappresentanti ecclesiastici, sembrava      procedere senza ostacoli fino a che, nei primi giorni di      dicembre del 1962, i Padri Conciliari vennero messi al      corrente di quanto accadeva per mezzo di un libro intitolato      Complotto contro la Chiesa, pubblicato da eminenti      prelati di varie nazionalità sotto lo pseudonimo di      Maurice Pinay. Dobbiamo confessare che dapprima siamo      rimasti in dubbio sulle tremende rivelazioni contenute in      tale libro. Tuttavia, approfondendo il suo contenuto,      abbiamo deciso d’investigare per nostro conto per arrivare a      dei risultati che qui portiamo a conoscenza delle LL. EE.      Rev.me, con la stessa responsabilità di coscienza e con lo      stesso proposito che indusse gli autori di quel libro, e      cioè quello di evitare che, con una        dichiarazione     del Concilio favorevole all'ebraismo, la Chiesa possa cadere      nell'onta di rinnegare sé stessa. Le reazioni di diffidenza      sul tema ebraico provocate dal libro Complotto contro la      Chiesa, ottennero l’effetto che parte delle centrali      dell'ebraismo prepararono una controffensiva per la quale si      rese necessaria una conversazione del Presidente del B'nai      B'rith Label A. Katz con Sua Eminenza il Cardinale      Agostino Bea. Essa ebbe luogo il 16 febbraio 1963 nella      città di Roma, e in quell'occasione venne modificato il      piano iniziale stabilito nel giugno del 1962 nel quale, per      la prima volta, dato l'interesse ebraico per il Concilio      Ecumenico, si riunirono i giudeo-massoni Label A. Katz e      Nahum Goldmann con il suddetto Cardinale. In tutte e due le      occasioni - come dà atto l'accreditata rivista della      Compagnia di Gesù a Roma La Civiltà Cattolica, nel      suo numero del 18 luglio 1964, il Capo della suddetta      associazione giudeo-massonica consegnò al Cardinale un ampio      memoriale destinato al Concilio, memoriale che, come più      innanzi si proverà, contiene integralmente la tesi del       «Decreto sugli ebrei» (Nostra Ætate, § 4) presentata      dal Segretariato per l'Unità dei Cristiani al consesso      plenario del Concilio. Già all'epoca di tali conversazioni,      il Cardinale Bea aveva adottato una posizione pienamente      favorevole agli interessi delle organizzazioni ebraiche. Il      giorno seguente alla sua intervista con Label A. Katz, il      Giornale d'Italia di Roma pubblicò, con la firma del più      anziano e più accreditato cronista vaticano, Filippo      Pucci, un articolo nel quale furono riportate numerose      affermazioni del Cardinale Bea, pronunciate a Londra e a      Roma nel senso che non esiste alcuna relazione di      responsabilità tra gli ebrei che crocifissero Nostro Signore      Gesù Cristo e le comunità attuali di questo popolo. Questo      segnò l'inizio della campagna che si estese immediatamente      in tutti i Paesi del mondo. Numerosi scrittori e giornalisti      fecero eco a queste tesi, per quanto si debba osservare che,      nella loro maggioranza, si trattava di giornalisti e di      sacerdoti di origine ebraica che parlavano in favore della      loro comunità. Al contrario, sono davvero pochissimi i      cattolici che hanno favorito la diffusione delle tesi      eretiche e che, malgrado siano state enunciate dal B'nai      B'rith, si tenta ora di far adottare dal Concilio      Ecumenico. È cosa sicura che prima del rientro di Label A.      Katz alla sua sede abituale a Washington, già venivano      diffuse in tutti i continenti le falsificazioni      dell'interpretazione evangelica suggerita a Roma dal      Cardinale Bea. Precisamente con questo scopo pubblicitario      sono sorte in tutto il mondo le succursali dell'«Amicizia      Ebraico-Cristiana», associazione fondata dall'ebreo francese      Jules Marx Isaac (1877-1963), nelle quali uno strano      miscuglio di israeliti, di cattolici che si dicono      progressisti e di alcuni sacerdoti e monache della      Congregazione di Nostra Signora di Sion      19, tendono a confondere tutta la dottrina      tradizionale della Chiesa e gli stessi insegnamenti di      Cristo Nostro Signore e degli Apostoli. Nessuno osa più      accusare gli ebrei eretici Ario 20      o Giovanni Calvino (1509-1564), o gli ebrei      Mordekkai Levi (alias Karl Marx,      1818-1983), Friederich Engels (1820-1895),      Vladimir Ilic Uljanov, detto Lenin      21, e Lev Davidovic Bronstein,      detto Trotsky (1879-1940), che crearono e imposero il      bolscevismo, o gli ebrei Berman, Klement Gottwald      22, Béla Kuhn      23, Mátyas Rákosi      24, Anna Pauker, Rosa      Luxemburg 25, Moša      Pijade, Lavrenti P. Berija      26, ecc..., alti dirigenti della      sovietizzazione dell'Europa Orientale, attraverso lo      sterminio di milioni di cristiani; o gli agenti di tutte le      sovversioni in America Latina e negli altri continenti,      perché in tal caso - come è stato detto in una predica nella      stessa Chiesa del Gesù a Roma e scritto in pubblicazioni      giudeo-cristiane di Madrid - vengono investiti dal seguente      ritornello: «Essere antisemita vuol dire essere      anticristiano». Quale aberrazione! Pretendono forse i      religiosi cripto-ebrei e i loro adepti pseudo-cattolici che      diciannove secoli durante i quali la Chiesa, attraverso i      suoi Concilî, i Padri della Chiesa, i Santi e i Pontefici ha      difeso il suo buon diritto con disposizioni antiebraiche,      sono diciannove secoli di anticristianesimo? O forse per      essi sono anticristiani Cristo stesso e i Santi Apostoli che      così duramente hanno apostrofato il popolo ebraico?
dichiarazione     del Concilio favorevole all'ebraismo, la Chiesa possa cadere      nell'onta di rinnegare sé stessa. Le reazioni di diffidenza      sul tema ebraico provocate dal libro Complotto contro la      Chiesa, ottennero l’effetto che parte delle centrali      dell'ebraismo prepararono una controffensiva per la quale si      rese necessaria una conversazione del Presidente del B'nai      B'rith Label A. Katz con Sua Eminenza il Cardinale      Agostino Bea. Essa ebbe luogo il 16 febbraio 1963 nella      città di Roma, e in quell'occasione venne modificato il      piano iniziale stabilito nel giugno del 1962 nel quale, per      la prima volta, dato l'interesse ebraico per il Concilio      Ecumenico, si riunirono i giudeo-massoni Label A. Katz e      Nahum Goldmann con il suddetto Cardinale. In tutte e due le      occasioni - come dà atto l'accreditata rivista della      Compagnia di Gesù a Roma La Civiltà Cattolica, nel      suo numero del 18 luglio 1964, il Capo della suddetta      associazione giudeo-massonica consegnò al Cardinale un ampio      memoriale destinato al Concilio, memoriale che, come più      innanzi si proverà, contiene integralmente la tesi del       «Decreto sugli ebrei» (Nostra Ætate, § 4) presentata      dal Segretariato per l'Unità dei Cristiani al consesso      plenario del Concilio. Già all'epoca di tali conversazioni,      il Cardinale Bea aveva adottato una posizione pienamente      favorevole agli interessi delle organizzazioni ebraiche. Il      giorno seguente alla sua intervista con Label A. Katz, il      Giornale d'Italia di Roma pubblicò, con la firma del più      anziano e più accreditato cronista vaticano, Filippo      Pucci, un articolo nel quale furono riportate numerose      affermazioni del Cardinale Bea, pronunciate a Londra e a      Roma nel senso che non esiste alcuna relazione di      responsabilità tra gli ebrei che crocifissero Nostro Signore      Gesù Cristo e le comunità attuali di questo popolo. Questo      segnò l'inizio della campagna che si estese immediatamente      in tutti i Paesi del mondo. Numerosi scrittori e giornalisti      fecero eco a queste tesi, per quanto si debba osservare che,      nella loro maggioranza, si trattava di giornalisti e di      sacerdoti di origine ebraica che parlavano in favore della      loro comunità. Al contrario, sono davvero pochissimi i      cattolici che hanno favorito la diffusione delle tesi      eretiche e che, malgrado siano state enunciate dal B'nai      B'rith, si tenta ora di far adottare dal Concilio      Ecumenico. È cosa sicura che prima del rientro di Label A.      Katz alla sua sede abituale a Washington, già venivano      diffuse in tutti i continenti le falsificazioni      dell'interpretazione evangelica suggerita a Roma dal      Cardinale Bea. Precisamente con questo scopo pubblicitario      sono sorte in tutto il mondo le succursali dell'«Amicizia      Ebraico-Cristiana», associazione fondata dall'ebreo francese      Jules Marx Isaac (1877-1963), nelle quali uno strano      miscuglio di israeliti, di cattolici che si dicono      progressisti e di alcuni sacerdoti e monache della      Congregazione di Nostra Signora di Sion      19, tendono a confondere tutta la dottrina      tradizionale della Chiesa e gli stessi insegnamenti di      Cristo Nostro Signore e degli Apostoli. Nessuno osa più      accusare gli ebrei eretici Ario 20      o Giovanni Calvino (1509-1564), o gli ebrei      Mordekkai Levi (alias Karl Marx,      1818-1983), Friederich Engels (1820-1895),      Vladimir Ilic Uljanov, detto Lenin      21, e Lev Davidovic Bronstein,      detto Trotsky (1879-1940), che crearono e imposero il      bolscevismo, o gli ebrei Berman, Klement Gottwald      22, Béla Kuhn      23, Mátyas Rákosi      24, Anna Pauker, Rosa      Luxemburg 25, Moša      Pijade, Lavrenti P. Berija      26, ecc..., alti dirigenti della      sovietizzazione dell'Europa Orientale, attraverso lo      sterminio di milioni di cristiani; o gli agenti di tutte le      sovversioni in America Latina e negli altri continenti,      perché in tal caso - come è stato detto in una predica nella      stessa Chiesa del Gesù a Roma e scritto in pubblicazioni      giudeo-cristiane di Madrid - vengono investiti dal seguente      ritornello: «Essere antisemita vuol dire essere      anticristiano». Quale aberrazione! Pretendono forse i      religiosi cripto-ebrei e i loro adepti pseudo-cattolici che      diciannove secoli durante i quali la Chiesa, attraverso i      suoi Concilî, i Padri della Chiesa, i Santi e i Pontefici ha      difeso il suo buon diritto con disposizioni antiebraiche,      sono diciannove secoli di anticristianesimo? O forse per      essi sono anticristiani Cristo stesso e i Santi Apostoli che      così duramente hanno apostrofato il popolo ebraico?
      
      
 dichiarazione     del Concilio favorevole all'ebraismo, la Chiesa possa cadere      nell'onta di rinnegare sé stessa. Le reazioni di diffidenza      sul tema ebraico provocate dal libro Complotto contro la      Chiesa, ottennero l’effetto che parte delle centrali      dell'ebraismo prepararono una controffensiva per la quale si      rese necessaria una conversazione del Presidente del B'nai      B'rith Label A. Katz con Sua Eminenza il Cardinale      Agostino Bea. Essa ebbe luogo il 16 febbraio 1963 nella      città di Roma, e in quell'occasione venne modificato il      piano iniziale stabilito nel giugno del 1962 nel quale, per      la prima volta, dato l'interesse ebraico per il Concilio      Ecumenico, si riunirono i giudeo-massoni Label A. Katz e      Nahum Goldmann con il suddetto Cardinale. In tutte e due le      occasioni - come dà atto l'accreditata rivista della      Compagnia di Gesù a Roma La Civiltà Cattolica, nel      suo numero del 18 luglio 1964, il Capo della suddetta      associazione giudeo-massonica consegnò al Cardinale un ampio      memoriale destinato al Concilio, memoriale che, come più      innanzi si proverà, contiene integralmente la tesi del       «Decreto sugli ebrei» (Nostra Ætate, § 4) presentata      dal Segretariato per l'Unità dei Cristiani al consesso      plenario del Concilio. Già all'epoca di tali conversazioni,      il Cardinale Bea aveva adottato una posizione pienamente      favorevole agli interessi delle organizzazioni ebraiche. Il      giorno seguente alla sua intervista con Label A. Katz, il      Giornale d'Italia di Roma pubblicò, con la firma del più      anziano e più accreditato cronista vaticano, Filippo      Pucci, un articolo nel quale furono riportate numerose      affermazioni del Cardinale Bea, pronunciate a Londra e a      Roma nel senso che non esiste alcuna relazione di      responsabilità tra gli ebrei che crocifissero Nostro Signore      Gesù Cristo e le comunità attuali di questo popolo. Questo      segnò l'inizio della campagna che si estese immediatamente      in tutti i Paesi del mondo. Numerosi scrittori e giornalisti      fecero eco a queste tesi, per quanto si debba osservare che,      nella loro maggioranza, si trattava di giornalisti e di      sacerdoti di origine ebraica che parlavano in favore della      loro comunità. Al contrario, sono davvero pochissimi i      cattolici che hanno favorito la diffusione delle tesi      eretiche e che, malgrado siano state enunciate dal B'nai      B'rith, si tenta ora di far adottare dal Concilio      Ecumenico. È cosa sicura che prima del rientro di Label A.      Katz alla sua sede abituale a Washington, già venivano      diffuse in tutti i continenti le falsificazioni      dell'interpretazione evangelica suggerita a Roma dal      Cardinale Bea. Precisamente con questo scopo pubblicitario      sono sorte in tutto il mondo le succursali dell'«Amicizia      Ebraico-Cristiana», associazione fondata dall'ebreo francese      Jules Marx Isaac (1877-1963), nelle quali uno strano      miscuglio di israeliti, di cattolici che si dicono      progressisti e di alcuni sacerdoti e monache della      Congregazione di Nostra Signora di Sion      19, tendono a confondere tutta la dottrina      tradizionale della Chiesa e gli stessi insegnamenti di      Cristo Nostro Signore e degli Apostoli. Nessuno osa più      accusare gli ebrei eretici Ario 20      o Giovanni Calvino (1509-1564), o gli ebrei      Mordekkai Levi (alias Karl Marx,      1818-1983), Friederich Engels (1820-1895),      Vladimir Ilic Uljanov, detto Lenin      21, e Lev Davidovic Bronstein,      detto Trotsky (1879-1940), che crearono e imposero il      bolscevismo, o gli ebrei Berman, Klement Gottwald      22, Béla Kuhn      23, Mátyas Rákosi      24, Anna Pauker, Rosa      Luxemburg 25, Moša      Pijade, Lavrenti P. Berija      26, ecc..., alti dirigenti della      sovietizzazione dell'Europa Orientale, attraverso lo      sterminio di milioni di cristiani; o gli agenti di tutte le      sovversioni in America Latina e negli altri continenti,      perché in tal caso - come è stato detto in una predica nella      stessa Chiesa del Gesù a Roma e scritto in pubblicazioni      giudeo-cristiane di Madrid - vengono investiti dal seguente      ritornello: «Essere antisemita vuol dire essere      anticristiano». Quale aberrazione! Pretendono forse i      religiosi cripto-ebrei e i loro adepti pseudo-cattolici che      diciannove secoli durante i quali la Chiesa, attraverso i      suoi Concilî, i Padri della Chiesa, i Santi e i Pontefici ha      difeso il suo buon diritto con disposizioni antiebraiche,      sono diciannove secoli di anticristianesimo? O forse per      essi sono anticristiani Cristo stesso e i Santi Apostoli che      così duramente hanno apostrofato il popolo ebraico?
dichiarazione     del Concilio favorevole all'ebraismo, la Chiesa possa cadere      nell'onta di rinnegare sé stessa. Le reazioni di diffidenza      sul tema ebraico provocate dal libro Complotto contro la      Chiesa, ottennero l’effetto che parte delle centrali      dell'ebraismo prepararono una controffensiva per la quale si      rese necessaria una conversazione del Presidente del B'nai      B'rith Label A. Katz con Sua Eminenza il Cardinale      Agostino Bea. Essa ebbe luogo il 16 febbraio 1963 nella      città di Roma, e in quell'occasione venne modificato il      piano iniziale stabilito nel giugno del 1962 nel quale, per      la prima volta, dato l'interesse ebraico per il Concilio      Ecumenico, si riunirono i giudeo-massoni Label A. Katz e      Nahum Goldmann con il suddetto Cardinale. In tutte e due le      occasioni - come dà atto l'accreditata rivista della      Compagnia di Gesù a Roma La Civiltà Cattolica, nel      suo numero del 18 luglio 1964, il Capo della suddetta      associazione giudeo-massonica consegnò al Cardinale un ampio      memoriale destinato al Concilio, memoriale che, come più      innanzi si proverà, contiene integralmente la tesi del       «Decreto sugli ebrei» (Nostra Ætate, § 4) presentata      dal Segretariato per l'Unità dei Cristiani al consesso      plenario del Concilio. Già all'epoca di tali conversazioni,      il Cardinale Bea aveva adottato una posizione pienamente      favorevole agli interessi delle organizzazioni ebraiche. Il      giorno seguente alla sua intervista con Label A. Katz, il      Giornale d'Italia di Roma pubblicò, con la firma del più      anziano e più accreditato cronista vaticano, Filippo      Pucci, un articolo nel quale furono riportate numerose      affermazioni del Cardinale Bea, pronunciate a Londra e a      Roma nel senso che non esiste alcuna relazione di      responsabilità tra gli ebrei che crocifissero Nostro Signore      Gesù Cristo e le comunità attuali di questo popolo. Questo      segnò l'inizio della campagna che si estese immediatamente      in tutti i Paesi del mondo. Numerosi scrittori e giornalisti      fecero eco a queste tesi, per quanto si debba osservare che,      nella loro maggioranza, si trattava di giornalisti e di      sacerdoti di origine ebraica che parlavano in favore della      loro comunità. Al contrario, sono davvero pochissimi i      cattolici che hanno favorito la diffusione delle tesi      eretiche e che, malgrado siano state enunciate dal B'nai      B'rith, si tenta ora di far adottare dal Concilio      Ecumenico. È cosa sicura che prima del rientro di Label A.      Katz alla sua sede abituale a Washington, già venivano      diffuse in tutti i continenti le falsificazioni      dell'interpretazione evangelica suggerita a Roma dal      Cardinale Bea. Precisamente con questo scopo pubblicitario      sono sorte in tutto il mondo le succursali dell'«Amicizia      Ebraico-Cristiana», associazione fondata dall'ebreo francese      Jules Marx Isaac (1877-1963), nelle quali uno strano      miscuglio di israeliti, di cattolici che si dicono      progressisti e di alcuni sacerdoti e monache della      Congregazione di Nostra Signora di Sion      19, tendono a confondere tutta la dottrina      tradizionale della Chiesa e gli stessi insegnamenti di      Cristo Nostro Signore e degli Apostoli. Nessuno osa più      accusare gli ebrei eretici Ario 20      o Giovanni Calvino (1509-1564), o gli ebrei      Mordekkai Levi (alias Karl Marx,      1818-1983), Friederich Engels (1820-1895),      Vladimir Ilic Uljanov, detto Lenin      21, e Lev Davidovic Bronstein,      detto Trotsky (1879-1940), che crearono e imposero il      bolscevismo, o gli ebrei Berman, Klement Gottwald      22, Béla Kuhn      23, Mátyas Rákosi      24, Anna Pauker, Rosa      Luxemburg 25, Moša      Pijade, Lavrenti P. Berija      26, ecc..., alti dirigenti della      sovietizzazione dell'Europa Orientale, attraverso lo      sterminio di milioni di cristiani; o gli agenti di tutte le      sovversioni in America Latina e negli altri continenti,      perché in tal caso - come è stato detto in una predica nella      stessa Chiesa del Gesù a Roma e scritto in pubblicazioni      giudeo-cristiane di Madrid - vengono investiti dal seguente      ritornello: «Essere antisemita vuol dire essere      anticristiano». Quale aberrazione! Pretendono forse i      religiosi cripto-ebrei e i loro adepti pseudo-cattolici che      diciannove secoli durante i quali la Chiesa, attraverso i      suoi Concilî, i Padri della Chiesa, i Santi e i Pontefici ha      difeso il suo buon diritto con disposizioni antiebraiche,      sono diciannove secoli di anticristianesimo? O forse per      essi sono anticristiani Cristo stesso e i Santi Apostoli che      così duramente hanno apostrofato il popolo ebraico?|  |  |  | 
| Jules Marx Isaac | Klement Gottwald | Béla Kuhn | 
|  |  |  | 
| Mátyas Rákosi | Anna Pauker | Rosa Luxemburg | 
|  |  |  | 
| Moša Pijade | Lavrenti P. Berija | Lev Trotsky | 
Tutte      queste eresie sono la conseguenza della penetrazione ebraica      nel clero cattolico, sotto la direzione delle Logge      dell'organizzazione ebraica del B'nai B'rith. La prova      definitiva che il § 4 dello Schema sull'Ecumenismo (Nostra      Ætate), presentato al Concilio dal Cardinale Bea, che      poi fece di persona l'apologia di tale tesi, sia di origine      ebraica, la troviamo nelle pagine dell'autorevolissimo      quotidiano parigino Le Monde, nella cui edizione del      19 novembre 1963 possiamo leggere: «L'organizzazione      ebraica internazionale B'nai B'rith ha manifestato il      desiderio di stabilire relazioni più strette con la Chiesa      cattolica. Tale Ordine ha sottoposto al Concilio una      Dichiarazione nella quale si afferma l'intera responsabilità      dell'umanità per la morte di Cristo. "Se tale Dichiarazione      verrà accettata dal Concilio - ha dichiarato Label A. Katz,      Presidente del Consiglio Internazionale del B'nai B'rith -       le comunità ebraiche cercheranno i mezzi per collaborare con      le autorità della Chiesa"». Il Cardinale Bea, nel      presentare il suo progetto di Decreto in favore degli ebrei      e in opposizione ai Vangeli, ha nascosto ai Padri Conciliari      che egli ripeteva le tesi che gli erano state suggerite      dall'Ordine massonico del B'nai B'rith, presentandole      invece come elaborate dal Segretariato per l'Unità dei      Cristiani, nel quale i due massimi assessori erano i      cripto-ebrei, Mons. Oesterreicher e Padre Baum. Ed è anche      logico che abbia nascosto questo fatto perché sarebbe stata      una cosa inaudita che le tesi di un Sinedrio massonico      potessero avere ufficialmente accesso nel sacro recinto ove      presiede lo Spirito Santo. Inoltre, se il 19 novembre 1963      il Cardinale Bea avesse fatto conoscere ai Padri Conciliari      la vera origine     delle sue tesi, è certo che l'immensa maggioranza le avrebbe      respinte con indignazione senza volerle nemmeno ascoltare,      essendo bene al corrente degli oltraggi e dei danni      apportati dalla Massoneria alla Chiesa di Cristo.      Certamente, i venerati Pontefici Pio IX (1792-1878) e      Leone XIII (1810-1903) si saranno rivoltati nelle      loro auguste tombe così prossime alla località dove un      Principe della Chiesa difendeva una tale diabolica proposta      massonica.
      
      
|  |  | 
| Papa Pio IX | Papa Leone XIII | 
VII
CHI È IL CARDINALE BEA E CHI
SONO I SUOI COLLABORATORI?
      
CHI È IL CARDINALE BEA E CHI
SONO I SUOI COLLABORATORI?
Fino ad alcuni mesi fa, mentre      stavamo meditando sugli strani colloqui tra un Principe      della Chiesa e la maggiore sètta massonica ebraica, facevamo      le seguenti considerazioni: essendo il Cardinale Bea di      origine tedesca, almeno ufficialmente, e per di più      sacerdote gesuita, il suo ostinato progressismo e il suo      fanatico        filo-semitismo tanto favorevole alle forze      anticristiane, appaiono veramente strani. Sorprende anche il      fatto che il B'nai B'rith abbia scovato un autentico      tedesco e gesuita come l'elemento idoneo per servire ad esso      da strumento principale nell'intento di disgregare la Chiesa      dall'interno. Inoltre, è altrettanto strano che sia stato      proprio un gesuita, più o meno conosciuto, che fra tanti      illustri gesuiti fosse elevato al cardinalato da Giovanni XXIII e che poi lo stesso porporato abbia trovato così      rapidamente i suoi collaboratori nelle persone di due ebrei,      uno domiciliato negli Stati Uniti e l'altro nel Canada.      Tutto questo in aggiunta al fatto che il cognome del      Cardinale non è di origine tedesca, ci fece sorgere dei      dubbi sulla vera origine di Sua Eminenza; decidemmo      pertanto, con tutta la discrezione del caso, di rivolgerci      ad un gruppo di valenti uomini di scienza in Germania, noti      per le importanti indagini storiche da essi compiute, per      avere chiarimenti in proposito. Non sappiamo ancora se prima      della pubblicazione di queste righe saremo entrati in      possesso delle prove definitive sui primi risultati ottenuti      e che dicono quanto segue. Negli ultimi secoli, troviamo in      Germania e in Austria diverse personalità che portano il      cognome di Behá, equivalente fonetico del cognome sefardita      Beja, che i loro antenati sefarditi portavano in Spagna ove      vivevano. Il cognome «Bea» viene dunque ad essere una      latinizzazione dell'originale «Behá». Verso la metà del      secolo scorso, aveva tale cognome un rabbino con diversi      figli, uno dei quali si convertì al cristianesimo. Sono in      corso delle ricerche per stabilire se questo cristiano      converso sia il padre dell'attuale Cardinale Bea. Non appena      saremo in possesso delle prove documentate di questo, esse      saranno portate a conoscenza dei Padri Conciliari, perché      sarebbe di valore decisivo, per ciò che riguarda le attività      svolte dal Segretariato per l'Unità dei Cristiani, il poter      provare che, oltre all'ispiratore principale Label A. Katz e      gli assessori ebrei Oesterreicher e Baum, e ai propagandisti      ebrei i Vescovi Mons. Mendez e Mons. Kempe, anche il      Cardinale Bea sia di origine ebraica e non uno strumento      estraneo alla faccenda, quale risulterebbe dal suo duplice      carattere, almeno apparente, di tedesco e gesuita. In ogni      caso, risulta evidente - non potendosi dare pieno valore a      questa informazione, fintantoché non si sia in possesso di      prove documentate - che gli atteggiamenti del Cardinale Bea      sono stati quelli di un tipico cripto-ebreo,
filo-semitismo tanto favorevole alle forze      anticristiane, appaiono veramente strani. Sorprende anche il      fatto che il B'nai B'rith abbia scovato un autentico      tedesco e gesuita come l'elemento idoneo per servire ad esso      da strumento principale nell'intento di disgregare la Chiesa      dall'interno. Inoltre, è altrettanto strano che sia stato      proprio un gesuita, più o meno conosciuto, che fra tanti      illustri gesuiti fosse elevato al cardinalato da Giovanni XXIII e che poi lo stesso porporato abbia trovato così      rapidamente i suoi collaboratori nelle persone di due ebrei,      uno domiciliato negli Stati Uniti e l'altro nel Canada.      Tutto questo in aggiunta al fatto che il cognome del      Cardinale non è di origine tedesca, ci fece sorgere dei      dubbi sulla vera origine di Sua Eminenza; decidemmo      pertanto, con tutta la discrezione del caso, di rivolgerci      ad un gruppo di valenti uomini di scienza in Germania, noti      per le importanti indagini storiche da essi compiute, per      avere chiarimenti in proposito. Non sappiamo ancora se prima      della pubblicazione di queste righe saremo entrati in      possesso delle prove definitive sui primi risultati ottenuti      e che dicono quanto segue. Negli ultimi secoli, troviamo in      Germania e in Austria diverse personalità che portano il      cognome di Behá, equivalente fonetico del cognome sefardita      Beja, che i loro antenati sefarditi portavano in Spagna ove      vivevano. Il cognome «Bea» viene dunque ad essere una      latinizzazione dell'originale «Behá». Verso la metà del      secolo scorso, aveva tale cognome un rabbino con diversi      figli, uno dei quali si convertì al cristianesimo. Sono in      corso delle ricerche per stabilire se questo cristiano      converso sia il padre dell'attuale Cardinale Bea. Non appena      saremo in possesso delle prove documentate di questo, esse      saranno portate a conoscenza dei Padri Conciliari, perché      sarebbe di valore decisivo, per ciò che riguarda le attività      svolte dal Segretariato per l'Unità dei Cristiani, il poter      provare che, oltre all'ispiratore principale Label A. Katz e      gli assessori ebrei Oesterreicher e Baum, e ai propagandisti      ebrei i Vescovi Mons. Mendez e Mons. Kempe, anche il      Cardinale Bea sia di origine ebraica e non uno strumento      estraneo alla faccenda, quale risulterebbe dal suo duplice      carattere, almeno apparente, di tedesco e gesuita. In ogni      caso, risulta evidente - non potendosi dare pieno valore a      questa informazione, fintantoché non si sia in possesso di      prove documentate - che gli atteggiamenti del Cardinale Bea      sono stati quelli di un tipico cripto-ebreo, assolutamente      uguale a quello di numerosi ebrei che nel corso dei secoli      sono riusciti ad infiltrarsi nel clero cattolico. Il      principale autore del Decreto De Judæis è l'ebreo      sedicente convertito John Oesterreicher, oggi Mons.      Oesterreicher. Durante una predica, che pronunciò nella      Cattedrale di San Patrizio a New York, dove era predicatore      prima di venire a Roma per «assistere» il Cardinale Bea,      egli disse testualmente: «Noi non leggiamo più le      numerose dichiarazioni di Gesù Cristo contro il suo popolo      contenute nel Vangelo». Il «cattolico» Mons.      Oesterreicher si permette di censurare il Vangelo di Nostro      Signore Gesù Cristo stesso, e nelle sue prediche legge solo      quello che giudica conveniente al suo popolo... Furono sue      le maggiori insistenze affinché il Decreto sugli ebrei fosse      incluso nello Schema sull'Ecumenismo, sostenendo che «la      liturgia romana ha sempre insistito sul fatto che le origini      della Chiesa dovessero essere ricercate nel richiamo di Dio      ad Abramo [...]. La scissione tra la Chiesa e la      sinagoga fu la prima separazione tra quelli che credevano      nel Dio di Abramo [...]. Nessun ecumenismo è      possibile senza la riconciliazione dell'antico e del      nuovo Israele». Si tratta di affermazioni astute,      destinate a «dimostrare», a corto di argomenti      esclusivamente religiosi, la necessità di includere nello      Schema sull'Ecumenismo cristiano, un documento che, in      realtà, è politico nelle sue finalità. L'altro co-autore del      documento è Padre Gregory Baum, lui stesso ebreo sedicente      convertito. Nonostante che diversi anni fa fosse un ateo      emigrato dalla Germania nel Canada, oggi egli appartiene      all'Ordine degli agostiniani ed esercita un dottorato di      Teologia cattolica 27. Il      Cardinale Bea lo chiamò a collaborare col Segretariato per      l'Unità dei Cristiani, forse a causa del suo libro Gli      ebrei e il Vangelo. In questo libro, Padre Baum,      sostenendo che le frasi antiebraiche contenute nel Vangelo e      in altri passi della Sacra Scrittura sono una «vera e      propria collezione di scritti dell'odio», ha      fatto una critica eretica del santo Vangelo. I suoi      argomenti in favore della «necessità» di approvare il      Decreto sugli ebrei si basano sul fatto che, secondo lui, «nessun Apostolo ha mai confermato la responsabilità      collettiva degli ebrei nella crocifissione di Gesù Cristo».
 assolutamente      uguale a quello di numerosi ebrei che nel corso dei secoli      sono riusciti ad infiltrarsi nel clero cattolico. Il      principale autore del Decreto De Judæis è l'ebreo      sedicente convertito John Oesterreicher, oggi Mons.      Oesterreicher. Durante una predica, che pronunciò nella      Cattedrale di San Patrizio a New York, dove era predicatore      prima di venire a Roma per «assistere» il Cardinale Bea,      egli disse testualmente: «Noi non leggiamo più le      numerose dichiarazioni di Gesù Cristo contro il suo popolo      contenute nel Vangelo». Il «cattolico» Mons.      Oesterreicher si permette di censurare il Vangelo di Nostro      Signore Gesù Cristo stesso, e nelle sue prediche legge solo      quello che giudica conveniente al suo popolo... Furono sue      le maggiori insistenze affinché il Decreto sugli ebrei fosse      incluso nello Schema sull'Ecumenismo, sostenendo che «la      liturgia romana ha sempre insistito sul fatto che le origini      della Chiesa dovessero essere ricercate nel richiamo di Dio      ad Abramo [...]. La scissione tra la Chiesa e la      sinagoga fu la prima separazione tra quelli che credevano      nel Dio di Abramo [...]. Nessun ecumenismo è      possibile senza la riconciliazione dell'antico e del      nuovo Israele». Si tratta di affermazioni astute,      destinate a «dimostrare», a corto di argomenti      esclusivamente religiosi, la necessità di includere nello      Schema sull'Ecumenismo cristiano, un documento che, in      realtà, è politico nelle sue finalità. L'altro co-autore del      documento è Padre Gregory Baum, lui stesso ebreo sedicente      convertito. Nonostante che diversi anni fa fosse un ateo      emigrato dalla Germania nel Canada, oggi egli appartiene      all'Ordine degli agostiniani ed esercita un dottorato di      Teologia cattolica 27. Il      Cardinale Bea lo chiamò a collaborare col Segretariato per      l'Unità dei Cristiani, forse a causa del suo libro Gli      ebrei e il Vangelo. In questo libro, Padre Baum,      sostenendo che le frasi antiebraiche contenute nel Vangelo e      in altri passi della Sacra Scrittura sono una «vera e      propria collezione di scritti dell'odio», ha      fatto una critica eretica del santo Vangelo. I suoi      argomenti in favore della «necessità» di approvare il      Decreto sugli ebrei si basano sul fatto che, secondo lui, «nessun Apostolo ha mai confermato la responsabilità      collettiva degli ebrei nella crocifissione di Gesù Cristo».
      
 filo-semitismo tanto favorevole alle forze      anticristiane, appaiono veramente strani. Sorprende anche il      fatto che il B'nai B'rith abbia scovato un autentico      tedesco e gesuita come l'elemento idoneo per servire ad esso      da strumento principale nell'intento di disgregare la Chiesa      dall'interno. Inoltre, è altrettanto strano che sia stato      proprio un gesuita, più o meno conosciuto, che fra tanti      illustri gesuiti fosse elevato al cardinalato da Giovanni XXIII e che poi lo stesso porporato abbia trovato così      rapidamente i suoi collaboratori nelle persone di due ebrei,      uno domiciliato negli Stati Uniti e l'altro nel Canada.      Tutto questo in aggiunta al fatto che il cognome del      Cardinale non è di origine tedesca, ci fece sorgere dei      dubbi sulla vera origine di Sua Eminenza; decidemmo      pertanto, con tutta la discrezione del caso, di rivolgerci      ad un gruppo di valenti uomini di scienza in Germania, noti      per le importanti indagini storiche da essi compiute, per      avere chiarimenti in proposito. Non sappiamo ancora se prima      della pubblicazione di queste righe saremo entrati in      possesso delle prove definitive sui primi risultati ottenuti      e che dicono quanto segue. Negli ultimi secoli, troviamo in      Germania e in Austria diverse personalità che portano il      cognome di Behá, equivalente fonetico del cognome sefardita      Beja, che i loro antenati sefarditi portavano in Spagna ove      vivevano. Il cognome «Bea» viene dunque ad essere una      latinizzazione dell'originale «Behá». Verso la metà del      secolo scorso, aveva tale cognome un rabbino con diversi      figli, uno dei quali si convertì al cristianesimo. Sono in      corso delle ricerche per stabilire se questo cristiano      converso sia il padre dell'attuale Cardinale Bea. Non appena      saremo in possesso delle prove documentate di questo, esse      saranno portate a conoscenza dei Padri Conciliari, perché      sarebbe di valore decisivo, per ciò che riguarda le attività      svolte dal Segretariato per l'Unità dei Cristiani, il poter      provare che, oltre all'ispiratore principale Label A. Katz e      gli assessori ebrei Oesterreicher e Baum, e ai propagandisti      ebrei i Vescovi Mons. Mendez e Mons. Kempe, anche il      Cardinale Bea sia di origine ebraica e non uno strumento      estraneo alla faccenda, quale risulterebbe dal suo duplice      carattere, almeno apparente, di tedesco e gesuita. In ogni      caso, risulta evidente - non potendosi dare pieno valore a      questa informazione, fintantoché non si sia in possesso di      prove documentate - che gli atteggiamenti del Cardinale Bea      sono stati quelli di un tipico cripto-ebreo,
filo-semitismo tanto favorevole alle forze      anticristiane, appaiono veramente strani. Sorprende anche il      fatto che il B'nai B'rith abbia scovato un autentico      tedesco e gesuita come l'elemento idoneo per servire ad esso      da strumento principale nell'intento di disgregare la Chiesa      dall'interno. Inoltre, è altrettanto strano che sia stato      proprio un gesuita, più o meno conosciuto, che fra tanti      illustri gesuiti fosse elevato al cardinalato da Giovanni XXIII e che poi lo stesso porporato abbia trovato così      rapidamente i suoi collaboratori nelle persone di due ebrei,      uno domiciliato negli Stati Uniti e l'altro nel Canada.      Tutto questo in aggiunta al fatto che il cognome del      Cardinale non è di origine tedesca, ci fece sorgere dei      dubbi sulla vera origine di Sua Eminenza; decidemmo      pertanto, con tutta la discrezione del caso, di rivolgerci      ad un gruppo di valenti uomini di scienza in Germania, noti      per le importanti indagini storiche da essi compiute, per      avere chiarimenti in proposito. Non sappiamo ancora se prima      della pubblicazione di queste righe saremo entrati in      possesso delle prove definitive sui primi risultati ottenuti      e che dicono quanto segue. Negli ultimi secoli, troviamo in      Germania e in Austria diverse personalità che portano il      cognome di Behá, equivalente fonetico del cognome sefardita      Beja, che i loro antenati sefarditi portavano in Spagna ove      vivevano. Il cognome «Bea» viene dunque ad essere una      latinizzazione dell'originale «Behá». Verso la metà del      secolo scorso, aveva tale cognome un rabbino con diversi      figli, uno dei quali si convertì al cristianesimo. Sono in      corso delle ricerche per stabilire se questo cristiano      converso sia il padre dell'attuale Cardinale Bea. Non appena      saremo in possesso delle prove documentate di questo, esse      saranno portate a conoscenza dei Padri Conciliari, perché      sarebbe di valore decisivo, per ciò che riguarda le attività      svolte dal Segretariato per l'Unità dei Cristiani, il poter      provare che, oltre all'ispiratore principale Label A. Katz e      gli assessori ebrei Oesterreicher e Baum, e ai propagandisti      ebrei i Vescovi Mons. Mendez e Mons. Kempe, anche il      Cardinale Bea sia di origine ebraica e non uno strumento      estraneo alla faccenda, quale risulterebbe dal suo duplice      carattere, almeno apparente, di tedesco e gesuita. In ogni      caso, risulta evidente - non potendosi dare pieno valore a      questa informazione, fintantoché non si sia in possesso di      prove documentate - che gli atteggiamenti del Cardinale Bea      sono stati quelli di un tipico cripto-ebreo, assolutamente      uguale a quello di numerosi ebrei che nel corso dei secoli      sono riusciti ad infiltrarsi nel clero cattolico. Il      principale autore del Decreto De Judæis è l'ebreo      sedicente convertito John Oesterreicher, oggi Mons.      Oesterreicher. Durante una predica, che pronunciò nella      Cattedrale di San Patrizio a New York, dove era predicatore      prima di venire a Roma per «assistere» il Cardinale Bea,      egli disse testualmente: «Noi non leggiamo più le      numerose dichiarazioni di Gesù Cristo contro il suo popolo      contenute nel Vangelo». Il «cattolico» Mons.      Oesterreicher si permette di censurare il Vangelo di Nostro      Signore Gesù Cristo stesso, e nelle sue prediche legge solo      quello che giudica conveniente al suo popolo... Furono sue      le maggiori insistenze affinché il Decreto sugli ebrei fosse      incluso nello Schema sull'Ecumenismo, sostenendo che «la      liturgia romana ha sempre insistito sul fatto che le origini      della Chiesa dovessero essere ricercate nel richiamo di Dio      ad Abramo [...]. La scissione tra la Chiesa e la      sinagoga fu la prima separazione tra quelli che credevano      nel Dio di Abramo [...]. Nessun ecumenismo è      possibile senza la riconciliazione dell'antico e del      nuovo Israele». Si tratta di affermazioni astute,      destinate a «dimostrare», a corto di argomenti      esclusivamente religiosi, la necessità di includere nello      Schema sull'Ecumenismo cristiano, un documento che, in      realtà, è politico nelle sue finalità. L'altro co-autore del      documento è Padre Gregory Baum, lui stesso ebreo sedicente      convertito. Nonostante che diversi anni fa fosse un ateo      emigrato dalla Germania nel Canada, oggi egli appartiene      all'Ordine degli agostiniani ed esercita un dottorato di      Teologia cattolica 27. Il      Cardinale Bea lo chiamò a collaborare col Segretariato per      l'Unità dei Cristiani, forse a causa del suo libro Gli      ebrei e il Vangelo. In questo libro, Padre Baum,      sostenendo che le frasi antiebraiche contenute nel Vangelo e      in altri passi della Sacra Scrittura sono una «vera e      propria collezione di scritti dell'odio», ha      fatto una critica eretica del santo Vangelo. I suoi      argomenti in favore della «necessità» di approvare il      Decreto sugli ebrei si basano sul fatto che, secondo lui, «nessun Apostolo ha mai confermato la responsabilità      collettiva degli ebrei nella crocifissione di Gesù Cristo».
 assolutamente      uguale a quello di numerosi ebrei che nel corso dei secoli      sono riusciti ad infiltrarsi nel clero cattolico. Il      principale autore del Decreto De Judæis è l'ebreo      sedicente convertito John Oesterreicher, oggi Mons.      Oesterreicher. Durante una predica, che pronunciò nella      Cattedrale di San Patrizio a New York, dove era predicatore      prima di venire a Roma per «assistere» il Cardinale Bea,      egli disse testualmente: «Noi non leggiamo più le      numerose dichiarazioni di Gesù Cristo contro il suo popolo      contenute nel Vangelo». Il «cattolico» Mons.      Oesterreicher si permette di censurare il Vangelo di Nostro      Signore Gesù Cristo stesso, e nelle sue prediche legge solo      quello che giudica conveniente al suo popolo... Furono sue      le maggiori insistenze affinché il Decreto sugli ebrei fosse      incluso nello Schema sull'Ecumenismo, sostenendo che «la      liturgia romana ha sempre insistito sul fatto che le origini      della Chiesa dovessero essere ricercate nel richiamo di Dio      ad Abramo [...]. La scissione tra la Chiesa e la      sinagoga fu la prima separazione tra quelli che credevano      nel Dio di Abramo [...]. Nessun ecumenismo è      possibile senza la riconciliazione dell'antico e del      nuovo Israele». Si tratta di affermazioni astute,      destinate a «dimostrare», a corto di argomenti      esclusivamente religiosi, la necessità di includere nello      Schema sull'Ecumenismo cristiano, un documento che, in      realtà, è politico nelle sue finalità. L'altro co-autore del      documento è Padre Gregory Baum, lui stesso ebreo sedicente      convertito. Nonostante che diversi anni fa fosse un ateo      emigrato dalla Germania nel Canada, oggi egli appartiene      all'Ordine degli agostiniani ed esercita un dottorato di      Teologia cattolica 27. Il      Cardinale Bea lo chiamò a collaborare col Segretariato per      l'Unità dei Cristiani, forse a causa del suo libro Gli      ebrei e il Vangelo. In questo libro, Padre Baum,      sostenendo che le frasi antiebraiche contenute nel Vangelo e      in altri passi della Sacra Scrittura sono una «vera e      propria collezione di scritti dell'odio», ha      fatto una critica eretica del santo Vangelo. I suoi      argomenti in favore della «necessità» di approvare il      Decreto sugli ebrei si basano sul fatto che, secondo lui, «nessun Apostolo ha mai confermato la responsabilità      collettiva degli ebrei nella crocifissione di Gesù Cristo».
VII
LE TESI ASSURDE DEL
SEGRETARIATO DEL CARDINALE BEA
      
LE TESI ASSURDE DEL
SEGRETARIATO DEL CARDINALE BEA
È stato precisamente il      Cardinale Bea che il 21 marzo 1961 ha presentato a Giovanni      XXIII un memorandum che conteneva la proposta di      creare un Segretariato per lo studio dell'Unità dei      Cristiani, idea che detto Pontefice accettò, incaricando lo      stesso Cardinale della sua attuazione. Il Papa aveva anche        voluto che i lavori di tale organismo non dipendessero dalla      Curia, e concesse piena indipendenza al nuovo organismo. Tra      le prime decisioni prese dal Segretariato, i cui uffici      risiedono fuori dal Vaticano (in via dei Corridori, 64),      troviamo quella dell'invio di «osservatori» cattolici alla      riunione annuale del cosiddetto «Consiglio Mondiale delle      Chiese» (World Council of Churches) riunito nel      1961 a Nuova Delhi, in India, e che quest'anno si riunisce      niente meno che nell'U.R.S.S., a Odessa, sotto gli auspici      del Governo sovietico e del suo strumento religioso, la      Chiesa ortodossa russa di Mosca. La Curia Romana si oppose      all'invio di osservatori cattolici a tali riunioni che sono,      senza alcun dubbio, un altro strumento dell'ebraismo, della      Massoneria e del comunismo nella lotta contro la Chiesa      cattolica; le proteste della Curia non ebbero però esito per      l'intervento diretto di Giovanni XXIII. Il succitato Vescovo      di origine ebraica, Mons. Walter Kempe, ausiliario della      Diocesi di Limburg (in Germania), ha esposto molto      chiaramente le finalità alle quali tendevano gli ebrei      (naturalmente senza usare tale termine) attraverso il      Segretariato per l'Unità dei Cristiani. In un discorso che      incontrò un'ampia eco nella stampa internazionale,      pronunciato a Monaco di Baviera nei primi giorni di febbraio      del 1964 in occasione di un congresso cattolico, Mons. Kempe      ha affermato che tendendo all'«unità dei cristiani», il Papa      diverrebbe il «portavoce della cristianità», dopo di      che, compiutasi l’«unità delle Chiese», il Papa      sarebbe stato riconosciuto come primus inter pares      tra i capi delle diverse Chiese cristiane. Ora, se gli scopi      di tale Segretariato sono veramente quelli esposti dal      Vescovo cripto-ebreo Mons. Kempe, risulterebbe che la      posizione attuale del Pontefice - che è indiscutibilmente      quella di portavoce massimo del mondo cristiano - sarebbe      ridotta ad essere quella di un «primo», ma tra «pari a lui».       Questi di categoria pari a quella del Papa di Roma sarebbero      gli altri capi delle «chiese» cristiane; e così il Sommo      Pontefice cattolico non solo sarebbe uguale al Patriarca di      Costantinopoli (il quale è a sua volta primus inter pares      tra gli ortodossi, senza che per questo egli abbia il minimo      potere sulle chiese nazionali), ma sarebbe anche uguale a      tutta la moltitudine di capi delle circa duecento «chiese»       riformate, che poi a loro volta sono alti dignitari      massonici, e uguale inoltre ai Patriarchi ortodossi di      Mosca, Sofia, Bucarest, ecc..., che altro non sono che      strumenti passivi dei regimi comunisti nei rispettivi Paesi.      Se la Chiesa cattolica dovesse cadere nella rete astutamente      tesa dall'ebraismo e lanciata dal Segretariato presieduto      dal Cardinale Bea, allora il Papa sarebbe collocato alla      pari di uno dei
voluto che i lavori di tale organismo non dipendessero dalla      Curia, e concesse piena indipendenza al nuovo organismo. Tra      le prime decisioni prese dal Segretariato, i cui uffici      risiedono fuori dal Vaticano (in via dei Corridori, 64),      troviamo quella dell'invio di «osservatori» cattolici alla      riunione annuale del cosiddetto «Consiglio Mondiale delle      Chiese» (World Council of Churches) riunito nel      1961 a Nuova Delhi, in India, e che quest'anno si riunisce      niente meno che nell'U.R.S.S., a Odessa, sotto gli auspici      del Governo sovietico e del suo strumento religioso, la      Chiesa ortodossa russa di Mosca. La Curia Romana si oppose      all'invio di osservatori cattolici a tali riunioni che sono,      senza alcun dubbio, un altro strumento dell'ebraismo, della      Massoneria e del comunismo nella lotta contro la Chiesa      cattolica; le proteste della Curia non ebbero però esito per      l'intervento diretto di Giovanni XXIII. Il succitato Vescovo      di origine ebraica, Mons. Walter Kempe, ausiliario della      Diocesi di Limburg (in Germania), ha esposto molto      chiaramente le finalità alle quali tendevano gli ebrei      (naturalmente senza usare tale termine) attraverso il      Segretariato per l'Unità dei Cristiani. In un discorso che      incontrò un'ampia eco nella stampa internazionale,      pronunciato a Monaco di Baviera nei primi giorni di febbraio      del 1964 in occasione di un congresso cattolico, Mons. Kempe      ha affermato che tendendo all'«unità dei cristiani», il Papa      diverrebbe il «portavoce della cristianità», dopo di      che, compiutasi l’«unità delle Chiese», il Papa      sarebbe stato riconosciuto come primus inter pares      tra i capi delle diverse Chiese cristiane. Ora, se gli scopi      di tale Segretariato sono veramente quelli esposti dal      Vescovo cripto-ebreo Mons. Kempe, risulterebbe che la      posizione attuale del Pontefice - che è indiscutibilmente      quella di portavoce massimo del mondo cristiano - sarebbe      ridotta ad essere quella di un «primo», ma tra «pari a lui».       Questi di categoria pari a quella del Papa di Roma sarebbero      gli altri capi delle «chiese» cristiane; e così il Sommo      Pontefice cattolico non solo sarebbe uguale al Patriarca di      Costantinopoli (il quale è a sua volta primus inter pares      tra gli ortodossi, senza che per questo egli abbia il minimo      potere sulle chiese nazionali), ma sarebbe anche uguale a      tutta la moltitudine di capi delle circa duecento «chiese»       riformate, che poi a loro volta sono alti dignitari      massonici, e uguale inoltre ai Patriarchi ortodossi di      Mosca, Sofia, Bucarest, ecc..., che altro non sono che      strumenti passivi dei regimi comunisti nei rispettivi Paesi.      Se la Chiesa cattolica dovesse cadere nella rete astutamente      tesa dall'ebraismo e lanciata dal Segretariato presieduto      dal Cardinale Bea, allora il Papa sarebbe collocato alla      pari di uno dei tanti capi delle sètte protestanti che      costituiscono appunto il Consiglio Mondiale delle Chiese.      Tutto questo senza tener conto che la Chiesa sarebbe      obbligata a fare molte concessioni in materia di dogmi,      accettando perfino principî eretici, e cedendo posizioni      sulle quali si basa il suo potere spirituale solo per dare      soddisfazione ai «fratelli separati» con i quali dovrebbe      riunirsi per raggiungere la «pace nella grande famiglia      cristiana». Il medesimo proposito di indebolire la      posizione del Papato entro il mondo cristiano e soprattutto      entro la stessa Chiesa cattolica, si cela dietro ai      tentativi del Cardinale Bea e dei suoi complici di      decentrare il potere della Chiesa, aumentando le      attribuzioni dei Cardinali e dei Vescovi, dando loro la      facoltà di amministrare le loro Diocesi assai liberamente e      senza uno stretto controllo da parte del Pontefice. È      precisamente la direzione unitaria della Chiesa quello che      l'ebraismo vuole disgregare attraverso i suoi strumenti      incoscienti e coscienti, e attraverso una decentralizzazione      che aumenti i poteri di Cardinali e Vescovi a scapito di      quelli del Papa (la cosiddetta «collegialità»). Nello      stesso tempo, si tende a ridurre il potere papale con      l'istituzione di una specie di «parlamento» di Vescovi. In      altre parole, gli ebrei impiegano contro l'istituzione      papale esattamente la stessa strategia e tattica utilizzata      fin dalla fine del XIII secolo per abbattere le monarchie      cristiane d'Europa. Si incominciò col decentralizzare il      potere regale aumentando quello dei prìncipi, dei duchi, dei      conti, ecc..., nelle rispettive provincie o domini. Poi si      provvide a mettere accanto al re un «parlamento» con il      compito di «aiutarlo» nella direzione degli affari di Stato.      Tale istituzione però ridusse e infine spogliò il monarca      dei suoi poteri, riducendolo ad un personaggio decorativo      incaricato di approvare e firmare le decisioni del      parlamento, senza poter però esercitare su di esso alcuna      influenza. La Massoneria andava intanto infiltrandosi a poco      a poco nei parlamenti per provocare per mezzo di essi delle      rivoluzioni; oppure, dopo un'adeguata preparazione      dell'opinione pubblica, per proporre dei referendum      popolari o altro, allo scopo di sostituire addirittura il re      con un presidente che, quasi sempre, era un massone o      persona di fiducia dell'ebraismo. Se ora la Curia Romana, lo      stesso Papa e soprattutto i Padri riuniti nel Concilio      Ecumenico Vaticano II, non avvertono quello che si cela      sotto le pretese riforme dei Cardinali Bea, Leo Iozef      Suenens (1904-1996), Josef Frings (1887-1978),      Julius Döpfner (1913-1976) e dei loro complici quando      tendono alla decentralizzazione della Chiesa o a creare un       «parlamento» attorno al Papa, e se non riescono a frenare      energicamente tali piani, accadrà alla Chiesa cattolica e al      Pontefice quello che avvenne ai monarchi cristiani che      furono dapprima esautorati e poi deposti.
 tanti capi delle sètte protestanti che      costituiscono appunto il Consiglio Mondiale delle Chiese.      Tutto questo senza tener conto che la Chiesa sarebbe      obbligata a fare molte concessioni in materia di dogmi,      accettando perfino principî eretici, e cedendo posizioni      sulle quali si basa il suo potere spirituale solo per dare      soddisfazione ai «fratelli separati» con i quali dovrebbe      riunirsi per raggiungere la «pace nella grande famiglia      cristiana». Il medesimo proposito di indebolire la      posizione del Papato entro il mondo cristiano e soprattutto      entro la stessa Chiesa cattolica, si cela dietro ai      tentativi del Cardinale Bea e dei suoi complici di      decentrare il potere della Chiesa, aumentando le      attribuzioni dei Cardinali e dei Vescovi, dando loro la      facoltà di amministrare le loro Diocesi assai liberamente e      senza uno stretto controllo da parte del Pontefice. È      precisamente la direzione unitaria della Chiesa quello che      l'ebraismo vuole disgregare attraverso i suoi strumenti      incoscienti e coscienti, e attraverso una decentralizzazione      che aumenti i poteri di Cardinali e Vescovi a scapito di      quelli del Papa (la cosiddetta «collegialità»). Nello      stesso tempo, si tende a ridurre il potere papale con      l'istituzione di una specie di «parlamento» di Vescovi. In      altre parole, gli ebrei impiegano contro l'istituzione      papale esattamente la stessa strategia e tattica utilizzata      fin dalla fine del XIII secolo per abbattere le monarchie      cristiane d'Europa. Si incominciò col decentralizzare il      potere regale aumentando quello dei prìncipi, dei duchi, dei      conti, ecc..., nelle rispettive provincie o domini. Poi si      provvide a mettere accanto al re un «parlamento» con il      compito di «aiutarlo» nella direzione degli affari di Stato.      Tale istituzione però ridusse e infine spogliò il monarca      dei suoi poteri, riducendolo ad un personaggio decorativo      incaricato di approvare e firmare le decisioni del      parlamento, senza poter però esercitare su di esso alcuna      influenza. La Massoneria andava intanto infiltrandosi a poco      a poco nei parlamenti per provocare per mezzo di essi delle      rivoluzioni; oppure, dopo un'adeguata preparazione      dell'opinione pubblica, per proporre dei referendum      popolari o altro, allo scopo di sostituire addirittura il re      con un presidente che, quasi sempre, era un massone o      persona di fiducia dell'ebraismo. Se ora la Curia Romana, lo      stesso Papa e soprattutto i Padri riuniti nel Concilio      Ecumenico Vaticano II, non avvertono quello che si cela      sotto le pretese riforme dei Cardinali Bea, Leo Iozef      Suenens (1904-1996), Josef Frings (1887-1978),      Julius Döpfner (1913-1976) e dei loro complici quando      tendono alla decentralizzazione della Chiesa o a creare un       «parlamento» attorno al Papa, e se non riescono a frenare      energicamente tali piani, accadrà alla Chiesa cattolica e al      Pontefice quello che avvenne ai monarchi cristiani che      furono dapprima esautorati e poi deposti.
      
      
 voluto che i lavori di tale organismo non dipendessero dalla      Curia, e concesse piena indipendenza al nuovo organismo. Tra      le prime decisioni prese dal Segretariato, i cui uffici      risiedono fuori dal Vaticano (in via dei Corridori, 64),      troviamo quella dell'invio di «osservatori» cattolici alla      riunione annuale del cosiddetto «Consiglio Mondiale delle      Chiese» (World Council of Churches) riunito nel      1961 a Nuova Delhi, in India, e che quest'anno si riunisce      niente meno che nell'U.R.S.S., a Odessa, sotto gli auspici      del Governo sovietico e del suo strumento religioso, la      Chiesa ortodossa russa di Mosca. La Curia Romana si oppose      all'invio di osservatori cattolici a tali riunioni che sono,      senza alcun dubbio, un altro strumento dell'ebraismo, della      Massoneria e del comunismo nella lotta contro la Chiesa      cattolica; le proteste della Curia non ebbero però esito per      l'intervento diretto di Giovanni XXIII. Il succitato Vescovo      di origine ebraica, Mons. Walter Kempe, ausiliario della      Diocesi di Limburg (in Germania), ha esposto molto      chiaramente le finalità alle quali tendevano gli ebrei      (naturalmente senza usare tale termine) attraverso il      Segretariato per l'Unità dei Cristiani. In un discorso che      incontrò un'ampia eco nella stampa internazionale,      pronunciato a Monaco di Baviera nei primi giorni di febbraio      del 1964 in occasione di un congresso cattolico, Mons. Kempe      ha affermato che tendendo all'«unità dei cristiani», il Papa      diverrebbe il «portavoce della cristianità», dopo di      che, compiutasi l’«unità delle Chiese», il Papa      sarebbe stato riconosciuto come primus inter pares      tra i capi delle diverse Chiese cristiane. Ora, se gli scopi      di tale Segretariato sono veramente quelli esposti dal      Vescovo cripto-ebreo Mons. Kempe, risulterebbe che la      posizione attuale del Pontefice - che è indiscutibilmente      quella di portavoce massimo del mondo cristiano - sarebbe      ridotta ad essere quella di un «primo», ma tra «pari a lui».       Questi di categoria pari a quella del Papa di Roma sarebbero      gli altri capi delle «chiese» cristiane; e così il Sommo      Pontefice cattolico non solo sarebbe uguale al Patriarca di      Costantinopoli (il quale è a sua volta primus inter pares      tra gli ortodossi, senza che per questo egli abbia il minimo      potere sulle chiese nazionali), ma sarebbe anche uguale a      tutta la moltitudine di capi delle circa duecento «chiese»       riformate, che poi a loro volta sono alti dignitari      massonici, e uguale inoltre ai Patriarchi ortodossi di      Mosca, Sofia, Bucarest, ecc..., che altro non sono che      strumenti passivi dei regimi comunisti nei rispettivi Paesi.      Se la Chiesa cattolica dovesse cadere nella rete astutamente      tesa dall'ebraismo e lanciata dal Segretariato presieduto      dal Cardinale Bea, allora il Papa sarebbe collocato alla      pari di uno dei
voluto che i lavori di tale organismo non dipendessero dalla      Curia, e concesse piena indipendenza al nuovo organismo. Tra      le prime decisioni prese dal Segretariato, i cui uffici      risiedono fuori dal Vaticano (in via dei Corridori, 64),      troviamo quella dell'invio di «osservatori» cattolici alla      riunione annuale del cosiddetto «Consiglio Mondiale delle      Chiese» (World Council of Churches) riunito nel      1961 a Nuova Delhi, in India, e che quest'anno si riunisce      niente meno che nell'U.R.S.S., a Odessa, sotto gli auspici      del Governo sovietico e del suo strumento religioso, la      Chiesa ortodossa russa di Mosca. La Curia Romana si oppose      all'invio di osservatori cattolici a tali riunioni che sono,      senza alcun dubbio, un altro strumento dell'ebraismo, della      Massoneria e del comunismo nella lotta contro la Chiesa      cattolica; le proteste della Curia non ebbero però esito per      l'intervento diretto di Giovanni XXIII. Il succitato Vescovo      di origine ebraica, Mons. Walter Kempe, ausiliario della      Diocesi di Limburg (in Germania), ha esposto molto      chiaramente le finalità alle quali tendevano gli ebrei      (naturalmente senza usare tale termine) attraverso il      Segretariato per l'Unità dei Cristiani. In un discorso che      incontrò un'ampia eco nella stampa internazionale,      pronunciato a Monaco di Baviera nei primi giorni di febbraio      del 1964 in occasione di un congresso cattolico, Mons. Kempe      ha affermato che tendendo all'«unità dei cristiani», il Papa      diverrebbe il «portavoce della cristianità», dopo di      che, compiutasi l’«unità delle Chiese», il Papa      sarebbe stato riconosciuto come primus inter pares      tra i capi delle diverse Chiese cristiane. Ora, se gli scopi      di tale Segretariato sono veramente quelli esposti dal      Vescovo cripto-ebreo Mons. Kempe, risulterebbe che la      posizione attuale del Pontefice - che è indiscutibilmente      quella di portavoce massimo del mondo cristiano - sarebbe      ridotta ad essere quella di un «primo», ma tra «pari a lui».       Questi di categoria pari a quella del Papa di Roma sarebbero      gli altri capi delle «chiese» cristiane; e così il Sommo      Pontefice cattolico non solo sarebbe uguale al Patriarca di      Costantinopoli (il quale è a sua volta primus inter pares      tra gli ortodossi, senza che per questo egli abbia il minimo      potere sulle chiese nazionali), ma sarebbe anche uguale a      tutta la moltitudine di capi delle circa duecento «chiese»       riformate, che poi a loro volta sono alti dignitari      massonici, e uguale inoltre ai Patriarchi ortodossi di      Mosca, Sofia, Bucarest, ecc..., che altro non sono che      strumenti passivi dei regimi comunisti nei rispettivi Paesi.      Se la Chiesa cattolica dovesse cadere nella rete astutamente      tesa dall'ebraismo e lanciata dal Segretariato presieduto      dal Cardinale Bea, allora il Papa sarebbe collocato alla      pari di uno dei tanti capi delle sètte protestanti che      costituiscono appunto il Consiglio Mondiale delle Chiese.      Tutto questo senza tener conto che la Chiesa sarebbe      obbligata a fare molte concessioni in materia di dogmi,      accettando perfino principî eretici, e cedendo posizioni      sulle quali si basa il suo potere spirituale solo per dare      soddisfazione ai «fratelli separati» con i quali dovrebbe      riunirsi per raggiungere la «pace nella grande famiglia      cristiana». Il medesimo proposito di indebolire la      posizione del Papato entro il mondo cristiano e soprattutto      entro la stessa Chiesa cattolica, si cela dietro ai      tentativi del Cardinale Bea e dei suoi complici di      decentrare il potere della Chiesa, aumentando le      attribuzioni dei Cardinali e dei Vescovi, dando loro la      facoltà di amministrare le loro Diocesi assai liberamente e      senza uno stretto controllo da parte del Pontefice. È      precisamente la direzione unitaria della Chiesa quello che      l'ebraismo vuole disgregare attraverso i suoi strumenti      incoscienti e coscienti, e attraverso una decentralizzazione      che aumenti i poteri di Cardinali e Vescovi a scapito di      quelli del Papa (la cosiddetta «collegialità»). Nello      stesso tempo, si tende a ridurre il potere papale con      l'istituzione di una specie di «parlamento» di Vescovi. In      altre parole, gli ebrei impiegano contro l'istituzione      papale esattamente la stessa strategia e tattica utilizzata      fin dalla fine del XIII secolo per abbattere le monarchie      cristiane d'Europa. Si incominciò col decentralizzare il      potere regale aumentando quello dei prìncipi, dei duchi, dei      conti, ecc..., nelle rispettive provincie o domini. Poi si      provvide a mettere accanto al re un «parlamento» con il      compito di «aiutarlo» nella direzione degli affari di Stato.      Tale istituzione però ridusse e infine spogliò il monarca      dei suoi poteri, riducendolo ad un personaggio decorativo      incaricato di approvare e firmare le decisioni del      parlamento, senza poter però esercitare su di esso alcuna      influenza. La Massoneria andava intanto infiltrandosi a poco      a poco nei parlamenti per provocare per mezzo di essi delle      rivoluzioni; oppure, dopo un'adeguata preparazione      dell'opinione pubblica, per proporre dei referendum      popolari o altro, allo scopo di sostituire addirittura il re      con un presidente che, quasi sempre, era un massone o      persona di fiducia dell'ebraismo. Se ora la Curia Romana, lo      stesso Papa e soprattutto i Padri riuniti nel Concilio      Ecumenico Vaticano II, non avvertono quello che si cela      sotto le pretese riforme dei Cardinali Bea, Leo Iozef      Suenens (1904-1996), Josef Frings (1887-1978),      Julius Döpfner (1913-1976) e dei loro complici quando      tendono alla decentralizzazione della Chiesa o a creare un       «parlamento» attorno al Papa, e se non riescono a frenare      energicamente tali piani, accadrà alla Chiesa cattolica e al      Pontefice quello che avvenne ai monarchi cristiani che      furono dapprima esautorati e poi deposti.
 tanti capi delle sètte protestanti che      costituiscono appunto il Consiglio Mondiale delle Chiese.      Tutto questo senza tener conto che la Chiesa sarebbe      obbligata a fare molte concessioni in materia di dogmi,      accettando perfino principî eretici, e cedendo posizioni      sulle quali si basa il suo potere spirituale solo per dare      soddisfazione ai «fratelli separati» con i quali dovrebbe      riunirsi per raggiungere la «pace nella grande famiglia      cristiana». Il medesimo proposito di indebolire la      posizione del Papato entro il mondo cristiano e soprattutto      entro la stessa Chiesa cattolica, si cela dietro ai      tentativi del Cardinale Bea e dei suoi complici di      decentrare il potere della Chiesa, aumentando le      attribuzioni dei Cardinali e dei Vescovi, dando loro la      facoltà di amministrare le loro Diocesi assai liberamente e      senza uno stretto controllo da parte del Pontefice. È      precisamente la direzione unitaria della Chiesa quello che      l'ebraismo vuole disgregare attraverso i suoi strumenti      incoscienti e coscienti, e attraverso una decentralizzazione      che aumenti i poteri di Cardinali e Vescovi a scapito di      quelli del Papa (la cosiddetta «collegialità»). Nello      stesso tempo, si tende a ridurre il potere papale con      l'istituzione di una specie di «parlamento» di Vescovi. In      altre parole, gli ebrei impiegano contro l'istituzione      papale esattamente la stessa strategia e tattica utilizzata      fin dalla fine del XIII secolo per abbattere le monarchie      cristiane d'Europa. Si incominciò col decentralizzare il      potere regale aumentando quello dei prìncipi, dei duchi, dei      conti, ecc..., nelle rispettive provincie o domini. Poi si      provvide a mettere accanto al re un «parlamento» con il      compito di «aiutarlo» nella direzione degli affari di Stato.      Tale istituzione però ridusse e infine spogliò il monarca      dei suoi poteri, riducendolo ad un personaggio decorativo      incaricato di approvare e firmare le decisioni del      parlamento, senza poter però esercitare su di esso alcuna      influenza. La Massoneria andava intanto infiltrandosi a poco      a poco nei parlamenti per provocare per mezzo di essi delle      rivoluzioni; oppure, dopo un'adeguata preparazione      dell'opinione pubblica, per proporre dei referendum      popolari o altro, allo scopo di sostituire addirittura il re      con un presidente che, quasi sempre, era un massone o      persona di fiducia dell'ebraismo. Se ora la Curia Romana, lo      stesso Papa e soprattutto i Padri riuniti nel Concilio      Ecumenico Vaticano II, non avvertono quello che si cela      sotto le pretese riforme dei Cardinali Bea, Leo Iozef      Suenens (1904-1996), Josef Frings (1887-1978),      Julius Döpfner (1913-1976) e dei loro complici quando      tendono alla decentralizzazione della Chiesa o a creare un       «parlamento» attorno al Papa, e se non riescono a frenare      energicamente tali piani, accadrà alla Chiesa cattolica e al      Pontefice quello che avvenne ai monarchi cristiani che      furono dapprima esautorati e poi deposti.|  |  |  | 
| Leo Iozef Suenens | Cardinal Frings | Cardinal Döpfner | 
E allora il      Vaticano potrà essere trasformato in un bellissimo museo      come sono oggi il Louvre o Versailles o molti altri      palazzi europei già appartenenti a sovrani eliminati      dall'azione sovversiva massonico-ebraica alla quale quei      sovrani non seppero opporsi in tempo. La prova più evidente      di quello che è in realtà il Segretariato per l'Unità dei      Cristiani, diretto dal Cardinale Bea, l'abbiamo nella sua      presentazione al Concilio Ecumenico quando chiese      l'approvazione, come § 4 dello Schema sull'Ecumenismo, di un      documento intitolato «De catholicorum habitudine ad non      cristianos et maxime ad judæos» («L'atteggiamento dei      cattolici di fronte ai non cristiani e soprattutto agli      ebrei»). Questo testo pretende, attraverso ogni sorta di      raggiri dialettici, di sottrarre il popolo ebraico dalla      colpa della morte di Cristo Nostro Signore e di ottenere      dalla Chiesa cattolica una nuova dichiarazione contro      l'antisemitismo nella presunzione che questo abbia la sua      origine nell'errata credenza dei popoli cristiani che gli      ebrei siano un popolo deicida. Un tale documento, come si      espressero alcuni illustri Padri Conciliari nelle loro      repliche al Cardinale Bea, che difese personalmente le tesi      filo-ebraiche, non avrebbe dovuto essere nemmeno presentato      perché non ha nulla a che vedere con l'«unità dei      cristiani», né con l'ecumenismo, né con gli interessi della      cristianità in generale. Se per sventurata ipotesi esso      dovesse essere approvato dal Concilio Ecumenico, questo      significherebbe un'autoaccusa contro la Chiesa, che è quello      che gli ebrei malignamente attendono per vendicarsi di essa      che per diciannove secoli combatté con efficacia attraverso      Papi e Concilî l'azione anticristiana degli ebrei      28. Nello stesso documento, si      assicura che la proposta non ha alcuna finalità politica,      bensì esclusivamente religiosa. Se questo fosse vero - anche      se tutti sanno che dal momento in cui è stato presentato lo      Schema tutta la stampa internazionale, controllata dagli      ebrei, non ha fatto altro che interpretare in senso politico      il tema trattato dal Concilio - risulta assai strano che il      Segretariato per l'Unità dei Cristiani non abbia preso      contatto con le autorità religiose del popolo ebraico, quali      potevano essere i Gran Rabbini di New York, di Londra o di      Roma, oppure quelli di Gerusalemme e di Tel Aviv che sono i      soli con personalità giuridico-religiosa per stabilire      contatti di tal genere ad alto livello. È successo il      contrario: il Cardinale Bea stabilì fin da principio      relazioni con alti dirigenti politici massonici, come Label      A. Katz, Presidente mondiale del B'nai B'rith, un      Ordine massonico esclusivo per ebrei, con Nahum Goldmann,      Presidente del World Jewish Congress («Congresso      Mondiale Ebraico») e con alti funzionari dell'American      Jewish Committee («Comitato Ebraico-Americano»). È di      pubblico dominio che le attribuzioni di questi alti capi      ebrei sono esclusivamente di carattere politico ed economico      con diretta influenza nell'ONU 29,      nel Governo di molti Stati e presso l'onnipotente Banca      Mondiale. Vi è dell'altro.
      
      
|  | 
| 
New        York, 31 maggio 1963: il Cardinale Augustin Bea        incontra rabbi Abraham Joshua Heschel        (1907-1972), rappresentante del B'nai B'rith. | 
Un articolo della rivista      Humanitas, intitolato «Gli ebrei e il Concilio»,       dell'aprile 1963, ci rivelò che il Comitato Permanente dei      Rabbini d'Europa e il Consiglio Rabbinico d'America si      oppongono decisamente all'avvicinamento spirituale tra ebrei      e cattolici. In questo senso, si espressero i rabbini Leo      Feuer e Arthur J. Lelyveld (1913-1996), il      19 giugno 1964, nel corso della 75ª Convenzione Annuale      della Conferenza Centrale dei Rabbini d'America riunitasi ad      Atlantic City; su tutto questo informa dettagliatamente      l'organo portavoce degli ebrei nordamericani The New York      Times, del 20 giugno 1964. Vi è inoltre da tener      presente che Paolo VI, in occasione della sua visita in      Terra Santa, venne ricevuto dal Capo dello Stato d'Israele e      da tutti i membri di quel Governo; delle alte autorità      israeliane era assente solo il Gran Rabbino di Gerusalemme.      Per dissimulare le loro vere intenzioni, che sono quelle di      fare della Chiesa cattolica un satellite dell'ebraismo, il      Cardinale Bea, scagliandosi contro i nazionalismi cristiani      e arabi, che egli qualificò genericamente «antisemiti», ha      redatto assieme ai suoi colleghi ebrei, il documento in modo      che sembri che esso si riferisca solamente agli ebrei      dell'Antico Testamento, e cioè al «Popolo eletto» della      Bibbia, come se gli ebrei di oggi non fossero sotto tutti      gli aspetti i discendenti diretti di quelli che uccisero      Gesù Cristo, di quelli contro i quali venne lanciata la      maledizione da parte dello stesso Fondatore della Chiesa e      che attraverso i secoli hanno rappresentato l'Anticristo      permanente fino al punto che non è possibile distinguere tra      gli ebrei che hanno commesso il deicidio e causarono la      morte dei primi cristiani, intrigando contro di loro presso      gli imperatori romani, e quelli del secolo nostro che hanno      fomentato le guerre e le rivoluzioni, e che hanno causato la      morte e la schiavitù di milioni di cristiani. Il mondo      cattolico non vuole attraversare nuovamente la confusione      nell'apprendere che nel Concilio Vaticano II, in cui si      concentra il sommo delle speranze di tutti quelli che      mantengono la fede, si possano alzare voci in favore del      popolo che è stato e continua ad essere deicida perché ha      messo a morte il Figlio di Dio e ha sempre lottato e      continua a lottare per arrivare allo sterminio della Chiesa.      Milioni di cristiani in Europa, in Asia, a Cuba e altrove,      che gemono sotto l'oppressione ebraica del bolscevismo, non      potranno mai comprendere come sia possibile che nella Chiesa      vi possa essere chi tende le mani ai suoi carnefici.
      
      
|  | 
| 
       Vittime del comunismo. | 
I      popoli arabi, con le loro masse musulmane e cristiane,      cadrebbero in un cupo sconforto dinanzi ad un'alleanza del      Vaticano con gli usurpatori sionisti che fondarono il loro      Stato sulle rovine di tante chiese e monasteri devastati e      incendiati in Terra Santa e con l'espulsione dal suolo      natale di oltre un milione di palestinesi. Nell'Occidente      che ha visto, dalla Rivoluzione Francese in poi, gli ebrei      dietro ogni concezione rivoluzionaria e sovversiva, dietro      il capitalismo disumano e implacabile e come i promotori      della degenerazione attuale dei costumi, dell'arte, della      morale pubblica e privata - manifestazioni dirette del        messianismo anticristiano - non rimane altro che la fede      nell'assistenza dello Spirito Santo che aiuti i Padri      Conciliari a disperdere le azioni sovvertitrici dei falsi      convertiti che agiscono obbedienti alla consegna delle      eterne forze del male. Gli ebrei continuano a crocifiggere      Cristo con piena coscienza di continuare la loro      plurisecolare missione. In massima parte atei e in minima      parte in attesa del venturo Messia, essi sono in agguato      contro la Chiesa dovunque si trovino sparsi nel mondo,      pronti ad attaccare sempre il simbolo della croce. Tutti lo      pensano e qualcuno osa esprimerlo apertamente. Citiamo qui      due sole testimonianze, una di ieri e l'altra di oggi. La      rivista francese Le Contemporain, nel suo numero del      1° luglio 1886, in una rassegna di avvenimenti      storico-politici, recava il testo di un discorso tenuto a      Praga dal Rabbino Reichhorn in occasione di      un'adunanza di rabbini nel cimitero israelitico presso la      tomba del Gran Rabbino Simeon Ben-Judah. Da esso      stralciamo il brano seguente: «Poiché la chiesa cristiana      è uno dei nostri più pericolosi nemici, dobbiamo operare con      perseveranza per diminuire la sua influenza. Bisogna dunque      lavorare con perseveranza per imprimere nell'intelligenza di      quelli che professano la religione cristiana le idee del      libero pensiero, dello scetticismo, dello scisma, provocando      controversie religiose che sono feconde di scissioni e di      formazioni di sètte nel cristianesimo. Bisogna logicamente      incominciare col disprezzare i ministri di quella religione,      dichiarando loro apertamente la guerra; provocare sospetti      sulla loro condotta privata; così, col ridicolo e con la      satira si distruggerà il rispetto che è congiunto con lo      stato e col loro abito». Di recente, il giornale      Christian Nationalist Cruzade, di Los Angeles      (California), riproduceva uno scritto di uno dei più noti e      autorevoli agitatori sionisti (nonché sceneggiatore      hollywoodiano), Ben Hecht (1894-1964), scritto dal      quale stralciamo queste righe: «Una delle cose      migliori che abbia mai fatto il popolaccio è stata la      crocifissione di Cristo. Intellettualmente,      essa è stata una splendida azione; tuttavia, essa venne      affidata al popolaccio che commise sciocchezze. Se avessero      incaricato me di giustiziare Cristo, lo avrei fatto in modo      diverso. Vediamo un po': lo avrei mandato a Roma per essere      divorato dai leoni. Mai avrebbero potuto fare di una      carne ridotta a brandelli un Salvatore». Così      parlavano ieri e continuano a parlare oggi i membri del      popolo deicida presentati dal Cardinal Bea e dai suoi      accoliti come degli innocenti perseguitati.
messianismo anticristiano - non rimane altro che la fede      nell'assistenza dello Spirito Santo che aiuti i Padri      Conciliari a disperdere le azioni sovvertitrici dei falsi      convertiti che agiscono obbedienti alla consegna delle      eterne forze del male. Gli ebrei continuano a crocifiggere      Cristo con piena coscienza di continuare la loro      plurisecolare missione. In massima parte atei e in minima      parte in attesa del venturo Messia, essi sono in agguato      contro la Chiesa dovunque si trovino sparsi nel mondo,      pronti ad attaccare sempre il simbolo della croce. Tutti lo      pensano e qualcuno osa esprimerlo apertamente. Citiamo qui      due sole testimonianze, una di ieri e l'altra di oggi. La      rivista francese Le Contemporain, nel suo numero del      1° luglio 1886, in una rassegna di avvenimenti      storico-politici, recava il testo di un discorso tenuto a      Praga dal Rabbino Reichhorn in occasione di      un'adunanza di rabbini nel cimitero israelitico presso la      tomba del Gran Rabbino Simeon Ben-Judah. Da esso      stralciamo il brano seguente: «Poiché la chiesa cristiana      è uno dei nostri più pericolosi nemici, dobbiamo operare con      perseveranza per diminuire la sua influenza. Bisogna dunque      lavorare con perseveranza per imprimere nell'intelligenza di      quelli che professano la religione cristiana le idee del      libero pensiero, dello scetticismo, dello scisma, provocando      controversie religiose che sono feconde di scissioni e di      formazioni di sètte nel cristianesimo. Bisogna logicamente      incominciare col disprezzare i ministri di quella religione,      dichiarando loro apertamente la guerra; provocare sospetti      sulla loro condotta privata; così, col ridicolo e con la      satira si distruggerà il rispetto che è congiunto con lo      stato e col loro abito». Di recente, il giornale      Christian Nationalist Cruzade, di Los Angeles      (California), riproduceva uno scritto di uno dei più noti e      autorevoli agitatori sionisti (nonché sceneggiatore      hollywoodiano), Ben Hecht (1894-1964), scritto dal      quale stralciamo queste righe: «Una delle cose      migliori che abbia mai fatto il popolaccio è stata la      crocifissione di Cristo. Intellettualmente,      essa è stata una splendida azione; tuttavia, essa venne      affidata al popolaccio che commise sciocchezze. Se avessero      incaricato me di giustiziare Cristo, lo avrei fatto in modo      diverso. Vediamo un po': lo avrei mandato a Roma per essere      divorato dai leoni. Mai avrebbero potuto fare di una      carne ridotta a brandelli un Salvatore». Così      parlavano ieri e continuano a parlare oggi i membri del      popolo deicida presentati dal Cardinal Bea e dai suoi      accoliti come degli innocenti perseguitati.
      
 messianismo anticristiano - non rimane altro che la fede      nell'assistenza dello Spirito Santo che aiuti i Padri      Conciliari a disperdere le azioni sovvertitrici dei falsi      convertiti che agiscono obbedienti alla consegna delle      eterne forze del male. Gli ebrei continuano a crocifiggere      Cristo con piena coscienza di continuare la loro      plurisecolare missione. In massima parte atei e in minima      parte in attesa del venturo Messia, essi sono in agguato      contro la Chiesa dovunque si trovino sparsi nel mondo,      pronti ad attaccare sempre il simbolo della croce. Tutti lo      pensano e qualcuno osa esprimerlo apertamente. Citiamo qui      due sole testimonianze, una di ieri e l'altra di oggi. La      rivista francese Le Contemporain, nel suo numero del      1° luglio 1886, in una rassegna di avvenimenti      storico-politici, recava il testo di un discorso tenuto a      Praga dal Rabbino Reichhorn in occasione di      un'adunanza di rabbini nel cimitero israelitico presso la      tomba del Gran Rabbino Simeon Ben-Judah. Da esso      stralciamo il brano seguente: «Poiché la chiesa cristiana      è uno dei nostri più pericolosi nemici, dobbiamo operare con      perseveranza per diminuire la sua influenza. Bisogna dunque      lavorare con perseveranza per imprimere nell'intelligenza di      quelli che professano la religione cristiana le idee del      libero pensiero, dello scetticismo, dello scisma, provocando      controversie religiose che sono feconde di scissioni e di      formazioni di sètte nel cristianesimo. Bisogna logicamente      incominciare col disprezzare i ministri di quella religione,      dichiarando loro apertamente la guerra; provocare sospetti      sulla loro condotta privata; così, col ridicolo e con la      satira si distruggerà il rispetto che è congiunto con lo      stato e col loro abito». Di recente, il giornale      Christian Nationalist Cruzade, di Los Angeles      (California), riproduceva uno scritto di uno dei più noti e      autorevoli agitatori sionisti (nonché sceneggiatore      hollywoodiano), Ben Hecht (1894-1964), scritto dal      quale stralciamo queste righe: «Una delle cose      migliori che abbia mai fatto il popolaccio è stata la      crocifissione di Cristo. Intellettualmente,      essa è stata una splendida azione; tuttavia, essa venne      affidata al popolaccio che commise sciocchezze. Se avessero      incaricato me di giustiziare Cristo, lo avrei fatto in modo      diverso. Vediamo un po': lo avrei mandato a Roma per essere      divorato dai leoni. Mai avrebbero potuto fare di una      carne ridotta a brandelli un Salvatore». Così      parlavano ieri e continuano a parlare oggi i membri del      popolo deicida presentati dal Cardinal Bea e dai suoi      accoliti come degli innocenti perseguitati.
messianismo anticristiano - non rimane altro che la fede      nell'assistenza dello Spirito Santo che aiuti i Padri      Conciliari a disperdere le azioni sovvertitrici dei falsi      convertiti che agiscono obbedienti alla consegna delle      eterne forze del male. Gli ebrei continuano a crocifiggere      Cristo con piena coscienza di continuare la loro      plurisecolare missione. In massima parte atei e in minima      parte in attesa del venturo Messia, essi sono in agguato      contro la Chiesa dovunque si trovino sparsi nel mondo,      pronti ad attaccare sempre il simbolo della croce. Tutti lo      pensano e qualcuno osa esprimerlo apertamente. Citiamo qui      due sole testimonianze, una di ieri e l'altra di oggi. La      rivista francese Le Contemporain, nel suo numero del      1° luglio 1886, in una rassegna di avvenimenti      storico-politici, recava il testo di un discorso tenuto a      Praga dal Rabbino Reichhorn in occasione di      un'adunanza di rabbini nel cimitero israelitico presso la      tomba del Gran Rabbino Simeon Ben-Judah. Da esso      stralciamo il brano seguente: «Poiché la chiesa cristiana      è uno dei nostri più pericolosi nemici, dobbiamo operare con      perseveranza per diminuire la sua influenza. Bisogna dunque      lavorare con perseveranza per imprimere nell'intelligenza di      quelli che professano la religione cristiana le idee del      libero pensiero, dello scetticismo, dello scisma, provocando      controversie religiose che sono feconde di scissioni e di      formazioni di sètte nel cristianesimo. Bisogna logicamente      incominciare col disprezzare i ministri di quella religione,      dichiarando loro apertamente la guerra; provocare sospetti      sulla loro condotta privata; così, col ridicolo e con la      satira si distruggerà il rispetto che è congiunto con lo      stato e col loro abito». Di recente, il giornale      Christian Nationalist Cruzade, di Los Angeles      (California), riproduceva uno scritto di uno dei più noti e      autorevoli agitatori sionisti (nonché sceneggiatore      hollywoodiano), Ben Hecht (1894-1964), scritto dal      quale stralciamo queste righe: «Una delle cose      migliori che abbia mai fatto il popolaccio è stata la      crocifissione di Cristo. Intellettualmente,      essa è stata una splendida azione; tuttavia, essa venne      affidata al popolaccio che commise sciocchezze. Se avessero      incaricato me di giustiziare Cristo, lo avrei fatto in modo      diverso. Vediamo un po': lo avrei mandato a Roma per essere      divorato dai leoni. Mai avrebbero potuto fare di una      carne ridotta a brandelli un Salvatore». Così      parlavano ieri e continuano a parlare oggi i membri del      popolo deicida presentati dal Cardinal Bea e dai suoi      accoliti come degli innocenti perseguitati.
NOTE
    1 Traduzione dall'originale francese L'action     judéo-maçonnique dans le Concile («L'azione     giudaico-massonica nel Concilio»), a cura di     Paolo Baroni e     Alessandro Ferretti.     Lo stesso scritto è reperibile anche nell'opera di     Piero Mantero     intitolata La faccia nascosta della Storia: svelato un piano     segreto di attacco alla Chiesa (pagg. 170-200), Ed. Il     Segno, Udine.
    2 Giuseppe Garibaldi fu iniziato alla Massoneria nel     1844 a Montevideo, in Uruguay, e salì fino al 33° Grado ricevuto     a Torino, nel 1862; ricevette inoltre la suprema carica di Gran     Ierofante del Rito Egizio di Memphis-Misraïm nel 1881. Garibaldi     non esitò a definire Papa Pio IX «un metro cubo di letame»     e il sacerdote «la più nociva di tutte le creature, perché     egli più di nessun altro è un ostacolo al progresso umano, alla     fratellanza degli uomini e dei popoli». Diceva inoltre: «Se sorgesse una società del demonio, che combattesse il     dispotismo dei preti, mi arruolerei nelle sue file» (cfr.     Epiphanius,     Massoneria e sètte segrete: la faccia occulta della Storia,     Trento s.d., pagg. 140-141).
    3 Discepolo di Saint-Yves, Padre Roca (1830-1893) fu     uno dei maggiori responsabili del modernismo cattolico. Ordinato     frate carmelitano nel 1858, Roca fu condannato dal Sant'Uffizio     e le sue opere furono messe all'Indice nel 1888. Cabalista,     esoterista e socialista convinto, Roca affermò: «Credo che il     culto divino com'è espresso dalla liturgia, il cerimoniale, il     rito e i precetti della Chiesa romana subiranno prossimamente in     un Concilio Ecumenico una trasformazione che [...] li     metterà in armonia con il nuovo stato della coscienza e della     civiltà moderna» (cfr.     Epiphanius, op.     cit., pag. 189).
    4 Cfr. P. Roca,     Glorieux Centenaire («Glorioso centenario»), 1859, pag.     452; P. Virion,     Mystère d'iniquité, Ed. Saint-Michel, 1967, pag. 35.
    5 Il marchese Stanislas de Guaita (1861-1897) fu un     mago nero rosicruciano. Egli fu autore di opere come Il     Tempio di Satana, Saggio di Scienze maledette, La     Chiave della Magia Nera e Il Serpente della Genesi.     Morì stroncato dalla droga all'età di trentasei anni.
    6 Gerard Encausse (1865-1916), più conosciuto come     Mago Papus, amico del de Guaita, di cui prese il posto alla     morte. Vescovo della Chiesa Gnostica, divenne Superiore     Incognito del Martinismo nel 1882; aderì alla Società Teosofica     per poi separarsene e fondare un nuovo ramo martinista.
    7 L'occultista Alexandre Saint-Yves, marchese d'Alveydre     (1842-1909) può essere considerato come il padre dell'ideale     sinarchico.
    8 Cfr. P. Roca,     op. cit., pag. 452.
    9 Non è forse quanto sta già succedendo all'interno     della Chiesa?
10 Rudolph Steiner, un occultista ebreo     proveniente dalla Società Teosofica e dall'Ordo Templi     Orientis, era rapito dall'idea di un rinnovamento del     cristianesimo alla luce del buddismo esoterico (cfr.     Epiphanius, op.     cit., pag. 158).
11 Ma Pio XI (1857-1939), consigliato     saggiamente, evitò di indire un Concilio.
12 Questa assurda teoria è stata     presentata come una verità dal nuovo Catechismo della Chiesa     cattolica (Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano     1992, § 597-598, pag. 165) il quale è stato definito da Giovanni     Paolo II «una norma sicura per l'insegnamento della fede»     (pag. 14).
13 Art. cit., pagg. 100-101 e     118.
14 Cfr. Mémoires d'un antiapôtre     («Ricordi di un anti-apostolo»), pag. 213. Trattasi di un diario     scritto da un comunista infiltrato in un seminario per diventare     sacerdote e sabotare la Chiesa dall'interno.
15 Cfr. Articolo apparso sul settimanale     Le Reveil du peuple («Il risveglio del popolo»),      intitolato «La libre parole» («La libera parola»), nel     giugno del 1936. Fu mentre ne era direttore Henri Coston che     apparve questo articolo sul B'nai B'rith.
16 Cfr.     Mons. E. Jouin,     Le Mystere de la Maçonnerie, pagg. 263-266.
17 Cfr. V.     Risco, Histoire     des Juifs, pagg. 339-343.
18 I sefarditi sono gli ebrei di origine     iberica (dall'ebraico Sefarad, ossia Spagna) che, dopo     l'espulsione del 1492 ad opera di Isabella la Cattolica, si     stabilirono in Olanda, in Turchia, nel Nordafrica, in Italia     (Livorno, Ancona, Pesaro, ecc....) e nei Balcani.
19 La Congregazione di Nostra Signora di     Sion fu fondata dai Padri Alfonso (1812-1884) e Teodoro     (1802-1884) Ratisbonne, entrambi ebrei convertiti, per agevolare     la conversione degli israeliti alla religione cattolica. Alfonso     Maria si convertì nella chiesa romana di Sant'Andrea delle     Fratte grazie all'apparizione della Madonna del Miracolo.
20 Ario (256-336) fu un sacerdote     africano che negava la divinità di Gesù Cristo. Venne condannato     dal Concilio di Nicea (325).
21 Anche Lenin (1870-1924) era ebreo. Lo     ha rivelato la rivista L'Arche (n° 161, 1970, pag. 227),     del Fondo Sociale Ebraico, riportando i risultati di     un'inchiesta condotta dalla giornalista armena Marietta     Chaginian a Simbirsk, negli archivi della città natale di Lenin     (cfr. Epiphanius,     op. cit., pag. 214).
22 Klement Gottwald (1896-1953),     politico cecoslovacco, primo ministro comunista (1946-1948),     escluse i partiti borghesi dal Governo con il colpo di Stato del     25 novembre 1948. Fu poi Presidente della repubblica     cecoslovacca dal 1948 al 1953.
23 Il sanguinario Béla Kuhn (1886-1939),     fu capo del Governo della Repubblica Sovietica Ungherese sorta     dalla sanguinosa insurrezione di marzo del 1919. Deposto da U.     Horthy, divenne dirigente del Comintern, e morì vittima     di una delle tante epurazioni staliniane.
24 Mátyas Rákosi (1892-1971), nemico     giurato di Mons. Joszef Mindszenty (1872-1975), imprigionato per     otto anni nelle carceri rosse, fu Segretario del Partito     Comunista ungherese dal 1945 al 1956, anno dell'insurrezione     popolare.
25 L'ebrea Rosa Luxemburg (1871-1919) fu     una dei fondatori del Partito Comunista tedesco («Lega di     Spartaco»).
26 Lavrentij Pavlovic Berija     (1899-1953), fu lo zelante e spietato esecutore della politica     repressiva di Stalin e l'organizzatore dei Gulag, i campi     di concentramento comunisti. Dopo la morte di Stalin (1953),     venne processato e fucilato.
27 Subito dopo la fine del Concilio,     Padre Gregory Baum gettò la veste alle ortiche e si spretò. La     missione era compiuta.
28 Purtroppo, tale Dichiarazione sulle     religioni non-cristiane venne approvata dai Padri conciliari il     28 ottobre 1965.
29 Durante una conferenza stampa a     Madrid, Label A. Katz dichiarò che il B'nai B'rith era      «consigliere» dell'ONU e della Casa Bianca.
Fonte:
 
