«Abbiamo bisogno di un Concilio e di un Papa che lo convochi»
(Rudolf Steiner, appartenente alla setta rosacroce, 1910)
I tradizionalisti, si sa, sono persone un po’ bislacche che vedono complotti massonici dappertutto. Riportiamo, per far comprendere al lettore come sia diffuso il virus complottista nel mondo della Tradizione, alcune riflessioni di un cervello preconciliare: il Vaticano II è stato pilotato dalla massoneria per distruggere Santa Romana Chiesa, il rito di Paolo VI pare confezionato più per il G.A.D.U. che per Nostro Signore Gesù Cristo, alcuni dei più importanti protagonisti del Concilio erano massoni e via complottando.
Così, quando un tradizionalista legge: «dai massoni l’omaggio al Concilio: “ha insegnato il valore del dialogo”» (http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/concilio-18866/ ) non può non strabuzzare gli occhi e rileggere con attenzione le parole che appaiono sullo schermo del PC. Successivamente, il suddetto tradizionalista prenderà il telefono per chiamare lo psicologo di fiducia e dirgli che, forse, non è poi così pazzo e che, forse, non si sbagliava affatto sull’importante ruolo svolto dalla massoneria durante l’ultimo Concilio.
Riagganciata la cornetta, al tradizionalista ormai non più pazzo, viene in mente una frase pronunciata da un importante massone nel 1964: «ogni massone degno di questo nome non potrà fare a meno di rallegrarsi senza restrizione alcuna dei risultati irreversibili del Concilio». Si noti la data: 1964. Siamo ad un anno prima della chiusura del Vaticano II, ma – ormai – è chiaro a tutti che si sta compiendo, sotto la cupola di san Pietro, «l’89 dell Chiesa» (parola del primate del Belgio Leo Suenens).
I risultati irreversibili del Concilio sono sotto gli occhi di tutti: l’omologazione della Chiesa al mondo moderno (condannata da Pio IX nel Sillabo, ma sono quisquillie); l’inizio di un dialogo interreligioso paragonabile – per statura culturale – al vociare delle vecchie dal parrucchiere (con tutto il rispetto per le discussioni delle vecchie mentre fanno la permanente); la distruzione della Messa Cattolica e, quindi, dello spirito sacerdotale. Potremmo andare avanti, ma comprendiamo come un elenco di malefatte conciliari sarebbe di difficile digestione perfino per gli stomaci più forti.
Dopo il Concilio, infine, i massoni si sono scoperti fini animatori liturgici. Tralasciando le più o meno occulte collaborazioni tra uomini di Chiesa e massoneria per la realizzazione del rito di Paolo VI, saltiamo a piè pari allo scorso 20 agosto, quando i massoni brasiliani – teneri come chierichetti – si sono impegnati affinché fosse celebrata per loro una “messa”, rigorosamente Novus Ordo (Mundi?). Ed eccoli, con tanto di grembiulino, squadra e martelletto, elevare le mani al cielo per pronunciare le sacre parole del Pater. Ed eccoli, poi, accostarsi devotamente all’Eucarestia (ovviamente “take away”). E, infine, nel presbiterio per le foto finali di rito (probabilmente scozzese).
Matteo Carnieletto