venerdì 9 settembre 2011

Protesta del Duca di Modena Francesco V° D'Asburgo-Este contro il governo Piemontese.

 Francesco V° D'Asburgo-Este Duca di Modena e Reggio dal 1846 al 1859.

S. A. R. il Duca Francesco V, non appena perpetrati i primi atti briganteschi dei piemontesi contro i suoi Stati, emetteva la seguente protesta:


"Il Governo di S. M. il Re di Sardegna si era da alquanto tempo costituito in istato di provocazione e di minaccia contro di Noi, proteggendo i nostri sudditi o ribelli, o delinquenti, e tentando di subornare le nostre truppe, alcuni individui delle quali accoglieva con festa ed aggregava pubblicamente alle proprie, quando, immemori dei loro giuramenti, disertavano le nostre bandiere.
"Ciò aveva determinato i nostri energici reclami, appoggiati alle convenzioni vigenti col Governo suddetto; ma quando dovemmo persuaderci ch’esso preferiva di vedere annullate le convenzioni medesime, piuttosto che farci giustizia, giudicammo di rimanere silenziosi, confidando che l’aver Noi sempre lealmente osservati e fedelmente custoditi i rapporti di buon vicinato verso di quel governo varrebbe per ottenerci finalmente dal medesimo la ben dovuta corrispondenza.
"Un tale silenzio, lo diciamo con dolore, non ci è più ora permesso.
"In presenza dei noti fatti che si svolgevano nei limitrofi Stati toscano e sardo, credemmo indicato dalle circostanze di ordinare che le truppe, le quali guernivano i nostri territorî di Massa, Carrara e Montignoso si concentrassero il giorno 28 del prossimo passato aprile in Lunigiana, e affidavamo in pari tempo il Governo de’ territorî stessi, cogli opportuni poteri, a un commissario nostro, ed in suo difetto ai capi dei rispettivi Municipî. Tali misure, che toglievano anche la presunzione di qualsivoglia possibile ostilità per parte nostra, erano ben diversamente corrisposte dal Governo piemontese.
"Appena partite le nostre truppe, un commissario, agente in nome di Sua Maestà Sarda, prendeva il Governo del paese, impedendo ogni libera azione governativa alle nostre Autorità; carabinieri sardi, violando il Nostro territorio, giungevano ad appoggiarlo. Truppe toscane, passate sotto la dittatura sarda, venivano chiamate a contenervi ogni moto legittimo; in seguito truppe sarde lo occupavano definitivamente e il Bollettino Ufficiale della guerra, N. 8, in data 30 aprile, inserito il 2 corrente nella Gazzetta Piemontese, foglio ufficiale di quel Regno, dichiarava essere state quelle forze spedite contro una colonna di truppe estensi che minacciava quelle popolazioni, ed averlo fatto, perché il Governo del Re si considerava in istato di guerra col Duca di Modena.
"Conscî dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini di non aver mai fornito alcun legittimo pretesto al Governo sardo di ammettere per parte sua una così fatta considerazione, dopo averla constatata ingiusta, dobbiamo anche dichiararla contraria ad ogni analoga consuetudine internazionale. I rapporti infatti tra il il nostro Governo ed il Governo del Re sussistevano ancora come per lo passato: il Ministro Plenipotenziario di Sardegna non aveva cessato di essere accreditato presso di Noi; le Convenzioni di Commercio postale e telegrafica erano sempre osservate da una parte e dall’altra; la pace adunque non era rotta per alcun modo, e lo stato di guerra non esisteva quando il Governo del Re di Sardegna inviava i propri Commissarî e le proprie truppe sul territorio estense. Ad onta di tutto ciò Noi credemmo di dirigerci anche una volta al Governo di Sua Maestà per invitarlo a dichiarare se esso accettasse la responsabilità dell’operato dai suoi agenti, o se pure la rifiutasse; ma il medesimo ci corrispose deliberatamente accettandola!
"Di fronte quindi a un così aperto attentato contro il diritto delle genti, a una così flagrante violazione dei Trattati, alla usurpazione a mano armata ed in piena pace di un territorio che ci appartiene per diritto di eredità ed in forza dei Trattati, dobbiamo a Noi stessi, dobbiamo ai nostri sudditi fedeli, e a quelli ancora che perfidamente fossero stati traviati, il protestare altamente, come effettivamente protestiamo colle presenti, contro ogni atto del Governo sardo e de’ suoi agenti dal giorno 28 dello scorso aprile in poi, giorno della loro violenta intrusione nel Nostro Stato. Protestiamo inoltre contro le conseguenze tutte deducibili degli atti stessi, e contro le qualisivogliano usurpazioni ulteriori, che fossero per proseguirsi in danno nostro e dei nostri fedeli sudditi.
"In pari tempo, appoggiandoci sul nostro buon diritto, dichiariamo formalmente di riservarcene ogni legittimo esperimento, e di fare, siccome facciamo attualmente, sulle ingiurie patite, o che saremo per patire anche in seguito, un franco appello alle Potenze amiche e segnatarie dei trattati del 1815, perché nella loro giustizia e nel comune interesse dell’osservanza dei patti solenni d’Europa, portino sulla situazione da Noi segnalata ogni più pronto ed efficace provvedimento.
"Dato in Modena, questo giorno 14 maggio 1859.
"Francesco."