lunedì 5 settembre 2011

Controrisorgimento: il movimento filoestense apuano e lunigianese.

Bandiera Ducato di Modena e Reggio.


Caro amico, cara amica,
 Eclettica Edizioni, nuova casa editrice nata da poche
settimane in terra apuana, è lieta di annunciare l'uscita
del nuovo libro di Nicola Guerra, giovane ricercatore
massese, dal titolo "Controrisorgimento, il movimento
filoestense apuano e lunigianese".
Si tratta di un ottimo lavoro d'archivio che rappresenta una
nuova visione del Risorgimento a Massa, Carrara e Lunigiana,
a 150 anni dall'annessione al Regno Sabaudo.
Il volume di Guerra, 140 pagine, è già presente nella
maggior parte delle librerie massesi e verrà distribuito
nei prossimi giorni anche a Carrara e Lunigiana.
La presentazione ufficiale è prevista sabato 13 alle ore
17 presso la sala pubblica di Palazzo Bourdillon in piazza
Mercurio a Massa, alla quale saremmo felici se vorrai
partecipare.


A seguire, la mia recensione del libro:


-Ci sono eventi, in tutte le epoche, che la storiografia ufficiale trascura per lungo tempo perché difficilmente integrabili in una verità storica data per assodata…- 
Già dalle prime righe dell’introduzione alla sua ricerca “ Controrisorgimento. Il movimento filoestense apuano e lunigianese ” appare chiaro lo scopo del libro del giovane studioso massese Nicola Guerra, scopo che egli stesso chiarisce poco dopo: far luce sull’opposizione al risorgimento avvenuta nella nostra provincia all’indomani della sua annessione al Piemonte. Lo studio di Guerra si presenta come un serio e documentatissimo lavoro condotto con criteri scientifici, quindi del tutto imparziale. Però, o forse proprio per questo, rappresenta di fatto una coraggiosa opera di revisionismo storico, in quanto abbatte pezzo per pezzo importanti dogmi     dell’ epopea risorgimentale costruiti ad arte dai vincitori filo-sabaudi e mai fino a questo momento analizzati criticamente. E lo fa, come già detto, alla luce di numerosi documenti, reperiti principalmente all’Archivio di stato di Massa.
Che il Risorgimento non sia stato un movimento di popolo e che le varie annessioni piemontesi non si siano avute all’insegna di allegri sventolii di tricolori è cosa ormai accettata persino dalla storiografia ufficiale, ma, almeno per quanto riguarda il centro-nord Italia, si è troppo a lungo taciuto ad esempio sulle persecuzioni politiche e giudiziarie subite dai nostalgici dei regimi pre-unitari. Come rileva giustamente Guerra, dopo la ritirata delle truppe estensi da Massa e Carrara la “caccia al legittimista” aperta dai commissari politici, dittatori in nome del Savoia, portò a così tanti arresti da causare in pochi mesi problemi di sovraffollamento al carcere cittadino ! A ciò si arrivò attraverso l’instaurazione di un regime di terrore, che aveva nello spionaggio uno strumento importante, il quale coinvolgeva soprattutto bottegai e venditori, i quali erano spesso tenuti a riferire se i clienti si lasciassero andare a o meno a esternazioni filo-estensi o anti-italiane.* Le spese per mantenere l’apparato spionistico arrivarono in poco tempo a costituire una voce importante del bilancio uscite (sic). I documenti reperiti dal Guerra rivelano come il nuovo governo abbia privato il popolo degli elementari diritti politici e di espressione. I numerosi arresti sommari infatti riguardavano spesso meri reati d’opinione. A titolo di esempio: nel 1859 tale Giò Tartarici del Cinquale venne arrestato perché, udito rimproverare il figlio che gridava “W l’Italia”, l’avrebbe invece spinto a gridare “abbasso l’Italia” Ma queste imposizioni anti-liberali rivelano un aspetto fondamentale e volutamente trascurato dalla tradizione storiografica dominante: il grande consenso che avevano nella nostra attuale provincia, presso tutti gli strati sociali, il governo estense ed il Duca Francesco V. Nel corso dei mesi, e ancora durante tutto il 1860, si susseguiranno proteste e veri e propri atti di sabotaggio contro l’occupante piemontese. Moltissimi sono stati (altro elemento per troppo tempo taciuto) gli esuli apuani che sono emigrati, ad esempio nel Veneto austriaco, magari con l’intera famiglia, per non accettare il nuovo governo. Essi sono stati spinti a ciò in parte dalla fedeltà alla Casa d’Austria-d’Este, in parte, ed oltre a ciò, dal fatto che la vita nel nuovo stato non era certo facile per chi aveva fama di essere o essere stato filo-estense: queste persone spesso non ottenevano neanche il permesso di avviare un’attività lavorativa. L’emigrazione diventava allora un’esigenza, anche se come già detto ad emigrare furono prevalentemente volontari, che spesso continuarono la lotta legittimista nell’esercito estense di stanza in Veneto, che rimase operativo fino al 1863 e si sciolse solo in seguito ad un preciso ordine austriaco
 
 
 
 
*Nel 1829 morì Maria Beatrice Este, ultima Duchessa di Massa Carrara, e la sua eredità fu raccolta da suo figlio, il Duca di Modena Francesco IV, al quale successe il primogenito Francesco V. La signoria estense sulle terre Apuane si esaurirà solo nel 1859, in seguito all’occupazione sabauda.