Papa Pio VIII. |
Nel leggere queste righe, l'Alta Vendita si credette tradita. Sotto l'impressione d'un terrore poco giustificato, Felice scrisse da Ancona, l'11 giugno 1829: "Bisogna fermarsi per un momento, e lasciare al vecchio Castiglioni (nome di famiglia di Pio VIII) il tempo di calmare i suoi sospetti. Ignoro se siasi commessa qualche indiscrezione, e se, malgrado tutte le nostre precauzioni, alcune nostre lettere non siano per avventura cadute nelle mani del cardinale Albani. L'Enciclica parla con tanta certezza che noi dobbiamo temere degli agguati ... Io vorrei che fosse giudicato opportuno di deporre per un momento le armi".
Ahimè! oggidì la setta non ha più questi timori e non vi è più per essa motivo di averli. Essa opera, e può operare, in piena luce. Il F... Macé ha ben potuto, sotto il secondo Impero, credere opportuno di coprirsi ancora con qualche velo ipocrita. Ma è lungo tempo che i veli sono gettati via; è in nome della legge che la gioventù, secondo il desiderio delle Istruzioni, "viene sedotta e trascinata senza che se ne accorga".
L'insegnamento primario è divenuto neutro, e questa legge di neutralità scolastica è una di quelle che devono essere dichiarate intangibili per chiunque aspira all'onore di poter chiamarsi repubblicano riconosciuto ed accettato. Malgrado i sacrifici dei cattolici per fondare delle scuole libere, i quattro quinti dei fanciulli - quattro milioni e mezzo su sei milioni - non sentono più parlarsi di Dio nella scuola, e imparano tutto, meno il catechismo. Che avverrà quando le leggi Combes saranno in vigore?(1)
Il F... Ernesto Renan scriveva, nel 1882, nel suo volume su Marc-Aurèle:
"Se Marco Aurelio, invece di adoperare i leoni e la sedia rovente avesse adoperato la scuola primaria e un insegnamento razionalistico, egli avrebbe prevenuto ben meglio la seduzione del mondo per mezzo del soprannaturale cristiano ...". Ed aggiungeva che se Marco Aurelio fallì, se Celso non riuscì meglio, egli è che il suolo non era stato preparato per mezzo d'un buon ministro dell'istruzione pubblica.
Claudio Jannet, citando questa frase, vi fa sopra questa riflessione: "È per mezzo dell'organizzazione d'un insegnamento di Stato anticristiano e materialista, il quale foggierà le novelle generazioni sul modello dello Stato onnipotente, che la framassoneria intende di ripigliare la lotta al punto in cui i persecutori pagani l'aveano lasciata e si lusinga questa volta di trionfare di Gesù Cristo!".
Alla scuola sono annesse opere e associazioni di ogni sorta le quali hanno per iscopo di mantenere il fanciullo nella dipendenza de' suoi maestri, e di continuare, per la sua completa perversione, dopo la sua uscita dalle classi, la coltura massonica. Nella prefazione del libro che Brisson pubblicò sotto questo titolo: La Congrégation, è detto: "La scuola laica con tutte le sue opere d'igiene, di assistenza, di mutua assicurazione, d'istruzione sociale che oggidì la completano e la prolungano, la scuola laica secolarizzerà tutto intorno ad essa e soprattutto le menti ed i cuori".
Fra poco l'istruzione secondaria e superiore non sarà più data che negli stabilimenti dello Stato, tutti popolati da professori framassoni, protestanti od ebrei. Nel momento in cui Claudio Jannet faceva la sua grande ricerca intorno alla framassoneria allo scopo di ripubblicare, di rifondere e condurre fino al 1883 l'opera del P. Dechamps: Les Sociétés secrètes et la Société, scriveva: "Noi siamo stupiti, leggendo i giornali massonici, di vedere il numero sempre più crescente di professori dell'insegnamento superiore e dell'insegnamento secondario che si sono affiliati alle Loggie". E citava il Monde maçonnique del dicembre 1882 che riferiva il discorso pronunciato alla loggia La vraie réunion désirée, nell'occasione della iniziazione d'un professore dell'Università. Vi si diceva: "L'avvenire appartiene alla massoneria, e l'avvenire è l'Università che cammina a fianco della nostra istituzione. Universitari, la framassoneria vi stende le braccia; ella vi accoglie come figli carissimi, vi addita la mèta a cui devono tendere i vostri sforzi". "È cotesto un fatto importante - continua Claudio Jannet. - Fino al presente, malgrado il vizio fondamentale del suo principio, malgrado le funeste influenze che predominavano nelle alte regioni ministeriali, l'Università di Francia contava nel suo seno un numero grande di professori sinceramente cristiani, e si sa che in molti casi gli uomini valgono molto più delle istituzioni. Questo stato di cose si va cangiando rapidamente". Si è cangiato a tal punto che i professori framassoni non temono più, non hanno più alcun riguardo di schernire alla presenza dei loro discepoli la fede e lo stesso patriottismo.
Sotto siffatti maestri che cosa diviene la nostra gioventù? La risposta potrebbe esser attinta da varie fonti informatrici e disgraziatamente tutte concordi. Basti ricordare che nel 1901, nel mese di giugno, un gran periodico parigino, La Revue, aprì un'inchiesta su "le tendenze sociali, politiche e religiose della gioventù francese nel vigesimo secolo". Ne fu incaricato Eugenio Montfort, il quale aveva presieduto nel 1900 il congresso della gioventù durante l'Esposizione universale. Egli si rivolse ai presidenti delle diverse associazioni giovanili: Associazione degli studenti di Parigi, Lega democratica delle scuole, Circolo di studenti cattolici di Parigi, Gruppi socialisti delle scuole, Associazione cattolica, Unione liberale, Unione democratica, Gioventù antisemita, Democratici cristiani, ecc.(2) Quello che anzitutto addolora in queste molteplici dichiarazioni è l'incertezza delle idee che non sgorgano più dai principii, vanno di qua, di là, e producono negli spiriti l'anarchia e il disaccordo più completo. È, in secondo luogo, la profondità dell'abisso dove i pensieri vanno a perdersi. Ecco, per esempio, Jean Richou presidente della Solidarité universelle: "Le controversie metafisiche e teologiche - ei dice - sono inaccessibili alla mia ragione, e, nel dubbio, non mi tengo pago di essere irreligioso, perché negare è affermare, ma areligioso, indifferente in religione". Questa parola areligioso, che significa assoluta indifferenza, "un non curarsene affatto", un non voler sentirsi parlare di ciò che più importa all'uomo di sapere, non voler nemmeno pensarvi, non è il fondo dell'abisso? E tuttavia questa parola si ripete ad ogni occasione; è dunque chiaro essere una formula che circola nelle file della gioventù come una consegna.
Altri escono da questa indifferenza, ma per manifestare l'odio che portano al cattolicismo. Gabriele Trarieux, facendo agli organizzatori del congresso ecclesiastico di Bourges un'allusione che non fa loro onore, dichiara ch'egli vorrebbe sopprimere la Chiesa cattolica, o almeno renderla "nazionale". È la "conseguenza necessaria - egli dice - d'una politica non solo anticlericale, ma altresì antireligiosa". "Finché ci saranno religiosi - disse Dussoulier della Lega democratica delle scuole, non vi saranno uomini liberi". Saint-Georges de Boubélier desidera "una trasformazione completa della coscienza universale". Egli spiega il suo pensiero reclamando per l'uomo "una teoria orgiaca(3) della vita, un concetto morale d'accordo con l'amore, una legge di fervore voluttuoso e spirituale, un codice suscettibile di eccitare, di provocare e di abbellire tutte le passioni, una legislazione che accetta e rende utili i sentimenti più estremi, più erotici, più imperiosi". Ciò non deriva forse in linea retta dagli umanisti del Rinascimento?
Ed eccovi chi ne discopre la medesima origine. Maurizio Leblond dimanda che "s'istituiscano dei riti civici e corporativi, che si riedifichino gli altari della Maternità, della Ragione e della Concordia; che la Basilica del Sacro Cuore divenga il Tempio della Giustizia; che la statuaria, la pittura e il dramma rivestano un carattere sociale; che si stabilisca il culto degli Eroi e degli Hommes-fonctions".
Le risposte di molti giovani rappresentanti delle associazioni cattoliche non richiamano meno l'attenzione di chi vuol conoscere lo stato degli spiriti nel momento presente. Citeremo solamente quella di Enrico Plommet, membro del comitato del Circolo degli studenti cattolici di Parigi, ch'era già stato delegato al congresso della gioventù del 1900. Egli dice: "Io non desidero già che la Francia di domani sia clericale, io non sogno che nuove libertà, e non domando il ristabilimento del potere assoluto né a profitto della Chiesa, né a profitto del re. Io domando e voglio per tutti la libertà più assoluta: libertà per me di credere e praticare la mia religione; libertà per voi di negare tutti i dogmi, o anche di creare una nuova religione; libertà per tutti di pensare, di parlare, di scrivere".
Papa Pio VII. |
È un membro dei Circolo degli studenti cattolici di Parigi che parla così in un'inchiesta circa le idee dominanti nel suo ambiente. Egli dichiara di voler per tutti la libertà più assoluta, libertà di pensare, di parlare e di scrivere; libertà di negare tutti i dogmi ed anche di creare una nuova religione! Non si coglie qui, sul fatto, l'infiltrazione fino nell'ambiente religioso di idee che la massoneria si sforza di propagare da per tutto?
Fin dal 1821, il papa Pio VII, nelle sua Enciclica Ecclesiam a Jesu Christo, avea detto: "Tutto prova che i Carbonari hanno principalmente ... per fine di propagare l'indifferenza in materia di religione, il più pericoloso di tutti i sistemi; di concedere a ciascuno la libertà assoluta, di farsi una religione secondo le proprie inclinazioni od idee ..., infine di rovesciare questa Sede Apostolica, contro la quale, accesi d'un odio tutto speciale, tramano le congiure più nere e più detestabili".
Note:
(1) Se risaliamo alle origini dell'idea più nefasta di tutte di laicizzare le scuole, vi troviamo ancora la mano degli Ebrei. Già alla fine del XVIII secolo i principali Ebrei che propagarono le idee liberali, come Mosè Mendelssohn, Hartwy, Wessely, Friedlander, Eichel proposero come un potente mezzo di unificazione nella indifferenza dogmatica - che è l'opera a cui essi mirano sopra tutte - lo stabilimento di scuole laiche o neutre in cui i fanciulli ebrei sarebbero mescolati ai fanciulli cristiani. Al principio del XIX secolo, l'ebreo Piccolo Tigre considerava l'insegnamento neutro come la gran leva della congiura anticristiana. Più tardi, Hallez, avvocato della Corte Reale di Parigi, scrisse nella Revue des Deux Mondes, 1856, V, p. 750, in favore della neutralizzazione delle scuole e ciò ponendosi espressamente sotto il punto di vista degli Ebrei. Nel medesimo anno 1856, una frazione del giudaismo olandese vantò l'insegnamento neutro come la grande panacea contro le divisioni
religiose. Più tardi, vedendo le rovine che questa neutralità produceva nella loro propria gioventù, gli Ebrei olandesi si ricredettero e non rimase più che il grande Rabbino di Breda a persistere nei sentimenti che aveano manifestati i suoi colleghi. Allorché nel gennaio 1888, il principe Luigi Liechtenstein sottopose alla camera austriaca un progetto di legge sulla riforma scolastica, gli Ebrei e i Framassoni fecero contro questo progetto una guerra appassionata e attiva in Parlamento e nella stampa. Agli sforzi del Ghetto si aggiunsero in Francia come in Austria quelli della massoneria. Nel 1872. il F... Hérédia, deputato di Parigi, divenuto più tardi ministro, deponeva, nella adunanza dell'11 giugno dell'assemblea generale del Grand'Oriente di quell'anno, una circolare indirizzata a tutte le loggie di Francia, in cui si leggeva "Una legge sull'insegnamento sarà presentata all'Assemblea nazionale; è dovere della framassoneria d'intervenire ... Noi dimandiamo l'istruzione primaria obbligatoria per tutti, gratuita e laica in tutte le scuole pubbliche e comunali".
(2) Non si potrebbe credere a qual segno pullulino queste società, tutte più o meno dirette o inspirate dalla framassoneria. Nel solo mese d'aprile del 1905 si costituirono 78 società nuove: Cercle de libre-pensée: 8. Eure-et-Loir, Aude, Haute-Garonne, Calvados Ain, Doubs, Haute- Savoie, Bouches-du-Rhône. Loges maçonniques: 2. Paris, Saintes. Jeunesse laique: 2. Seine-et-Oise, Var. Amicales et Unions d'Instituteurs: 6. Oise, 2; Paris, Creuse, Algérie, Aisne, 1. Sociétés d'ouvres scolaires ou post-scolaires: 34. Rhône, 5; Loire, 2; Isère, 3; Drôme, 2; Saône-et- Loire, 2; Gironde, 2; Aveyron, harente, Charente-Inférieure, Eure-et-Loire, Bouches-du-Rhône, Ardèche, Jura, Gard, Haute-Loire, Pas-de-Calais, Sarthe, Somme, Seine-et-Marne, Seine-et-Oise, Tarn, Var, 1. Cercles d'action républicaine: 11. Paris, 2; Aisne, 2; Eure, Gironde, Lot, Meuse, Basses-Pyrénées, Pyrénées-Orientales, Deux-Sèvres, 1. Sociétés d'éducation populaire: 15. Gard, 3; Charente, 2; Yonne, 2; Bouches-du-Rhône, Cher, Nièvre, Nord, Finistère, Haute-Marne, Oise, Pas-de-Calais, 1. Notiamo che a Cosne (Nièvre) la società ha la sua sede nella sotto-prefettura.
(3) Di orgia e di stravizio, una teoria che le comprenda tutte, dichiarandole lecite.