mercoledì 25 settembre 2013

DAL DIARIO PRIVATO DEL PERSANO


Persano relaziona al Conte Cavour: «Ho dovuto eccellenza somministrare altro danaro. Ventimila ducati al De vincenzi, duemila al console Fasciotti... quattromila al Comitato.»
Ed ancora, dopo che Persano aveva conquistato Ancona, scrive Cavour il 19 ottobre 1860 :
"Ho parlato col Vacca (ex comandante del vascello napoletano il Monarca, che si accordò con il Persano affinché la nave fosse catturata nel porto di Castellammare). M'avvidi con dispiacere che anche gli ufficiali della Marina napoletana vorrebbero fare le loro condizioni (si riferiva agli ufficiali della marina duosiciliana). I napoletani hanno pretese assurde. Vorrebbero promozioni, come se avessero combattuto. 


 R.: Non prometta nulla; non s'impegni a niente."

"L'Austria ingrossa al confine. Senza che si possa dire con certezza che essa medita un'invasione, è però evidente che vi si prepara..." Quindi la necessità di far presto, di procurare che il voto d'annessione (il plebiscito) sia il più che si può solenne ed unanime, e di valersi di esso per cacciare poi il Borbone da Capua e da Gaeta".
E subito dopo gli telegrafava:
"Faccia una leva forzata dei marinai in cotesti porti. Se il codice napoletano non punisce di morte i disertori in tempo di guerra, pubblichi un decreto a tale effetto, e, ove ce ne siano, li faccia fucilare. Il tempo delle grandi misure è arrivato." (C.P. Persano - La presa di Ancona - Diario privato politico-militare 1860 - )

Riferisce Persano: "Ma si assicura d'altronde che il generale (Garibaldi) non troverà alcun grave ostacolo durante lo sbarco, stante il contegno della Marina napoletana."
e Cavour: "Non si indebolisca costà. Aiuti le mosse del generale Garibaldi colle R. navi che ella ha al Faro " (in Sicilia). "Impedisca, a qualunque costo, che la flotta napoletana passi all'Austria".
"Potrei impossessarmene senz'altro al suo passaggio nel canale di Malta", risponde Persano : "ma addio allora alle apparenze di neutralità!" "Noi continuiamo, colla massima segretezza, a sbarcare armi per la rivoluzione, in parte a tergo delle truppe napoletane che sono a Salerno, ed altre città."

Scrive Cavour il 14 luglio 1860: "La via che segue il generale Garibaldi è piena di pericoli. Il suo modo di governare e le conseguenze che ha prodotte ci screditano al cospetto d'Europa. Se i disordini della Sicilia si ripetessero a Napoli, la causa italiana correrebbe il rischio di essere perduta al tribunale dell'opinione pubblica, che renderebbe a nostro danno una sentenza, che le grandi potenze si affretterebbero di far eseguire. [...] Ella avrà cura di tenersi in frequenti relazioni col comandante Anguissola e cogli altri comandanti dei legni napoletani. Quando questi difettassero di danaro per pagare gli equipaggi, gliene somministri a titolo d'imprestito." 


(C.P. Persano - La presa di Ancona - Diario privato politico-militare 1860 - )