Il messaggio di Cristo è fastidioso ed il Suo Corpo mistico, che è la Chiesa cattolica, secondo alcuni va demolito; sin dai tempi del giudaismo rabbinico (Gesù non è il Figlio di Dio) e del paganesimo (Gesù è un sobillatore di popolo) dei primi secoli si è sempre cercato di annientare il “popolo di Dio”, i battezzati per intenderci, e con essi la credibilità della Chiesa e di “invalidarne” il “messaggio nuovo“, di vera ed unica “pace universale”, quella introdotta e comandata da Cristo, vero Dio e vero Uomo: “Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza” … “Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi [- 1° Amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza, quindi - 2° Amerai il prossimo tuo come te stesso]” … “Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù [tutti hanno la possibilità di battezzarsi, nessuno è escluso]” … “se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo [i battezzati sono discendenza di Abramo]”.
Gli intellettuali laicisti, progressisti, atei, oggi si direbbe principalmente “catto-comunisti”, strumentalizzano qualsiasi pettegolezzo o vicenda leggendaria al fine di allontanare i fedeli dall’Istituzione e di indirizzarli ad una religiosità (non religione) incentrata sull’ io, che deve tendere a relegare la Chiesa nei propri palazzi ed a delegittimarne anche i primati che Essa ha in ragione dell’ordine morale e naturale, sia del mondo che dell’umanità. Questi “cattivi uomini”, la Bibbia li definisce “anti cristi”, sono spesso abilissimi pensatori, rinnegano quanto Cristo stesso insegnò all’umanità nel definire Pietro capo della Chiesa, consegnando a lui le materiali e formali “chiavi”; non “chiavi” metaforiche o di semplice onore, come alcuni teologi modernisti intendono far credere ai meno indottrinati, ma Chiavi della Sua Chiesa, unica vera Chiesa, santa, cattolica, romana, apostolica.
Il Gonzalez nel suo, De Infallibilitate Rom. Pontif. Disp. I, sect. 1, dice “Idem prorsus de Romano Pontifice dicendum est, quoties e Cathedra Petri totam Ecclesiam alloquitur, eique ceu supremus Doctor exponit, quid tamquam Catholicum dogma credere debeat, quid tamquam haereticum figmentum vitare; quam doctrinam amplecti ceu sanam, quam cavere ceu noxiam: et quoties, pro universalis Pastoris officio, commissis a Christo sibi ovibus salubria hinc demonstrat pascua virtutum, ut ad immortalem iis vitam alantur; venenifera inde vitiorum, ne iis degustandis sempiternam sibi mortem consciscant”.
Mirabile sintesi che tradurremo in questo modo “Lo stesso precisamente deve dirsi del Romano Pontefice, ogni qual volta egli parla dalla Cattedra di Pietro a tutta la Chiesa, e le espone, in qualità di supremo dottore, ciò che essa deve credere come dottrina cattolica e ciò che deve evitare come falsità eretica, quale insegnamento debba abbracciare come salutare (o salubre) e da quale guardarsi come nocivo; ed ogni qualvolta, nel suo ufficio di pastore universale, egli mostra alle pecorelle a lui commesse da Cristo i salubri pascoli di virtù dall’una mano, affinché esse se ne nutrano a vita eterna, e i velenosi germogli dei vizi dall’altra, affinché non apportino a sé medesime, col gustarne, eterna morte”.
Per demolire rapidamente la presunzione che laicisti e modernisti pretendono voler incolpare la Chiesa per alcuni abomini compiuti dai propri uomini, poiché esseri fortemente disobbedienti e palesemente vessati da Satana, mettendo dunque in discussione l’indefettibilità data allo stesso Corpo mistico di Cristo, basterebbe analizzare brani dei Vangeli, ma oggi è difficile anche solo far comprendere alcuni concetti … troppa è la diffusa ignoranza esondata con la crisi del cosiddetto post concilio [Vaticano II].
In ordine cronologico:
1) “Disse loro: «Voi chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli»” (Mt 16,13-19) – Pietro è Papa, è infallibile, egli ragiona e risponde secondo Dio e non secondo l’uomo;
2) “Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno. Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: «Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!»” (Mt 16,21-23) – Ragiona e risponde l’uomo Simone, quindi cade nella trappola del maligno, dubita e agisce secondo la carne e non secondo Dio.
Maggiori approfondimenti: SULLA NECESSITÀ DELL’INFALLIBILITÀ DEL PONTEFICE E SULLA CONDANNA DELLA COLLEGIALITÀ ; L’INFALLIBILITÀ DELLA CHIESA E DEL PAPA: MAGISTERO UNIVERSALE E ORDINARIO .
Il costante lavoro di demolizione messo in atto dalla società neo pagana, che fa leva sull’errore del singolo uomo di Chiesa, comunque non scalfisce e non potrà mai intaccare il concetto di Sovranità di Cristo che, nella Chiesa cattolica, manifesta la Sua Parola e la Sua Regalità; basta solamente informarsi per conoscere e discernere.
Tornando al nostro seminato e lasciando ulteriori approfondimenti alla lettura di studi già pubblicati [1], è evidente che la società neo-massonica ed anti-clericale ha sfruttato ogni singolo “starnuto” di un qualsiasi cattolico o uomo di Chiesa per umiliare ed offendere “Colui che ha fatto bene tutte le cose”; anche la leggenda della “papessa” Giovanna, per esempio, è stata genericamente usata nell’insano tentativo di ridicolizzare o mettere alla pubblica gogna la cattolicità e, devo dire, che purtroppo molti battezzati hanno ceduto a questa seduzione oggettivamente satanica.
Cosa pretendere “dal mondo”, se “al mondo” stesso vengono forniti elementi idonei al dubbio atroce, senza dare armi a difesa?
San Paolo afferma in 2Corinzi: “Lo faccio invece, e lo farò ancora, per troncare ogni pretesto a quelli che cercano un pretesto per apparire come noi in quello di cui si vantano. Questi tali sono falsi apostoli, operai fraudolenti, che si mascherano da apostoli di Cristo. Ciò non fa meraviglia, perché anche satana si maschera da angelo di luce. Non è perciò gran cosa se anche i suoi ministri si mascherano da ministri di giustizia; ma la loro fine sarà secondo le loro opere. Lo dico di nuovo: nessuno mi consideri come un pazzo, o se no ritenetemi pure come un pazzo, perché possa anch’io vantarmi un poco. Quello che dico, però, non lo dico secondo il Signore, ma come da stolto, nella fiducia che ho di potermi vantare. Dal momento che molti si vantano da un punto di vista umano, mi vanterò anch’io. Infatti voi, che pur siete saggi, sopportate facilmente gli stolti. In realtà sopportate chi vi riduce in servitù, chi vi divora, chi vi sfrutta, chi è arrogante, chi vi colpisce in faccia. Lo dico con vergogna; come siamo stati deboli!” (2Corinzi,11,12-21).
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E’ mai esistita questa cosiddetta “papessa” Giovanna nella realtà, oltre che nei tarocchi? Ha fatto danni o ha indebolito la Chiesa? Analizziamo oggettivamente la vicenda leggendaria / mitologica.
Mitologia. La vicenda è una storia leggendaria di una donna d’origine inglese, ma nata a Magonza, che verso la metà del secolo IX andò ad Atene con un amico, acquistò una grande cultura; quindi si trasferì a Roma dove, travestita da uomo, intraprese la carriera ecclesiastica fino a raggiungere il trono pontificio nell’855, dopo la morte di Leone IV. La strana vicenda, secondo mitologia pagana, ebbe il suo più disgustoso epilogo quando, dopo qualche anno, durante un corteo papale, a poca distanza dalla chiesa di San Clemente a Roma, presa dalle doglie del parto, diede alla luce un bambino che morì con la madre.
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La novella – sostiene il padre Zoffoli – “non figura in alcun documento fino alla metà del sec. XIII e, in seguito, si legge nel Chronicon di Martin Polono, sfruttata dalla spudoratezza degli umanisti e dall’odio antipapale dei Protestanti; nondimeno perse ogni credibilità dalla seconda metà del secolo XVI in poi“, anche per merito di storici insigni, tra cui il Gregorovius, Dòllinger ed altri. Di essa si conserva appena un vago ricordo per tantissimi anni, fino al 1972.
Il più recente storico della “papessa” Giovanna, Cesare D’Onofrio, ritiene che «tranne la “realtà fisica” di un papa di sesso femminile, tutti gl’ingredienti della storia sono assolutamente veri, compreso quello di una “realtà allegorica” di un papa-donna» [2].
Tra i vari “ingredienti” della vicenda figurano anche due seggiole di marmo forate, poi servite – dopo il presunto inganno della “papessa” – per accertarsi del sesso, della virilità maschile (non eunuco) e della sensibilità a “sfiorate”, del neo eletto durante la cerimonia dell’esaltazione al pontificato dei successori.
Da questa pratica ne derivano le famose frasi:
- “virgam et testiculos habet”, ossia “ha il pene e i testicoli” pertanto gli ecclesiastici ribattono: “Deo Gratias”, ossia “Sia lode a Dio”. Quindi incedono alla lieta ordinazione del Papa nominato [3]; Anche “Testiculos qui non habet Papa esse non posset” [4].
Ora, se i singoli elementi della ridicola e assurda vicenda sono per sé veri, la loro manipolazione si deve soltanto alla fantasia, alla credulità e alla malizia di quanti trasmisero da un secolo all’altro l’incredibile avventura, raccolta più tardi da scrittori tutt’altro che seri.
Il Platina, nelle sue Vite dei Pontefici, dichiara di riferire «cose che [...] si raccontano volgarmente da autori incerti ed oscuri…» [5]. Lo storico, nel concludere il racconto, sa bene di «errare col volgo», però non può escluderlo del tutto [6].
Anche Enea Silvio Piccolomini, ossia il futuro Pio II, sa che «la storia non è [...] certa» [7]; ma nel 1451, trovandosi a Costanza, seppe rispondere ad un avversario della Chiesa osservando: «… in quel caso non fu errore né di fede, né di diritto: si trattò soltanto di ignoranza del fatto (cioè che fosse una donna) … » [8].
Gli elementi storicamente certi dell’intricata quanto fantastica leggenda della “papessa” Giovanna, imbastita dalla fantasia popolare e dall’astio protestante, secondo il D’Onofrio sono i seguenti:
- Tra l’VIII e la metà del IX secolo avviene il rilancio dell’antico concetto della “Sedes Apostolica Romana” … “quale Mater Ecclesia”;
- Poco prima, 847-55, le Decretales Pseudo-Isidorianae sostengono e diffondono quel concetto, che viene inserito nella liturgia dell’elezione papale in vista dell’utilizzazione di due «sellae obstetricae»;
- La convinzione del primato della “Sedes Apostolica Romana” quale “Ecclesia Mater et Caput” di tutte le chiese del mondo, si riferisce, in concreto, alla basilica del Laterano, che alla metà del XII secolo si fregia del titolo di “Mater et Caput”, titolo però che acuisce l’antica rivalità col Capitolo della basilica vaticana [...];
- Le due sedie marmoree, di cui sopra, sono seggiole da parto, di età romana, rimaste “ab immemorabili” nel Patriarchio lateranense, forse già servite a mogli di imperatori. Esse, sembra dal sec. X, furono utilizzate di nuovo nel rito dell’elezione dei papi. I quali dovevano sedervisi “come se fossero distesi, e quindi prendere l’atteggiamento della donna-madre all’’atto del parto”. In quel preciso momento infatti al Papa, semi-disteso, “venivano consegnate le chiavi”, gesto che significava la ri-fondazione della Chiesa: la “Mater Ecclesia”, capo di tutte le chiese, superiore ad ogni altra “autorità religiosa e civile”;
- Il D’Onofrio conclude affermando che l’avvio della leggenda della “papessa” Giovanna dovrebbe attribuirsi alla “rivalità del Capitolo Vaticano, insofferente della superiore dignità di quello del Laterano [...]”;
- Ne deriva che l’invenzione di un “papa – femmina” e madre “è stata la conseguenza [non la causa] della utilizzazione delle sellae obstetricae” nel rito dell’elezione pontificia. Invenzione favorita dalla presenza, nella Roma dei primi decenni del sec. X, di papi (nella loro natura umana) alla mercé di donne prive di scrupoli, come Teodora e soprattutto Marozia, “prostitute senza pudore” [9]. Favorevolissimo quindi il terreno di coltura per una leggenda d’una “femmina – papa”;
- A poca distanza dalla chiesa di San Clemente, e precisamente in Via dei Querceti, – ci riferisce padre Zoffoli nel suo Dizionario del Cristianesimo – sorge ancora un’edicola, sacello con un affresco della Madonna col Bambino in braccio. “Sarebbe stato in quel punto che la strada, facendo gomito e rendendosi pericolosa per l’affollatissimo percorso papale, Giovanna – pressata dalla calca – avrebbe partorito e sarebbe morta. Quella via, per questo, si chiamò Vicus Papissae ed il sacello sarebbe stato costruito in memoria della disgraziata. Sempre secondo la leggenda, in guito all’accaduto, il corteo papale non sarebbe più passato in quel punto; mentre risulta che ciò fu deciso unicamente per l’angustia del luogo, già causa di disgrazie”;
- La “papissa” che diede il nome al “vicus” non è affatto la “famigerata Giovanna”, bensì un certo Giovanni Papa, proprietario di una casa che sorgeva in quel luogo, e che lui soleva addobbare per il passaggio del corteo papale. Per questo, infatti, “riceveva dalla Camera Apostolica otto soldi provesini” [10]. La “papissa poté essere soltanto la moglie o la madre di quel nobile Papa che dominava nella zona [...]”;
- La “papessa” Giovanna avrebbe regnato dall’855 all’858, ma è certo che proprio in quegli anni – dopo san Leone IV (847-855) – regnò Benedetto III eletto dopo pochissime settimane (29 settembre 855 – 17 aprile 858), mentre l’unico Giovanni VIII fu Papa dal 14 dicembre 872 al 16 dicembre 882;
- Nella casa del “visus papissae” figura quel Giovanni che – secondo il Liber Censuum di Cencio – “non è un ottavo da attribuire a lui, bensì al compenso in soldi provesini”. L’attribuzione si deve ad un errore di impaginazione del testo: «Deinde usque ad domum Johannis Pape VIII /soldi provesini». “In altre parole [...]: come il toponimo vicus Papissae venne arbitrariamente creduto della papessa; così la domus Johannis Papae divenne l’abitazione del Papa Giovanni. L’errata, o, piuttosto, oculata cattiva lettura di una copia del Liber Censuum, dove si parlava di VIII soldi che spettavano al signor Giovanni Papa, fece il resto” [11];
- Il 29 giugno 1633, a San Pietro, fu inaugurato il baldacchino del Bernini eretto sulla tomba dell’Apostolo, concepito da Urbano VIII, che volle si scolpissero sulle basi che sostengono le colonne sei volti di donna nelle varie fasi della maternità, dal concepimento ai dolori del parto, eternando così la grande idea della “Mater Ecclesia”. Il Pontefice, come noto, conosceva bene la leggenda della “papessa” Giovanna [12][13].
Lo stesso David Blondel (Châlons-sur-Marne 1591 – Amsterdam 1655), pastore protestante del diciassettesimo secolo, analizzò il caso della cosiddetta “papessa” Giovanna e ne screditò totalmente ogni veridicità; testimonianza, quella del Blondel, che fa comprendere come addirittura un protestante, all’epoca nemici acerrimi di Roma, non potesse accettare tali falsità, per altro diffuse dai seguaci di Lutero stesso. Il Blondel, nel suo testo [14], fece notare che:
1) All’epoca dei presunti fatti mitologici, la tradizionale processione papale di Pasqua non passava nella strada dove la presunta nascita sarebbe avvenuta; 2) Non esiste alcun documento d’archivio su un tale evento e mai risulta che alcun documento sia stato distrutto; 3) La “sedia dei testicoli”, su cui i papi sederebbero per avere la propria mascolinità accertata, è di molto precedente all’epoca della papessa Giovanna e non ha niente a che fare con il requisito che ai papi vengano controllati i testicoli; 4) Papa Leone IV regnò dall’847 fino alla sua morte nell’855; Benedetto III gli succedette nel giro di pochissime settimane, rendendo impossibile che Giovanna abbia regnato dall’853 all’855.
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Secondo me anche il caso della “papessa” Giovanna può essere ricondotto alla sfera di quella che una volta veniva definita “satira anti papale” e che ebbe inizio dal conflitto che vide protagonisti Federico II di Svevia ed il papato.
Tutti gli storici accreditati, salvo qualche romanziere di bassa categoria e qualche narratore luterano o calvinista, concordano – da sempre – che la leggenda ebbe inizio dallo scontro fra la Chiesa ed il Sacro Romano Impero e, da semplice barzelletta, divenne oggetto di mitologia, al pari del Minotauro o di Medusa.
Vale la pena deridere e rinnegare la Chiesa cattolica, quindi Cristo, per una favola inventata e riprodotta dal grande schermo e dal cinema che, come è stato ben evidenziato dal caso “The Passion” di Mel Gibson, sembra essere nelle mani di talmudisti critici e massoni (nemici di Cristo e della Chiesa)?
A me pare che si tratta sempre del solito scetticismo che spesso diviene anti-clericalismo e tradimento, tentazione di Satana, che si manifesta grossomodo sempre così come la Scrittura ci insegna.
Seduzione. “Allora satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era nel numero dei Dodici. Ed egli andò a discutere con i sommi sacerdoti e i capi delle guardie sul modo di consegnarlo nelle loro mani. Essi si rallegrarono e si accordarono di dargli del denaro. Egli fu d’accordo e cercava l’occasione propizia per consegnarlo loro di nascosto dalla folla” (Luca 22,3-6).
Tradimento. “Mentre egli ancora parlava, ecco una turba di gente; li precedeva colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, e si accostò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo?»” (Luca 22,47-48).
Castigo. “Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò le trenta monete d’argento ai sommi sacerdoti e agli anziani dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «Che ci riguarda? Veditela tu!». Ed egli, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi” (Matteo 27,3-5).
Oggi. “Ecco, dunque, Satana è principe dell’inganno, è colui che seduce il mondo e che sulla Terra fu precipitato; avendo perso, in veste di Lucifero la battaglia con gli Angeli di Dio, questi diviene Satana e ruba anime al Creatore. Lo fa studiando attentamente le vulnerabilità umane, le caratteristiche e capacità ed ogni cattiva inclinazione, ne riesce ad ottenere divina condanna susseguente al peccato dell’uomo ed al suo asservitismo allo spirito immondo” [15].
Ricerca a cura di Carlo Di Pietro
Note:
[1] Articoli sul papato e sulla Chiesa pubblicati qui su Radio Spada [2] Mille anni di leggenda. Una donna sul trono di Pietro, Romana Soc. Editr. 1978, p. 6
[3] Felix Hamerlin, De nobilitate et Rusticate Dialogus (ca. 1490)
[4] Francesco Sorrentino, Prova di Virilità
[5] cf. C. D’Onofrio, op. cit., p. 91
[6] iv.
[7] iv., p. 97
[8] iv.
[9] iv., p. 181
[10] iv., p. 204
[11] C. D’Onofrio, op. cit., p. 210
[12] iv., pp. 211 ss.
[13] Enrico Zoffoli, Dizionario del Cristianesimo, Sinopsis In. Cult. 1992, v. papessa
[14] David Blondel, Dissertazione sulla leggenda della papessa Giovanna, 1647
[15] Stanzione – Di Pietro, i Santi e il Demonio, Milano Sugarco Ed., 2012