sabato 3 agosto 2013

La Monarchia e le sue degenerazioni (Monarchia Assoluta e liberale) - (Parte 19°).

XIV
L'Assolutismo e le Russie




Premessa: L'Impero Russo , quell'organismo statale complesso che resse le Russie  dal 1721 fino alla barbara rivoluzione bolscevica del 1917 che depose  Nicola II, è particolare e unico nella sua storia istituzionale .  Preceduto dallo Zarato russo e seguito da quell'abominio chiamato "Unione Sovietica".
La storia istituzionale , e quindi degenerativa o di mutamento delle sue istituzioni , dell'Impero Russo è strettamente collegata alla religione Ortodossa e alla sua vastità territoriale: nel 1866 si estendeva su tre continenti, Europa, Asia e Nord America, confinando con il mar Baltico e con l'Oceano Pacifico, tanto con la Prussia, quanto con il Canada.





Pietro I di Russia 
 la nascita dell'Assolutismo zarista






Pietro I all'età di 10 anni, quando ancora
 regnava in coreggenza col fratello Ivan.
Pietro, figlio di Alessio I e della sua seconda moglie Natal'ja Kirillovna Naryškina nacque a Mosca il 30 maggio 1672. Alessio I  prima sposò  Marija Miloslavskaja da cui ebbe cinque figli e otto figlie tra i quali  Ivan,  primo in linea di successione,  ma che era un invalido infermo di mente. Di conseguenza la tradizionale assemblea dei boiari scelse Pietro, figlio della seconda moglie di Alessio I, di appena dieci anni, come futuro zar sotto la reggenza della madre.
A questa scelta si oppose Sof'ja Aleksejevna Romanova, figlia di primo letto di Alessio I, che si ribellò con l'appoggio degli strelizi (unità militari). Nel conflitto che ne seguì molti parenti e amici di Pietro vennero assassinati e lui stesso assistette alla morte di uno zio massacrato da una folla di sgherri prezzolati.
Sofia ottenne che Pietro e Ivan fossero proclamati entrambi Zar con Ivan, che essendo mentalmente malato era assai più manovrabile,  proclamato maggiore tra i due. Essendo i due sovrani minori la stessa Sofia ottenne la reggenza e per sette anni governò come fosse lei la  Zarina di tutte le Russie .
Pietro però non sembrava particolarmente interessato dal fatto che qualcun altro governasse al suo posto. Si impegnava invece in numerosi passatempi come la costruzione di navi e la partecipazione a regate.  Sua madre cercò di forzarlo ad assumere un atteggiamento meno anticonformista e combinò il suo matrimonio, nel 1689 con Evdokija Lopuchina. L'unione si dimostrò un completo fallimento e dopo dieci anni Pietro spinse la moglie a farsi monaca in modo da liberarsi da quel matrimonio.
Nell'estate del 1689 Pietro pianificò di togliere il potere all'astuta  sorellastra Sofia la cui posizione era indebolita dall'insuccesso nella guerra in Crimea. Quando Sofia scoprì i piani di Pietro iniziò a cospirare con i capi degli strelizi ma era ormai troppo tardi: la maggioranza degli strelizi seguiva  il giovane Zar e Sofia venne detronizzata.
Pietro scelse di continuare la "prassi" della coreggenza con il fratellastro. Malgrado tutto però non aveva ancora il completo controllo della gestioni degli affari della Russia; parte del potere era infatti ancora nelle mani della madre Natal'ja Naryškina. Solo con la morte di questa nel 1694 Pietro divenne del tutto indipendente. Formalmente Ivan V rimase coreggente con il fratello benché non ebbe , per ovvie ragioni, alcun potere, fino alla sua morte , nel 1696.  Quando Ivan morì Pietro rimase il solo Zar di Russia.



Pietro I di Russia  in un ritratto giovanile.

Fin dall'inizio, Pietro I , affascinato da quell'Europa che avanzava con la sua Rivoluzione ,   promosse ampie riforme volte a modificare l'assetto socio-politico della Russia. Notevolmente influenzato dai suoi consiglieri venuti da quell'Europa in continuo cangiamento , riorganizzò l'esercito sul modello di quelli europei e diede inizio ai progetti per far diventare la Russia una potenza marittima. Pietro incontrò molta opposizione alla politica di riforme ma represse con decisione, anche brutale, qualsiasi ribellione delle tradizionali istituzioni contro la sua autorità.
Allo scopo di migliorare la posizione della Russia sul mare Pietro cercò di ottenere il controllo di un maggior numero di sbocchi. In un primo tempo la Russia possedeva un solo sbocco  sul Mar Bianco mentre il Mar Baltico era saldamente controllato dalla Svezia. Pietro decise allora di puntare verso sud e cercare di acquisire il controllo del Mar Nero, ma per fare ciò dovette prima espellere i Tartari dalle aree circostanti.

Lo Zar era anche  pienamente consapevole che la Russia non poteva  affrontare da sola l'Impero ottomano. Nel 1697 Pietro I viaggiò in Europa, con una vasto seguito di consiglieri - la Grande Ambasceria - per cercare aiuto dai monarchi europei. Le speranze si rivelarono però vane: la Francia di Luigi XIV rimaneva salda nell'errore di alleata del sultano mentre il Sacro Romano Impero  desiderava mantenere la pace ad est mentre era impegnata nelle guerre ad ovest. Oltretutto Pietro scelse un momento poco adatto: le maggiori potenze europee erano maggiormente interessate alla mancanza di eredi del Cattolicissimo Re di Spagna Carlo II che alla cacciata all'infedele sultano ottomano da Costantinopoli.


Pietro I di Russia.

Benché ebbe fallito il suo obiettivo principale, creare un'alleanza anti-ottomana, la Grande Ambasceria proseguì il suo viaggio attraverso l'Europa. Visitando l'Inghilterra, il Sacro Romano Impero e la Francia  dove Pietro I venne a contatto con la cultura dell'occidente, quella cultura che , modificata da eresia e filosofie sovversive, aveva già intaccato la maggior parte delle Corti e dei governi  d'Europa. Il suo viaggio terminò nel 1698 quando dovette tornare in Russia a causa della ribellione degli strelizi. La ribellione venne, in realtà, schiacciata ancora prima del ritorno dello Zar; le truppe a lui fedeli persero un solo soldato negli scontri. Pietro I comunque agì con estremo rigore e severità verso coloro che avevano creato i disordini e il complotto contro la sua persona: oltre 1200 di essi vennero giustiziati e lo stesso Zar si fece boia per l'occasione. Gli strelizi vennero dispersi e la sorellastra di Pietro, Sofia, anima della ribellione, venne costretta a diventare monaca e a rinchiudersi in un convento. Sottolineiamo il fatto che la sorellastra di Pietro trovò appoggio negli strelizi soprattutto per la politica centralistica dello Zar che spinse questi a rivoltarsi contro l'autorità imperiale.
Subito dopo il suo ritorno Pietro I pose fine al suo matrimonio con Evdokija Lopuchina dalla quale  ebbe tre figli benché solamente uno, lo zarevič Alessio, era ancora in vita. Il lungo viaggio in Europa produsse in lui l'erronea convinzione che le abitudini dell'Europa occidentale fossero, in generale, superiori alla Tradizione delle Russie. Egli ordinò a tutti i suoi cortigiani e ufficiali di tagliarsi le lunghe barbe e di vestire all'occidentale. I boiari che intendevano conservare la barba, quasi un simbolo del loro status, dovettero pagare una tassa di cento rubli all'anno.
Nel 1699 Pietro I abbandonò anche il tradizionale calendario russo, in cui l'anno inizia il primo settembre, in favore del Calendario Giuliano. Anche il calcolo degli anni viene riformato e come punto d'inizio venne abbandonata la data della creazione del mondo in favore di quella della nascita di Cristo. Pietro I imbrigliò, per quanto possibile, vista la vastità dei suoi domini , le Tradizioni istituzionali e sociali delle Russie riducendole drasticamente.


Pietro il Grande dopo la battaglia di Narva del 1700,
 in un dipinto di Nikolaj Sauerweid del 1859
Dopo la grande guerra del nord   Pietro I riuscì a far ottenere al suo Impero l'Ingria svedese, l'Estonia svedese, la Livonia e parte della Carelia in cambio di un versamento di due milioni di riksdaler e la rinuncia di parte della Finlandia. Allo zar venne comunque permesso di conservare alcuni terre finlandesi intorno a San Pietroburgo che dal 1712 divenne la  Capitale . Il suo potere accentratore non diede segni di cedimento e nel 1717 venne smascherata una congiura ordita dal boiaro Aleksandr Kikin, che raggruppava vari oppositori di Pietro I attorno a suo  figlio maggiore, Aleksej. La sentenza fu  di condanna a morte per tutti i cospiratori, incluso Aleksej, nel 1718.
Anche la madre di Aleksej venne perseguitata a causa di false accuse di adulterio.

Gli ultimi anni di Governo di Pietro I furono contrassegnati da ulteriori riforme filo-illuministe . Nel 1721, dopo aver concluso la pace con la Svezia, venne acclamato Imperatore di tutte le Russie. (alcuni gli proposero di prendere il titolo di Imperatore dell'Est ma egli rifiutò). Il titolo imperiale venne riconosciuto da Polonia, Svezia e Prussia ma non dagli altri monarchi europei. Nella mente di molti la parola imperatore connotava superiorità sui semplici Re i quali per infida ambizione personale già erano venuti meno alla riconoscenza gerarchica che dovevano tradizionalmente all'imperatore del Sacro Romano Impero , guida dell'Europa Cristiana.
Pietro I si intromise con la sua febbre  riformatrice  anche nel governo della Chiesa ortodossa russa.

Nel 1722 Pietro I creò un nuovo ordine gerarchico per la nobiltà , che si sottomettesse completamente alla sua persona,  conosciuto come Tavola dei Ranghi, nel quale la posizione era, formalmente, determinata dalla nascita. Allo scopo di privare i boiari dai  loro tradizionali poteri e Pietro affermò che la posizione poteva essere determinata dal merito nel servizio all'imperatore: sottomettersi all'assolutismo accentratore. Sempre con lo scopo di ridurre il potere dei boiari aveva già, alcuni anni prima, soppresso l'assemblea dei nobili (tradizionale forma di consiglio dello zar) sostituendola con un senato di dieci membri di sua nomina. L'esempio della Francia di Luigi XIV aveva letteralmente drogato la sua mente facendoli commettere errori che avrebbero minato la struttura socio-politica delle sue terre e della Corona zarista.
Pietro introdusse anche nuove tasse allo scopo di trovare i fondi per la costruzione di San Pietroburgo. Abolì la tassa sulla terra e quella sulla famiglia sostituendole però con un'imposta pro-capite. Le tasse sulla terra o sulla famiglia erano pagate solamente dai proprietari o da coloro che mantenevano una famiglia mentre la nuova tassa era  pagata da tutti compresi servi e poveri, molti dei quali non avevano con che pagare.




Caterina I
Caterina I di Russia.

 Nel 1724 associa al trono Caterina, la sua seconda moglie, attribuendole il titolo di Imperatrice anche se peraltro mantiene nelle sue mani tutto il potere.
Nel 1725 fece completare la costruzione del Peterhof, un palazzo nei pressi di San Pietroburgo che diventò famoso come la Versailles russa.
Non avendo eredi, una legge del 1722 concesse a Pietro il privilegio di scegliere il suo successore ed egli scelse la moglie Caterina.
Pietro morì nella sua Capitale  San Pietroburgo, l' 8 febbraio 1725. Pietro  invitò i reggimenti della guardia imperiale a proclamare Caterina sovrana di Russia con il titolo di imperatrice Caterina I . In realtà il potere si trovava nelle mani del Principe Menšikov, antico amante di Caterina, e del Consiglio privato. Comunque, Caterina I detenne il suo fittizio potere per poco tempo:  morì a Mosca il  17 maggio 1727.





Pietro II di Russia
Il breve Impero



Pietro II
Pietro II di Russia.
Pietro Alekseevič Romanov , nato a San Pietroburgo il  23 ottobre 1715 , era l'unico figlio maschio dello zarevic Aleksej Petrovič Romanov, figlio a sua volta di Pietro il Grande e della sua prima moglie,   l'imperatrice consorte Eudossia Lopukhina, il quale venne giustiziato perché oppostosi all'assolutismo paterno, e di Carlotta Cristina (1694 – 1715), figlia del Duca Luigi Rodolfo di Brunswick-Lüneburg e cognata di Carlo VI del Sacro Romano Impero. Egli era l'unico erede in linea maschile di Pietro il Grande.
Durante il breve governo di Caterina I, Pietro venne perlopiù ignorato e tenuto in disparte; ma, pochi anni prima della di lei morte, divenne chiaro che l'erede di Pietro il Grande non poteva essere tenuto in prigionia ancora per molto. La maggioranza dell'élite dell'Impero  e i tre quarti della nobiltà erano dalla parte del giovane Pietro, mentre suo zio, l'imperatore Carlo VI, attraverso l'ambasciatore imperiale a San Pietroburgo, persistentemente espose i propri reclami alla corte russa contro le condizioni in cui veniva tenuto il giovane erede al Trono. Il problema venne risolto da Aleksandr Danilovich Menshikov e dal Conte Andrej Ivanovič Osterman; il 18 maggio 1727 Pietro , secondo le ultime e assai labili volontà di Caterina I che rammentiamo non aveva quasi alcun potere reale, venne proclamato zar di tutte le Russie con il nome di Pietro II.

Il senato, il consiglio privato e le guardie stabilirono un'alleanza. L'educazione del giovane zar venne affidata al vice cancelliere Ostermann Menshikov, che si occupò personalmente di Pietro II nel proprio palazzo sull'Isola di Vasilievsky ed aveva intenzione di far sposare Pietro con sua figlia, Maria. Lo schema venne rotto dalla sua caduta in disgrazia (21 settembre 1727), e Pietro venne affidato alle cure ugualmente arriviste del principe Vasilij Lukič Dolgorukov, che lo portò da San Pietroburgo a Mosca. L'incoronazione di Pietro avvenne infatti in questa città il 25 febbraio 1728.
Egli fu promesso sposo alla figlia del proprio tutore, la Principessa Caterina Vasilyevna Dolgorukova, e il matrimonio venne fissato per il 30 gennaio 1730. Ma il giorno precedente,  il 29 gennaio 1730,  egli morì di morbillo. Addirittura sul letto di morte venne fatto ogni sforzo per tentare di far rimanere incinta la moglie e dare quindi un'erede alla Russia, ma senza successo.
Con la morte di Pietro II , la linea diretta per successione maschile dei Romanov si estinse. Gli successe Anna Ivanovna, figlia del fratellastro di Pietro il Grande, Ivan V. Questi repentini cambi di governo ebbero il merito di arrestare la marcia dell'assolutismo e del centralismo zarista.




Anna I di Russia
La zarina dal pugno di ferro


Anna
Anna I di Russia.
Alla morte di Pietro II, non essendovi alcun erede diretto al Trono, il Consilio privato di stato presieduto dal Principe Dmitri Galitzine, prescelse Anna, figlia di Ivan V,  come Imperatrice. L'intento dei membri del Consilio, tutti appartenenti alla tradizionale aristocrazia terriera (boiari), era quello di porre sul Trono una figura a loro favorevole e che sottoscrivesse decreti per limitare il potere imperiale. Anna stravolse invece questi piani e, sfruttando le simpatie che possedeva presso i reggimenti della guardia imperiale e l'appoggio della piccola nobiltà, sempre desiderosa di accrescere il suo potere,  si impose come una vera autocrate.

Uno dei primi provvedimenti di Anna I divenuta zarina fu quello di reintrodurre l'uso della polizia segreta per intimidire e terrorizzare chi si opponesse alla sua politica assoluta. La sua durezza di governo si espresse con l'esiliare circa 30.000 persone in Siberia, gran parte di questi appartenenti al gruppo dei Vecchi credenti ( tradizionalisti ortodossi) . Tra i suoi principali oppositori all'interno del gabinetto di governo si ricorda il ministro Artemy Petrovich Volynsky che venne infine decapitato pochi mesi prima della morte della stessa Anna.


Ernesto Giovanni Biron
 Ernst Johann Biron
Diffidente verso i nobili russi, terrorizzata da un complotto contro di lei,  li allontanò dalle posizioni di potere che nel contempo offrì a personalità a lei fedeli originarie delle regioni baltiche della Germania. Ernst Johann Biron, settario della prima ora,  acquisì così particolare influenza a corte, dirigendo spesso a proprio vantaggio la politica russa al punto da venire nominato dalla stessa zarina al ruolo di Duca di Curlandia all'estinzione della Casata dei Kettler.
Anna I strinse alleanza con Carlo VI (Imperatore del Sacro Romano Impero dal 1711 al 1740) e coinvolse la Russia nella guerra di successione polacca (1733-1735). Al termine di quest'ultimo conflitto, la zarina riuscì nell'intento di porre sul Trono di Polonia Augusto III a spese di candidati del calibro del nobile polacco , già legittimo Re di Polonia, Stanisław Leszczyński, suocero di Luigi XV di Francia. Nel 1735 attaccò l'Impero Ottomano ma Carlo VI raggiunse con questo una pace separata che costrinse anche la Russia a sospendere le ostilità e a restituire tutte le conquiste ad eccezione di Azov. Durante il governo di Anna I iniziò inoltre l'espansione della Russia nell'Asia centrale.
Elisabetta di Russia
 Elisabetta Petrovna.
(Elisabetta di Russia)
D'altro canto, Anna I concesse numerosi privilegi alla nobiltà che gli mostrava totale sottomisione. Nel 1730 ritirò la legge sulla primogenitura emessa da Pietro il Grande, dal quale si ispirò molto in politica,  consentendo che le proprietà potessero essere suddivise equamente tra i figli di uno stesso possidente: questo cambio di legge ebbe come conseguenza la dispersione di molti beni. Dal 1731 Anna emanò una nuova legge che prevedeva che i proprietari terrieri fossero responsabili della tassazione dei servi della gleba a loro disposizione, i quali mai avevano pagato tassa, elevando l'età d'inizio a servizio di questi ultimi da 15 a 20, con l'obbligo per i servi di prestare servizio gratuito almeno per 25 anni ed esigendo che per lavorare altrove i servi ottenessero un permesso speciale da parte dei loro padroni.
Anna morì all'età di 47 anni e la causa di morte venne identificata in una nefrite. Ivan VI, che all'epoca aveva appena 1 anno di vita, ottenne il Trono, ma sua madre Anna Leopoldovna (malvista dagli ambienti di governo) ne pretese la reggenza. Scoppiò quindi una crisi interna che permise, poco dopo la morte di Anna I,  ad Elisabetta Petrovna, figlia legittimata di Pietro il Grande, di cogliere l'occasione per imprigionare Ivan VI ed esiliare sua madre, prendendo il Trono per sé.





Continua...



Fonte:

Wikipedia

Le Grandi Famiglie d'Europa : I Romanov . Mondadori.

John Paxton, Leaders of Russia and the Soviet Union: from Romanof dynasty to Vladimir Putin, chapter 9 "ANNA", Taylor and Francis Group, 2004.


Scritto da:

Il Presidente e fondatore dell'A.L.T.A.  Amedeo Bellizzi.