Ivan VI ed Elisabetta di Russia
Dal disordine all'ordine
Ivan VI di Russia. |
Mentre la famiglia del neo eletto Zar deteneva il potere , emerse la figura , fino a quel momento secondaria , di Elisabetta Petrovna , seconda figlia di Pietro il Grande e di Caterina I di Russia.
Alla mezzanotte del 6 dicembre 1741, con l'aiuto di amici personali, incluso l'archiatra di corte Jean Armand de Lestocq, il suo ciambellano, Michail Illarionovič Voroncov, il suo futuro marito, Aleksej Razumovskij, e Aleksandr e Pëtr Šuvalov, due gentiluomini di palazzo, Elisabetta si recò nella caserma di Preobraženskij dove aveva sede il reggimento delle guardie d'onore e si attirò le loro simpatie con un discorso appassionato di fedeltà e li convinse a seguirla al Palazzo d'Inverno, dove la reggente si trovava in assoluta sicurezza. Avendo arrestato tutti i ministri fedeli ad ella, Elisabetta sorprese Anna e suo figlio nei loro letti, e convocò tutti i notabili laici ed ecclesiastici alla loro presenza. Il colpo di stato si protrasse sino alle otto del mattino successivo quando intervennero anche alcuni cittadini che erano stati informati della congiura.
Elisabetta di Russia. |
Ivan e la sua famiglia vennero imprigionati nella fortezza di Daugavgrīva, Lettonia, (13 dicembre 1742) dopo una detenzione provvisoria a Riga, quando l'imperatrice aveva pensato di rispedirli a Brunswick. Nel giugno 1744 Ivan venne trasferito a Cholmogory (nel Cholmogorskij rajon), sul Mar Bianco, dove, isolato dalla sua famiglia e senza alcun contatto con i suoi sostenitori, rimase per i successivi dodici anni.
Elisabetta si dimostrò degna erede di suo padre. E nondimeno lo dimostrò nel campo delle scelte della politica interna. Proseguendo la linea di sfrenata riformatrice che si era attenuata sotto i precedenti regni, Elisabetta continuò la colonizzazione della Siberia, cercando di estendere il più possibile l'influenza russa su quelle regioni. Riuscì a risanare con alcune sagge riforme amministrative l'erario dello stato che era allo sbando e incrementò i commerci all'interno dell'impero, rivitalizzando così la giovane industria russa ma colpendo allo stesso tempo le attività rurali che da secoli era l'ossatura portante di buona parte dell'Impero e dei suoi abitanti .
Ottenne nuovi sbocchi commerciali ed industriali non solo grazie ai ricchi giacimenti degli Urali, ma anche alle vastissime risorse di legname presenti nella Finlandia meridionale e nella Siberia. Ma ad Elisabetta va principalmente il merito di aver ristabilito l'ordine interno dopo tanti colpi di stato e di aver ripulito la corte dagli intriganti principi stranieri presenti a San Pietroburgo, soprattutto il malvagio ed intrigante Bhuren, amante di Anna Ivanovna.
Elisabetta di Russia. |
Elisabetta riuscì con la sua figura carismatica ad essere amata dal popolo e dalla aristocrazia, e riuscì a tenere insieme la Russia riconquistandole il ruolo di grande potenza durante la guerra dei sette anni.
Elisabetta di Russia morì a San Pietroburgo il 5 gennaio 1762.
Da Pietro III a Caterina II di Russia.
Tra complotti e usurpazioni.
Tra complotti e usurpazioni.
Pietro III di Russia con le insegne imperiali. |
Ammiratore di Federico II di Prussia, ordinò di firmare la pace proprio quando i russi lo avevano messo alle corde, in un conflitto intrapreso dall'imperatrice Elisabetta e appoggiato dalla Guardia Imperiale, che aveva aiutato la zia di Pietro a ottenere il potere nel 1741, e proprio quando lo strapotere prussiano sembrava essere stato messo in discussione. Debole e malaticcio , fu facilmente sottomesso dalla moglie Caterina , convertitasi per guadagno dall'eresia protestante alla fede Ortodossa. Ella pochi mesi dopo l'insediamento del marito ordì assieme al suo amante Grigori Orlov ed alla Guardia Imperiale un complotto per estrometterlo dal palazzo d'Inverno e dal Trono. Pietro III fu fatto imprigionare nel palazzo di Ropsha, alle porte di Pietroburgo, e qui venne assassinato dai suoi aguzzini, pare dalla stessa mano di Aleksej Orlov, braccio del piano ordito da Caterina.
Caterina II di Russia mostrò fin da subito interesse verso i veleni dell'illuminismo che si alzavano dalla Francia espandendosi in tutta Europa; si dedicò alle letture degli empi enciclopedisti come Voltaire, Diderot e Montesquieu.
Caterina II di Russia (1762). |
Caterina II di Russia in abiti imperiali. |
L'unico settore nel quale la pestilenza illuministica influì sull'opera di Caterina II fu quello dell'educazione e dell'assistenza sanitaria, cose che avevano un bel volto ma un retro assai amaro: case di educazione furono istituite a Mosca e a Pietroburgo, mentre nei capoluoghi furono aperte scuole anche per gli adulti, si costruirono nuovi ospedali e le città furono obbligate a provvedersi di medici e di farmacie. Nello stesso periodo si infiltrarono in tutto il territorio manutengoli della setta , per la maggior parte inglesi e francesi , i quali fondavano logge qua e la , dai porti al centro di San Pietroburgo. Si infiltrarono negli istituti scolastici di maggior rilievo per condizionare le menti ai dettami della filosofia dei lumi e della setta.
Caterina II di Russia. |
Caterina II rese la Russia una potenza dominante nel Medio Oriente dopo la guerra russo-turca del 1768 - 1774. Il suo obiettivo non era tanto la spartizione dell'Impero Ottomano tra le potenze europee ma la liberazione di Costantinopoli dal dominio mussulmano: la seconda Roma era eredità degli Zar di Russia direttamente dagli ultimi Imperatori bizantini (Paleologo). La sua politica non ottenne il successo sperato. Grazie alle indubbie doti del suo nuovo amante, Grigorij Aleksandrovič Potëmkin (già messosi in luce nel reprimere la rivolta di Pugačëv), annesse la Crimea nel 1783, solamente nove anni dopo che questa aveva ottenuto l'indipendenza dall'Impero Ottomano come risultato della guerra russo-turca del 1768 - 1774. Anche in seguito a ciò l'Impero Ottomano dette inizio ad un'altra guerra, che durò dal 1787 al 1792 e che terminò con il trattato di Jassy, nel quale trovarono legittimazione le pretese russe sulla Crimea.
Sul teatro politico europeo Caterina II giocò un importante ruolo svolgendo la funzione di mediatrice durante la Guerra di successione bavarese (1778 - 1779) combattuta tra Prussia ed Austria. Nel 1780 formò un gruppo incaricato di difendere dalla Gran Bretagna le navi indipendenti durante la Rivoluzione Americana. In questo commise l'errore di altri sovrani ; aiutare la nascita dello stato massonico per antonomasia.
Caterina, come accennato pocanzi , approvava l'Illuminismo e considerava sé stessa un filosofo sul trono; venne conosciuta come una protettrice delle arti e della letteratura. Scrisse commedie, romanzi e memorie e fece la conoscenza dei maestri dell'empietà Voltaire, Diderot e D'Alembert, tutti famosi fanatici sovversivi e anticristiani enciclopedisti francesi.
Caterina II ebbe due figli, Paolo e Anna. Il padre dei due potrebbe essere stato sia Pietro III che uno degli amanti di Caterina: Sergej Saltykov è spesso indicato come il più probabile. Anna morì dopo pochi mesi dalla nascita, in concomitanza con la morte della nonna materna e Caterina se ne rammaricò molto. Paolo Pietrovič invece crebbe all'ombra di Elisabetta e non legò mai con la madre; alla sua morte salì al Trono come lo zar Paolo I di Russia.
Paolo I di Russia
Uno Zar nel dubbio
Pietro I di Russia. |
Paolo I ascese al Trono imperiale il 5 novembre 1796 in seguito alla morte della madre. Caterina gli fece lasciare il libro delle proprie memorie, contenente rivelazioni che sconcertarono il figlio, suscitando in lui una netta avversione per la madre. Dopo aver ridicolizzato il coniuge rimproverandone l'impotenza sessuale, l'imperatrice si lasciò andare ad una dichiarazione sconvolgente: vista l'incapacità di Pietro III di dare un erede alla coppia, la zarina Elisabetta, spazientita, suggerì all'allora granduchessa di trasgredire le regole e unirsi con un amante. L'autrice delle Memorie conclude che l'ignoto, forse un certo Sergej Saltykov, in quel momento amante della madre di Paolo e gran ciambellano della corte russa, esaudì in breve tempo il desiderio di Caterina, mettendola incinta.
Paolo diventava quindi zar con una doppia consapevolezza: quella di essere stato privato in tenera età del padre per il complotto ordito dalla madre assieme alla Guardia Imperiale e quella di non essere un Romanov, anche se non ci sono prove che la rivelazione corrisponda a verità. Al contrario, alcuni particolari emergenti dal carteggio tra i genitori ufficiali del nuovo zar sembrerebbero avallare l'ipotesi che Paolo fosse davvero figlio di Pietro III : a questo vanno unite significative somiglianze somatiche e caratteriali. Il dubbio, tuttavia, rimase e rimane.
Come sovrano fu un idealista capace di grande generosità unita tuttavia a un carattere molto variabile e vendicativo. Nel 1797 permise al famoso scrittore di animo sovversivo Radiščev di tornare dall'esilio in Siberia, ma non appena questi rientrò nella sua tenuta, non fidandosi, lo pose sotto il controllo della polizia.Paolo I condusse la sua politica estera in modo del tutto autonomo senza curarsi di alcun consiglio o parere. Questo atteggiamento portò la Russia prima ad impegnarsi nella seconda coalizione contro la Francia rivoluzionaria nel 1798 e poi, nel 1801, a condurre una neutralità armata contro la Gran Bretagna. In entrambi i casi le scelte si basarono unicamente su emozioni personali: nel primo caso furono dettate dal fatto che la Francia aveva espulso da Malta i cavalieri dell'Ordine di San Giovanni di cui lo zar era Gran Maestro, nel secondo caso la decisione è da ascriversi alle presunte lusinghe di Napoleone.
Pietro I di Russia in abiti di corte. |
Dietro tutte queste azioni si può probabilmente intravedere un tentativo, come altri suoi predecessori, di seguire le orme di Pietro il Grande; sul suo monumento eretto, durante il regno di Paolo I, vicino al palazzo Michajlovskij a San Pietroburgo si legge "Al nonno dal nipote", una sottile ma ovvia presa in giro dell'iscrizione in latino "PETRO PRIMO CATHERINA SECUNDA", pomposa dedica di Caterina II al Cavaliere di bronzo, la più famosa statua di San Pietroburgo.
In politica interna Paolo I si comportò in modo decisamente reazionario-conservatore-assolutista. Il suo primo obiettivo fu quello di abrogare tutte le innovazioni illuministe introdotte dalla madre. Aspro nei confronti dei nobili dei quali non si fidava , accentrò il suo potere senza curarsi però troppo delle condizioni delle classi popolari .
Ben consapevole delle responsabilità avute dalla Guardia Imperiale nell'assassinio del padre Pietro III, e determinato a far chiaramente intendere la propria venerazione per lui (l'ultimo Romanov autentico, secondo le Memorie di Caterina), ne decretò subito delle esequie solenni, facendone oltretutto traslare le spoglie dalla chiesa di Aleksandr Nevskij alla cattedrale sita nella fortezza di Pietro e Paolo. Una notte condusse i familiari presso il luogo dove era stato inumato il cadavere, fece scoperchiare il sepolcro e impose ai convenuti di baciare i resti ormai decomposti di Pietro. Durante la traslazione delle ceneri ordinò a quello stesso conte Aleksej Orlov che pare avesse sferrato il corpo mortale allo zar nella congiura di oltre trent'anni prima, di seguire il corteo cingendo la corona dell'imperatore che aveva ucciso con le proprie mani.
In seguito Paolo I cominciò ad estromettere dalla Guardia tutti i componenti che erano stati fedeli a Caterina, vendicandosi in questo modo del reggimento che nel 1762 si era reso protagonista dell'omicidio del palazzo di Ropsha. Questa politica , unita ad un'eccessiva fiducia nel proprio potere, portò il sovrano a sottovalutare la Guardia e i tre complotti che aveva già portato a compimento nella storia russa.
Paolo I dovette presto accorgersi di aver commesso un'imprudenza. I timori di poter fare la fine del padre presero corpo e diventarono in breve realtà. Un complotto, con lo scopo di costringerlo ad abdicare, venne organizzato alcuni mesi prima della sua morte dai conti Pahlen e Panin e dall'ammiraglio José de Ribas, un avventuriero mezzo spagnolo e mezzo napoletano. La morte di Ribas ritardò l'esecuzione del piano.
Paolo I di Russia. |
La sera del 23 marzo 1801, prima di passare all'azione, i congiurati si riunirono per bere vino in grande quantità, definendo gli ultimi dettagli dell'operazione. Erano presenti il principe Platon Zubov, ultimo amante di Caterina II, e suo fratello, il principe e generale Nikolaj: tutti esponenti della massoneria, tutti imbevuti di dottrine illuministe e rivoluzionarie. Pahlen guidava la rivolta assieme al generale Bennigsen. A mezzanotte guadagnarono l'entrata segreta del castello Michajlovskij e, dopo essere entrati, la stanza da letto dello zar. Con stupore , però, la trovarono vuota e temettero la fuga dello Zar, ma Bennigsen, mantenendo il sangue freddo, esaminò la stanza, scoprendo dietro un paravento i piedi dell'imperatore, nascostosi in un disperato tentativo di sfuggire ai suoi assassini. Portato in mezzo alla stanza, fu colpito da Nikolaj Zubov con una tabacchiera d'oro, e subito dopo il suo valletto di camera si sedette sul corpo di Paolo. Infine, l'ufficiale Skariatin finì lo zar strangolandolo con la sua sciarpa.
Nikolaj Zubov si recò allora dal figlio primogenito di Paolo I Alessandro, che si trovava nel palazzo, per comunicargli la sua ascesa al trono.
Fu ufficialmente annunciato che lo zar era deceduto per cause naturali.
Continua...
Fonte:
Wikipedia
Le Grandi Famiglie d'Europa : I Romanov . Mondadori.
Memorie per la storia del Giacobinismo DALL' ABATE BARRUEL Tomo I.
Scritto da:
Il Presidente e fondatore dell'A.L.T.A. Amedeo Bellizzi.