domenica 18 agosto 2013

Dei cattivi maestri: Julius Evola (parte 3 di 3)

evolapensante
 
 


Obiezioni e risposte
 
Qualcuno potrebbe obiettare che c’è un Evola “politicamente buono e controrivoluzionario”, poco conosciuto (49), e che occorre leggere l’antologia dei suoi scritti politici che vanno dal 1933 al 1970 (50).
 
Tuttavia leggendo questa raccolta di scritti meno conosciuti del pensatore siculo-romano, si è costretti a ravvisare errori ed ambiguità anche in essi. Per esempio, secondo Evola il male, l’errore è soprattutto il “capovolgimento e la perversione di un ordine superiore”; egli cita il caso dell’Illuminismo, esso non è nient’altro che la perversione di qualcosa che prima era buono. All’inizio c’era la setta degli illuminati, che prima di politicizzarsi era ben altra cosa dal fenomeno razionalista dell’Illuminismo; mentre gli illuminati apparterrebbero, secondo Evola, alla Tradizione primordiale, che si riferiva alla “illuminazione spirituale” “…un tipo di conoscenza legato, anticamente, a tradizioni ben precise di natura sempre aristocratica… nulla di comune…, con quel che Illuminismo (…) è passato a significare”.
 
Naturalmente, prosegue il Nostro «ciò vale anche per la gran parte dei simboli dei “riti” e della “dignità” della Massoneria. Qui… si tratta di elementi i quali rimandano spesso agli antichi Rosacroce, all’Ordine dei Templari… cioè ad un mondo che, costituisce l’antitesi più aspra delle ideologie proprie alla setta massonica» (51). In breve la Massoneria attuale o speculativa è una degenerazione di qualcosa che all’inizio era ottimo: la Massoneria operativa. Sembra di sentire la Tina Anselmi quando parla di Loggia P2 come Massoneria deviata e di vera Massoneria che nulla ha a che fare con le deviazioni delle società segrete.
 
È questa falsa concezione che ha ingannato molte persone le quali sono entrate nella Massoneria per ritrovare e ricostruire lo spirito tradizionale di essa, contro la degenerazione della Massoneria speculativa, ma ritrovandosi di fatto, forse senza neanche accorgersene, ad essere manovrate da un burattinaio che si rifà certo ad una Tradizione, quella però perversa e spuria del Serpente, che si chiama Càbala pervertita. Purtroppo in Evola si trova molto del cabalista e assai poco dell’uomo tradizionale.
 
Un’altra obiezione è quella che tende a minimizzare l’anticristianesimo di Evola, che avrebbe rivalutato la Chiesa cattolica (come Charles Maurras) rispetto al Cristianesimo delle origini. Tuttavia se si legge attentamente Rivolta contro il mondo moderno (che è l’opera capitale di Evola, risalente al 1934 e quindi posteriore di sei anni a Imperialismo pagano), ci si accorge che le cose non stanno così e che la pregiudiziale anticristica di Imperialismo è mantenuta, anche se è espressa in modo meno virulento. «Il Cristianesimo delle origini. Questo è il punto dopo il quale avviene la discesa. (…) A tutto ciò doveva aggiungersi l’azione soppiantatrice del Cristianesimo… La presenza di alcuni elementi tradizionali nel Cristianesimo (e poi, in maggior misura, nel Cattolicesimo) non può pregiudicare il riconoscimento del carattere sovvertitore proprio a queste due correnti» (52). Si badi bene, l’Autore afferma che il Cristianesimo ha alcuni elementi tradizionali, il Cattolicesimo (che poi è la stessissima cosa del Cristianesimo) ne ha qualcuno in più, tuttavia, tutti e due (Cristianesimo e Cattolicesimo) hanno un carattere SOVVERTITORE!
 
Addirittura per Evola la dottrina del Corpo Mistico di Cristo contiene in germe «una ulteriore influenza regressiva ed involutiva, che lo stesso Cattolicesimo, malgrado la sua romanizzazione, MAI seppe e volle interamente superare» (53). Quindi il Cattolicesimo è stato SEMPRE un fenomeno involutivo e regressivo.
 
Addirittura si arriva alla bestemmia quando Evola scrive: «Chi considera le testimonianze enigmatiche dei simboli, non può non essere colpito dalla parte che nel mito di Gesù ha il motivo dell’asino. Non solo l’asino figura presso la nascita di Gesù, ma è su di un asino che la Vergine e il fanciullo divino fuggono e, soprattutto l’asino è la cavalcatura del Cristo nel suo ingresso trionfale a Gerusalemme. Ora L’ASINO è un SIMBOLO TRADIZIONALE PER UNA FORZA “INFERA” DI DISSOLUZIONE» (54). Ogni commento è superfluo di fronte a simili… asinate.
 
Ugualmente nel trattare del Medioevo ghibellino, Evola scrive: «Anche nella sua forma ATTENUATA E ROMANIZZATA CATTOLICA, la fede cristiana rappresentò un’ostruzione…». E ancora: «Il Cattolicesimo presenta TALVOLTA dei tratti “tradizionali”, i quali però non debbono indurre all’equivoco: CIÒ CHE NEL CATTOLICESIMO HA CARATTERE VERAMENTE TRADIZIONALE È BEN POCO CRISTIANO E CIÒ CHE IN ESSO È CRISTIANO È BEN POCO TRADIZIONALE… Il Cattolicesimo tradisce SEMPRE lo spirito delle civiltà lunari-sacerdotali…» (55). In breve, direbbe qualche “tradizionalista”, come il prete Gianni, il Cattolicesimo è… clericale! Ergo… facciamo i cavalieri.
 
D’altronde lo stesso Evola in un’intervista rilasciata a Gianfranco De Turris (pubblicata sul n°. 11 de L’Italiano, novembre 1971), appena quattro anni prima di morire, ribadiva che il concetto di Tradizione secondo lui “è, essenzialmente, il senso ad essa dato da Renè Guènon” (56). E riguardo al fatto che alcuni gruppi che si dicono tradizionali, e che hanno spesso seguito le sue idee si sono poi convertiti al Cattolicesimo, Evola afferma senza esitare: “Trovo che ciò è piuttosto SCONFORTANTE… Chi si dice tradizionale per essere cattolico, non è tradizionale che a metà… Sono pronto a riconoscere… chi è sinceramente cattolico e per via di un qualche arrangiamento personale ha trovato, così, un senso della vita ed una sicurezza. Io mi guarderei dal disturbarlo, se resta nel suo dominio e se ne sta tranquillo. La cosa è diversa nel caso di chi ha avuto occasione di conoscere più vasti orizzonti, a carattere non semplicemente religioso, ma metafisico. Allora si deve parlare senz’altro di una regressione o di un fallimento... Si sarebbe tentati di rimettere le cose a posto in modo energico, se ne vale la pena” (57).
 
Quinta Conclusione
 
Mi sembra perciò di poter asserire – senza paura di esagerare – che Evola non è l’uomo della Tradizione divina, ma quello della Càbala spuria, e che tale Tradizione luciferina, Evola l’ha insegnata e vissuta fino al termine; infatti nel 1953 usciva Gli uomini e le rovine, in cui egli ribadiva la sua posizione ghibellina secondo cui tra Stato sacrale e Religione cristiana vi è una profonda antitesi. Evola arriverà così ad affermare: “Chi è tradizionale essendo soltanto cattolico, nel senso corrente ed ortodosso, non è tradizionale che a metà” (58). L’ultimo libro di Evola: Cavalcare la tigre, del 1961, “segna un ritorno alle sue [di Evola] personali posizioni di partenza, quelle cioè di un impulso profondo verso la negazione radicale del mondo e dei valori esistenti” (59). Si tratta di posizioni non dissimili a quelle degli Adelphi della dissoluzione... (60). Il serpente si morde la coda…
 
Roma pagana e Roma cristiana
 
La religione di Roma pagana è la religione di Sàtana, (Omnes dii gentium demonia) mentre quella della Roma cristiana è la religione di Dio uno e trino: Padre, Figlio e Spirito Santo e specialmente del Figlio Incarnato e morto per noi uomini e per la nostra salvezza.
 
Da queste due religioni opposte diametralmente, nascono due politiche contrarie: la Cristocrazia o la Roma dei Papi (vicari di Cristo in terra) e la Satanocrazia ossia la Roma dei Cesari o del paganesimo, supposito di Sàtana.
 
Il paganesimo sorto in Medioriente: tra gli Assiro-Babilonesi, i Persiani, gli Egiziani, è approdato in Europa e specialmente nella Grecia e a Roma.
 
Il cristianesimo è nato con Adamo, che credeva in Cristo venturo, poi ha avuto come patriarca Abramo, che desiderava vedere il giorno di Cristo “lo vide e ne tripudiò”, come legislatore imperfetto Mosè, il quale sarà perfezionato dalla Nuova ed Eterna Alleanza di Cristo, in Palestina e specificatamente a Gerusalemme, che da Città Santa dell’Antica Alleanza è divenuta la Città maledetta a causa del deicidio, perpetratosi tra le sue mura; ed è stata rimpiazzata proprio da Roma, una volta madre e maestra di errori idolatrici e orgiastici, che dopo aver perseguitato il Cristianeimo per trecento anni, sotto la pressione dei giudei, si è convertita, con Costantino e Teodosio, al Verbo Incarnato (61).
 
La Provvidenza ha voluto servirsi della potenza e dell’ordine romani, per la diffusione del Vangelo in tutto il mondo, e così fu.
 
Ma Satana ha sempre cercato di rimpossessarsi di Roma, e con l’Umanesimo e il Rinascimento, risuscita il paganesimo greco-romano e la Càbala ebraica, invade l’Italia e di lì sparge le sue metastasi nel mondo intero: la rivoluzione in America, Inghilterra, Francia, il Luteranesimo nella Germania e paesi nordici, il Risorgimento che caccia il Papa da Roma e il Comunismo in Russia e nell’Europa dell’est; infine con il Concilio Vaticano II, l’errore cabalista e gnostico penetra sin nel monte Vaticano e ammorba tutta la Chiesa, che sembra subire una sconfitta, ma otterrà la vittoria finale, dacchè Cristo le ha promesso che “le porte dell’inferno non prevarranno contro essa”(62).
 
 NOTE:
1) M. Fraquelli, Il filosofo proibito, Terziaria, Milano, 1994.
2) Ibidem pag. 21.
3) Cfr. Teoria dell’Individuo assoluto, Bocca, Torino, 1927, pagg. IV-V.
  1. 4) Cfr. Saggi sull’Idealismo magico, Atanòr, Roma, 1925. Fenomenologia dell’Individuo assoluto, Bocca, Torino, 1930.
5) M. Fraquelli, op. cit., pag. 43.6) M. Fraquelli, op. cit., pag. 48.
7) Cfr. Sodalitium n. 32, pagg. 34-50.
8) Cfr. P.L.B. Drach, De l’harmonie entre l’Eglise et la Sinagogue, Paul Mellier, Paris, 1844. J. Meinvielle, Influsso ebraico in ambiente cristiano, Roma, 1988.
9) Cfr. V. Barbiellini Amidei, La Tradizione contraffatta, in «Adveniat Regnum», anno IX, n. 3-4, 1971, pag. 7.
10) M. Fraquelli, op. cit., pag. 6.
11) Julius Evola, Il cammino del Cinabro, Milano, Scheiwiller, 1972, pag. 22.
12) M. Fraquelli, op. cit., pag. 10.
13) M. Fraquelli, op. cit., pag. 13.
14) M. Fraquelli, op. cit., pag. 50.
15) M. Fraquelli, op. cit., pag. 51. Leggasi anche: M. Blondet, Gli Adelfi della dissoluzione, Milano, Ares, 1994.
16) M. Fraquelli, op. cit., pag. 53-54. Per quanto riguarda Arturo Reghini si può leggere E. Zolla, Uscite dal mondo, Milano Adelphi, 1992 (tout se tient) e R. Del Ponte, Evola e il magico ‘Gruppo di UR’, Bozzano (RE), SeaR, 1994. Si noti che lo psicanalista freudiano ed ebreo Emilio Servadio faceva parte del gruppo di UR.
17) M. Fraquelli, op. cit., pag. 56
18) P. D. Vona, Evola, Guènon, De Giorgio, Borzano (RE), SeaR, 1993.
19) M. Fraquelli, op. cit., pag. 62.
20) Cfr. A. Tarannes, Un sataniste italien, J. Evola, in «Revue Internationale des Sociètès Secrètes», n. 4, 1° aprile 1928, pagg. 124, 129.
21) Cfr. A. Tarannes Le “fasciste” Evola et la mission transcendente de l’Eglise, in «Revue Internationale des Sociètèssecrètes», n. 2, 1° febbraio 1929 pagg. 43-68.
22) Cfr. nota 235.
23) Ibidem, pagg. 44-45.
24) Ibidem, pag. 48.
25) Ibidem, pag. 51.
26) Minimus, Risposta a Satana, in «Fede e Ragione», 15 aprile 1928, n. 16, pagg. 121-123.
27) Ibidem, pag. 121.
28) Cfr. nota 239.
29) Ibidem, pag. 122.
30) L. De Poncins, E. Malynski, La guerra occulta, ed. AR, Padova, 1989.
31) M. Fraquelli, op. cit., pag. 261.
[…]
 45) M. Fraquelli, op. cit., pag. 270.
46) G. Almirante, Chè la diritta via era smarrita, in «La difesa della razza», V, n° 13, 5 maggio 1942, pagg. 9-11.
47) Julius Evola, Cavalcare la tigre, ed. Scheiwiller, Milano 1961, pag. 171.
48) Cfr. M. Blondet, Gli Adelphi della dissoluzione, Ares, Milano, 1994 – P. Vassallo, Modernità e tradizione nell’opera evoliana, Thule, Palermo, 1978.
49) Cfr. J. Vaquiè, Lèon de Poncins est-il un disciple de R. Guènon et de J. Evola?, in «Lecture et Tradition», n. 157-158, marzo-aprile 1990, pagg. 35-42.
50) J. Evola, Fenomenologia della sovversione, SeaR, Borzano (RE) 1993.
51) Ibidem, pagg. 28-29.
52) J. Evola, Rivolta contro il mondo moderno, ed. Mediterranee, Roma, 1969, pagg. 339-341.
53) Ibidem, pag. 345.
54) Ibidem, pag. 348.
55) Ibidem, pagg. 350-352.
56) J. Evola, Orientamenti, ed. Il Cinabro, Catania, 1981, pagg. 30-32.
57) J. Evola, Il cammino del cinabro, Scheiwiller, Milano, 1972, pag. 174.
58) R. Incardona, L’impegno per una ‘vera Destra’ nella vita e nell’opera di Julius Evola, Palermo, 1994, pag. 34. Il Serpente si morde la coda…!
59) Ivi
60) M. Blondet, Gli Adelphi della dissoluzione, Ares, Milano, 1994.
61) S. Agostino, De Civitate Dei, lib. XVIII, cap 1 e segg.
62) Cfr. J.J. Gaume, Traitè du Saint Esprit, tomo I, Paris, Gaume et Duprey, 1864, pagg. 463-530.
Tratto da: http://www.doncurzionitoglia.com/juliusevola.htm