PROVINCE
?
MEGLIO
QUELLE BORBONICHE
Le
recenti polemiche e le recenti scelte del governo in merito alle province e ai
loro tagli, mettono in evidenza un dato: il fallimento delle politiche di
amministrazione del territorio degli ultimi decenni in Italia. Il Movimento
Neoborbonico ha inviato provocatoriamente agli organi competenti nazionali e
locali la sintesi dell’assetto territoriale del Regno delle Due Sicilie, frutto
di precise scelte che i governi borbonici operarono per favorire le autonomie
locali, il rispetto e la valorizzazione di territori, risorse, vocazioni e
tradizioni. Anche per questi motivi, come hanno rivelato recentissimi studi (S.
Collet, Università di Bruxelle), il “Regno delle Due Sicilie era come la
Germania di oggi”… Al di là dell’unità di un territorio che oggi potremmo
definire “macroregionale” (le “Due Sicilie”), dal punto di vista amministrativo
il Regno era suddiviso in 22 province, di cui 15 nella Sicilia citeriore (ex
Regno di Napoli) e 7 nella Sicilia ulteriore (ex Regno di Sicilia), a loro volta
suddivise in distretti (unità amministrative di secondo livello) e circondari
(unità amministrative di terzo livello). Queste le antiche Province: Reali
Dominii al di qua del Faro: Provincia di Napoli (capoluogo: Napoli); Terra di
Lavoro (Caserta); Principato Citra (capoluogo: Salerno); Principato Ultra
(Avellino); Basilicata (Potenza); Capitanata (Foggia); Terra di Bari (Bari);
Terra d'Otranto (Lecce); Calabria Citeriore (Cosenza); Calabria Ulteriore Prima
(Reggio); Calabria Ulteriore Seconda (Catanzaro); Contado di Molise
(Campobasso); Abruzzo Citeriore (Chieti); Abruzzo Ulteriore Primo (Teramo);
Abruzzo Ulteriore Secondo (Aquila); Reali Dominii al di là del Faro: Provincia
di Palermo (Palermo); Provincia di Messina (Messina); Provincia di Catania
(Catania); Provincia di Girgenti (Girgenti); Provincia di Noto (Noto);
Provincia di Trapani (Trapani); Provincia di Caltanissetta
(Caltanissetta).
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