San Paolo
Il miracolo dei Re ha una notevole importanza e valore dottrinali.
Vediamo innanzi tutto cosa si debba intendere per miracolo. Il miracolo è un fatto sensibile, straordinario e divino. È sensibile nel senso che produce effetti sensibili, ossia conoscibili tramite i sensi. È un segno della Rivelazione divina. Tale segno è straordinario, nel senso che sorpassa l’ordine della natura creata.
Il miracolo non opera la distruzione, la violazione o la sospensione dell’ordine o delle leggi di natura, ma è piuttosto una deroga e un certa qual particolare eccezione a dette leggi, prodotta e causata da uno speciale intervento di Dio.
Per questo il miracolo è divino, nel senso che Dio è l’autore del miracolo. Solo Dio infatti, che è onnipotente, può compiere qualcosa che supera e sorpassa l’ordine di natura. Dio opera il miracolo sia immediatamente per sè, o mediatamente per mezzo delle creature.
“(1) La causa principale di tutti i miracoli è soltanto Dio. Solo Dio infatti può operare oltre l’ordine naturale con la proprio potenza, ovvero compiere da sè veri miracoli.
(2) La causa ministeriale o strumentale del miracolo è talvolta la creatura libera, ovvero gli angeli, o gli uomini. Gli Angeli buoni e gli uomini santi intervengono o moralmente influendo con le preghiere, o agendo con autorità in nome di Dio”.
In ordine alle leggi di natura che deroga, il miracolo è (a) fisico, “quando si verifica fuori dall’ordine consueto della natura fisica, come ad esempio nella moltiplicazione dei pani, o nella cura di un lebbroso”; oppure può essere (b) intellettuale, se la cognizione si attua al di fuori dell’ordine consueto della natura intellettuale, come nel caso della profezia, o della cognizione dei pensieri reconditi; o (c) morale, se l’azione si produce fuori dalle norme ordinarie della morale, come per esempio nella repentina conversione di San Paolo.
Il miracolo poi va considerato in ordine alla natura che supera: ossia (a) riguardo alla sostanza o essenza, tale effetto non sarebbe in nessun modo possibile alle forze della natura, ma solo a Dio, come nel caso della glorificazione del corpo umano; o (b) in ordine al soggetto in cui avviene, nel senso che tale effetto potrebbe prodursi dalla natura, ma non in quel soggetto particolare, come la visione in un cieco nato; (c) infine in ordine al modo, nel senso che tale effetto sarebbe possibile nell’ordine naturale, ma non in quanto al modo in cui avviene, come nel caso della guarigione di una malattia operata con il semplice tocco della mano.
Infine, per quel che riguarda il modo o maniera con cui il miracolo supera la natura si distingue in 1) miracolo che è sopra la natura, quando supera assolutamente tutte le forze della natura, come nel caso della risurrezione di un morto; 2) oltre la natura, se produce effetti che la natura può operare, ma non in quel modo in cui effettivamente si sono operati, come nel caso di una guarigione miracolosa; o 3) contro la natura, quando si verifica pur permanendo la disposizione contraria della natura,
come nel caso dei tre fanciulli rimasti illesi nella fornace.
I veri miracoli provano con assoluta certezza l’origine divina della Rivelazione.
“Ripugna infatti, da un punto di vista metafisico, che Dio, la verità per essenza, confermi come vero ciò che è falso. Quindi se la religione in cui favore si opera il miracolo fosse falsa, Dio approverebbe come vera tale religione, poiché il miracolo, potendo essere operato solo da Dio, è come il divino sigillo che testimonia l’origine divina della religione.
«Si deve infatti sottolineare – insegna San Tommaso – che nessun vero miracolo avviene senza il concorso della potenza di Dio, e che Dio non è mai testimone della menzogna.
Dico quindi che, quando un miracolo avviene in prova di una dottrina predicata, necessariamente quella dottrina è vera»”.
La Sacra Scrittura infatti mostra i miracoli come prova certissima della missione divina di qualcuno o della dottrina che insegna. Così Mosé, Gesù Cristo, San Paolo compirono miracoli a conferma della origine divina della loro predicazione.
In ordine all’utilità e vantaggio spirituale degli uomini, Dio opera il miracolo con due scopi: 1) per dimostrare e provare la santità di un uomo; 2) o per confermare la verità insegnata.
“Il miracolo prova e dimostra la verità della religione non intrinsecamente, ossia
tramite prove e argomenti scientifici, ma estrinsecamente dimostrando la sua divina origine:
se infatti una certa religione è insegnata da Dio, necessariamente deve essere vera.
Così si comprende come un fatto contingente confermi e provi l’immutabile verità di qualche
dottrina. Tuttavia, affinché il miracolo abbia tale valenza probatoria, occorre assolutamente che si verifichi a conferma della religione. Mancando infatti ogni vincolo tra il miracolo e la dottrina, il miracolo non sarebbe affatto il sigillo di Dio apposto sulla dottrina ”.