Da "La Civiltà Cattolica" Serie IV, Vol. I, 1859
Due Sicilie. 1. Nozze del Principe ereditario - 2. Grazie fatte ai condannati politici
1. Nel giorno 8 del p.p. mese nella real cappella di Monaco di Baviera furono celebrati gli sponsali tra il Principe ereditario delle Due Sicilie e la Principessa Maria Amalia figlia di Massimiliano fratello del presente Rè, e sorella della Imperatrice d’Austria; e tenne la procura dell’augusto Sposo assente il Principe Liutpoldo di Baviera. La Principessa passando per Vienna dee recarsi a Trieste, dove sono già ancorate due fregate a vapore napolitane, che con nobile corteggio dovranno portarla a Manfredonia, l’antica Siponto, ai piedi del Monte Gargano sull’Adriatico. Quivi si debbono trovare tutti i Reali di Napoli per riceverla ed accompagnarla nella capitale, dove si apparecchiano feste splendidissime. Recenti dispacci annunziarono che la Imperatrice di Austria avea sospeso il suo viaggio per Trieste, dove dovea recarsi per dare l’ultimo commiato all’augusta sorella, atteso una indisposizione di sanità, onde il Rè di Napoli era stato compreso. Nuovi dispacci lo annunziano quasi ristabilito.
2. In questa congiuntura di sì liete nozze un decreto reale fa grazia ad ottantanove condannati politici, pei fatti del 1849, della rimanente pena, commutando questa in perpetuo esilio dal regno; il Governo napolitano li farà trasportare in America, dove resteranno padroni di sé. Tra i così graziati o esiliati che vogliam dire sono compresi i signori Luigi Settembrini e Carlo Poerio. Agli altri condannati pei medesimi motivi politici fu offerta la scelta o di rimanersi ad espiare la pena scemata di alquanto, o di andarne anch’essi in perpetuo bando. Se e quanti abbiano accettata questa condizione non possiam dire; stante che le varie corrispondenze, che contano molti particolari intorno alla risoluzione dei condannati, non ci paiono abbastanza degne di fede.
Napoli - 1. Nozze di S. A. il Duca di Calabria
1. Uno stemperato rigore di freddo, al tutto insolito nelle regioni meridionali d’Italia, avea coperti di nevi e di ghiaccio certi tratti della strada che si dovea percorrere dalla Corte di Napoli nel recarsi a ricevere l’augusta Principessa Maria Amalia di Baviera, sposa del Duca di Calabria. Presso Avelline, in una ripida discesa, i cavalli scivolavano talmente sul ghiaccio, e con sì grave pericolo, che S. M. il Rè Ferdinando II ebbe a scendere di carrozza e fare buon tratto di via a piedi; e ne colse una febbre reumatica, per cui dovette sostare a Lecce fino al 28 di Gennaio. In questo frattempo S. M. ricevette una visita degli Arciduchi Guglielmo e Panieri e dell’Arciduchessa Maria, che giunsero a Brindisi alli 24 e nello stesso giorno, dopo visitata la Corte a Lecce, ripartirono alla volta di Palermo, d’onde passarono in Napoli e quindi a Bari pel ricevimento della Duchessa di Calabria. Questa, accompagnata fino a Trieste dall’augusta sua sorella l’Imperatrice d’Austria, ne parti la sera del giorno 1 di Febbraio, ed alli 3 giunse a Bari sul regio piroscafo napoletano il Fulminante. Ricevuta con pompa veramente regale, e scesa a terra sul mezzodì, poco appresso, assistendo tutta la corte, con grande solennità fu ribenedetto il matrimonio, ed il popolo incominciò lieti festeggiamenti.
Ma S. M. il Rè che già erasi riavuto dalla malattia, che l’avea trattenuto a Lecce, ne senti di nuovo l’assalto, che quantunque non grave, l’impedì dal trasferirsi a Caserta e Napoli, si che il 16 Febbraio era tuttora con la Corte in Bari; il male tuttavia andava notabilmente dechinando, tanto da sperarsene prossima guarigione.