giovedì 16 gennaio 2014

La pianificazione dell’immigrazione islamica (prima parte)

Lampedusa, nuovi sbarchi di immigrati

La trattazione di questa materia potrà sembrare fuori tempo e fuori luogo. Gli allarmi sull’espansionismo culturale islamico, nella nostra società, sono già alle spalle: altri argomenti, di natura esclusivamente economica, sono all’ordine del giorno.
D’altro canto la presenza di venti milioni di islamici – milione più, milione meno- dalla Scandinavia a Gibilterra, ci dice che l’attenzione non dovrà mai venir meno, per il solo fatto che questa tale migrazione – senza precedenti nella storia dell’area del Mediterraneo – è stata pianificata fino nei dettagli. Dobbiamo ringraziare il sistema di potere arabo-americano – ne prenderete atto nelle righe che seguono – se oggi intere aree urbane e suburbane d’Europa sembrano succursali del Maghreb.
Si aggiunga il fatto – anche di questo prenderete atto – che questo sistema di potere ha pianificato, a lato dell’immigrazione fisica, un autentico imperialismo culturale del quale la mappa delle moschee in Europa è esempio eloquente, ma non il solo.
Tutto questo, in realtà, era stato approntato perché esplodesse, e poteva esplodere nella società europea.
Se la banda arabo-americana avesse vinto in Siria, si sarebbe disegnata una mezzaluna geografica, dai Balcani sino alla Libia, con la quale, fatalmente, l’islam europeo avrebbe costruito sinergie e progetti comuni.
Il senso di tutto questo?
Perché un nuovo ordine massonico mondiale possa sorgere, la civiltà cristiana europea deve scomparire. Questo ha stabilito il potere massonico, lungo l’asse Washington-Londra: non esistono altre questioni nel mondo.
Nel 1975 nasce a Parigi il periodico “Eurabia” (il nome, composto da Europa e Arabia, era già un programma) a cura del “Comitato Europeo di Coordinamento delle Associazioni Amiche del Mondo Arabo”.
In collaborazione con altre testate  francesi, inglesi e svizzere, il periodico  diffuse in quegli anni  l’idea che fosse necessario saldare forti rapporti politici ed economici con il mondo arabo, auspicando la creazione di un movimento d’opinione favorevole ad esso. Una lettura retrospettiva mostra le ragioni di tanto zelo, lettura che dobbiamo ad “Eurabia” libro  allegato nel 2006 al quotidiano “Libero”, di Bat Ye’or, una ricercatrice egiziana di nazionalità britannica, tuytt’altro che sconosciuta ai lettori cattolici.
“Eurabia” mostra – sulla base dei protocolli e dei documenti UE - come la migrazione islamica sia stata concordata ad un tavolo d’intesa tra i paesi Arabi  e  l’Unione Europea. 
La ricercatrice ha raccolto i documenti e i protocolli della UE, mai resi noti all’opinione pubblica, che certificano accordi bilaterali, tra UE e mondo arabo, in vista di una pianificazione dell’immigrazione musulmana in Europa.

Le centrali operative del traffico d’uomini non vanno dunque cercate nei covi degli scafisti, peraltro mai scoperti, ma negli uffici con aria condizionata dei petrolieri del Golfo e dei loro complici occidentali.
Con simili sponsor, i disperati di professione  sono sbarcati sulle nostre coste per anni, sempre con le stesse modalità e senza ostacoli, mentre, lungo  percorsi di viaggio più comodi, altri islamici, moderatamente disperati, si concedevano l’immigrazione verso l’Europa in nave, treno o aereo. Per entrambe le categorie, disperati e turisti, la consegna era “colonizzare” l’Europa.

 Il quadro cronologico degli eventi 
 (Le date,  la cronaca degli  eventi e le citazioni  sono tratti dal libro di Bat Yeo’r “Eurabia”, Editoriale Libero srl, Torino 2007, allegato al quotidiano “Libero”. Titolo originale dell’opera: “ Eurabia l’axe europe-arabe” 
1967 E’ fondata in Francia l’ASFA (Association de Solidarité Franco-Arabe),  e  in  Inghilterra  l’associazione  gemella  CAABU (Council for the Advancement of Arab-British Understanding). 
Entrambe le associazioni, che hanno l’obiettivo istituzionale di pianificare intese tra l’Europa e il mondo arabo, nascono sotto il patrocinio di  politici, intellettuali, diplomatici. (“Eurabia”, p.46.)

1969 Cairo, Conferenza internazionale di sostegno ai popoli arabi. Partecipano i delegati di 37 nazioni e di 15 organizzazioni internazionali. Dei 54 membri del comitato organizzativo, 43 sono europei.
E’ la prima iniziativa del  mondo arabo orientata a cercare un’intesa con l’Europa, dopo le disastrose sconfitte subite da Israele  nel conflitto del 1947-48 e nella  “guerra dei sei giorni” del 1967. Preso atto dell’imbattibilità di Israele sul piano militare, i paesi arabi, sotto la guida dell’Arabia Saudita, stabiliscono di creare un’asse con l’Europa da opporre a Israele. Per vincolare l’Europa ai loro destini,  gli Arabi  utilizzeranno in primo luogo il ricatto energetico, la minaccia di vincolare le forniture di petrolio  alla  disponibilità, da parte europea, di sostenere la causa palestinese, cui  si affiancava la minaccia sottintesa che un’Europa recalcitrante alle direttive arabe, avrebbe dovuto vedersela con il terrorismo mediorientale anche sui suoi territori.
I vertici europei mostrano una straordinaria cedevolezza e gettano le basi di un’intesa.
Dalla Risoluzione n.15 della Conferenza” (“Eurabia”, p.47) 
“La Conferenza decide di dar vita a gruppi parlamentari ad hoc,  dove  ancora non esistono, e di usare la piattaforma parlamentare per  promuovere il sostegno al popolo arabo e alla resistenza  palestinese”. 
 Emerge, da parte araba, un uso strumentale della causa palestinese.
Un documento dei “Fratelli Musulmani” rinvenuto nel 2001 nel corso di una perquisizione, è molto chiaro in proposito. (“Eurabia”, p.75) 
“Inserire la causa palestinese nel progetto islamico mondiale,          attraverso          gli strumenti politici e quelli della jihad, poiché si         tratta della chiave di   volta della rinascita del mondo arabo, oggi”


1971 In Italia è fondata l’USMI ( Unione Studenti Musulmani d’Italia) con sede presso l’università di Perugina, legata ai “Fratelli musulmani”. 
Qualche anno prima, nel 1966, era stato fondato a Roma il Centro culturale islamico che otteneva poi personalità giuridica con D.P.R. del 21 dicembre 1974 n.212. Dall’USMI sarebbe poi sorta l’Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia ), fondata ad Ancona.
  
“C’è  un  preciso  disegno  politico,  culturale,  religioso,  ideologico,  di
islamizzare la società  italiana. Questo disegno ha un’origine  lontana
con  una decisione presa a Islamabad,  alla fine degli  anni  60,  e di cui
gli islamisti di tutto il mondo sono bene a conoscenza”                   
L’islamologo Onorato Bucci ( “ il Tempo”, 13 luglio 1998) 
1973  Londra, maggio, Conferenza Islamica dei centri culturali.
I delegati musulmani stabiliscono di finanziare centri culturali in Africa e in Europa.  La Conferenza dichiara ufficialmente: (“Eurabia”, p.73)  “Si avverte un grande bisogno di  diffondere i  principi  dell’islam  e di aiutare le comunità musulmane in Europa a svolgere il loro ruolo con efficacia e successo”

Ottobre: guerra del Kippur. Egitto e Siria attaccano simultaneamente Israele, ma sono sconfitti. L’ennesimo insuccesso militare induce gli arabi ad attuare senza  indugi  il   ricatto energetico per obbligare l’Europa ad un’alleanza di fatto. La produzione di greggio è così ridotta del 5% , il prezzo del petrolio, quadruplicato. A questo si aggiunge un embargo petrolifero nei confronti di Danimarca e Olanda, accusati si essere troppo solidali con Israele. (“Eurabia”, pp.54-55).
Per prime, Francia e Germania cedono alle pressioni arabe  influenzando gli altri paesi della CEE (i ”Nove”), che si riuniscono  a Bruxelles il 6 novembre, votando una risoluzione congiunta di condanna ad Israele e di allineamento alle posizioni arabe nel conflitto mediorientale.
La CEE è immediatamente ricompensata con un aumento delle forniture di petrolio (“Eurabia”, p.65). Nasce ufficialmente  il DEA ( Dialogo Euro-Arabo).

Algeri, 26-28 novembre, VI vertice della Conferenza Araba.
I capi di stato convenuti invitano per la prima volta la CEE a collaborare  con i paesi della Lega Araba “…nel quadro di una cooperazione fiduciosa e benefica per entrambi”. (“Eurabia”, pp.56-57)

1974 Lahore, II Conferenza Islamica. Il segretario della Conferenza, Muhammad Hasan al-Tuhami, auspica la pianificazione di una strategia di espansione politico-religiosa nei paesi non musulmani. (“Eurabia”, p.72)

Parigi, 31 luglio. Primo incontro tra il segretario della Lega Araba e il presidente in carica della CEE per definire le modalità di attuazione degli accordi.
Nel corso di successivi incontri, i ministri degli Esteri europei creano l’APCEA (Association Parlamentaire Europea pour la Cooperation Euro-Arabe), organismo che  coordinerà da quel momento le relazioni tra Europa e Medio Oriente attraverso  l’organizzazione di regolari incontri con esponenti dell’Unione Interparlamentare araba (UIA). (“Eurabia, p.66)

Damasco,14-17 settembre. Conferenza APCEA. Gli arabi stabiliscono le condizioni che l’Europa dovrà soddisfare perché il DEA possa procedere, tutte improntate all’appoggio da darsi all’OLP e a Yasser Arafat. E’ istituito un segretariato permanente dell’APCEA composto da  350 membri con sede a Parigi.

Il DEA (Dialogo Euro-Arabo) è infine strutturato in diversi comitati con mandato di pianificare comuni progetti, di tipo industriale, scientifico, commerciale, culturale e sociale.(“Eurabia”, p.67)

1975 Strasburgo, 7-8 giugno. Assemblea dell’APCEA  con 200 rappresentanti dei parlamenti degli stati europei. La sezione politica dei lavori  investe tre ambiti: la politica europea nei confronti d’Israele, la creazione di un movimento d’opinione  filo-arabo e l’accoglienza in Europa degli immigrati musulmani. (“Eurabia”, p.79)
L’APCEA chiede ufficialmente ai governi dei “Nove”: “…di affrontare con spirito costruttivo gli aspetti culturali del Dialogo Euro-Arabo e di accordare una più accentuata priorità alla      diffusione della cultura araba in Europa” (Eurabia, pp.80-81)

Cairo,10-14 giugno. Primo incontro ufficiale  DEA.
Al Cairo una delegazione CEE incontra  delegati della Lega Araba e rappresentanti di 20 stati arabi e dell’OLP. In quella sede sono ufficialmente definiti i termini del DEA. In cambio di  forniture petrolifere,accordi commerciali  ed esportazione in Medio Oriente delle tecnologie occidentali, l’Europa si sarebbe allineata alla politica araba nei confronti d’Israele (“Eurabia”, p.82):

Roma,24 luglio. Convegno Dea.

Abu Dhabi (  Emirati Uniti del Golfo),27 novembre. Convegno Dea.


 “L’espansione dei mercati europei nei paesi arabi fu sincronizzata con l’arrivo nella CEE di milioni di immigrati musulmani”

Bat Yeo’r, “Eurabia”, p.119


1976 Lussemburgo,18-20 maggio. Convegno Dea. E’ creata una struttura stabile per gestire il dialogo euroarabo: una Commissione Generale, Gruppi di lavoro, un Comitato di coordinamento. Nella Commissione Generale le riunioni avvengono a  porte chiuse e senza la compilazione di verbali. ( “Eurabia”, p.69)

1977 I Fratelli musulmani creano banche islamiche in Lussemburgo, Danimarca, Londra e USA.

Tunisi,10-12 febbraio. Incontro Dea. Seconda sessione della  Commissione Generale. La gestione  dell’immigrazione islamica in Europa è affidata ad un Comitato di lavoro creato allo scopo. (“Eurabia”, p.99)

Bruxelles,26-28 ottobre. Incontro Dea. Terza sessione della Commissione generale. In quella sede il problema dell’immigrazione, fino ad allora assegnato soltanto ad un  Comitato,  è dibattuto anche in sede di Commissione Generale.
          
28-30 marzo, Venezia. Seminario euroarabo presso l’università sul tema “ I mezzi e le forme di cooperazione per la diffusione in Europa della lingua araba e della sua civiltà letteraria”. Gli obiettivi sono riassunti nella mozione n.  4 (”Eurabia”, p.117) che auspica “progetti di cooperazione culturale tra istituzioni europee ed arabe, in materia di ricerca linguistica, e insegnamento della lingua araba agli europei”.

Il seminario si conclude con numerose mozioni che invitano a “…istituire nelle capitali europee, d’intesa con i paesi islamici, centri per la diffusione della lingua e della cultura araba” (“Eurabia”, pp.116-117)