|
I
LE AFFINITÀ CHE UNISCONO
EBREI E MASSONI
«Le affinità che uniscono ebrei e massoni - spiega Léon de Poncins (1867-1976), sono state segnalate molte volte in opere consacrate allo studio della Massoneria, e Mons. Jouin coniò il termine giudeo-Massoneria che è rimasto d'uso corrente» 2. Passiamo ora in rassegna le principali di queste affinità.
l Affinità in materia di ideologia
L'occultismo massonico deriva in maggior parte dalla Cabala ebraica (Kabbalah). Quanto al razionalismo massonico, sappiamo che si è espresso nella Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo del 1789, una codificazione dell'ideologia rivoluzionaria. Quali sono i suoi rapporti col giudaismo? Ecco come si è espresso in proposito il Gran Rabbino di Francia Joseph Haïm Sitruk: «Il giudaismo ha impregnato tutta il mondo moderno, e in particolare la Rivoluzione Francese e la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo» 3.
l Affinità in materia di simbolismo e di rituali
«Il rituale massonico manifesta la sua origine ebraica», scrive il Cardinale José Maria Caro y Rodriguez (1866-1958), e ne dà i seguenti esempi: «Le credenze in cui si trovano le diverse figure di cherubini descritte nella seconda visione di Ezechiele, un bue, un uomo, un leone e un'aquila; le due colonne del Tempio massonico che si presenta come un ricordo del Tempio di Salomone; la ricostruzione del Tempio, espressione che serve a qualificare l'opera massonica; le leggende e gli insegnamenti estratti in grande parte dalla Bibbia e quasi sempre mescolati alla tradizione delle corporazioni dei muratori; e specialmente la leggenda di Hiram che gioca un ruolo così importante nel rituale; le diverse denominazioni, come i nomi delle colonne del Tempio, Boaz e Jakin, le parole di riconoscimento e quelle d'ordine, come "Tubal-Cain", Shibboleth, Macbenac, Giblem o Moabon, Nekum o Nekam, Abibale, ecc...». Il Cardinale aggiunge: «L'importanza legata ai numeri, che è una caratteristica della Cabala, è un'altra testimonianza dell'influenza cabalistica sulla Massoneria» 4.
Da sinistra: Léon de Poncins, Joseph H. Sitruk e il Cardinale Caro y Rodriguez.
|
l Affinità in materia di organizzazione
Durante i diciassette secoli che seguirono la distruzione di Gerusalemme e del suo Tempio per opera di Tito nell'anno 70 d.C., la nazione ebraica ha vissuto nella dispersione e nella persecuzione; essa ha dovuto nascondere i suoi organi direttivi ed ha acquisito per questo fatto stesso nche una grande padronanza degli apparati segreti. Quando si è organizzata nelle sue strutture attuali, all'inizio del XVIII secolo, anche la Massoneria ha dato prova della stessa padronanza, tanto da dare l'impressione di essergli connaturata. Forse ha preso in prestito dalla nazione ebraica questa tecnica così difficile? È la tesi che sostiene, sorretta da argomenti convincenti, l'ex massone Paul Copin-Albancelli (1851-1939) nel suo libro Le drame maçonnique: la conjuration juive contre le monde chrétien («Il dramma massonico: la congiura ebraica contro il mondo cristiano») 5.
l Affinità negli obiettivi
Un medesimo ideale messianico di felicità terrestre, la stessa attesa di un impossibile millennio anima il giudaismo talmudico e la Massoneria. Vi è anche la stessa tendenza, nell'uno e nell'altra, a divinizzare l'umanità. Identica è anche ostilità a riguardo della Chiesa cattolica. Uguale la tendenza a favorire, in definitiva, i regimi rivoluzionari.
II
TESTIMONIANZE DI
AUTORI EBREI
Numerosi autori ebrei hanno constatato queste affinità. Aggiungeremo alcune testimonianze a quella, già citato, del rabbino Elia Benamozegh.
l Il rabbino Elia Benamozegh su La vérité israélite
«Lo spirito della Massoneria è lo spirito del giudaismo nelle sue credenze più fondamentali; sono le sue idee, è il suo linguaggio, è quasi la sua organizzazione [...]. La speranza che sostiene e fortifica la Massoneria è la stessa che illumina e irrobustisce Israele nella sua via dolorosa mostrandogli nell'avvenire il trionfo certo. L'avvento dei tempi messianici, che altro non è se non la constatazione solenne e la proclamazione definitiva degli eterni principî di fratellanza e di amore, l'associazione di tutti i cuori e di tutti gli sforzi nell'interesse di ciascuno e di tutti, e il coronamento di questa meravigliosa casa di preghiera di tutti i popoli, di cui Gerusalemme sarà il centro e il simbolo trionfante» 6.
l Il rabbino Isaac Mayer Wise (1819-1900)
«La Massoneria è un'istituzione ebraica la cui storia, i Gradi, gli incarichi e le parole d'ordine sono ebraiche dal principio alla fine» 7.
l The Jewish Tribune
«La Massoneria è basata sul giudaismo. Eliminate dal rituale massonico gli insegnamenti dell'ebraismo e cosa ne resta»? 8.
l Lord Benjamin Disraeli (1804-1881)
Riferendosi agli avvenimenti del 1848, quest'uomo di Stato britannico dichiarava nel 1852, alla Camera dei Comuni: «L'uguaglianza naturale degli uomini e l'abrogazione della proprietà vengono proclamate dalle Società Segrete che formano dei governi provvisori; e uomini di razza ebraica si trovano a capo di ciascuna di esse» 9.
Da sinistra: Elia Benamozegh, Isaac Mayer Wise e Lord Benjamin Disraeli.
|
l Gli Archives Israélites
«Mr. Jules Lemaitre cerca di far credere che la Massoneria sia di origine ebraica; non ha torto. Ci sono molte cose più difficili da provare di questa» 10.
l Bernard Lazare (1865-1903)
«Quali furono dunque i rapporti tra gli ebrei e queste Società Segrete? Si tratta di una cosa non facile da chiarire, in quanto mancano i documenti seri. Evidentemente, essi non dominarono in queste associazioni, come pretendono gli autori che ho appena nominato, non furono "necessariamente l'anima, il capo, il Gran Maestro della Massoneria", come afferma Gougenot de Mousseaux. È certo tuttavia che ci furono degli ebrei nella culla stessa della Massoneria, degli ebrei cabalisti, così come lo provano certi riti conservati; molto probabilmente, durante gli anni che precedettero la Rivoluzione Francese, essi si introdussero in gran numero nei consigli di questa Società, e fondarono essi stessi delle Società Segrete. Ci furono degli ebrei attorno a Weißhaupt, e Martinez di Pasqualis, un ebreo di origine portoghese, organizzò numerosi gruppi illuministi in Francia e reclutò molti adepti che iniziò al dogma della reintegrazione. Le Logge martineziste erono mistiche, mentre gli altri Ordini della Massoneria erano piuttosto razionalistici; il che può permettere di dire che le Società Segrete rappresentarono i due aspetti dello spirito ebraico: il razionalismo pratico e il panteismo, quel panteismo che, riflesso metafisico della credenza in un Dio unico, scivola talvolta nella teurgia cabalista. è possibile dimostrare facilmente l'accordo tra queste due tendenze, l'alleanza di Cazotte, di Cagliostro, di Martinez, di Saint-Martin, del conte di Saint-Germain, di Eckartshausen, con gli enciclopedisti e i giacobini, e il modo in cui, malgrado la loro opposizione, essi giunsero allo stesso risultato, vale a dire all'indebolimento del cristianesimo. Ancora una volta, ciò servirebbe unicamente a provare che gli ebrei poterono essere dei buoni agenti delle Società Segrete, perché le dottrine di tali Società si accordavano con le loro dottrine, ma non che ne furono i fondatori» 11.
l Élie Faure (1873-1937)
Nel suo libro L'âme juive («L'anima ebraica»), pubblicata per la gloria e la difesa degli israeliti, Élie Faure ha così descritto l'azione dello spirito ebraico sulla società contemporanea: «Da Maimonide a Charlie Chaplin, la traccia è facile da seguire, sebbene la circolazione dello spirito ebraico sia stata, per così dire, imponderabile e che ci si sia accorti solamente dopo il suo passaggio della sua potenza disgregatrice [...]. Freud, Einstein, Marcel Proust, Charlie Chaplin ci hanno aperto, in ogni senso, dei prodigiosi viali che hanno abbattuto le mura dell'edificio classico greco-latino e cattolico, in seno al quale il dubbio ardente dell'anima ebraica attendeva, da cinque o sei secoli, l'opportunità di scuoterlo [...], in attesa che, da questa stessa negazione, prendesse forma poco a poco un nuovo edificio profondamente segnato da un'intelligenza sempre intenta ad eliminare il soprannaturale dall'orizzonte dell'uomo» 12. «Un'intelligenza sempre intenta ad eliminare il soprannaturale dall'orizzonte dell'uomo»: secondo élie Faure, questa formula caratterizza un certo spirito ebraico; essa caratterizza anche il razionalismo massonico, l'ideologia massonica. Da qui l'evidenza di una profonda parentela tra i due. Di questi testi, dobbiamo ricordarci particolarmente:
- quello di Disraeli, che mostra i tre gradi principali del potere politico nel mondo attuale;
- quello di Bernard Lazare: «Le Società Segrete rappresentarono i due aspetti dello spirito ebraico: il razionalismo pratico e il panteismo, quel panteismo che [...] scivola talvolta nella teurgia cabalista».
- quello di Bernard Lazare: «Le Società Segrete rappresentarono i due aspetti dello spirito ebraico: il razionalismo pratico e il panteismo, quel panteismo che [...] scivola talvolta nella teurgia cabalista».
Da sinistra: Bernard Lazare, Élie Faure e Marcel Proust.
|
Note
1 Traduzione di un estratto (93-97) dall'opera Connaissance élémentaire de la Franc-Maçonnerie («Conoscenza elementare della Massoneria»; Action Familiale et Scolaire, 3º Ed., Parigi 2003), a cura di Paolo Baroni.
2 Cfr. L. De Poncins, Christianisme et Franc-Maçonnerie («Cristianesimo e Massoneria»), L'Ordre Français, 1969, pag. 101.
3 Cfr. J. H. Sitruk, Déclaration sur France-Inter, del 21 décembre 1988; il giudaismo di cui parla il rabbino Sitruk è evidentemente quello talmudico.
4 Cfr. Cardinal J. M. Caro y Rodriguez, Le mystère de la Franc-Maçonnerie dévoilé («Il mistero della Massoneria svelato»), paragrafo 130. Questo lòibro è stato pubblicato nel 1925, mentre la sua traduzione in inglese è stata recentemente ristampata dall'Editore Christian Book Club of America (1985). Il Cardinal Caro y Rodriguez fu Arcivescovo di Santiago (Cile).
5 Éditions Librairie Emmanuel Vitte, Lione 1909.
6 Cfr. E. Benamozegh in La vérité israélite («La verità israelita»), 1865, pag. 74; cit. in L. de Poncins, La Franc-Maçonnerie d'après ses documents secrets («La Massoneria secondo i suoi documenti segreti»), Beauchesne et Fils éditeurs, 1941, pag. 265.
7 Cfr. I. Wise in The Israelite of America («L'ebreo d'America»), del 3 agosto 1866; cit. in J. Ousset, Pour qu'Il règne («Affinché Egli regni»), 1949, pag. 250.
8 Cfr. The Jewish Tribune («La tribuna ebraica»), New York, del 28 ottobre 1927.
9 Cfr. D. Reed, The Controversy of Sion («La controversia di Sion»), pag. 166.
10 Cfr. Archives Israélites, del 3 marzo 1904.
11 Cfr. B. Lazare, L'antisémitisme: son histoire et ses causes («L'antisemitismo: la sua storia e le sue cause»), éd. Léon Chailley, 1894, pag. 167.
12 Cfr. É. Faure, L'âme juive, 1934; cit. in J. Ousset, op. cit., pag. 255.