E' evidente che la battaglia Cattolica (quella Vera, non quella dei collaborazionisti conciliar-modernisti) , Tradizionalista, e legittimista, si combatte su più livelli:
1) Dobbiamo innanzi tutto batterci per conservare e mantenere salde le ultime posizioni che ci restano. Occorre evidentemente e necessariamente conservare le nostre cappelle, i nostri monasteri, le nostre scuole, le nostre pubblicazioni, le nostre associazioni, e più in generale le nostre speranze di salvezza e l'ortodossia della nostra dottrina politica , sociale e religiosa mentenendole scevre da qual si voglia contaminazione rivoluzionaria, o ripulirle da essa se necessario. Siamo impegnati ogni giorno in una serie di combattimenti tradizional-conservatori di piccola ampiezza ai quali non possiamo sottrarci. Il cielo si aspetta da noi questa salvaguardia dei resti ma non come punto di arrivo bensì come punto di partenza. Tale salvaguardia formula la nostra missione iniziale. Essa costituisce il nostro combattimento quotidiano. Questa è la battaglia inferiore e primaria. È una battaglia difensiva, una battaglia di mantenimento.
2) Ma al di sopra di questi innumerevoli impegni di conservazione, di questa reazione embrionale , è iniziata una battaglia ancora più importante, il cui obiettivo è e deve essere la mutazione del potere. Questa battaglia deve però mutare in una reazione aperta e decisa contro il sistema vigente. "Io regnerò malgrado i miei nemici". Chi di noi può dimenticare questa promessa che Nostro Signore Gesù Cristo ha fatto nel 1689 a Santa Margherita Alacoque? Oggi, dunque, dobbiamo essere pronti a reagire apertamente, a combattere non solo in difesa dei nostri sacrosanti ideali ma anche nell'"attacco difensivo", in difesa della Verità. Il Signore opera misteriosamente secondo il Suo modo abituale, in vista di estirpare il potere della Bestia e di instaurare il Suo regno. Ognuno di noi può essere il suo strumento per codesta missione di enorme importanza. Questo misterioso combattimento, di cui Egli è l'agente essenziale, costituisce la guida per la battaglia superiore, quella dell'obiettivo principale.
Queste due battaglie rispondono entrambe alla volontà divina. É chiaro che non possiamo eludere né l'una né l'altra. Ma è altrettanto chiaro che dobbiamo rispondere alla chiamata che ci è giunta per volontà divina; quella chiamata che più o meno inconsciamente ci ha condotti alla conoscenza della Verità attraverso percorsi differenti ma con la medesima destinazione. E' necessario ora più che mai che gli Apostoli siano svegli e pronti perchè Giuda lo è sempre. E' necessario essere disposti anche a lasciare le nostre case, a metterci in marcia, a darci alla macchia nei boschi combattendo il nemico. E' necessario essere pronti se necessario a cadere da martiri per la Santa Causa e lottare anche se il nemico dinnanzi a noi fosse così imponente da far tremare la terra. E' necessario essere pronti in ogni momento ad impugnare la spada.
Coloro che si ostinano a miscelare tradizione e compromesso , a pensare che tutto si risolverà senza agire come in una favola per bambini, stiano pure nelle loro posizioni moderate; posizioni responsabili in larga parte della situazione attuale in cui versa la società. Noi combattiamo per la Verità, per la giustizia , per la legittimità! E chi combatte per la giusta causa consacrata da Dio non ha motivo di temere.
Forse non saremo noi a vedere la fine della tempesta. Forse non saremo noi a mettere fine alla guerra che presto vedrà due generazioni mosse da ideali radicalmente contrapposti scontrarsi in campo aperto. Ma dobbiamo essere noi, e saremo noi , a dare inizio alla Reazione , alla Controrivoluzione. Lo dobbiamo fare per tutto ciò che di buono è giusto c'è , e c'era, al mondo. Lo dobbiamo alle generazioni future affinchè guardandosi indietro non vedano una massa di "accomodanti" opportunisti...soggetti buoni soltanto a gettarsi ai piedi del principe del mondo pur di dormire tra due guanciali. Le generazioni future dovranno guardarsi indietro e dire con orgoglio "erano eroi!" , "si sono sacrificati per il bene!"...
Bene si potrà allora applicare la frase di San Paolo, al termine della sua vita: "Ho combattuto la buona battaglia, ho teminato la mia corsa, ho conservato la fede".
Presidente e fondatore dell'A.L.T.A. Amedeo Bellizzi.