lunedì 13 gennaio 2014

La grande abbuffata

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Avete presente i Francescani dell’Immacolata? Quelli vestiti di grigio e d’azzurro che, fino a poco tempo fa, organizzavano conferenze di grande spessore teologico sul Concilio Vaticano II e sul Sommorum Pontificum? Li avete presente? Bene, dimenticate tutto.
Ora, i Francescani dell’Immacolata si occupano de “La Chiesa nella cultura dei media. Spettatrice o attrice?”. Ai posteri l’ardua sentenza. Le uniche cose certe sono: la presenza di padre Alfonso Bruno, che ha avuto il merito di sfasciare uno dei più fecondi ordini del postconcilio; quella di Alleanza Cattolica, associazione che si è specializzata nell’arrampicata sugli specchi; e quella del Rinnovamento nello Spirito, il movimento che, a furia di rinnovare, ha perso per strada lo Spirito Santo.
                Questa lega tra nuovi Francescani dell’Immacolata, Alleanza Cattolica e Rinnovamento nello Spirito non ci perplime. È l’immagine della Chiesa contemporanea: un grosso calderone in cui è possibile trovare di tutto. Capiamoci: la Chiesa è, per sua stessa natura, inclusiva: deve salvare il maggior numero di anime possibile e, quindi, più gente si affida ad Essa e meglio è. Ma l’appartenenza alla Chiesa deve passare dalla fedeltà al Magistero, che non nasce col Concilio Vaticano II e nemmeno si esaurisce nel 1958..
Detto questo, pare che l’unità nella Chiesa, al giorno d’oggi, sia realizzata sul sentimentalismo e non sull’adesione a dei dogmi, ad un medesimo sentire. Tempo fa, i Francescani dell’Immacolata sono stati invitati a sentire cum Ecclesia. Ma cosa significa oggi sentire cum Ecclesia? Significa forse fare, come dei vecchi rimbambiti, un flash mob durante la GMG? Significa forse aprire alle coppie gay come ha fatto mons. Mogavero? Significa forse far comunicare Vladimir Luxuria come ha fatto il cardinal Bagnasco?
I Francescani dell’Immacolata hanno sempre sentito cum Ecclesia. Hanno sofferto con Lei e per Lei. Hanno toccato temi spinosi come la corretta ricezione del Concilio Vaticano II, per una sua rilettura alla luce della Tradizione. Hanno difeso il Motu Proprio di Benedetto XVI quando i vescovi e i cardinali di mezzo mondo si sentivano più potenti del Papa e decidevano di non applicare questo documento papale nelle loro diocesi.
La nuova dirigenza dei Francescani dell’Immacolata, invece, sente cum Ecclesia e sopprime tutte le MIM, o quasi. Rimangono in vita solamente quelle del Nord Italia che hanno dato l'assenso all'operato della nuova dirigenza e che sono seguite da assistenti spirituali filo-volpiani. Oppure, per punire i frati fedeli a padre Manelli, der kommisar, li spedisce al fronte. Un frate “refrattario”, che ha scritto un libro fondamentale sulla Massoneria e che fu particolarmente osteggiato dalla massoneria ferrarese durante una conferenza, è stato trasferito proprio a Ferrara. Come dire: hai voluto toccare certi temi, ora sono fatti tuoi.
Der kommisar ha poi spostato un altro frate che seguiva la causa di beatificazione dei coniugi Manelli da Roma a Tarquinia, in modo tale che quel frate non possa più occuparsi di questa faccenda. Della serie: stoppiamo la beatificazione dei Manelli senior, per non santificare il Manelli vivente.
Questa è la nuova linea dei Francescani dell’Immacolata. Giudicate voi se, con l’arrivo del Commisario apostolico e della sua cricca, i frati hanno approfondito il loro carisma o lo hanno snaturato. Giudicate voi se vivono più cristianamente o se hanno ereditato i peggiori vizi clericali, primi tra tutti, arroganza e prepotenza.

Matteo Carnieletto (http://radiospada.org/)