"La Religione americana - dice Bargy - ha due caratteri che la definiscono; ella è
sociale e positiva;
sociale, cioè più premurosa della società che degli individui; positiva, cioè più desiderosa di ciò che
è umano che di quello che è soprannaturale".
Di mano in mano che l'amore del dogma si spegne, la sua diminuzione ha per conseguenza il minor
interesse per la vita avvenire, a meno che non sia l'indifferenza pel mondo di là che produce la
noncuranza del dogma. Nell'uno come nell'altro caso, il complemento dello spirito positivo è lo
spirito sociale che ha più premura della salute collettiva sulla terra, che della salute individuale nel
cielo.
"Oggidì - dice Strong in principio del suo rapporto ufficiale per l'Esposizione del 1900 - la religione
si occupa meno del futuro che del presente; vi è meno disprezzo della terra per guadagnare il cielo e
maggiore sforzo per far discendere il cielo sulla terra. La religione, ancella del progresso terreno,
confonde il suo fine con quello delle scienze morali e sociali. Queste pigliano qualche cosa di
religioso, e la religione qualche cosa di laico" Se ciò può un giorno arrivare alla perfezione, la
trasformazione del cristianesimo in religione umanitaria sarà compiuta.
Bargy ci mostra all'opera questo cristianesimo che si trasforma in religione sociale. Nel capitolo
XXII del suo libro intitolato:
Une paroisse américaine, ci fa entrare nella organizzazione di una di
queste parrocchie episcopaliane (chiese anglicane) di New York, quella di S. Barthélemy. Egli si
serve per ciò del resoconto parrocchiale che pubblicò il rettore di S. Barthélemy per l'anno 1899.
Esso è sì completo ed abbraccia tante cose, che costituisce un vero libro. Bargy non ne fa che una
breve analisi, e noi ci limitiamo ad un'analisi della sua analisi.
La parrocchia è divisa in
clubs: clubs di uomini, di giovani, di ragazze. Per le donne maritate si
riconosce di non poterle organizzare in
clubs perché le cure famigliari le ritengono in casa. Vi sono
però alcune istituzioni anche per esse. Nel
club degli uomini, vi sono tre lezioni di palestra
ginnastica per settimana; ogni martedì una seduta di discussione sulle questioni sociali, e ogni
giovedì ballo.
Nel
club dei giovani: ogni lunedì lezione d'aritmetica, d'ortografia, di tenuta dei libri, e di
calligrafia; tre volte per settimana lezione di palestra ginnastica e uso dei bagni; il martedì ballo; il
mercoledì esercizi militari ed altri.
Nel
club delle ragazze: tutti i giorni insegnamento di cucito, di mode e di cucina; tre volte per
settimana istruzione di cultura fisica; due volte per settimana istruzione sul modo di tenere i libri;
cinque volte insegnamento di stenografia e di scrittura a macchina.
"Ciò che fa la vita d'un
club - dice Bargy - è l'atmosfera sociale. Perciò gli organizzatori tentano di
svolgere quello che gli Americani chiamano la vita sociale del
club, e che noi potremmo chiamare
la vita moderna. Perciò i pastori favoriscono la danza. Concerti e pezzi suonati dai membri servono
così a creare un'atmosfera sociale ... Nei clubs è la vita interna ed intima della parrocchia. Ma la sua
azione estendesi al di fuori dei
clubs per mezzo della clinica, dell'officina di sussidio, e sopratutto
per due opere di mutuo soccorso: l'ufficio di collocamento e l'associazione di prestito ... Le Chiese
americane disprezzano la carità. Si predica contro la carità. Si cerca di aiutare col lavoro e non col
denaro".
Tutto questo richiede denaro, molto denaro le spese della parrocchia di S. Barthélemy salirono nel
1899 a 207 mila dollari, ossia quasi un milione e cinquantamila franchi. Si riscossero 201.549
dollari; in doni e questue si ricavarono circa 103 mila dollari; 50 mila di locazione dei banchi nella
chiesa, 12 mila di rendita di un legato e 20 mila di quotazione dei membri dei
clubs.
Le Chiese così organizzate sotto l'aspetto dell'azione sociale, si chiamano "Chiese istituzionali". La
Chiesa istituzionale ha creato un nuovo tipo di pastore: il pastore uomo d'affari. "Il direttore di
un'officina - dice l'
Evening Post - non ha bisogno di maggior talento per l'azione, che il capo d'una
Chiesa moderna colla moltiplicità delle sue opere. Non vi è più posto per la teologia in un uomo che
presiede sei comitati in un pomeriggio. La Chiesa istituzionale non formerà mai dei Tommaso
d'Aquino".
Un sì grande sciupio di attività e di denaro ha almeno uno scopo spirituale? Bargy si è fatta questa
domanda: "Le opere delle Chiese hanno esse un fine in sé, o hanno di mira le conversioni?". Egli
risponde: "Le Chiese d'Europa hanno tanto a cuore il dogma, che tutto quello che fanno di umano
sembra, ai loro avversari, una via segreta che conduce al dogma; ma la mente d'un americano non
sospetta punto in un'opera buona un secondo fine dommatico. Le opere sociali diventano l'esistenza
stessa di queste Chiese. Per i giovani ministri della nuova scuola, sono le opere che formano
l'attrattiva del loro mestiere. Nel pensiero del clero, la sua opera umanitaria non è subordinata
all'opera ecclesiastica; quando la compagnia di
foot-ball è rappresentata al servizio (religioso) della
sera, egli se ne compiace, ma non è meno lieto quando la questua della sera gli fornisce il denaro
per il
foot-ball".(1) Parimenti "i soci amano le opere per se stesse; sono anzi la sola forma di
religione che molti amano; gli Americani hanno una tendenza a non comprendere altro culto che
l'azione; le opere non sono per essi un aiuto alla religione, ma sono la religione medesima". La
relazione del pastore di S. Barthélemy nota, senza vederne tutta l'importanza, un fatto curioso: molti
dei parrocchiani invece di assistere all'ufficio, assistono alla scuola di catechismo: molti ne fanno il
solo luogo dove pigliano parte al culto. Per essi l'insegnamento è un'azione, e il culto reso a Dio non
è un atto in senso americano, o se pur è un atto, è un atto vano e inutile che nulla produce.
Essendo la Chiesa concepita come una scuola di vita pratica, niuna meraviglia che i pastori delle
diverse sette facciano in comune i loro uffici e si cedano a vicenda la loro cattedra.(2) Essi la
cedono anche ad uomini secolari, a professori, a sociologi politici. Gli uomini di ogni credenza sono
invitati a queste conferenze, si fa della musica e si applaudiscono i musici.
Avvi a New York una "Conferenza religiosa dello Stato di New York"; essa eccita gli altri Stati a
formarsi delle confederazioni somiglianti. La sua organizzazione è permanente, ma tiene ogni anno
una riunione generale. La sessione del 1900 riunì i rappresentanti di undici sette, compresivi gli
Ebrei. Le sue tornate si tengono al mattino, nell'"Edificio delle carità riunite" e quelle della sera
nelle diverse chiese per turno. Nella sessione del 1900 i conferenzieri discussero, fra le altre
questioni, quelle che mostrano lo spirito e le tendenze di queste associazioni: "la possibilità d'un
culto comune", "la religione, principio vitale d'una democrazia", "la religione, vita di Dio nell'anima
dell'uomo", ecc. Il segretario generale pose questo principio: "La distinzione tra la religione e la
teologia è riconosciuta in tutto il mondo. La religione unisce ciò che la teologia divide". Un breve
servizio religioso ha luogo nelle tornate della sera; e un comitato, costituito da due pastori e, d'un
rabbino, propose un "Manuale del culto in comune", composto di preghiere tratte dagli uffici
ebraici, di frammenti della liturgia cristiana, antica e moderna, e di estratti della Sacra Scrittura
adottati dagli Ebrei, dai Cristiani e dalle società morali.
Negli ultimi giorni del 1900 fu ideata un'impresa ancor più vasta. Il 3 dicembre, una riunione di
metodisti, battisti, presbiteriani, congregazionalisti, riformati, anglicani, ecc., stabilì il piano d'una
organizzazione più comprensiva e d'uno spirito più largo delle leghe già esistenti qual'è quella dello
Sforzo cristiano
che conta tre milioni e mezzo di membri. Dopo aver raccolte tutte le congregazioni,
essa stimolerà e coordinerà i loro sforzi, ed entrerà per mezzo loro in relazione con tutte le opere
religiose del paese. Un comitato nazionale siederà nel quartier generale e nominerà dei comitati di
Stato, poi dei sottocomitati per le suddivisioni minori. Ella sarà neutra fra tutte le dottrine.
Una tal corrente non poteva non giungere ai seminari; perciò si è riformato il sistema
d'insegnamento dei seminari di Cambridge, New York, Chicago, ecc. Si fanno meno teologi e più
uomini d'azione. Vi si forma - dice Wett-Hide "il ministro del nuovo tipo".
Stanley-Root, incaricato d'un'inchiesta sulla Chiesa moderna per mezzo del giornale di New York, il
più studioso delle questioni religiose, osservò da vicino questi ministri di nuovo tipo, e così
conchiuse:
Mutualismo è la prima e l'ultima parola del cristianesimo ... Filippo Brooks disse che il
mutualismo si chiama ora socialismo, ora comunismo. Se è così, cristiano equivale a socialista. Ma
il socialismo in questione, non implica le dottrine di questo o quel partito che porta questo nome.
Esso è "la vita nuova, in cui la reciproca obbligazione è la legge universale".
Non doveasi stare alla sola teoria. Nel 1840, Channing tentò un saggio di comunismo mediante il
fior fiore della nazione. Vi interveniva Emerson; Brownson, il P. Hecker, Alcott, Margaret, Fuller,
Enrico Channing, Hawthorne ivi vissero e lavorarono; le persone più illuminate del paese, donne e
uomini, vi facevano il bucato e l'aratura della terra, gli uni per mesi, gli altri per anni. La colonia
contò, durante il soggiorno che vi fece Hecker, da settanta a cento associati. "Vi erano fra noi - dice
Miss Anna Blackwell - delle persone di ogni età e di ogni condizione: giovani, vecchi, ammogliati e
non ammogliati ... e ne risultò un buon numero di amorazzi, e durante la sua breve esistenza, si
fecero molti matrimoni a Brook-Form". Il che non impedisce all'autore della
Vita del p. Hecker di
dire che il suo eroe vi fece "il suo primo saggio di
vita monastica". In realtà alcuni di questi
"monaci" si elevarono all'universalismo più trascendentale, ed altri al "cattolicismo" più liberale,
più ostile "alle dogane e alle frontiere".
La celebrità dei membri fece dell'opera un esempio il cui effetto sull'anima americana non può
misurarsi. Brook-Form è il tipo per eccellenza del socialismo americano. Due tratti, dice Bargy, ne
formano la fisonomia: il cristianesimo e l'individualismo. È un socialismo cristiano, ed è un
socialismo individualista.
Questa mentalità degli Americani spiega come essi pongano nel loro ardore al lavoro per l'acquisto
della ricchezza, una specie di sentimento che chiamano religioso.
"Si crede - dice Bargy - che gli Americani abbiano il gusto del benessere. Questo non è affatto vero,
ma ne hanno la religione. Non sono scialacquatori. Nei sacrifici che si impongono per un
insignificante comodo, s'ingannano; essi credono all'obbligo di arricchirsi, si sacrificano al denaro
più che non ne godano. Il loro culto della civiltà materiale ha tutti i caratteri della illusione religiosa.
Si immolano veramente a Moloch, come i martiri volontari di Cartagine. Il loro
home,(3) è il tempio
in cui ognuno di essi sente aleggiare intorno a sé lo spirito divino del progresso sotto forma di
agiatezza e di lusso".
Ecco la religione umanitaria. Ma come questa religione che si chiama la "religione dell'avvenire",
può conservare il nome di Cristo? Che cosa conserva essa ancora di cristiano? Si può anche
dimandare: che cosa ha ancora di religioso?
Scartato il dogma, Dio finisce per essere dimenticato, e l'uomo prende il suo posto. Ciò che si
chiama ancora
religione non è più la religione, cioè quello che lega l'uomo a Dio, ma ciò che unisce
gli uomini in vista dei loro temporali interessi. È così che l'ex-abate Hébert comprende la religione
che vorrebbe veder fondata presso di noi: "Ai giorni nostri, la fede attiva e vivente, non è piuttosto
in una Casa del Popolo che in una cattedrale, in un laboratorio, in una drogheria cooperativa che in
molti conventi?".(4)
Note:
(1) Un giuoco di pallone a colpi di piede.
(2) Alberto Houtin, nel suo libro
L'Américanisme, riconosceva che non è costume che i sacerdoti
cattolici invitino i membri protestanti a predicare presso di essi. T. 14).
(3)
Home, cioè focolare, casa.(4) Revue blanche del 15 marzo 1903.