lunedì 30 dicembre 2013

Libertà, o del rifiuto della menzogna

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Tra le principali parole di cui si abusa sin dall’inizio di questa nostra epoca contemporanea, ce n’è una in particolare che mi sta a cuore, una parola di estrema importanza, e specialmente deve esserlo per noi cattolici, in quanto essa è anche una parola evangelica: la libertà.
Come tutto ciò che è abusato, anche questa parola è stata svuotata del suo significato più autentico. Cosa è infatti la libertà? Con la rivoluzione francese e la grande volgarizzazione della terminologia massonica, il termine libertà ha perso la sua accezione più sacra e quindi più vera, fino ad arrivare paradossalmente e orwellianamente a confondere la schiavitù stessa con la libertà.
George Orwell, infatti, grandioso e “profetico” scrittore britannico del secolo scorso, di formazione marxista ma morto cristiano, nel suo più celebre romanzo distopico, 1984, pone come uno dei tre motti del protagonista-antagonista della sua opera, il grande governo di Oceania1, la frase: Freedom is Slavery, “Libertà è Schiavitù”. George Orwell è “profetico” non perché fosse un profeta nel senso biblico del termine. Le sue non sono profezie dovute ad illuminazioni divine altrimenti irraggiungibili dalla sola mente umana, ma frutto della ragione, di una analisi precisa della realtà sua contemporanea e che, a suo dire, avrebbe portato ad una situazione simile, se non addirittura uguale, a quella drammatizzata nella sua opera.
Il termine italiano “libertà” non rende giustizia, a livello meramente etimologico, al concetto autentico dello stesso. Esso deriva dal latino libertas, da lubère, che significa “far piacere”, “aggradare”, quindi farebbe intendere – ed è questa l’accezione contemporanea – che libero è chi fa ciò che più gli piace senza alcun ostacolo.
Possiamo in sintesi affermare che esistono due tipi di libertà, ed è questo un concetto che proviene dalla grande tradizione filosofica del passato: esiste una libertà-di e una libertà-da, ma non entrambe, tuttavia, sono vera libertà. La libertà-di è comunemente chiamata anche “arbitrio”, ma non costituisce in sé stessa la libertà autentica, tuttavia è necessaria per raggiungerla. In passato, teologi eterodossi come Martin Lutero e Calvino teorizzarono il servo arbitrio2, negando quindi la possibilità della libertà-di, ma la Chiesa Cattolica e l’intera cristianità, sin dai primi tempi, ha fortemente sostenuto e difeso il – appunto – libero arbitrio, che tuttavia, lo ripetiamo, non è necessariamente la libertà in sè. Questa concezione protestante, che invero proviene dallo gnosticismo, ha dato poi avvio alla concezione di libertà che ha avuto il proprio culmine nel motto massonico di libertà intesa come libertà-da-autorità, di qualsiasi forma (politica, morale, religiosa, etc.). La definizione che il filosofo prussiano Immanuel Kant, di formazione appunto protestante, diede dell’Illuminismo, derivato massonico, si basa proprio su questa concezione della libertà: “L’Illuminismo è la fuoriuscita dell’Uomo dallo stato di minorità”3. Libero-dal peccato, per i luterani e i calvinisti, per esclusiva attività della Grazia, diviene poi libero-dal male, inteso come autorità assoluta, nel senso “laicizzato” dalla massoneria e dalla mentalità comune. Per essere libero, dunque, secondo la terminologia protestante, massonica e derivata, l’Uomo deve essere libero-da, ancor prima di essere libero-di. Solo quando l’uomo sarà libero-dal male (il peccato per i protestanti, l’autorità assoluta per i massoni e gli illuministi, colpevole di aver formato negli individui lo “stato di minorità” di cui parla Kant), potrà essere veramente libero. La libertà autentica, quindi, in questa visione delle cose, corrisponderebbe alla libertà-di, scegliere ciò che più piace senza alcun ostacolo.
Ma è davvero questa la libertà autentica? Infatti noi possiamo scegliere un qualcosa senza costrizioni, ma non necessariamente possiamo essere definiti liberi. Possiamo comprendere questo importante concetto soltanto con un esempio che riesca a mettere a fuoco il rapporto che deve esserci tra esso e la nostra natura. Ora, noi sappiamo bene che l’Uomo per natura aspira a verità e giustizia. Poniamo l’uomo, assolutamente svincolato da ogni forma di autorità morale, civile e religiosa. L’uomo è libero-di scegliere la verità o la menzogna. Poniamo ora che questo uomo libero-di scegliere, sceglie la menzogna, anziché la verità. Ciononostante, non potremo definire quell’uomo libero, perché la menzogna ostacolerà la sua naturale aspirazione alla verità. Una volta compresa la condizione, quell’uomo si ritroverà nuovamente di fronte ad una scelta: egli sarà libero-di scegliere la verità o di perseverare nella menzogna. Subentrerà dunque il secondo tipo di libertà, la libertà-da. Nel caso in cui, infatti, egli sceglie la verità, la libertà-di scegliere la verità si tramuta in libertà-dalla menzogna. E’ questa dunque la libertà più autentica, la libertà-dalla-menzogna. Nel caso contrario, avremo solo un uomo libero-di, ma non un uomo libero.
E’ questo il senso della frase evangelica: “conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Giovanni 8,32).
Bisogna essere liberi-di accettare e conoscere la verità, per poi raggiungere lo stato di vera libertà, liberi-dal male, che come ci insegna la stessa preghiera del Pater, non è un concetto astratto o mondano, ma è Satana, il “principe della menzogna”, come viene chiamato appunto da Nostro Signore nel Vangelo.

Gaetano Masciullo, clicca qui per altri articoli e studi. (http://radiospada.org/)

Note:

1 In 1984, George Orwell immagina un governo unico mondialista suddiviso in tre superpotenze (Oceania, Eurasia e Estasia), che fingono di farsi continuamente guerra per terrorizzare e mantenere coeso il popolo in un perenne collettivismo, e in una “zona franca” (Nord Africa e Medio Oriente), dove avverrebbero concretamente gli scontri tra le superpotenze. 
2 Secondo Lutero e Calvino, l’uomo, macchiato dal peccato originale, non può scegliere liberamente il bene se non per azione soprannaturale della Grazia. L’uomo, senza la Grazia, è destinato inesorabilmente a scegliere il male. L’arbitrio dell’uomo è, in questo senso, “servo” del peccato originale. Solo Adamo, il primo uomo, fu veramente libero di scegliere il bene o il male.
3 Immanuel Kant, Che cosa è l’Illuminismo?