Il Sacro Romano Impero:
Dall'apice al declino.
La società Cristiana realizzata:
Costantino il Grande. |
Il Sacro Romano Impero fu storicamente la realizzazione pratica del dogma della Regalità sociale di Gesù Cristo, in base al principio che anche la società temporale, guidata dall’autorità legittima, debba riconoscere la vera ed unica religione rivelata da Dio per mezzo di Gesù Cristo, e conformarsi ai suoi principi.
Al di là di suddivisioni storiografiche più o meno precise (Sacro Romano Impero carolingio, SRI della Nazione Germanica, ecc) occorre sottolineare che la monarchia universale cattolica, modello dello stato cristiano, nacque nel preciso istante in cui il detentore della suprema autorità politica si convertì alla religione di Cristo. Costantino il Grande, dunque, il primo Imperatore cristiano, fu anche, in un certo senso, il fondatore storico del SRI quando, dopo la miracolosa battaglia al Ponte Milvio, promulgò nell’anno 313 d.C. il celebre editto di Milano, con cui era concesso ai cristiani, fino ad allora fuorilegge e nemici dello stato, di poter professare pubblicamente la vera religione. Non si sottolineerà mai abbastanza, quindi, l’importanza di questo grande santo e uomo politico in ordine alla nascita dello stato cattolico e dell’Occidente cristiano.
Il nome stesso con cui, a partire dal Medioevo, la monarchia universale cristiana è stata intitolata, ossia, appunto, Sacro Romano Impero, ne indica perspicuamente le note e caratteristiche imperiture, al di là delle contingenze storiche, che ne hanno influenzato la plurimillenaria vicenda. Si trattò infatti, di un (1) Impero, ossia di una a) monarchia (la miglior forma di governo, secondo il costante insegnamento della Chiesa e della sana filosofia) b) universale, ossia plurinazionale, unificata nell’eredità 2) romana, ovvero della civiltà naturale più perfetta, il mondo classico greco-romano, sul cui fondamento, come a proprio piedistallo, s’innestò 3) il Cristianesimo (Sacro), la religione rivelata.
Storicamente parlando il SRI ebbe varie vicissitudini, ossia translationes, nel senso che ne detennero l’autorità suprema diverse nazioni e casate principesche. Queste vicende però non ne mutarono mai la sostanza, restando sempre questa sublime istituzione il corrispettivo temporale della Chiesa cattolica, il suo naturale antemurale. Il concetto di translatio Imperii (trasferimento dell’Impero) si combina sempre, però, con quello speculare di Renovatio Imperii (Restaurazione dell’Impero). Il fatto cioè che ad una nazione, storicamente parlando, ne sia succeduta un’altra nell’Impero (i Greci, i Franchi, i Germani), ad una casata pricipesca ne sia subentrata un’altra (i Carolingi, i Sassoni, i Franconi, gli Svevi, gli Asburgo, i Lorena ecc.), è consistito in un trasferimento di potere, voluto dalla Provvidenza, che ha significato però, spesso, una renovatio Imperi, ossia la restaurazione della grande concezione che ne è sottesa, ovvero l’unificazione del genere umano, non solo nell’unica Chiesa, ma pure, seppur con gradi diversi, sotto la medesima autorità temporale.
Per comodità storiografica, la vicenda della monarchia universale cristiana, può suddividersi in vari momenti:
Sant'Ambrogio converte l'Imperatore Teodosio I () |
(1) Il periodo romano-bizantino da Costantino il Grande a Costantino VII Pogonato (313-800 d. C.) in cui l’Impero cristiano, gravando verso Oriente, attorno alla capitale Costantinopoli, esercitò un’autorità diretta sui territori cristiani di levante, accontendandosi, dopo il tentativo parzialmente riuscito dell’Imperatore Giustiniano nel VI secolo di restaurare l’autorità diretta imperiale in Occidente, dell’impiego di una potestà indiretta sui regni romano-barbarici europei, dominati da elites germaniche da secoli alleate con Roma (foederati), essendo le cosiddette invasioni barbariche più una ‘spiritosa invenzione’ di umanisti e romantici, che non una realtà storica. Tra questi regni occidentali, che riconobbero sempre la supremazia imperiale di Costantinopoli, emerse ben presto quello dei Franchi.
Carlo Magno. |
(2) La Renovatio Imperi carolingia (800-911) sotto i discendenti diretti del grande Carlo. La restaurazione dell’Impero in Occidente non consistette in altro che nell’esercizio diretto dell’autorità imperiale sui regni occidentali europei da parte di una dinastia germanica. Ciò coincise con una delle epoche di maggior splendore culturale e spirituale dell’Europa.
Ottome il Grande. |
(3) Il periodo che va dalla Translatio del potere supremo dai Franchi orientali a quelli occidentali (tedeschi) operata da Ottone il Grande (962) fino al cosiddetto grande Interregno (1250), rappresenta senz’altro il periodo di massimo splendore dell’istituzione, ormai divenuta, per prescrizione secolare, appannaggio delle più potenti casate feudali del Regno di Germania (Duchi di Sassonia, Duchi di Franconia, Duchi di Svevia). Se quest’epoca vide sorgere delle contese col potere sacerdotale (la celebre Lotta per le investiture), occorre però ricordare che nessun Sacro Romano Imperatore mise mai in discussione, come fa invece il laicismo giacobino moderno, la necessaria alleanza e concordia tra Sacerdotium e Imperium, e la superiorità metafisica dell’ordine soprannaturale su quello temporale. Quelle lontane controversie, che ai contemporanei parvero spesso titanici scontri tra le due supreme autorità della terra, se paragonate, infatti, dopo secoli di rivoluzione anti-cristiana, all’immensa tragedia in cui è immersa la società odierna, che nega radiciter il dogma della regalità di Cristo Dio, elevando su cataste di cadaveri lo stato ateo contemporaneo, quelle controversie lontane, dicevo, appaiono innocenti trastulli di bambini.
Durante quest’epoca la mistica allenza tra le due massime autorità del genere umano era ben rappresentata dalla splendida cerimonia d’Unzione e Incoronazione dell’Imperatore che si svolgeva a Roma da parte del Sommo Pontefice. Questi, coadiuvato dai Cardinali Vescovi di Ostia e Porto, conferiva al sovrano, già unto e incoronato Re di Germania e d’Italia, l’unzione con l’olio benedetto e gli consegnava le insegne del potere (corona, spada ecc.). Infine – per sottolineare la natura divina del potere imperiale e la necessaria collaborazione coll’autorità pontificale – il novello principe partecipava alla Messa papale dove svolgeva l’ufficio del Suddiacono, porgendo al Sommo Pontefice al momento dell’Offertorio il Calice e l’acqua per il Sacrificio. Poi era comunicato dal Papa sub utraque specie, ossia riceveva entrambe le specie eucaristiche, pane e vino, Corpo e Sangue di Cristo, alla maniera sacerdotale. La natura semi-sacerdotale – per così dire – del potere imperiale, era, così, ben indicata dalla liturgia dell’Incoronazione del Pontificale Romano. La natura sacra del sovrano cattolico per eccellenza, tale che gli permettava di accedere ai Vasi Sacri della Messa (prerogativa esclusa ai semplici laici) come un Suddiacono, significava la cura e la dedizione che a tale carica erano connesse per la vera religione e la sua Chiesa.
Federico III del Sacro Romano Impero. |
4) La fase decadente dell’autunno del Medioevo (1273-1439) vide, col declino della civiltà classico-cristiana medioevale, anche la decadenza dei due sommi poteri. Il Papato venne infatti sconvolto prima dalla cosidetta Cattività Avignonese (1305-1378), con l’abbandono di Roma, poi col ben più grave Scisma d’Occidente (1378-1415) per cui il medesimo Conclave elesse più Papi al medesimo tempo. Il Sacro Impero, a sua volta, dovette subire l’assalto delle monarchie nazionali, quella francese in primo luogo, superiorem non recognoscens, che non riconoscevano più, nemmeno in tesi, la supremazia del monarca universale, il Romano Imperatore, sui sovrani dei regni particolari. Questo spirito di superbia, che provocò una serie interminabile di guerre per la supremazia europea, fu l’avvisaglia di ben più devastante bufera, quella scatenata dall’empio Lutero nel 1517.
Giuseppe II del Sacro Romano Impero. |
5) Nell’epoca moderna (1439-1806), caratterizzata dal predominio della Casa d’Austria (1439-1746) e dei Duchi di Lorena, che furono gli ultimi Imperatori Romani, il SRI, pur scosso all’interno del Regno di Germania dallo scisma religioso e contrastato all’esterno dagli assalti dell’Islam, alleato della Francia cattolica, non mancò ancora di mandare gli ultimi bagliori della sua antica grandezza. Gli Imperatori Romani restavano i più potenti monarchi della Cristianità e i popoli europei, soprattutto quelli cattolici, guardavano a loro come ai naturali difensori dell’ordine cristiano e della Chiesa romana. C'è da aggiungere , però, che alla salita al potere dei primi Loreana, quindi dall'elezione di Francesco I del Sacro Romano Impero che era massone, l'ordine Cristiano , quello vero per intenderci , venne meno in quanto il pensiero massonico è l'antitesi di quello Cristiano. Con Francesco I le logge cominciarono a prendere piede e potere corrompendo idee e spirito. Questo potere oscuro in contrasto con quello Cristiano prese a diffondersi in maniera prepotente sotto Giuseppe II (1780-1790) , l'"Imperatore sacrestano", e in parte con il fratello di quest'ultimo , Leopoldo II (1790-1792).
I problemi più grossi e deleteri sopraggiunsero alla fine del XVIII secolo.
Le conseguenze della Rivoluzione Francese e delle invasioni napoleoniche nel Sacro Romano Impero:
Gli sgherri rivoluzionari assaltano la Bastiglia. |
Nel 1805 si formò in Europa la terza coalizione contro Napoleone, il quale si era autoincoronato "imperatore dei francesi" nel 1804: il Bonaparte aveva trascorso l'ultimo anno sulle coste della Manica, a preparare una vasta operazione militare contro la Gran Bretagna ma, comprendendo le difficoltà di una operazione di sbarco nelle Isole Britanniche decise fin da agosto di rinunciare ai suoi piani di invasione e di organizzare un rapido trasferimento a marce forzate dell'intero esercito, denominato Grande Armata, dalle coste della Manica fino al Reno e al Danubio per sconfiggere le forze coalizzate sul continente.
Napoleone riceve la resa di Vienna il 13 novembre 1805, durante la guerra della terza coalizione. |
Le forze coalizzate prevalentemente asburgiche e russe (sotto il nuovo zar Alessandro I), anche se con la neutralità della Prussia, erano numericamente soverchianti ma divise per interessi divergenti. Due i fronti principali: quello germanico, dove Napoleone in persona aveva assunto il comando della Grande Armata e quello italico dove il settario generale Andrea Massena guidava l'Armata d'Italia. Con una manovra strategica Napoleone accerchiò e costrinse alla resa l'esercito ausburgico del generale Karl Mack ad Ulma (20 ottobre), e, mentre il maresciallo Massena combatteva la battaglia di Caldiero (30 ottobre), entrò con l'armata a Vienna, dopo aver superato il Danubio con uno strategemma di Gioacchino Murat. Tuttavia gli eserciti coalizzati austro-russi erano ancora in campo e la situazione di Napoleone appariva difficile. Il 2 dicembre 1805, anniversario della sua autoincoronazione, Bonaparte combatté e vinse la battaglia di Austerlitz, provocando la disgregazione della terza coalizione. Rimasta nella storia come il suo capolavoro tattico, con la battaglia di Austerlitz Napoleone ottenne una posizione di predominio in Europa. Il giorno dopo i sovrani d'Europa costretti chiesero la pace. Gli Asburgo perdevano ogni controllo sul Sacro Romano Impero , che artificiosamente e deleteriamente veniva mutato come Confederazione del Reno, primo seme del nazionalismo tedesco sotto il controllo diretto di Napoleone. Si racconta che, dopo aver appreso di Austerlitz, il primo ministro inglese William Pitt avesse chiesto a una nipote di arrotolare la carta dell'Europa esposta in un corridoio di casa. «Non ci servirà per almeno dieci anni».
Napoleone entra a Berlino il 27 ottobre 1806. |
L'anno seguente Napoleone si imbatté nella quarta coalizione, costituita da Gran Bretagna, Prussia e Russia; il Bonaparte prese subito l'offensiva e, dopo una manovra strategica, sconfisse completamente il vantato esercito prussiano nella battaglia di Jena (14 ottobre 1806). La Grande Armata catturò o disperse i resti dell'esercito prussiano e Napoleone entrò a Berlino il 27 ottobre.
Napoleone era penetrato con il suo esercito , e con le idee sovversive e rivoluzionarie che esso portava , nel Sacro Romano Impero diffondendo in esso il germe del nazionalismo. Con la Pace di Presburgo, firmata il 26 dicembre 1805 nella città omonima (l'odierna Bratislava), stipulata tra l'Imperatore Francesco II del Sacro Romano Impero e Napoleone Bonaparte, e che mise fine alla guerra della terza coalizione , segnò la fine formale del millenario Sacro Romano Impero.
Francesco II del Sacro Romano Impero. |
Continua...
Fonte:
Wikipedia (immagini).
http://www.traditio.it/
Scritto da:
Redazione A.L.T.A.