martedì 10 dicembre 2013

Dal Sacro Romano Impero all'Impero Tedesco : dalla realizzazione pratica del dogma della Regalità sociale di Gesù Cristo all'imperialismo-nazionalismo protestante - Parte 3° - .




Dal 1848 alla Seconda Guerra dello Schleswig.



La tempesta del 1848 nel mondo tedesco e le sue conseguenze.



Il Convegno massonico di Strasburgo del 1847 organizzò i moti rivoluzionari dell'anno successivo che si propagarono contemporaneamente a Parigi, Vienna, Berlino, Milano, Roma e Napoli.  La Zollverein negli anni precedenti era servita a diffondere uno spirito nazionalista in tutti gli Stati tedeschi. Le notizie della rivoluzione del febbraio 1848 a Parigi raggiunsero rapidamente l'arrivista  borghesia liberal-settaria tedesca dandole il segnale per agire. Le masse operaie vennero inizialmente ingannate dal vento della Rivoluzione innescato dai loro stessi sfruttatori (alta borghesia).


Federico Guglielmo IV di Prussia.

Il 15 marzo 1848, i sudditi borghesi di Federico Guglielmo IV di Prussia diedero inizio alle manifestazioni le quali davano libero sfogo alle loro ambizioni politiche con rivolte violente a Berlino, mentre nella capitale francese, barricate vennero erette in tutta la città per contenere i combattimenti urbani tra borghesia parigina ed esercito orleanista. Quando Luigi Filippo scappò in Inghilterra, il Re di Prussia , preoccupato per gli eventi e costretto, si avvicoinò  alle richieste rivoluzionarie giungendo ad un accordo e promettendo una costituzione liberale e un parlamento (borghese) e il supporto all'unificazione tedesca contro l'ordine legittimo e la Corona Imperiale degli Asburgo. Essendo Federico Guglielmo IV di spirito e politica antiaustriaca, e invaso da un ambizioso desiderio di potere,   non trovò difficoltà ad accettare quest'ultima postilla.

Il 18 maggio il Parlamento di Francoforte aprì la sua prima sessione con membri provenienti dai vari Stati tedeschi e dell'Impero d'Austria. Questo si divise immediatamente tra i fautori della Kleindeutsche (piccola Germania) e della Grossdeutsche (grande Germania). La prima , protestante e antiaustriaca , favoriva la Prussia sulla testa del cui Re volevano porre  la corona imperiale. La seconda, più moderata ,  favoriva la Corona degli Asburgo a Vienna, che avrebbe integrato Austria e Boemia (ma non l'Ungheria) nella nuova Germania.

La prima seduta del Parlamento di Francoforte.

Da maggio a dicembre, l'Assemblea dibatté caoticamente su argomenti accademici, mentre i conservatori, pregni anche loro del veleno della Rivoluzione,  reagirono prontamente contro i riformatori, capisaldi della sovversione. Nel frattempo, tale competizione permise un aumento di autorità  della classe alta terriera, che vide le sue basi economiche affondare a favore della borghesia . Questa, si rivolse quindi alle leve politiche per preservare il suo potere. Poiché l'esercito prussiano, nel quale militavano perecchi settari,  si rivelò fedele, e il popolo si accorse dell'inganno non cadendo nel vortice della sovversione ,  Federico Guglielmo IV riprese l'iniziativa. Mentre l'Assemblea emanava la sua massonica e infrancesata "Dichiarazione dei diritti del popolo tedesco" (?), e mentre  veniva stesa una costituzione liberale (escludendo l'Impero d'Austria che aveva prontamente rifiutato l'offerta), la guida di un "Reich" che si voleva far nascere dalla sovversione venne offerta all'ambizioso Federico Guglielmo IV il quale  rifiutò di prenderla perchè timoroso delle conseguenze dato che non godeva di sufficienti garanzie : per rifiutarla si disse che il Re di Prussia esclamò che non avrebbe accettato di  "raccogliere una corona dalle fogne". Molti delegati tornarono a casa, e l'esercito prussiano rispose placando qualche rivolta. Molti  liberali della classe media e alto-borghese  fuggirono all'estero, specialmente negli Stati Uniti.

Francesco Giuseppe I d'Austria.
(1851).
Mentre l'Impero d'Austria  alla guida del giovane Imperatore Francesco Giuseppe I  riconquistava con gli onori militari  l'ordine nei suoi Stati , nel 1850 il furbo Re prussiano emanò la sua costituzione, in risposta alla fallita rivoluzione borghese . Il suo documento sponsorizzava una Confederazione degli stati tedeschi del nord e concentrava il potere reale nelle mani del Kaiser e delle classi alte. L'ambiziosa Prussia rispose alle avvisglie di intervento russe ed austriache, che volevano impedire la formazione di  una Germania protestante e nazionalista  dominata dalla Prussia, alla conferenza di Olomouc, conosciuta come l'"umiliazione di Olmütz".













L'ascesa di Guglielmo I e di Bismarck.

 Poco dopo l'"umiliazione di Olmütz", una nuova generazione di statisti soggiogati nella mente e nello spirito dalla Rivoluzione iniziò a dare risposta, per i propri loschi fini, alle richieste nazionaliste per l'unità di una Germania protestante e antiaustriaca.

Incoronazione di Re Guglielmo I di Prussia.

Il 2 gennaio 1861 Federico Guglielmo IV morì e suo fratello Guglielmo Federico Ludovico ascese al trono prussiano con il nome di Guglielmo I. Dal fratello però, oltre alla corona, egli ereditò anche l'odio verso la Cattolica Austria e il conflitto con il parlamento, di stampo liberale. Egli era considerato una persona politicamente neutrale dal momento che operò meno nell'ambito parlamentare di quanto avesse fatto Federico Guglielmo IV . Guglielmo I ad ogni modo trovò una soluzione di tipo conservatrice per il conflitto: egli nominò a primo ministro una mente diabolica, Otto von Bismarck . Secondo la costituzione prussiana, il primo ministro era responsabile delle proprie azioni unicamente verso il Re e non verso il parlamento e Bismarck era l'uomo perfetto perché per la sua personalità rigida e fredda, oltre che in linea con la politica antiatriaca del sovrano, tendeva a vedere la propria relazione con Guglielmo I come un rapporto tra vassallo e signore: chi fosse secondo Bismarck il "vassallo" in verità non è certo. Ad ogni modo fu Bismarck a tenere le redini del governo ed a dirigerne l'andamento, così come gli affari inerenti alla casa reale e la politica estera, fornendo in molte occasioni l'assistenza più consona  ai guadagni di Guglielmo I.

Otto von Bismarck
(1862).


Otto von Bismarck apparteneva per nascita alla classe degli junkers o nobili rurali. Dopo aver frequentato le Università di Gottingen e Berlino come studente mediocre, ma come buon duellatore e scapestrato, divenne un pubblico funzionario, ma non tardò ad essere licenziato a causa delle sue abitudini irregolari e dissipate.
Per qualche tempo appoggiò il liberalismo, ma più tardi si trasformò in un rigoroso difensore dell'eresia  luterana e della monarchia assoluta in tal senso. Divenne famoso per l'eloquio violento contro quella che chiamava "ignominiosa democrazia". Come precedentemente detto, nel 1862, il Re Guglielmo I lo nominò presidente del Consiglio dei Ministri di Prussia.
Alto quasi due metri, con lo sguardo duro e penetrante, senza scrupoli, audace, dalla volontà ferrea, esperto nella politica e nella diplomazia, aveva una visione profonda della Rivoluzione. Era un nemico temibile, poichè rimaneva sempre padrone di sè, ingannando frequentemente i suoi avversari. Aveva il genio della doppiezza, e nessuno meglio di lui sapeva preparare pazientemente l'agguato dove avrebbe fatto cadere i suoi nemici. Secondo quanto egli diceva, "le grandi questioni non si risolvono nè coi discorsi, nè coi voti, ma col ferro e col sangue". Bismarck odiava la potente e Cattolica Austria più di quanto amasse la Prussia.
Nel 1859, in occasione della campagna di espansionismo piemontese in Italia , gli Asburgo persero  persero il Regno Lombardo e anche, nel 1860, l'influenza protettrice sull'intera Penisola. Dalla sconfittà militare subita dalle truppe di Napoleone III, l'Impero d'Austria ne usciva moralmente ferito. La Prussia si vide bene dall'intervenire anche se una certa storiografia affermi il contrario. L'indebolimento dell'Austria andava a tutto vantaggio della politica arrivista prussiana.
Nella trasformazione degli Stati tedeschi e della Germania  in militarista e protestante nazione unificata, Bismarck architettò un piano che fu realizzato in varie tappe, con una abilità  diabolica. In primo luogo progettò di eliminare la Cattolica Austria dalla sua posizione di legittima egemonia nella Confederazione Germanica; come mezzo preliminare per raggiungere il suo obiettivo, entrò in conflitto con la Danimarca sul possesso dello Schleswig-Holstein.



La trappola del Bismarck - Seconda guerra dello Schleswig.



I ducati di Schleswing-Holstein.

Le province dello Schleswig-Holstein, abitate in maggioranza da tedeschi, erano in una situazione particolare. Dal 1815 l'Holstein era stato incluso nella Confederazione Germanica, ma entrambi i territori erano soggetti al Re di Danimarca.
Lo Schleswig-Holstein era stato già al centro di una crisi internazionale tra il 1848 e il 1849. Tale crisi aveva innescato un breve conflitto fra gli stati tedeschi, capeggiati dalla Prussia, e la Danimarca. Il trattato di Londra del 1852 aveva posto fine alla guerra, decretando la temporanea fine della contesa sui due possedimenti.
I motivi di rivalità intorno ai due stati riguardavano l'indivisibilità da trattato dei ducati e il fatto che le rispettive  pesti nazionaliste , quella tedesca appoggiata dalla Prussia, e quella danese appoggiata dal governo di Copenaghen , pretendendevano il completo possesso dell'intera totalità dei loro territori. La crisi esplose quando il sovrano danese, Cristiano IX , vittima del suo stesso carattere impulsivo ,  si rese responsabile di un atto di forza teso a garantisi il possesso dei territori. Prima che Federico VII di Danimarca morisse nel 1863 il parlamento danese aveva approvato uno "statuto di marzo" che consentiva allo Schleswig di venire incorporato nel Regno di Danimarca. Federico non aveva firmato lo statuto, mentre il suo successore, Cristiano IX, una volta ottenuto il trono, procedette a firmare immediatamente il documento. L'opposizione dei nazionalisti tedeschi alla scelta di Cristiano fu immediatamente molto violenta, in quanto si diceva (?) che Federico avrebbe proceduto invece, qualora fosse rimasto in vita, a favorire l'annessione alla Confederazione germanica di ambo i ducati.

Cristiano IX di Danimarca.

Il  nazionalismo tedesco avrebbe voluto che, in spregio al trattato di Londra, si realizzasse l'incorporazione dello Schleswig e dell'Holstein nella Germania e che fosse difeso il riconoscimento del diritto del duca di Augustenburg sulla sovranità di questi. Bismarck, al contrario, fece credere abilmente di  ritenere di dover agire sulla base del trattato di Londra. Si adoperò per riconoscere prima Cristiano IX e poi per perorare la difesa dell'autonomia dei ducati a favore del movimento nazionalista tedesco.
La Danimarca di Crstiano IX oppose un netto rifiuto alle richieste di ritiro della costituzione e nel 1863, dopo che la Dieta federale tedesca si attivò per sostenere l'intervento armato, le truppe del Regno di Sassonia e del Regno di Hannover occuparono l'Holstein. Il Bundestag, diviso tra "Nationalverein" e "Reformverein" si pronunciò per l'appoggio alla candidatura degli Augustenburg, principali pretendenti al trono dei ducati (protestanti ed inizialmente filo-prussiani).
Nel 1864 la Danimarca di Cristiano IX era caduta nel tranello del  Bismarck il quale ,seguendo i suoi diabolici piani ,  invitò l'Austria a partecipare ad una guerra contro quel paese. Nel gennaio del 1864 le forze austro-prussiane , le prime difendevano in buona fede la legittimità degli accordi preesistenti, procedettero anch'esse, mentre la comunità internazionale non appariva decisa ad intervenire a favore della Danimarca,  in risposta all'occupazione dello Schleswig , sostenendo di farlo in difesa dei termini del trattato del 1852. Per Bismarck, l'annessione dello Schleswig "aveva leso antichi privilegi dello Schleswig-Holstein".

Battaglia presso Dybbol il 18 aprile 1864.

  Quando le truppe austro-prussiane, attraversato l'Holstein, si diressero verso lo Schleswig per procedere all'attuazione dei piani di attacco prestabiliti, esse trovarono l'ostilità delle forze del Bund già operative da quando avevano proceduto all'invasione decisa dal parlamento della Confederazione Germanica . La guerra volse subito in favore degli austro-prussiani, uniti momentaneamente su una linea di dualismo collaborativo (che fu sfruttato come da piani dalla Prussia di Bismarck): questi, militarmente più forti, riuscirono a piegare gli eserciti danesi e ad aprile si giunse ad un armistizio che sarebbe durato fino a giugno del 1864. Durante questo intervallo furono aperti tavoli per riuscire ad addivenire ad una soluzione intorno al possesso dei due ducati. La posizione della Danimarca tuttavia si mantenne intransigente e rese con questo più praticabili i piani del cancelliere prussiano in merito alla sottrazione delle terre dell'Elba. La Prussia avrebbe riscosso un vantaggio tanto a danno della Danimarca, quanto dell'Austria.
I danesi, travolti dalla macchina da guerra austro-prussiana , furono costretti ad accettare la resa per scongiurare lo spostamento del conflitto nel proprio stesso stato ed evitare la minaccia dell'invasione. Le aspettative degli Augustenburg sui due ducati si sarebbero disilluse scontrandosi , a questo punto, contro le aspirazioni dei più potenti stati della confederazione e, soprattutto, con i piani di annessione ideati dal diabolico cancelliere Bismarck.

Litografia raffigurante soldati austro-prussiani.

I danesi, abbandonati al proprio destino dalle ltre potenze europee, il 20 luglio dovettero accettare un nuovo armistizio e il 1º agosto furono obbligati a firmare i preliminari per la pace. La Danimarca si piegò alle richieste prussiane e nell'ottobre del 1864 concesse a Prussia e Austria lo Schleswig e l'Holstein. A questo punto, tiratasi fuori la Danimarca in quanto fulcro originario del contendere attorno alla disputa dei ducati, il problema si spostava sul fronte dei rapporti tra Austria e Prussia sul tema del dominio e della gestione delle terre conquistate, così come architettato dal Bismarck. Un primo incontro organizzato dal diabolico cancelliere per decidere del destino dei ducati avvenne a Schönbrunn. Bismarck in questa sede propose all'Imperatore Francesco Giuseppe I  di governare insieme i territori fino ad una eventuale guerra congiunta contro il sabaudo Regno d'Italia per consentire loro di  riconquistare la Lombardia. L'accordo non fu raggiunto per l'irricevibilità delle richieste avanzate dal Bismarck e per l'intenzione dell'Imperatore d'Austria di tenersi lontano da altri conflitti. La proposta era un inganno per prendere del tempo.
Con questa guerra Otto von Bismarck aveva realizzato un autentico capolavoro d'astuzia: militarmente aveva condotto,  con un sicuro supporto austriaco, la Prussia ad un facile successo (e ciò fece aumentare la sua popolarità a corte), dal punto di vista diplomatico riuscì a creare quei motivi di attrito tra Prussia e Impero d'Austria che gli ritorneranno utili in un secondo tempo, quando giungerà il momento dell'attuarsi del suo piano  contro l'odiato Asburgo. 
Bismarck era riuscito innanzitutto a mettere a tacere definitivamente, attraverso l'apertura delle ostilità e la conquista con le armi (avvenute tutto sommato su basi di liceità diplomatica agli occhi dell'Europa), le voci di richiesta danesi. Era riuscito a far decadere la candidatura Augustenburg, ponendo condizioni draconiane per il mantenimento dei ducati (nel far questo scontrandosi con l'Austria che operava per un giusto equilibrio) e infine aveva messo con le spalle al muro gli Asburgo: avendo l'Imperial Regio esercito impegnato in una occupazione sine die di territori lontani, stavano lasciando cadere nelle mani dei prussiani due stati che avrebbero dovuto, come stati tedeschi autonomi, rientrare legittimamente all'interno della Confederazione Germanica.
La guerra, ad ogni modo, aveva mostrato una certa superiorità organizzativa austriaca. I prussiani erano stati determinanti solo nella parte conclusiva della guerra. Essi avevano potuto ultimare tuttavia, grazie alla partecipazione al conflitto, quel necessario programma di riforme militariste che avrebbe portato ad una riorganizzazione radicale dell'esercito in vista della guerra futura.

File:Map-DR-Prussia.svg
Espansione e influenza del Regno di Prussia
alla vigilia della Guerra austro-prussiana.

Dopo l'attuazione dell'occupazione de facto del Ducato, gli austro-prussiani giunsero ad appianare i dissensi nel 1865 attraverso la convenzione di Gastein che pose le basi per la creazione di due zone di occupazione militare: l'Holstein fu assegnato all'Austria e lo Schleswig alla Prussia. Tutto ciò suscitò ampi dibattiti all'interno della cerchia filo-liberale in Germania e acuì il dissenso del movimento nazionalista  liberale che non si fece sfuggire l'occasione di considerare l'occupazione militare sulle stesse genti tedesche alla stregua di un "sopruso inaccettabile". Erano presenti componenti non indifferenti  tra i gruppi nazionalisti in efuori dalla  Prussia che approvarono l'idea del controllo prussiano dei ducati.

Nonostante questa calma apparente , il Bismarck al servizio di Guglielmo I continuava a tramare  contro la Corona Imperiale. Sapendo che gli Asburgo contavano sull'appoggio degli Stati tedeschi del sud, che erano Cattolici, Bismarck formò una alleanza con l'Italietta sabauda , promettendo di ricompensarla, dopo la vittoria, con la cessione di Venezia. Il conflitto si avvicinava inesorabilmente.



Continua...

Fonte:

Wikipedia(immagini).

www.pliniocorreadeoliveira.it/

Tra Asburgo e Prussia. La Germania dal 1815 al 1866 (Lutz Heinrich)

Scritto da:

Redazione A.L.T.A.