lunedì 16 dicembre 2013

Dal Sacro Romano Impero all'Impero Tedesco : dalla realizzazione pratica del dogma della Regalità sociale di Gesù Cristo all'imperialismo-nazionalismo protestante - Parte 4° - .


Dalla Guerra austro-prussiana alla Confederazione Tedesca del Nord.


La guerra austro-prussiana.




I ducati dello Schleswig-Holstein.

La questione intorno alla disputa dei ducati dello Schleswig-Holstein che vide l'inasprirsi degli attriti tra la Prussia protestante di Guglielmo I diretta dal Bismarck e l'Impero d'Austria dei Cattolici Asburgo , condusse inesorabilmente allo scontro aperto.
Con la vittoria militare dell'esercito austro-prussiano nella campagna militare del 1864 contro il Regno di  Danimarca , la Confederazione Germanica ne ottenne un allargamento territoriale. Tale allargamento  servì anche a far apparire la Prussia come l'artefice del successo militare , convogliando, in tal modo, sempre maggiori consensi verso la potenza militarista manovrata dal Bismarck , soprattutto tra gli Stati luterani del nord, come Brema, Amburgo e Kiel. Al contrario, gli Stati del sud e quelli Cattolici, in particolar modo la Baviera, rimanevano fedeli alla Corona Imperiale degli Asburgo e alla loro legittimità di governo sul mondo tedesco.
Di lì a poco i dissidi che nasceranno tra la concezione bismarckiana del mondo tedesco (nazionalista, protestante, militarista , fondata sulla soluzione "piccolo-tedesca", cioè sull'esclusione del Cattolico Impero d'Austria) e la posizione asburgica porteranno alla guerra aperta.
 Poco prima dello scoppio del conflitto, Bismarck strinse  l'alleanza con l'italietta sabauda , consapevole di poter distogliere una buona parte delle forze imperiali nel fronte meridionale, rendendo in tal modo meno rischioso il compito delle forze armate. Il governo sabaudo , nella metà del decennio,  si era reso conto della volontà bismarckiana di esclusione dell'impero asburgico dalla Confederazione Tedesca e decise , da "buon parassita bellico",   di approfittare della preziosa potenza militarista prussiana per continuare la strada dell'usurpazione territoriale nella penisola italiana.  Venne conclusa, pertanto, una singolare alleanza offensiva di limitata durata (tre mesi) nell'aprile 1866. Al governo sabaudo venne promesso che sarebbe stato ricompensato , dopo la vittoria, con la cessione di Venezia (l'ultima parte libera del Regno Lombardo-Veneto).


Otto von Bismarck.
Intanto il Bismarck si adoperava a far scoccare la scintilla della guerra: la Prussia premeva sull'annessione dei ducati dello Schleswig-Holstein in modo tenace e pressante fin dai primi mesi del 1866. Il governo di Vienna era ovviamente ostile a codesta annessione coatta di territori dove anche la popolazione appoggiava i legittimi pretendenti ( Augustenburg ). Dopo un vivo scambio di note diplomatiche fra Berlino e Vienna si ristabilì una quiete apparente. Bismarck non aveva risposto alla presa di posizione austriaca e dal febbraio 1866 fino allo scoppio della crisi in giugno non fece nessun tentativo per arrivare a colloqui o intese con l'Austria sulle relazioni dell'Holstein o sulla questione della riforma confederale: l'opera macchiavellica del Bismarck si faceva sempre più strada verso l'ottenimento del suo fine.
Il Bismarck era impegnato in altre faccende. Molti osservatori della politica berlinese avevano allora percepito il crescente indebolimento della sua posizione: a causa degli sviluppi nello Schleswig-Holstein, dove esisteva , come accennato pocanzi, un consenso popolare verso gli  Augustenburg e perciò il tempo lavorava contro la Prussia, ed a causa del perdurare del conflitto tra liberali e conservatori all'interno della stessa Prussia, cosa che metteva in discussione il licenziamento del Bismarck ed il cambio con un ministero integralmente liberale. A questo punto il Bismarck convinse il Re Guglielmo I alla guerra. Egli non avrebbe accellerato gli eventi solo per il successo ma bensì per la sua stessa esistenza politica.

Guglielmo I di Prussia.

Per quello che riguardava il Re Guglielmo I , Bismarck fece di tutto per portarlo alla convinzione (certo sbagliata) , che l'Austria fosse colpevole se le simpatie per la Prussia diminuivano a nord dell'Elba. Una sistematica campagna di diffamazione , ben orchestrata dai giornali sensibili ai suggerimenti governativi , fortifico in Guglielmo I la convinzione che l'Austria continuasse a provocare, cercasse la lite e costringesse la Prussia ad una "legittima difesa". Come svolta decisiva deve essere preso il consiglio prussiano della Corona del 28 febbraio 1866. In un rapporto da resa dei conti progettato alla grande che collegava il fantomatico motivo della vocazione tedesca della Prussia con l'argomento della "legittima difesa" contro l'Austria , Bismarck inneggiava alla guerra:

"La Prussia è l'unica creazione vitale che è uscita dalle rovine del vecchio Reich tedesco , e su questo si fonda la sua vocazione di arrivare al vertice della Germania. L'Austria ha sempre combattuto, mossa da gelosia, la naturale e giustificatissima aspirazione della Prussia che tendeva a questa meta, non permettendole, benchè incapace di farlo essa stessa, di assumere la direzione della Germania"


Queste parole pregne di delirio e scarsa cognizione della realtà, mostravano fino a che punto il cancelliere prussiano sarebbe arrivato pur di far scoppiare la guerra e vedere i suoi piani realizzati. Dei presenti al consiglio della Corona prussiana solo il Principe ereditario si espresse apertamente contro le rigide deduzioni del Bismarck secondo cui un umiliazione della Prussia (?)  poteva essere evitata solo attraverso l'annessione dei ducati e secondo cui questa cosa e la "questione tedesca" <<dovessero essere perseguite...senza considerare il pericolo di una rottura e di una guerra con l'Austria>>. Il Re , della cui decisione si trattava soprattutto , non vedeva di buon occhio l'alleanza con l'Italia sabauda. Egli era timoroso riguardo alla rottura con l'Austria. Così Guglielmo I formulò come risultato del consiglio della Corona soltanto un adesione condizionata alla decisione per la guerra: "... per il caso in cui il tentativo di una auspicata intesa con l'Austria dovesse naufragare , dovevano essere approntati per questo caso tutti i necessari preparativi e cercate le appropriate lleanze internazionali..." . Il Re pose anche la condizione di intraprendere ancora una volta un tentativo di intesa con l'Austria. Ma nei piani del Bismarck ciò non era minimamente contemplato.

Napoleone III.


Il diabolico cancelliere si assicurò le neutralità internazionali che sarebbero servite alla realizzazione dei piani prussiani. Con Napoleone III Bismarck non aveva bisogno di alcuna alleanza ma di un'assicurazione di neutralità. Ciò non era facile da raggiungere. Infatti c'era in Francia una forte corrente che contrastava i progetti espansionistici della Prussia ; ciò nonostante l'imbelle Napoleone III si pronunciò favorevole alla neutralità e all'alleanza tra Prussia e governo sabaudo.
In maggio la situazione divenne ancora più complicata quando l'Austria cercò direttamente l'intesa con la Francia. Il governo di Vienna , passando sopra il volere dell'Imperatore , arrivò pochi giorni prima del conflitto a firmare un trattato segreto con la Francia nel quale si diceva che avrebbe ceduto Venezia all'Italia sabauda anche se avesse vinto la guerra in cambio della neutralità di quest'ultima.
A Berlino apparve più pressante il compito di acquisire in preparazione alla guerra influenza sugli Stati medi e di separarli dalla Corona Imperiale d'Austria. La chiave di volta alla quale puntava Bismarck era la Baviera. La politica bavarese ondeggiava.

Ludwig II di Baviera.
 Massimiliano II , esperto e previdente nella politica confederale era morto nel 1864. Al Trono era salito il giovane Ludwig II , che aveva ereditato da suo padre le inclinazioni  artistiche , non però la stessa capacità di districarsi nella tempesta che avvolgeva il mondo tedesco. Il suo ministro von der Pfordten vedeva il conflitto austro-prussiano soprattutto come una questione giuridica , che doveva essere portata davanti al parlamento confederale; in questa questione di principio non si dava però per la politica bavarese oscillazione alcuna. Questo dovette capirlo anche Bismarck mentre cercava di influire ininterrottamente su Monaco e di assicurarsene la neutralità in caso di guerra , se non si poteva proprio assicurare nessun sostegno per le perniciose concezioni tedesche della Prussia. Le cose stavano in maniera simile come in Baviera nella maggior parte degli Stati medi e piccoli legati per legittimità e tradizione a Vienna. Essi però si tirarono indietro nella questione di potere e nello scontro tra Berlino e Vienna invocavano il diritto confederale. Questo in pratica aveva un doppio significato: l'Austria , che di suo faceva di tutto per non offrire a Berlino nessun pretesto per la guerra, non poteva nel frattempo pensare a costituire un gruppo triadico con una posizione comune contro l'ambiziosa Prussia. Solo all'ultimo momento l'Austria richiamò la Confederazione contro le mire della Prussia in quanto essa violava il diritto confederale. Poco prima della guerra però tutti i più grandi Stati tedeschi si trovavano al fianco dell'Austria , non della Prussia. Tuttavia , era chiaro che per una marcia militar-politica all'indietro era troppo tardi.
A Vienna si esitava a prendere per definitiva la volontà di guerra del Bismarck , e si continuava a sperare di risolvere la questione in maniera pacifica. Bisogna considerare che dopo il Metternich a Vienna gli uomini politici , infettati da un conservatorismo figlio del compromesso con la Rivoluzione, mancavano di grandi capacità: non si voleva anche semplicemente prendere in considerazione ciò che Bismarck portava scritto in fronte. Questa mancanza di valutazione da parte dei politici viennesi è al quanto sorprendente e strana.
Nel febbraio del 1866 il ministro degli Esteri austriaco Mensdorff temeva soprattutto una cosa: temeva la caduta di Bismarck poichè un gabinetto liberale in Prussia sarebbe stato molto più pericoloso per l'Austria e per la politica tedesca... . Ma la differenza di pericolo tra Bismarck e un gabinetto liberale giaceva soltanto nelle modalità di espressione e non nel pericolo di una catastrofe che presto avrebbe travolto il mondo tedesco.

I Sovrani degli Stati membri della Confederazione Germanica
riuniti al parlamento confederale nella città di Francoforte (1863).
 La situazione finanziaria a Vienna non era delle migliori alla vigiglia della guerra , e andava peggiorando in conseguenza dei mercati internazionali dei capitali al crescente pericolo di guerra.  Per di più le teste calde d'Ungheria davano nuovamente problemi a Vienna : Bismarck appoggiò la formazione di bande composte da galeotti, fuoriusciti e rivoluzionari ungheresi per destabilizzare ulteriormente la situazione all'interno dell'Impero d'Austria.
Il 9 aprile 1866 iniziò al parlamento confederale una nuova attività. Un giorno dopo la conclusione del trattato segreto con il governo sabaudo la Prussia presentò alla strabiliata assemblea una proposta di riforma confederale , al cui centro stava la convocazione di una "assemblea derivata da elezioni dirette e dal suffragio universale" il cui compito doveva essere la discussione dei progetti di riforma . Con questa macchiavellica trovata del Bismarck che vedeva rinnovato il suo avvicinamento al repertorio nazional-rivoluzionario perseguì un duplice scopo: propaganda nazionale presso le componenti liberali Kleindeutsch dell'opinione pubblica e pressione sui medi e piccoli Stati. Entrambe però non riuscirono. Il Nationalverein che Bismarck aveva cercato di convincere direttamente , si ricusò. Il Bismarck venne attaccato e ridicolizzato per il suo camuffarsi da liberale e le sue fantomatiche proposte di riforma confederale in tal senso , ma egli rispose alle accuse con ironia : "Contro un nemico non ci si batte con l'opinione pubblica , ma con la polvere da sparo e il piombo".  Ma egli non era del tutto sicuro del fatto suo.

Il fronte meridionale (Lombardo-Veneto).

In quelle settimane che precedettero la tempesta ci furono tutta una serie di tentativi di accomodamento e di iniziative di pace , che si dirigevano specialmente a Re Gulglielmo I . L'Austria proponeva un disarmo bilaterale nei confronti del quale il Re di Prussia non sembrava ostile. Ma l'iniziativa di disarmo finì per ristagnare , quando giunsero le notizie che riportavano la mobilitazione dell'esercito sabaudo che si ammassava sul confine del Mincio. I militari allora realizzarono dapprima la mobilitazione delle armate Imperial-Regie del sud , poi anche quelle del nord. L'esercito sabaudo , coperte le spalle dalle assicurazioni di Berlino, spinse apertamente per la guerra e Guglielmo I cessò della sua apparente resistenza; dal 3 al 10 marzo 1866 venne mobilitato l'esercito prussiano.


Mentre di fronte al conflitto gli Stati medi discutevano del loro atteggiamento senza chiari risultati , il primo giugno si venne ad un decisivo passo all'assemblea confederale. L'Austria dichiarò, dopo il fallimento degli sforzi di arrivare con la Prussia ad una composizione della questione sullo Schleswig-Holstein , l'ulteriore decisione di lasciare i ducati alla Confederazione. L'inviato austriaco al parlamento confederale mise a parte i dettagli che il governatore imperiale nell'Holstein aveva convocato il locale parlamento dei ceti (istituzione tradizionale di quelle terre). La Prussia non si fece sfuggire l'occasione per protestare dichiarando che tale atteggiamento era una rottura delle intese di Gastein , e fece marciare le sue truppe sull'Holstein. A questo punto l'Austria proseguì il suo duello al parlamento confederale con armi più incisive. Essa ripresentò il 9 giugno la denuncia per la rottura del trattato , sottolineò la competenza della confederazione per la contesa e depositò una protesta formale contro l'avanzata delle truppe prussiane come un atto di "iniziativa individuale". Con ciò veniva con decisione richiamato il diritto confederale che autorizzava l'assemblea confederale a misure militari contro le iniziative individuali che erano vietate.
L'11 giugno l'Austria propose la mobilitazione dell'intero esercito confederale (esclusa la Prussia)  per trovare contro il procedimento prepotente della Prussia la protezione per la sicurezza interna della Germania e per i diritti minacciati dei suoi membri. All'unisono il Bismarck si espresse sul fatto che la misura di mobilitazione dovesse significare lo scioglimento della Confederazione . Il 14 giugno l'assemblea confederale votò sulla mozione di mobilitazione proposta dall'Austria. Il rappresentante del Regno di Prussia si rifiutò di prendere parte alla votazione, che , secondo i prussiani, sarebbe stata "contraria al sistema confederale".
Nove voti furono a favore della mobilitazione dell'esercito confederale, cinque contro e il Baden si astenne, ma poco dopo si associò all'Austria.
Il rappresentante prussiano dichiarò allora che il suo governo riteneva "rotto il trattato confederale esistente"
e che si sarebbe considerato e comportato in quanto sciolto da esso. Al contrario l'assemblea confederale si espresse per la non validità giuridica della dichiarazione di uscita della Prussia dalla Confederazione e per il fatto che le decisioni dell'assemblea confederale continuassero ad essere vincolanti per la Prussia. Venne citato l'articolo primo secondo il quale la Confederazione Germanica era una associazione non scioglibile , dalla quale non si poteva recedere. L'Austria e coloro i quali le rimanevano fedeli avevano il diritto dalla loro parte quando le armi cominciarono a parlare.


Allo scoppio della guerra vi era da un lato l'Austria e tutti i grandi Stati confederali, cioè Baviera, Wurttemberg , Baden , Sassonia , Hannover , Assia elettorale e Assia-Darmstad , così come alcuni componenti minori della confederazione; sull'atro lato invece si raccolsero per lo più i piccoli Stati della Germania settentrionale e centrale (di formazione luterana) che in parte erano già da tempo manovrati da Berlino. In nessuno dei due campi vi erano piani di operazioni militari comuni, nè comuni obbiettivi di guerra , nè un manifesto di guerra comune.
Ludwig von Benedek.

Ma sul versante prussiano il dominio di Berlino era totale , tanto da declassare i precedenti problemi di mancanza di coesione militar-politica. Berlino contava su un piano d'azione assai elaborato e su un esercito brillantemente organizzato, addestrato e armato. Capo dello Stato maggiore prussiano era Moltke, militare esperto e dal genio strategico,  il quale si opponeva al comandante supremo austriaco Ludwig von Benedek, un comandante militare sperimentato ed amato. Benedek , al contrario nel suo antagonista Moltke , non aveva nessun potere di comando sulle armate dei suoi alleati. Il coordinamento militare era desolante; ancora fino all'ultimo la Baviera si era rifiutata di accettare un piano di operazioni comune e di rafforzare gli austriaci in Boemia. In questa situazione la Prussia riuscì molto facilmente a travolgere l'Assia elettorale ed il Regno d'Hannover e con ciò a costituire nella Germania settentrionale una base di operazioni interdipendente.

Principe Alexander von Hassen.

L'armata sveva vinse infatti il 27 giugno presso Langenzalza , ma capitolò due giorni più tardi in una situazione psicologica e militare quasi disperata. Il contingente dell'Assia elettorale si ritirò a sud. Le truppe prussiane poterono continuare con successo la loro marcia di avvicinamento contro Francoforte e contro Wurzburg. Si venne nel frattempo a sanguinose azioni di combattimento, ma non ad un impiego coordianto delle truppe della Germania meridionale che erano numerose, forti , per quanto spezzettate. Il 16 luglio 1866 i prussiani entrarono a Francoforte; il parlamento dimezzato aveva lasciato la città due giorni prima riparando ad Augsburg.
All'armata prussiana del Meno , che sotto il comando del generale von Manteuffel si muoveva contro Wurzburg, si contrapponeva l'VIII corpo d'armata della confederazione cui appartenevano sotto il comando supremo del Principe Alexander von Hessen truppe del Baden , del Wurttemberg , dell'Assia, del Nassau e dell'Austria, in complesso circa 45.000 uomini con 118 pezzi d'artiglieria. La coesione dei soldati era buona e tutti cantavano:

"L'Ottavo corpo d'armata , che combatte come un solo uomo!
Il Principe Alessandro , che lo guida con coraggio.
Egli ci guida proprio a Berlino
perchè noi tutti catturiamo il Bismarck."



Principe Federico Guglielmo d'Assia-Kassel.

Il Principe d'Assia , congnato dello Zar , più tardi spiegò i difetti di questo esercito di coalizione:

"Con speranze molto scarse solo assai mal volentieri io assunsi questo comando...Erano ventisei anni che non veniva più riunito l'ottavo corpo d'armata, che nella presente composizione aveva sei comandanti militari , e quasi altrettanti regolamenti, segnali sistemi di artiglieria ed obbiettivi politici; i generali si conoscevano appena vicendevolmente e nessuno di loro , con l'eccezione dell'austriaco, aveva mai preso parte ad una vera battaglia sul campo."



Questo spiega il corso della battaglia sul Meno. La pianificata controffensiva dell'Ottavo corpo d'armata e delle divisioni bavaresi contro Francoforte non si realizzò più.
Manteuffel attaccò l'avanzata nemica sulla linea del Tauber. Anche i soldati dell'esercito confederale si batterono valorosamente. Ma il 24 luglio Tauberbischofsheim fu preso ai soldati del Wurttemberg , il 27 luglio si ebbe il cannoneggiamento della fortezza di Marienberg nel Wurzburg. Poi anche sul Meno cominciò la tregua d'armi.
Il confronto militare decisivo secondo i piani del Moltke doveva avvenire in Boemia. L'esercito Prussiano avanzò in tre colonne concentriche per riunirsi solo fra l'Elba e l'Iser nella Boemia del nord per una battaglia d'accerchiamento.


L'Imperatore
 Francesco Giuseppe I d'Austria.
(1865).

 Benedek intraprese un tentativo per battere prima del ricongiungimento l'armata dell'Eleba che avanzava da Dresda e la prima armata che marciava su Reichensberg. Quando questo tentativo fallì , l'esercito austriaco si concentrò attorno alla fortezza di Koniggratz . Sotto l'impressione delle prime sconfitte e davanti al pericolo di accerchiamento , Benedek inviò il 30 giugno un telegramma all'Imperatore : "Prego insistentemente Vostra Maestà di concludere la pace a qualsiasi prezzo. Catastrofe dell'armata inevitabile".
La risposta dell'Imperatore , il quale era cosciente di avere il diritto dalla sua parte, fu : "Impossibile concludere pace. Io ordino - se inevitabile - di intraprendere la ritirata. Si è avuta battaglia?". Dopo la ricezione del telegramma Benedek era convinto che l'Imperatore si aspettasse da lui una grande battaglia. Il 3 luglio egli si apprestò ad affrontare i Prussiani con tutte le sue forze.
Il prussiano Moltke si dimostrò molto contento dell'iniziativa del Benedek. Non solo perchè dal lato prussiano non vi era alcuna difficolta d'intesa nel comando militare: Bismarck ed il Re Guglielmo I erano aggregati al comando dell'esercito e seguivano insieme con Moltke da una collina sul campo di battaglia il procedere dei combattimenti; la guida monarchica, quella politica e quella militare erano unite sul campo di battaglia. Lo stratega prussiano vedeva a portata di mano la possibilità di battere , decidendo la guerra , l'intera armata avversaria in un solo giorno. Così la battaglia di Königgrätz (comunemente conosciuta come battaglia di Sadowa) , che iniziò nel mattino piovoso del 3 luglio , è divenuta una delle più grandi battaglie decisive della storia.
 

Guglielmo I seguito dal Moltke e dal Bismarck durante
la Battaglia di Sadowa.

 l'arrivo alle 14:30 della Seconda Armata comandata dal Principe ereditario Federico , entrò in scena al momento giusto sul campo di battaglia , per assicurare la vittoria, forte di 100.000 uomini. Da ciascun lato presero parte allo scontro più di 200.000 uomini . La sera le perdite sul lato austriaco tra morti , feriti e prigionieri ammontava a più di 44.000 uomini , mentre sul versante prussiano a circa 9.200: tale disparità di perdite è attribuibile alla differenza degli armamenti dei soldati prussiani e austriaci : la superiorità del fucile Dreyse prussiano a retrocarica che poteva essere ricaricato velocemente e funzionare in posizione prona, mentre gli austriaci dovevano levarsi in piedi dopo ciascuno sparo per ricaricare con i fucili ad avancarica fornendo al nemico un facile bersaglio, si rivelò decisivo.
Nonostante ciò, gli austriaci si batterono con valore , la loro artiglieria e cavalleria tenne testa a quella prussiana . Così Benedek potè evitare che dall'accerchiamento uscisse una vittoria di annientamento. Il suo esercito sconfitto si ritirò al di la della fortezza di Königgrätz verso sud-ovest.
Un armistizio fu sottoscritto tre settimane più tardi. Fu una grande vittoria per la bellicosa e arrivista  Prussia, il cui percorso verso l'unificazione nazionalista-protestante della Germania non aveva più ostacoli militari in seno alla Germania. L'Italia sabauda ,  risicolo alleato prussiano , perse sia sulla terra (Custozza) che sul mare (Lissa) ma riuscì a usurpare il Veneto al legittimo governo grazie alla vittoria dell'esercito alleato.
Gli Asburgo , che per innumerevoli secoli avevano guidato con saggezza il mondo tedesco in piena legittimità, venivano estromessi con la forza delle armi.


La Confederazione Tedesca del Nord.



Mappa della Germania con la
 Confederazione Tedesca del Nord (in blu).

Dopo la guerra la Prussia annetté gran parte dei territori dei suoi avversari a nord del fiume Meno, come ad esempio il Regno di Hannover, siglando con gli altri stati della Germania settentrionale il 18 agosto il Trattato della Confederazione Tedesca del Nord (edificando il suo "proto-impero). L'alleanza aveva a quel tempo 15 membri, con l'80% degli abitanti viventi in Prussia (un'exclave di notevole importanza per la Confederazione Tedesca del Nord fu il territorio prussiano della Provincia di Hohenzoller a sud). L'Assia-Darmstadt divenne parte della Confederazione solo per la sua parte settentrionale. Venne progettata ma mai creata invece una Confederazione Tedesca del Sud, come menzionato nella Pace di Praga del 1866.
Il 15 dicembre 1866, Bismarck presentò la proposta per un'alleanza tra i vari governi della confederazione. Il 7 febbraio 1867 la comune proposta di governo era ormai redatta con le modifiche proposte dagli stati che sostanzialmente non alterarono il progetto guidato dalla Prussia. L'idea non era quella di imporre a tutti una nuova costituzione, ma di stipularla assieme all'elitte delle varie componenti . Questo portò alla creazione di un konstituierender parlamento della Germania del Nord dal 12 febbraio successivo. Questo Norddeutscher Reichstag accettò la costituzione con piccolissimi cambiamenti il 16 aprile 1867 ed essa divenne legge dal 1 luglio di quell'anno. Di conseguenza, venne eletto un nuovo Reichstag, l'unico per tutta l'esistenza della Confederazione Tedesca del Nord. Bismarck divenne il primo e unico Bundeskanzler della Germania del Nord come capo dell'esecutivo.
Durante i quattro anni di esistenza della Confederazione Tedesca del Nord i suoi atti legislativi furono perlopiù orientati all'unificazione nazionalista della Germania. Il Reichstag si occupava di leggi su:

libero movimento dei cittadini tra i territori della Confederazione (1867)
comune sistema postale (1867/1868)
passaporti comuni (1867)
comuni leggi militari basate sul modello prussiano (1867)
eguali diritti per le differenti denominazioni (1869)
La Confederazione Tedesca del Nord divenne membro dello Zollverein, l'unione doganale tedesca stabilita nel 1834 della quale abbiamo già parlato nella parte precedente di questo lavoro.
Dal 1867 lo stato si dotò di una costituzione ad opera del cancelliere Otto von Bismarck. La Confederazione era costituita da 22 stati, 19 monarchie e 3 città libere e anseatiche. Ogni stato manteneva le sue leggi e le sue istituzioni, purché non andassero in contraddizione con la costituzione che era disposta in "modo prussiano". La presidenza della confederazione (bundespräsidium) spettava al Re di Prussia non tanto perchè egli era  capo dello stato più grande ed importante ma soprattutto perchè aveva vinto una guerra per raggiungere meschinamente tale posizione. Spettava solo a lui nominare il capo del governo chiamato cancelliere federale (bundeskanzler) per non confonderlo coi vari primi ministri (ministerpräsident) dei singoli stati.
La Confederazione disponeva di due camere: la camera bassa, eletta a suffragio universale maschile, era il Reichstag (dieta del Reich); la seconda era il Consiglio federale (Bundesrat), composto dai rappresentati a cui ogni stato aveva diritto a seconda della grandezza del suo territorio.
Il parlamento non poteva sfiduciare il cancelliere , in cambio egli, a differenza degli altri capi di governo di stati parlamentari, non poteva legiferare.
Dopo i negoziati del 1867, il 1 gennaio 1868 venne confermata l'organizzazione di nuove istituzioni: un consiglio per i governi ed un parlamento comune. Bismarck era convinto e speranzoso del fatto che lo Zollverein potesse diventare un veicolo per l'unificazione nazionalista tedesca. Ma nel 1868 lo Zollverein elesse perlopiù partiti anti-prussiani. Ma una nuova guerra alle porte avrebbe concesso al Bismarck la realizzazione completa dei suoi piani a discapito dei suoi nemici politici.


Continua...


Fonte:

Wikipedia (immagini).

Tra Asburgo e Prussia. La Germania dal 1815 al 1866 (Lutz Heinrich)

Scritto da:

Redazione A.L.T.A.