giovedì 26 dicembre 2013

LA RELIGIONE AMERICANA SI PROPAGA IN EUROPA (Estratto dell'opera di mons. Delasuss "Il Probblema dell'ora presente", Tomo I°) .


La "Società di coltura morale" era stata fondata a New York da Felice Adler direttore all'Università
Cornell. Ben presto sezioni o associazioni somiglianti furono stabilite nel 1833 a Chicago, nel 1885
a Filadelfia, nel 1886 a S. Louis. Dall'America il movimento si propagò in Europa. M. Fouillée
rappresenta la Francia nell'organo pubblicato per tutte queste società, l'
International Journal of
Ethics
, (1) che fu creato ad istigazione di Adler. La società di Londra (1891) fu l'opera di un
americano, Stanton Coit. Nel 1895, una società fu istituita in Austria, a Vienna, e una in Isvizzera.
Quelle dell'impero germanico furono fondate da Adler medesimo, e sono in numero di sedici.
È egli mestieri d'unirvi l'associazione dei "cogitanti", di cui la stampa ci rivelò l'esistenza
nell'occasione del congresso ch'essi tennero a Berlino nel giugno 1899?
Lo scopo sembra essere lo stesso, cioè di riunire i "partiti di riforma religiosa e sociale", e di
"fondare la religione dell'avvenire". Il loro presidente è pure un ebreo. Come mezzi ad ottenere
questo fine, il congresso stesso ha preconizzato "la liberazione dall'obbligo dogmatico", la creazione
di una religione emancipata dal dogma. Egli adottò la seguente risoluzione:
"Considerando che la vecchia fede, per causa della sua contraddizione con la scienza moderna, è
condannata, presto o tardi, a sparire, il congresso per l'unione dei partiti di riforma religiosa e
sociale, fa voti che il governo non riconosca più nell'avvenire l'organizzazione ecclesiastica
tradizionale.
"In secondo luogo, il congresso invita tutti quelli che pensano liberamente ad aderire alla religione
della scienza e della coscienza progressiva, cioè alla religione dei "cogitanti" a fine di affrettare il
trionfo delle idee corrispondenti allo spirito moderno.
"In fine, il congresso giudica essere necessario di fare senza indugio dell'agitazione in questo senso
in tutta la Germania".
Non sappiamo se i "cogitanti" si ramifichino negli altri paesi, ma esiste su tutti i punti della terra
un'associazione che non ne differisce guari: le
Unions chrétiennes des jeunes Gens. La Réforme
sociale
ne ha parlato nel suo numero del 1° luglio 1893, in quello del 16 novembre 1896, in quello
del 1° luglio 1952 e in quello del 12 febbraio 1903. In quest'ultimo numero ha pubblicato una
comunicazione fatta da Em. Sautier, segretario generale di quest'associazione per la Francia.
Ecco i ragguagli che vi troviamo:
Queste Unioni fondate un mezzo secolo fa si sono rapidamente sviluppate su tutta la superficie del
globo. Hanno fra loro un vincolo federativo. La loro trama, per così dire, è formata da agenti
salariati, chiamati segretari generali. Essi fanno il loro tirocinio in una Unione, o (in America) in
una delle due "scuole di propaganda". Gli studi durano tre anni; ogni anno ne escono dai 60 ai 70
giovani che vengono ad ingrossare l'esercito dei 1500 segretari d'Unioni cristiane che posseggono i
soli Stati Uniti. Questi segretari non sono i ministri di nessuna confessione religiosa.
Le Unioni favoriscono la mescolanza delle classi, ma associano altresì fra loro i giovani ravvicinati
dalla comunanza d'interesse, di lavoro o di studi. È in tal guisa che esistono delle Unioni cristiane
per gli studenti, fino nelle Università dei paesi dell'Estremo Oriente. A Tokio, a Nan-King, a
Peking, a Séoul in Corea, a Calcutta, esistono associazioni composte esclusivamente di studenti
cinesi, giapponesi, indiani o coreani.(2) Ve n'ha negli Stati Uniti per gl'impiegati delle strade
ferrate. In Francia, sono particolarmente stabilite nelle città di guarnigione, e a ciascuna di queste
Unioni havvi annesso un
circolo militare che si ha cura di non interdire. La France chrétienne
(numero del 28 gennaio 1904) afferma che queste Unioni ed i circoli militari annessi ricevono, dai
benefattori americani, i capitali che loro permettono di funzionare e di far propaganda.
Vi sono eziandio delle Unioni cristiane di ragazze. Ce lo fece sapere il
Chrétien belge nel suo
numero del 4 giugno 1904. Egli informava che il lunedì della Pentecoste, un centinaio di unionisti
s'erano raccolti nel tempio di Charleroi. Una relazione sull'andamento di queste Unioni, che fu letta,
dimostra, dice questo giornale protestante, che questo avviamento è "lieto". L'Assemblea ha poscia
applaudito al progetto d'una federazione dei tre gruppi sezionali, Hainaut, Brabant, Liège. I
protestanti unitari hanno istituito a Ginevra, nel 1900, un Comitato internazionale e delle
Conferenze universali.
Dopo aver tenuti questi congressi ecumenici a Londra e ad Amsterdam, l'Unitarismo ha scelto
Ginevra come sede della terza delle sue assemblee, che si terrà in questa città alla metà di settembre
1905. Il nome officiale dell'assemblea sarà:
Congrès international du Christianisme libéral et
Progressif
. Il Comitato ginevrino d'organizzazione giudica che "l'alta importanza d'una simile
riunione nell'antica città di Calvino non potrà sfuggire a nessun'anima di tendenza unitaria. Egli
conta sul concorso devoto di tutti quelli ai quali è cara l'indipendenza assoluta della preghiera
religiosa" (
Semaine Religieuse de Genève, 24 dic. 1904).
Il
Christianisme au XXe siècle" nel suo numero del 17 marzo 1904, avea fatto sapere che una
riunione erasi tenuta il venerdì precedente all'Unione di Parigi, sala André, allo scopo di prendere le
prime misure per l'organizzazione di questo congresso. "M. Gaspari, presidente del Comitato
Nazionale, presiedeva, assistito da Emanuele Sautier che presentò una splendida esposizione della
questione. Si tenne una breve conferenza, nel corso della quale abbiamo appreso che si poteva
aspettare un migliaio di delegati, e che questi fornirebbero in ragione di quaranta franchi per
delegato i quattro quinti della spesa che si eleverà a cinquantamila franchi. Per i diecimila franchi
da trovarsi, si sono ricevute già delle sottoscrizioni. L'Assemblea accettò che la conferenza
internazionale si radunasse l'anno prossimo venturo nella settimana di Pasqua".
Benché la parola non figuri nel loro titolo, le Unioni cristiane possono essere classificate nella
categoria di opere protestanti. Esse sono impregnate dello spirito protestante.(3) Ma non sono opere
confessionali. In un rapporto alla gioventù cattolica di Besanzone, di Montenach dice: "Le Unioni
dichiarano di esistere al di fuori di ogni organizzazione ecclesiastica, e di conservare una completa
neutralità di fronte alle differenti denominazioni ecclesiastiche". Più ancora, le
Unioni, sebbene si
chiamino
cristiane, ammettono nel loro seno qualunque giovane, sia credente od incredulo,
cristiano di nascita, ebreo o maomettano. L'Unione cristiana di Parigi annoverò tra i suoi membri
anche un buddista, e si duole, per l'illustrazione del suo principio, che il detto buddista abbia
lasciato Parigi.
Nel rapporto letto nella
Réforme sociale, Sautier disse:
"Non è forse necessario che tutti quelli i quali credono ancora in Dio e nel Vangelo, cerchino
l'occasione di stendersi una mano fraterna al di sopra di tutte le barriere che li separano?" Si sarebbe
potuto domandargli perché l'associazione porti questa divisa: "Unione cristiana", e perché
nell'appello fatto ai giovani, sembri esigere che essi "credano ancora al Vangelo" quando si
ammettono in queste unioni dette "cristiane" i "Buddisti e i Maomettani" che non credono al
Vangelo, e gli Ebrei che l'hanno in orrore.
Noi dunque ritroviamo qui lo spirito e le tendenze della "Religione americana", il cui
Credo è "la
fede nel bene" e che accoglie gli uomini di ogni religione, come gli uomini senza religione.
Si fanno sforzi in questo momento per aggruppare, in tutta l'estensione del territorio francese, la
gioventù cattolica. Non si bada forse quanto basta alle idee di quelli che vi si introducono. Potrebbe
darsi che molti venissero a seminarvi lo spirito delle "Unioni cristiane". Poco più di tre anni fa, si è
pubblicato un libro sotto questo titolo:
La Gioventù. Esso è stato premiato dall'Accademia francese.
È giunto, al momento in cui scrivo, alla 27
a edizione.
L'ultimo capitolo è intitolato:
La fede: "Ricostituirsi una fede - dice l'autore - e per ciò rendersi
conto come nasca la fede, è uno dei bisogni più gravi e più profondi della gioventù".
Se la gioventù cattolica ha bisogno di
ricostituirsi una fede, dunque vuol dire che la fede ricevuta è
stata o deve essere abbandonata. L'autore infatti dice: "Comunemente per fede s'intende l'adesione
ad un corpo di dottrina che a noi si presenta con un carattere di autorità. Dio, in una certa epoca,
avrebbe rivelato la verità agli uomini, una volta per tutte. La rivelazione così fatta costituisce
un'assieme di cui certi uomini e certe società sono i depositarii. Rappresentando la verità divina esse
reclamano le stessa sommissione che Dio domanda. Non si tratta di pesare, di esaminare, di
discutere quello che esse ci recano, ma di riceverlo in ginocchio, in mezzo al silenzio imposto a
tutto il nostro essere, malgrado le sue ripugnanze e le sue ribellioni. Tutte le vecchie credenze
autoritarie consistono in ciò. Questo primo punto da cui partono e che trae seco il resto, è il gran
punto di litigio sul quale esse si separano dallo spirito moderno, ma affrettiamoci ad aggiungere che
lo spirito moderno s'incontra qui col Cristo e col Vangelo ... Il Cristo è uno sconosciuto non solo nel
mondo, ma eziandio nelle Chiese che si dichiarano a lui appartenenti. Se qualche cosa è ostruita,
oscurata, deviata dalla sua prima direzione, è il vecchio Vangelo ... Nel suo pensiero, come nella
sua pratica, nel suo modo di interpretare il mondo come nella sua maniera di regolare l'attività
umana, il Vangelo oltrepassa a tal punto le Chiese che si dicono da lui derivate che
esso è ben più
nell'avvenire
che nel passato. E quanto più si ferma la sua attenzione su questo soggetto, tanto più si
è in grado di constatare una grande affinità fra questo Vangelo dimenticato e le migliori aspirazioni
dello spirito moderno".
Che dice adunque lo spirito moderno? Qual è il fondo del suo pensiero là dove si trova d'accordo
col Vangelo e con Cristo? L'autore ce lo mostra in ciò: "L'uomo è in evoluzione e con lui la natura
intera, dall'atomo e dalla cellula fino alla vita perfetta. Sua legge è
il divenire (così sottolineato). E
quando esso prende coscienza di questo fondo del suo destino, il senso che prende la vita nel suo
insieme, che rivolge tutto questo ragguaglio di cui noi siamo fatti nella grande volontà che è nel
fondo delle cose, è
il senso religioso". Dal senso religioso nasce la pietà e dalla pietà la fede.
"La fede, apice della vita, di tutta la vita, è la sintesi totale dell'induzione umana. Tutte le nostre
esperienze e quelle del passato vivificate attraverso la nostra anima, si condensano insieme e
costituiscono per noi la rivelazione personale che la vita ci ha fatto: ecco la fede.
"La pietà è di voler fare la volontà del Padre; e, la fede, di scandagliare la sua vita, al fine di attuare
ciò che è in essa e di compiere la volontà da cui è derivata".
Dopo tutto ciò, la fede che la gioventù cristiana deve "ricostituire" in sé sembra che sia la fede dei
panteisti per mezzo della quale "il filo della evoluzione umana è ora rannodato".
Il panteismo, l'evoluzionismo, ecco dunque la religione dell'avvenire, la religione verso la quale la
gioventù è stimolata a portarsi. "Certe religioni sono buone per riparare i vecchi egoismi, la senilità,
la puerilità, o ancora per sottrarre ai rumori esterni i cuori decaduti o anche per addormentare
dolcemente le coscienze e le intelligenze. Questa è soprattutto fatta per la vita e per i viventi. Essa ci
getta in piena azione, in piena mischia, e ci fa fare una bella partenza con vascelli bruciati dietro di
noi.
Non si guardi indietro! È cosa energica, virile, deliziosa! È il suono della tromba che vi trascina
alle battaglie!"
Dopo queste parole enfatiche, l'autore viene ai consigli pratici. Una parola li precede per servire di
piumaccio a smorzare il colpo ch'essi devono recare.
Quando si appartiene per nascita ad un ambiente religioso è un dovere di professargli grande
riconoscenza. Amare la sua Chiesa è bene come amare la sua famiglia ed il suo paese. - Ma qui si
presenta uno scoglio: lo spirito di partito in religione, lo spirito esclusivo. Giovani credenti,
fuggitelo come la peste! Meglio sarebbe esser solo che coltivare in comune lo spirito esclusivo e
l'orgoglio spirituale. Come in tutte le cose, questo tempo domanda, sul terreno della fede, una
grande larghezza. Il dovere dell'ora presente è di fraternizzare e le Chiese particolari, qualunque sia
la loro ragione di essere, non sono buone che alla condizione
di prepararci alla Chiesa universale.
"Vi ha dei momenti nella storia in cui fa d'uopo essere l'uomo d'una causa particolare, definita, in
cui vi ha in una parola un buco da fare in un certo senso, e in cui conviene intrupparsi. Oggi il
dovere pressante è di saltare i muri della separazione e di tendersi le mani al di sopra delle clausure.
Ritrovare l'umanità,
ridivenire uomini, se questa è la parola d'ordine in pedagogia, in politica, sul
terreno sociale, quanto più non sarebbe da ricordarsene sul terreno religioso, il più largo di tutti, e
che la strettezza di spirito giunge a dividere ed a rimpicciolire in maniera sì deplorevole? La
gioventù lo comprenda!"
Questo libro, è bene il ridirlo, fu premiato dall'Accademia francese e la propaganda che se ne fece è
tale che in tre anni è giunto alla sua vigesima settima edizione.
È d'uopo riconoscere in queste associazioni e nella propaganda delle idee che abbiamo udito la
mano degli Ebrei? Tutto ciò che si legge risponde sì bene ai desiderii dell'
Alleanza Israelita
Universale:
una religione senza dogmi che chiama tutti gli uomini "nel più vasto, nel più
meraviglioso dei tempi" che si potesse immaginare.
Come l'ha osservato Mons. Meurin nel suo libro
La Franc-maçonnerie synagogue de Satan, si trova
la mano degli Ebrei in tutte le eresie. Lo Gnosticismo che desolò la Chiesa nei tre primi secoli fu
opera loro: era la Cabala ebrea accomodata per un fine speciale, che s'infiltrava nel cristianesimo
nascente per distruggerlo. La setta degli Ophites fu, come lo Gnosticismo, una figlia della Cabala.
Mons. Meurin ne dà egualmente le prove. Il Manicheismo ha la medesima origine. Albigesi,
Templari, Sociniani, Framassoni, manifestano col Giudaismo la loro parentela. Il professore ebreo
Darmesteter, riconosceva che il Giudeo è stato il dottore dell'incredulità del XVIII secolo. "Il
Giudeo - egli dice - lavora nell'immensa officina di bestemmie dell'imperatore Federico, dei principi
di Svezia e d'Aragona. È lui che ha formato l'arsenale micidiale che ha trasmesso agli scettici del
Rinascimento, ai libertini del gran secolo. Il sarcasmo di Voltaire non è che l'eco clamoroso d'una
parola mormorata ai tempi di Celso e d'Origene, alla culla stessa della religione di Cristo".
D'allora in poi, qual meraviglia se troviamo il Giudeo nella costituzione delle Unioni, che devono
realizzare il voto dell'Alleanza Israelita Universale?
M. Gougenot des Mousseaux, nella sua opera:
Le juif, le Judaïsme et la Judaïsation des Peuples
chrétiens
, ci fa conoscere (p. 97) che fin dal 1831, si è formata, per la Germania, un'associazione di
ebrei e di cristiani il cui scopo è di fondare la civiltà religiosa, morale e sociale degli Israeliti.
Adler, fondatore della
Société de culture morale, a cui le Unions chrétiennes des jeunes gens et
l'
Association des cogitants, sembrano imparentate, è ebreo, figlio di rabbino. L'Associazione non
ebbe da principio per membri che degli Ebrei. "In guisa che - osserva Bargy - tra le istituzioni
religiose d'America, la più americana è d'origine ebrea". Ed aggiunge: "Egli è che tra Americani ed
Ebrei esiste come un'armonia prestabilita. Il cristianesimo ed il giudaismo negli Stati Uniti,
sembrano fatti per comprendersi e
destinati a confondersi. I loro fini, nel Nuovo Mondo, furono i
medesimi; essi ricevettero le medesime alterazioni, causa della loro originalità. Il giudaismo, come
il cristianesimo d'America, è la fioritura all'aria libera del liberalismo tedesco".(4)
La dichiarazione di Pittsburg, accettata nel 1885 dalla riunione dei rabbini riformati, non è
effettivamente che una professione di liberalismo. Essa proclama che il giudaismo è una religione
progressiva, che studia di mettersi in armonia con le esigenze della ragione; che bisogna rigettar la
credenza nella risurrezione dei corpi, nell'inferno, nel paradiso; e che è dovere degli Ebrei di
prender parte allo sforzo dei tempi moderni per risolvere, secondo la giustizia e il diritto, i problemi
che sollevano le trasformazioni sociali. Sostituzione dello spirito alla lettera, nell'interpretazione
biblica, soppressione dei dogmi, premura per le questioni sociali; ecco i caratteri del protestantismo
liberale, come del giudaismo liberale, che le società di coltura morale, si sforzano di propagare
dovunque. "Ebrei liberali, e cristiani liberali - dice Bargy - hanno tanto camminato nella stessa
direzione, che si son trovati allo stesso punto. L'incontro li ha un po' sorpresi, senza recar loro
troppo dispiacere. Cobb avendo creduto che la loro evoluzione condurrebbe gli Ebrei alla più
avanzata delle sette cristiane, l'Unitarismo, il rabbino Silvermann disse che erano al contrario gli
Unitari che si accostavano alla Chiesa ebraica. La verità è che tutti scivolano sul medesimo pendio
per arrivare al medesimo punto". "Il cristianesimo - dice ancora Bargy - non ha dovuto che
sbarazzarsi di ciò che avea di scolastico (leggi dogmatico) e conservare ciò che avea di evangelico
(leggi umanitario): (5) cioè la grazia della persona di Cristo; e con ciò convertirà gli Ebrei.
Allargato anch'esso fino all'Umanitarismo, li umanizza; essi cessano di essere gli Ebrei del Tempio
per divenire gli Ebrei che seguivano Gesù lunghesso il lago".
L'Umanitarismo adunque è il fondo di ciò che si è chiamato Religione americana; questo nome le è
dato perché è in America che ha il suo focolare, ma deve estendersi su tutta la terra e riunire tutti gli
uomini.

Note:

(1) Giornale internazionale di Etica.
(2) L'
Elan, nel suo numero del 1° aprile 1904, dava questa informazione: "Le Unioni giapponesi
progettano d'intraprendere un'opera speciale tra i soldati finché durerà la guerra. L'eroe della
battaglia di Chemulpo, il contr'ammiraglio Uriu è stato, per due anni, presidente dell'Unione
cristiana dei giovani, durante il tempo in cui frequentava la Scuola navale d'Annapolis negli Stati
Uniti. Kataoka, morto testé, era presidente della Camera bassa del Parlamento giapponese e
presidente dell'Unione a Tokyo".
Nell'occasione della guerra, i protestanti hanno stabilito delle
tende unioniste in Mandchourie
(Manciuria). La prima è stata installata ad Antoken, di fronte a Wiju. Essa può contenere dugento
soldati e porta a grandi caratteri l'iscrizione
Union chrétienne des jeunes gens. Alla sera, la
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medesima iscrizione si legge su una quantità di lanterne giapponesi; quattro grandi bandiere
giapponesi sono spiegate in certe occasioni. I segretari dell'opera sono tre.
(3) Il
Christianisme au XXe siècle, del 18 febbraio 1904, dice che a Saint-Dizier dei giovani si sono
costituiti in Unione cristiana con sezione di ginnastica. Egli aggiunge che a Saint-Dizier i cattolici
prendono facilmente il cammino del tempio e che molti notabili cattolici furono premurosi di
rimettere al pastore Cuendot i loro doni per la società anti-alcoolica che questo pastore avea
fondata.
(4) Gli Israeliti, l'abbiamo già detto, sono numerosissimi negli Stati Uniti. La statistica pubblicata
dall'American Review of Reviews
porta il numero ad 1.500.000 al minimo, sopra una popolazione di
76.885.794 abitanti; ciò forma 1,04 per cento, mentre in Francia, secondo la
General Jewish
Statistic
del Jewish year Book per l'anno ebraico 5664, sopra una popolazione totale di 38.595.500
abitanti, non vi sono che 86.085 Ebrei; 0,22 per cento.
Questi Ebrei americani - Ebrei tedeschi, polacchi o russi la maggior parte - sono agglomerati nelle
grandi città. New- York, per la sua parte, ne conta 584.788 (questa cifra concorda con quella data
più sopra dall'abate Klein), Filadelfia 75.000, Cincinnati 18.000, Chicago 60.000 ecc. Molti son
divenuti, naturalmente, enormemente ricchi, e la loro prima cura, là come da per tutto, è stata
d'acquistar la stampa.
La maggior parte dei grandi giornali degli Stati Uniti sono ebrei. Si sa qual parte ha la corruzione in
materia elettorale nell'America del Nord. Gli Ebrei vi hanno dunque una grande influenza.
(5) La
Vie nouvelle del 5 marzo 1904 ha riprodotto, traendola dal Christian Life, questa definizione
d'una Chiesa data da Huxley: "È - disse il gran filosofo - un luogo dove, settimana per settimana,
dei servizi dovrebbero essere consacrati, non alla
ripetizione di astratte proposizioni teologiche, maall'esposizione d'un ideale di vita vera, giusta e pura".