I sacri maestri - fra i quali accludiamo i Pontefici, i Padri ed i Dottori - insegnano che fra i demoni dell’Inferno rimangono - adesso nella depravazione - le stesse gerarchie e le stesse distinzioni di ordini, di impieghi e di comando come era in Cielo, prima ch’essi cadessero. Perché siccome allora non tutti erano della medesima gerarchia, così ora non sono tutti del medesimo grado; e come allora erano alcuni superiori ed altri inferiori, così lo sono anche al presente; ovverosia, quelli che erano di sfera e di intelligenza maggiori in Cielo, ora sono demoni di malizia e di perversità peggiori nell’Inferno; ma tutti subordinati, e quasi ufficiali di Lucifero (divenuto Satana) che vince tutti in malvagità.
Quali siano precisamente gl’impieghi dei demoni dentro l’Inferno nell’amministrazione delle pene, lo sa solo Dio che li condannò e che laggiù (nella prigione che Dio ha preparato per loro, Cfr. Mt. 25,14) li ha imprigionati in eterno, per giusta giustizia. A noi compete solo osservare quali siano gl’impieghi che tutti hanno fuori dell’Inferno, e quali siano i loro comuni caratteri.
San Pietro ci avverte di stare in guardia dal diavolo, perché è nostro avversario, e sotto questo nome singolare comprende tutti i diavoli, e vuol dire che tutti sono nostri nemici. Lo sono, allo stesso modo, anche le presunte anime dei defunti che vengono evocate nelle sedute spiritiche e nelle attività medianiche, le quali sono sempre demoni. La spiccata intelligenza dei diavoli fa sì che i medium, loro strumenti (talvolta inconsapevoli, ma comunque colpevoli perché trascurano di informarsi e/o di accettare il Deposito), siano ingannati per mezzo di abilissimi raggiri.
La stessa cosa espressamente ci insegna l’Apostolo san Paolo, quando scrive agli Efesini dicendo, che tutti noi uomini abbiamo una guerra incessante, non con altri uomini composti di carne e di sangue, ma con potenze superiori, con principati e potestà formidabili delle tenebre: «Non est nobis colluctatio adversus carnem et sanguinem, sed adversus principatus et potestates, adversus mundi rectores, tenebrarum harum» (6, 12).
Certissimo è che il loro proprio carattere, comune a tutti, è l’inimicizia eterna cogli uomini. Brutto carattere, genio deforme, ma carattere essenziale a tutti i diavoli.
1) Perché essendo stati tutti puniti da Dio e dichiarati suoi nemici, sono altresì nemici di tutte le cose di Dio, e specialmente di quelle in cui più spicca la sua bontà, la sua grandezza, la sua magnificenza, come sono gli uomini creati a sua immagine e somiglianza. Perciò tutti gli uomini sono odiati dai diavoli con singolarità di furore, ed essendo asmodei, cioè distruttori, tutti gli uomini sarebbero annientati o uccisi dai diavoli, se solo potessero farlo, ma Dio non lo permette. Questo lo farebbero per togliersi d’innanzi l’oggetto di tanto livore, e cancellare dal mondo i ritratti di Dio;
2) Perché superbissimi come sono, nulla possono soffrire che non sia a loro esaltazione. Però avendo Dio, nell’opera della Redenzione, assunto nell’unione ipostatica (vero Dio e vero uomo) piuttosto la natura umana che l’angelica, contro quell’uomo-Dio, e per Lui contro gli altri uomini tutti imparentati con Lui, ardono di tanta rabbia e livore, il che non è certo piccola parte del loro castigo;
3) Perché ben sanno che quei posti altissimi del Cielo lasciati vuoti da loro, devono essere riempiti da uomini, tanto inferiori di natura; perciò fremono e infuriano, e tutte le arti e le loro forze adoperano affinché a quelle sublimi sedi gli uomini non vi giungano, cercano dunque di farli dannare con la tentazione.
Un secondo carattere comune a tutti i diavoli è la frode e l’inganno; ecco perché, nonostante essi siano potentissimi nel combattere, non attaccano mai la zuffa a campo aperto, ma si nascondono, si travisano e insidiano in occulto, procedendo da veri satanassi, cioè da insidiatori. Perché, come disse N. S. Gesù Cristo: «In eo veritas non est; et cum loquitur mendacium, ex propriis loquitur, quia mendax est et pater eius»; ovverosia: «nel diavolo non si trova mai la verità, e quando esso parla secondo la sua natura, non dice altro che bugie, Perché è bugiardo e padre della bugia» (Giov. 8, 44).
Ecco Perché, coloro che si lasciano sedurre dal padre della menzogna, diventano a loro volta dei bugiardi, ed in loro non dimora amore; pertanto spesso e volentieri codesti soggetti che abbracciano la tentazione, si adoperano in battaglie che, pur avendo la maschera del buon proposito, nella realtà sono apologie della depravazione in terra, questo per favorire la dannazione degli altri uomini e l'avvento dell'uomo iniquo.
A cura di Stanzione Marcello e Di Pietro Carlo, dal testo San Michele Terrore dei demonii, di Anonimo autore, Ed. Radio Spada, 2013.