Cosa distingue la Chiesa da una comune società?
Per non essere accusato di parzialità o etichettato scortesemente in vario modo, uso, nel definire, la “laicissima” Enciclopedia Treccani e non dei “datati e cattolici” manuali di Diritto canonico o di Teologia dogmatica.
La società è un «insieme di individui o parti uniti da rapporti di varia natura, tra cui si instaurano forme di cooperazione, collaborazione e divisione dei compiti, che assicurano la sopravvivenza e la riproduzione dell’insieme stesso e dei suoi membri»[1]. Mi sento in dovere di aggiungere che oggettivamente questo «insieme di individui» acquisisce la configurazione di «società» quando si presuppone un FINE comune (es. l’utile in una società commerciale), obbligandosi a valersi dei leciti mezzi necessari per conseguirlo. Secondo l’Enciclopedia Treccani, «il tipo di società più semplice è dato dal gruppo domestico o famiglia, occupante una o più abitazioni congiunte; l’unione di più gruppi domestici coresidenti può costituire un villaggio. […] Le relazioni tra gli individui di uno stesso gruppo sono determinate, a loro volta, da vari fattori: matrimonio, discendenza, coabitazione ecc..., che sono alla base della formazione della famiglia. […] I sistemi di discendenza, estesi oltre i confini della famiglia, portano alla formazione di gruppi uniti dalla consapevolezza di una comune origine genealogica […]»[2].
Come insegna il Codice civile italiano, libro V - titolo V, la società è definibile come «fenomeno associativo» regolato da un contratto, «con il contratto di società [c.c. 13, 473, 1350, n. 9] due o più persone conferiscono [c.c. 2253] beni o servizi per l’esercizio in comune di una attività economica [c.c. 2082] allo scopo di dividerne gli utili [c.c. 743, 2643, n. 10, 2949; disp. att. c.c. 205; c.p.c. 23]»[3]. L’«oggetto sociale»[4] (nel raggiungimento del FINE) è la specifica attività che i soci si prospettano di svolgere; esso deve essere prestabilito nell’atto costitutivo, ma può essere modificato nel corso della vita della società.
Facevo già presente nel «Piccolo vademecum cattolico per votare bene al “referendum” di Bergoglio»[5] e nel documento «Halloween, modernismo e raggiri demoniaci»[6], che:
«la natura specifica di ogni società umana dipende dal FINE voluto dai suoi membri. Ora, tutte le società possibili sono derivazioni particolari delle tre originarie fondate sulla natura: coniugale, familiare e civile, attraverso le quali l’individuo tende al pieno sviluppo delle sue energie nell’appagamento di tutte le esigenze relative al grado di evoluzione culturale raggiunto. Sostanzialmente quando un gruppo di persone o più famiglie si uniscono in una società naturale, si suole parlare di Nazione; le famiglie unite e coscienti della loro unità di origine, religiosa, linguistica (quasi sempre), tradizionale, culturale, di costumi, ecc ... intendono, appunto costituitisi in Nazione, difendere, conservare e sviluppare questo importante patrimonio di valori. […] Tuttavia dobbiamo fare distinzione fra Nazione e Stato. Per Stato intendiamo quella Società civile, confinata in un determinato territorio, che ha una definita autorità la quale provvede a legiferare e garantire gli interessi temporali della società civile medesima, ovvero che vuole uno specifico regime di Governo. Uno Stato, a prescindere dalle persone che compongono la Nazione, si prefigge un dato FINE e lo difende».
Il FINE dei moderni Stati (società civile o elemento umano), purtroppo, non sempre coincide con il FINE ultimo, ovvero la salvezza delle anime (elemento divino e soprannaturale, della società chiamata Chiesa). Per capire meglio il concetto - e per evitare accuse di «medievalismo» - torniamo sulla “laicissima” Enciclopedia Treccani e guardiamo alla definizione di Chiesa: «[…] l’Ecclesia Christi, la comunità dei chiamati da Dio, è una commistione tra una comunità esterna di soggetti che professano la stessa fede, partecipano agli stessi sacramenti e tendono alla realizzazione dei medesimi fini spirituali sotto la potestà del Romano Pontefice, e una realtà interiore (Corpo Mistico di Cristo), che ha al suo centro un elemento invisibile e divino. La Chiesa cattolica è una società giuridicamente perfetta (in quanto non riceve da nessuno il suo potere) e autosufficiente. È una società ecclesiale, il cui imperativo primario è la salvezza delle anime. Le sue finalità sono essenzialmente spirituali, ovvero custodire e insegnare le realtà rivelate, condurre gli uomini a seguire le leggi di Dio»[7].
È così fondamentale questa nozione - «condurre gli uomini a seguire le leggi di Dio» - che addirittura il Romano Pontefice, qualora dovesse venir meno a questo FINE (nel suo «oggetto sociale») con «pubblica defezione dalla fede», verrebbe privato da Cristo della sua autorità, perderebbe - ipso facto[8] - ogni ufficio, e questo perché la potestà di giurisdizione è vincolata alla fede, all’appartenenza al Corpo Mistico di Cristo[9]. Per fare un esempio sempliciotto, Tenzin Gyatso, l’attuale Dalai Lama[10], nella sua condizione corrente (immutata) non potrebbe mai ricevere da Cristo alcuna giurisdizione, pertanto se anche fosse designato Pontefice in conclave e riconosciuto tale da tutta la Chiesa, sarebbe privo di qualsivoglia autorità, i suoi atti di governo sarebbero nulli (allo stesso modo dell’eretico notorio, dell’apostata, del demente, ecc...). Potrebbe farsi anche l’esempio dell’ostia che, se fosse di ananas, non sarebbe mai transustanziata per vizio di materia[11], anche se tutta la Chiesa, in adorazione universale, in quel momento la riconoscesse vera.
Cosa sta accadendo attualmente?
C'è un’organizzazione o società sovranazionale - con note distintive di segretezza e di FINE a carattere cosmopolita - che sta cercando da vari secoli di annientare le identità nazionali, questo perché il FINE (nell’«oggetto sociale») delle nazioni identitarie cristiane (o religiose) non coincide con il FINE (nell’«oggetto sociale») dell’organizzazione sovranazionale medesima, che è invece la tristemente nota ed oramai dichiarata instaurazione del «governo globale»[12]. Sto parlando delle cosiddette Consorterie ovverosia, sempre secondo la Treccani: «gruppi esclusivi di persone che, esercitando collettivamente il proprio potere o la propria influenza, sul piano politico, finanziario, ecc..., agiscono in modo da curare e proteggere gli interessi dei singoli componenti del gruppo»[13]. Come la Chiesa ha sempre ricordato, uno dei metodi più usati dalle Consorterie per distruggere le Nazioni è la moneta, è l’azione spregiudicata della finanza ingerente nei governi degli Stati. Papa Leone XIII, per esempio, nella «Rerum Novarum» (15 maggio 1891) così ammoniva i governi: «Quando l’operaio riceve un salario sufficiente a mantenere sé stesso e la sua famiglia in una certa quale agiatezza, [… quando, NdA] la privata proprietà non venga oppressa da imposte eccessive […] ne seguirà un terzo vantaggio, cioè l’attaccamento al luogo natio; infatti non si cambierebbe la patria con un paese straniero, se quella desse di che vivere agiatamente ai suoi figli».
L’organizzazione segreta a carattere cosmopolita, invece, discostandosi dalla retta ragione[14] e sovvertendo la legge naturale[15], ha tutto l’interesse affinché il cittadino perda «l’attaccamento al luogo natio» (anche mediante l’eccessiva oppressione fiscale ed il dominio della finanza), questo per favorire le azioni migratorie, dunque mescolare etnie e società, al fine di annientare le identità cristiane (o religiose in generale) ed instaurare un «governo globale» che, diversamente, sarebbe impossibile da ottenere se non mediante guerre atroci, oggi pubblicamente invise e quindi opzione da scartare, ma solo in parte e nei paesi cosiddetti democratici!
Sul piano morale cosa sta accadendo?
Come ci insegna la Scrittura, «il precetto: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso» (Rom 13,9). Cosa significa questo? Che i comandamenti di Nostro Signore, per essere in grado veramente di amare (Dio, il prossimo e se stessi), devono essere rispettati tutti e non sono concesse proroghe o adempimenti a rate/parziali: «infatti colui che ha detto: Non commettere adulterio, ha detto anche: Non uccidere. Ora se tu non commetti adulterio, ma uccidi, ti rendi trasgressore della legge» (Giac 2,11). Ecco perché san Giovanni - «il quale nel suo Vangelo pare abbia svelato i segreti del Cuore sacratissimo di Gesù che sempre soleva inculcare ai discepoli il nuovo comandamento: “Amatevi l’un l’altro”»[16] - scrive: «perché in questo consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi» (1Gv 5,3). Per ovvie ragioni devo essere breve, quindi concludo così: cosa accade quando ci si inimica Dio non rispettando i suoi comandamenti, quindi rigettando l’amore che si deve al prossimo (a Dio ed a se stessi)? San Paolo riassume l’abbandono alla morte in questa pericope:
«[…] Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen. Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento. E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d’una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d’invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa» (Rom 1,24-32).
La libertà o falsa libertà?
Con il documento «Dignitatis Humanae»[17], secondo numerosi vescovi e teologi contemporanei, ma anche e soprattutto secondo Papi[18] e Dottori del passato, l’attuale gerarchia che mediaticamente e finanziariamente vorrebbe sembrare Chiesa, in realtà si sarebbe piuttosto abbandonata ad un’«intelligenza depravata», venendo meno alle note distintive (di unità e di santità) essenziali per avere la visibilità (o riconoscibilità)[19] della Chiesa fondata da Gesù Cristo, o vera Chiesa. Perché? Brevemente riassumo: per via di questa oggettiva docenza o vincolante definizione dottrinale[20], attribuita nientemeno che alla Rivelazione: «Il diritto alla libertà religiosa non si fonda quindi su una disposizione soggettiva della persona, ma sulla sua stessa natura. Per cui il diritto ad una tale immunità perdura anche in coloro che non soddisfano l’obbligo di cercare la verità e di aderire ad essa, e il suo esercizio»; con ciò consentendo pure agli Stati, quindi in «foro esterno»[21], di promulgare presunte leggi a garanzia di presunte libertà che in realtà «disprezzano la conoscenza di Dio». Tutto questo, a partire dalla definizione citata, contraddice oggettivamente il dogma[22] e, come noto, Dio non può contraddire se medesimo, altrimenti sarebbe uno stolto, un ingiusto ed un bugiardo. E non lo è (anzi, mi perdoni per aver posizionato tecnicamente in questo documento tali parole oltraggiose adiacenti al Suo Santo Nome)!
Il 2 febbraio 1995, nella Lettera pastorale[23] che mons. Mark A. Pivarunas (vescovo “sedevacantista”) invia ai fedeli, si fa il punto della situazione sulla “dottrina cattolica” così come viene percepita ed applicata dal mondo e nel mondo, a «30 anni di distanza dalla chiusura del Concilio Vaticano II» (siamo nell’anno 1995). Nello stesso contesto, mons. Pivarunas analizza oggettivamente - senza alcun interesse economico o di privilegio, poiché privatosi di tutto e considerato da Roma un “reietto” - l’«abominio» commesso nel documento «Dignitatis Humanae», qualificando, per dovere e obbligo da fede rivelata[24], la società che lo ha promulgato - applicato e confermato, di decennio in decennio, di successore in successore, con il titolo di antichiesa, poiché visibilmente essa «[avrebbe] trasformato il diritto in veleno, [avrebbe] gettato a terra la giustizia, [odierebbe] chi ammonisce alla porta, [avrebbe] in abominio chi parla secondo la verità», ecc… (Cf. Am 5,7 ss.). Sarebbe inoltre antichiesa perché non avrebbe in sé l’amore di Dio e non dimorerebbe in sé la vera parola di Dio (cf. Gv 5,36 ss.).
La questione pedofilia?
Poste tutte le premesse sin d’ora fatte, posto pertanto e onestamente anche il problema[25] se oggigiorno la società che ha approvato ed imposto la «Dignitatis Humanae» può dirsi o meno vera Chiesa, fatto sta che il mondo sta concentrando un’offensiva strumentale[26] proprio contro quei valori morali non negoziabili che Dio ha ragionevolmente voluto e definito tali e che la Chiesa ha sempre difeso sin dalla sua fondazione, CONDANNANDO dottrinalmente e disciplinarmente le violente imposizioni avverse, e fino al martirio. Le Consorterie di cui prima parlavo, ovvero quelle società veramente segrete ed a carattere cosmopolita che condizionano la legislazione degli stati, cosa vogliono ottenere nella fattispecie? Che ogni tipo di coppia si arroghi il diritto di essere riconosciuta tale, di ereditare, di ricevere agevolazioni e di crescere dei figli, tuttavia non ogni tipo di coppia è tale e può procreare, pertanto bisogna distruggere qualsiasi identità religiosa o nazionale che impedisca tal FINE intermedio. Esempio: coppie dette “gay”, coppie fra un adulto ed un bambino (non ancora sessualmente maturo), coppie fra un uomo ed una bestia, ecc… è oggettivamente impossibile che tali coppie procreino (non sto assolutamente inserendo le varie “coppie” in un unico calderone, sia chiaro). Ricordiamoci della definizione di società data dalla “laicissima” Enciclopedia Treccani: «è un insieme di individui […] che assicurano la sopravvivenza e la riproduzione dell’insieme stesso e dei suoi membri»[27]. Onestamente non si può con delle leggi (peraltro inique) garantire la sopravvivenza o la riproduzione di una specie che naturalmente può procreare solo con l’accoppiamento fra persone di sesso differente, eppure, con violenze - ideologica e fisica - inaudite, si vuol sovvertire addirittura questo principio da scuola elementare, naturale e di retta ragione.
La presunta pedofilia nella presunta Chiesa, per esempio, è una menzogna assolutamente astuta, progettata mediaticamente a tavolino, ed ha il sol FINE di rendere invisa la dottrina rivelata e la disciplina (su fede e morale) che ha invece salvaguardato il mondo: a) dall’ira di Dio; b) dalla dissoluzione totale. Negare l’ira di Dio e negare i frutti amari della dissoluzione equivale a negare Dio stesso, pertanto di fronte a miscredenti soggetti simili fa fede, come sempre, la Rivelazione correttamente interpretata:
«Poiché molti sono i seduttori che sono apparsi nel mondo, i quali non riconoscono Gesù venuto nella carne. Ecco il seduttore e l’anticristo! Fate attenzione a voi stessi, perché non abbiate a perdere quello che avete conseguito, ma possiate ricevere una ricompensa piena. Chi va oltre e non si attiene alla dottrina del Cristo, non possiede Dio. Chi si attiene alla dottrina, possiede il Padre e il Figlio. Se qualcuno viene a voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non salutatelo; poiché chi lo saluta partecipa alle sue opere perverse» (2Gv 7 ss.).
Questo passo dell’Apostolo dell’amore e tanti altri passi paralleli, sono stati citati nel medesimo senso da numerosi Pontefici (il senso contrario è dunque eresia), sin dal I secolo, fra cui spicca per attuale importanza Papa Pio XI, nella «Mortalium Animos», dove così condanna il pancristianesimo e l’irenismo, ovverosia l’attuale e falso ecumenismo sincretista e preludio al cosmopolitismo delle Consorterie.
Menzogna numero 1
Non è vero che la Chiesa cattolica sia pedofila. Nell’ultimo libro scritto con l’amico sacerdote e angelologo don Marcello Stanzione, «Il sacramento del diavolo»[28], dimostriamo ampiamente che ogni accusa così generica ed indirizzata, negli intenti, alla Chiesa cattolica, in realtà è strumentale. Massima solidarietà alle vittime di abusi ma …
Silvano Maria Tomasi - osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a Ginevra dal 10 giugno 2003 - il 22 marzo del 2011 ha affermato in una dichiarazione ufficiale:
«La maggior parte del clero cattolico che ha commesso questi atti non è rappresentata da pedofili, bensì da omosessuali attratti da maschi adolescenti». Per questo si dovrebbe piuttosto parlare di “efebofilia”. «Di tutti i preti coinvolti negli abusi dall’80 al 90% appartenevano a questo orientamento sessuale minoritario, impegnati sessualmente con ragazzi adolescenti fra gli 11 e i 17 anni». Secondo gli ultimi dati disponibili, «solo l’1,5-5% del clero cattolico è stato coinvolto in storie di abusi sessuali su bambini» e «la maggior parte delle chiese americane coinvolte in storie di abusi sessuali, era protestante»; inoltre, «gli abusi sessuali nelle comunità ebraiche sono comuni». «Gli abusi di questo tipo vedono più frequentemente coinvolti membri della stessa famiglia, baby sitter, amici, parenti o vicini». «Siccome la Chiesa cattolica è stata impegnata a ripulire la propria casa, sarebbe bene se altre istituzioni o autorità, dove avviene la maggior parte degli abusi, facessero lo stesso, informandone i media»[29].
Si pongono dunque tre interrogativi: 1) Perché si mente e si parla sempre e solo di pedofilia, senza mai far menzione al fatto che in realtà nell’80-90% dei casi noti (e denunciati), si deve parlare invece e chiaramente di preti omosessuali che abusano di adolescenti del medesimo sesso? 2) Perché all’incontrario si vuol sdoganare il sesso impuro contro natura anche all’interno del clero (o presunto tale) se invece le statistiche dimostrano chiaramente che il problema degli abusi (nell’80-90% dei casi) è originato piuttosto da questa «inclinazione della persona omosessuale, [che] benché non in sé peccato», è «una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. Per questo motivo l’inclinazione stessa dev’essere considerata come oggettivamente disordinata»[30]? 3) Perché se “solo” l’1,5-5% del presunto clero cattolico è stato coinvolto in questo genere di abusi, tutte le colpe vengono date alla Chiesa, mentre il 98,5-95% dei restanti colpevoli rimane nell’oblio e talvolta diventa anche simbolo da imitare?
A voi sembra «omofobo» questo mio articolo?
A me no di certo, anche perché non si sta istigando ad alcuna intolleranza, ma si sta solo riportando delle cronache vere, ampiamente documentante e documentabili. Ecco il vero problema! Chiunque, autorevole o presunto che sia, difende quei valori non negoziabili, quella invisa dottrina rivelata e quella inviolabile/perpetua disciplina (su fede e morale), deve essere demonizzato. È solo un tassello in più per distruggere le ultime roccaforti del pensiero identitario cristiano, vero ostacolo all’instaurazione del «governo globale» voluto dai cosmopoliti.
Menzogna numero 2
Perché gli abili manipolatori dei media in merito ai presunti abusi di pedofilia, lo ripeto che sono di «efebofilia omosessuale» nell’80/90% dei casi, attribuiscono sempre colpe (forse inesistenti) a J.A. Ratzinger (Benedetto XVI) ed a J.M. Bergoglio (Francesco) e giammai a K.J. Wojtyła (Giovanni Paolo II)? Non è forse vero, invece, che le misure repressive e di controllo sistematico sono state volute e sono state applicate proprio da J.A. Ratzinger (Benedetto XVI) e adesso pare anche da J.M. Bergoglio (Francesco)? Io credo piuttosto che si voglia preservare l’immagine di K.J. Wojtyła (Giovanni Paolo II), noto al pubblico come «santo subito», in visione della sua futura presunta canonizzazione. Ricordo inoltre che le virtù eroiche del candidato alla canonizzazione devono essere acclarate e senza macchia, dove la Chiesa si fa garante infallibilmente[31], solennemente ed in nome di Dio: a) che è da venerarsi il santo con culto di dulia, quindi si adora Dio con culto di latria; b) che è da imitarsi il santo poiché si è salvato l’anima.
Sono portato a pensare, certamente senza violare l’ottavo comandamento, che la macchinazione mediatico / finanziaria abbia a cuore questa presunta canonizzazione, il che equivarrebbe a “canonizzare” anche l’incontro pancristiano, irenista, sincretista di Assisi 1986, il vorace bacio al Corano, la palese esaltazione dell’uomo e molto altro, innegabili caratteristiche distintive della vita e delle docenze di K.J. Wojtyła (Giovanni Paolo II)[32]. Stranamente anche dal Bollettino ufficiale vaticano dell’Udienza generale del 14 maggio 1999, sono scomparsi (o forse non ci sono mai stati) i nomi dell’Imam Sciita della moschea di Kadum, Hussein Ismail Hayder Al-Sader (in foto in mio possesso col copricapo nero), del presidente sunnita del Consiglio di amministrazione della Iraqi Islamic Bank, Abdul Latif Hemin Mohammed (ivi. col copricapo bianco), e di un rappresentante del Ministero del Culto (ivi. in giacca). Gli stessi che presumibilmente omaggiarono K.J. Wojtyła (Giovanni Paolo II) del Testo coranico, che poi fu baciato provocando certamente l’indignazione di Dio e della Chiesa per gesto di pubblica violazione dei primi comandamenti[33] (rapporto dell'uomo con Dio). In altri tempi si prediligeva il martirio! Comunque, debolezza o meno del soggetto, il peccato umano diventa invece eresia formale, quando il gesto non viene rinnegato successivamente e nemmeno prima della morte.
Conclusione
1) Questo scritto non è affatto «omofobo» ed eventuali pareri o azioni contrarie dimostrano solamente quella intolleranza di chi vuol censurare il pensiero umano e vuol cancellare la storia; 2) Parlare genericamente e solamente di pedofilia è scorretto e totalmente falso; 3) Esiste un potentato che non è più la massoneria, la quale ha perso l’invisibilità e la segretezza (non può essere più tale venendo meno alla sua stessa definizione), che vuole a tutti i costi “canonizzare” l’immoralità e sovvertire le regole di buona creanza, di fede rivelata e di santi costumi; 4) Amando noi Cattolici il nostro prossimo come noi stessi[34], non possiamo mentire[35].
Quanto agli intolleranti e sovvertitori della natura e della retta ragione, mi sento solamente di replicare in questo modo: «[…] ebbene, come mai tu, che insegni agli altri, non insegni a te stesso? Tu che predichi di non rubare, rubi? […] Tu che ti glori della legge, offendi Dio trasgredendo la legge?» (Rom 2,21); «Quanti confidano in lui comprenderanno la verità; coloro che gli sono fedeli vivranno presso di lui nell’amore, perché grazia e misericordia sono riservate ai suoi eletti» (Sap 3,9).
Pubblicazione a cura di Carlo Di Pietro (clicca qui per leggere altri studi pubblicati)